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Genova: ecuadoriano perseguita donna

 
STALKER ECUADORIANO ARRESTATO DALLA POLIZIA A
Liguria Notizie
Ieri sera l’epilogo della vicenda: l’uomo, un ecuadoriano di 43 anni è stato arrestato dai poliziotti mentre citofonava insistentemente alla sua ex. In serata la donna aveva notato l’ex aggirarsi sotto il portone ed aveva chiamato la Polizia. All altro »

Arroganza migrante: chiama caserma e sfotte carabiniere, preso latitante romeno

BOLZANO, 16 GEN 2014 – E’ costato caro a un latitante un gesto di sfida, con una telefonata di auguri per capodanno ad un maresciallo dei carabinieri. L’Arma si è subito attivata e lo ha individuato, nascosto sotto il letto nel suo rifugio a Locri. Vittima della sua leggerezza un romeno di 24 anni che aveva chiamato per gli auguri il maresciallo della stazione di Corvara in Alto Adige, proprio colui che a suo tempo aveva sporto la denuncia che gli era costata la condanna, dopo la quale il romeno era fuggito.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2014/01/16/Chiama-carabiniere-auguri-arrestato_9909901.html

 

Senegalese ‘regolare’ e disoccupato molesta donne: ai domiciliari!!

Svuotacarceri all'opera

Svuotacarceri all’opera

VITTORIO VENETO – E’ stato arrestato il “molestatore della pista ciclabile”. 20 anni, senegalese, il giovane residente a Vittorio Veneto aveva aggredito due donne.
I fatti risalgono a luglio scorso. Il ventenne bazzicava in pista ciclabile quando ha fermato una 50enne di passaggio strappandole la borsa. La donna, dopo aver rincorso l’uomo, si è ripresa ciò che le era stato rubato, ma quando è arrivata a casa si è accorta di non avere le chiavi. Per questo è tornata sulla pista ciclabile, alla ricerca del rapinatore: le chiavi, doveva averle lui.
 
Il giovane era ancora lì, solo. E appena la donna si è avvicinata al ragazzo, questo le ha messo le mani addosso, palpeggiandole il seno e tentando di baciarla con la forza. La donna a quel punto ha chiamato le forze dell’ordine, ma vane sono state le ricerche da parte dei militari.
 
Il giovane, comunque, nei giorni successivi è tornato all’attacco: stesso luogo, stesso copione. A finire nelle mire del ragazzo, una badante rumena 45enne, che ha opposto resistenza e si è precipitata al comando dei carabinieri per sporgere denuncia.
Settimane di indagini, ricerche, appostamenti hanno portato a identificare il ragazzo. Celibe, disoccupato, con regolare permesso di soggiorno e senza precedenti penali, il 20enne è stato posto agli arresti domiciliari.

http://www.oggitreviso.it/molestava-le-donne-pista-ciclabile-arrestato-70472

Sono le nuove norme sul ‘femmicidio’.

Milano: clandestino afferra un cane e lo lancia per aria, padrona sconvolta

Milano 18 agosto 2013 – Ha prima attirato a sé e poi preso e lanciato via un cagnolino, ai giardinetti. Per questo un cittadino ucraino è stato denunciato per maltrattamento di animali, a Milano. E’ accaduto in un’area verde in piazzale Maciachini, nella zona Nord della città intorno alle 22.30 di sabato: una donna di 62 anni stava portando a spasso i suoi tre cagnolini quando da un gruppetto di ragazzi che si trovava nei pressi di una panchina uno di questi ha cominciato ad attirare l’attenzione delle bestiole. Quando una di esse si è avvicinata il giovane l’ha presa per il collare alzandola e lanciandola ai piedi della proprietaria. La donna, spaventata, ha chiamato il 113 e gli agenti quando sono arrivati hanno rintracciato il gruppo e denunciato lo straniero, di 22 anni, per maltrattamento di animali e per violazione della Legge sull’immigrazione in quanto irregolare su territorio.

http://www.milanotoday.it/cronaca/maltratta-cane-piazzale-maciachini-18-agosto.html

 

Ricongiungimenti: angolano uccide padre a coltellate

Omicidio a Busto Arsizio: immigrato uccide il padre con coltello da cucina

Tragedia ‘migrante’ a Busto Arsizio dove, nella notte tra giovedì e venerdì, un ragazzo di 23 anni ha ucciso il padre (un operaio di 49 anni dell’Angola, residente in Italia da oltre 20 anni) accoltellandolo all’addome. Il giovane, originario dell’Angola, ha poi chiamato la polizia, che è arrivata nell’appartamento di via Pindemonte e l’ha arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato.

In casa anche la figlia minore dell’uomo, una ragazza di 21 anni, che non è riuscita a fermare il fratello, mentre la convivente italiana del 49enne non era in casa. A quanto pare, tra l’uomo e i due figli (giunti dall’Angola quattro anni fa) si verificavano frequenti litigi. A mezzanotte il 23enne ha afferrato un coltello in un cassetto della cucina e ha colpito una volta il padre. L’uomo è morto prima che arrivassero i soccorritori.

Nella notte il ragazzo è stato interrogato e ha raccontato di sentirsi oppresso dal padre per i continui rimproveri nei suoi confronti e in quelli della sorella. Si trova nel carcere di Busto Arsizio. Sul corpo del 49enne verrà eseguita l’autopsia.

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Clamoroso: un romeno pesta la moglie a sangue

I fatti sono accaduti in un residence di via Goldoni. Era stato chiamato il 118 per un malore della donna

Rimini Picchia la moglie sotto gli occhi di tre bambini poi finge si sia trattato di un incidente, 37enne rumeno arrestato dai carabinieri di Miramare. L’episodio si è consumato giovedì pomeriggio in un residence di via Goldoni, dove da qualche giorno soggiornavano un gruppo di rumeni composto da tre uomini (non è escluso possano essere dei pallinari giunti in Riviera per la stagione estiva), due donne, tra cui l’aggredita, e i tre bambini di quest’ultima. Il tutto è partito da una richiesta di intervento arrivata al 118 per soccorrere una donna di 31 anni che si era sentita male. Arrivati nel residence i sanitari hanno riscontrato la presenza di varie ecchimosi sul volto della giovane e, dopo averle prestato i primi soccorsi, l’hanno trasportata all’ospedale Infermi. Sul posto sono immediatamente giunti i militari dell’Arma ai quali il marito della ferita e una donna, entrambi 37enni, hanno riferito di avere chiamato l’ambulanza dopo che la 31enne, in seguito a un malore, era caduta a terra a peso morto provocandosi le lesioni. Se sin dall’inizio la versione fornita dai due è risultata poco convincente, i sospetti dei carabinieri sono diventati certezza all’ospedale. Grazie alla preziosa collaborazione di un’infermiera rumena, che ha tradotto il racconto della connazionale, è emersa la cruda verità. La 31enne, in lacrime, ha spiegato di essersi sposata giovanissima e di avere subìto sin dall’inizio le violenze del marito. L’uomo, oltre che picchiarla per futili motivi, le avrebbe impedito di avere rapporti con i suoi congiunti, quali la madre che risiede in Romania o il fratello che abita a Parigi. Il violento pugno ricevuto giovedì sarebbe dunque stato solo l’ultimo di una lunga serie di sorpusi ai danni della giovane. Il 37enne e la connazionale, che avevano inscenato l’incidente pulendo il sangue della ferita prima di allertare l’ambulanza, sono stati arrestati. L’uomo è stato accusato di maltrattamenti in famiglia, la donna di favoreggiamento. Difesi dall’avvocato Massimiliano Orrù, sono stati processati per direttissima e scarcerati. Per il 37enne l’accusa è stata riqualifcata in lesioni personali aggravate, il giudice ha disposto il divieto di avvicinamento alla persona offesa. La donna non è stata ritentuta colpevole di favoreggiamento. La 31enne è ricoverata all’Infermi con una prognosi di 30 giorni mentre i minori, di 5, 6 e 11 anni, si trovano in una struttura protetta in attesa la mamma esca dall’ospedale.

http://www.nqnews.it/news/147204/Botte_alla_moglie_davanti_ai___figli.html

“Treviso ora è nostra”: e lo massacrano per rapinarlo

Il cambiamento

Rappresentante della comunità marocchina a Treviso

TREVISO – L’avevano visto estrarre l’iPhone 5 ed hanno pensato di andare a prenderselo. Per questo tre giovani stranieri hanno avvicinato il ragazzo di 19 anni trevigiano, che stava insieme a due amici coetanei trevigiani pure loro al chiosco sulle mura, ed hanno tagliato corto: «Daccelo!».

Alla prima resistenza sono passati alla mani. Prima qualche spintone, poi uno dei tre aggressori ha estratto il cavalletto di una bicicletta (in foto a sinistra) che aveva probabilmente preso poco prima in zona, e l’ha colpito al volto fratturandogli il setto nasale. I due amici hanno tentato di difenderlo, ma sono stati picchiati pure loro.

A quel punto i tre aggressori, un marocchino di 20 anni, quello che ha materialmente utilizzato il cavalletto ed ha preso anche l’iPhone, un 23enne della Repubblica Ceca ed un colombiano di 20 anni, sono fuggiti via. Dei presenti hanno chiamato immediatamente la polizia, che giunta sul posto in pochi minuti ha acciuffato i tre aggressori.

Il marocchino è stato arrestato: dovrà rispondere di rapina e lesioni. Gli altri due invece sono stati denunciati a piede libero.

Il cellulare, nascosto pochi attimi dopo sotto a delle pietre, è stato ritrovato e restituito al proprietario.

http://www.oggitreviso.it/picchiato-col-cavalletto-di-una-bici-liphone-naso-fracassato-63740

Verona: banda di nomadi circonda e pesta ciclista

Gruppo di nomadi lo prende di mira: ciclista preso a cazzotti in faccia a Verona

Era riuscito ad evitare solo per un soffio una cassa di birra che un gruppo di nomadi gli avevano tirato addosso. Non è però risucito ad evitare un terribile pugno sul viso da uno dei membri della gang. Vittima delle aggressioni è stato un 39enne veronese che ha poi chiamato il 113 mentre era ancora a terra. Secondo la testimonianza fornita agli agenti, si tratterebbe dei nomadi del campo di Strada La Rizza.

Il giovane era in sella alla propria bici mentre percorreva una via limitrofa, quando si è accorto della cassa che gli aveva lanciato un membro del gruppo. Poi, fermatosi per chiedere spiegazioni sul gesto, è stato aggredito con un cazzotto in volto. Sul posto sono intervenute così le Volanti della polizia che hanno soccorso il ciclista. Il 39enne, sanguinante, è stato subito accompagnato all’ospedale di Borgo Roma da dove, poi, è stato dimesso con una prognosi di 25 giorni. Sono in corso le indagini per risalire agli autori di ambedue i gesti.

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Perugia: albanesi a passeggio con mazze da baseball

Perugia, giugno 2013 – Alla luce del sole. In pieno quartiere di Ferro di Cavallo. A piedi come in un remake malfatto di Arancia Meccanica in salsa balcanica. Due albanesi si aggiravano per le vie della periferia di Perugia brandendo con fare minaccioso due mazze da baseball. Troppo arroganza o follia per non essere subito notati da alcuni residenti che giustamente allarmati hanno chiamato il 113.

Sul posto la sala operativa della Questura ha inviato subito la pattuglia del Reparto Prevenzione Crimine: gli agenti non hanno faticato a trovare i due albanesi che si stavano dirigendo verso un bar di Ferro di Cavallo.Le mazze sono state sequestrate e i due portati in Questura: si cerca di capire se sono clandestini o se sono residenti fuori Perugia. Potrebbero scattare le espulsioni o il foglio di via dal capoluogo. Gli stranieri non hanno spiegato perchè portavano con sè le due mazze. Si ipotizza una sorta di spedizione punitiva.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/ferro-di-cavallo-spedizione-punitiva.html

 

Guerra tra clan “migranti”, gambizzato albanese

L’albanese gambizzato domenica mattina Genova era ricercato dall’agosto scorso, quando era riuscito a scappare dagli arresti domiciliari a Romano di Lombardia,dove stava scontando una pena per reati di droga.

Elird Rama, 35 anni, si è salvato per miracolo. Ieri all’alba è stato centrato da un colpo di pistola mentre si trovava nei pressi della stazione ferroviaria di Cornigliano. È riuscito a scappare, a raggiungere l’abitazione di un cugino. Il giovane ha suonato il campanello, ha chiesto aiuto: da lì è partita la richiesta dei soccorsi al “118”. Una guerra fra bande di albanesi e romeni, che da più di 10 anni insanguina i marciapiedi genovesi per il controllo del territorio, del mercato della droga e della prostituzione; ma anche estorsioni, racket e videogiochi sarebbe all’origine dell’ennesimo agguato. Malavita organizzata insomma.

Gli agenti domenica mattina hanno raggiunto la vittima al Pronto Soccorso di Sampierdarena. L’albanese non ha saputo dire chi gli ha sparato. Peraltro, ha fornito false generalità, ha mostrato una patente albanese, intestata a Ceci Abmir, di 36 anni. Un controllo alla banca dati del Ministero dell’Interno e il confronto con le impronte digitali è bastato per scoprire che si tratta di Elird Rama, di 38 anni: pregiudicato, con diversi precedenti per droga, agli arresti domiciliari a Bergamo fino all’agosto del 2012 da quanto poi si è reso irreperibile.

Il pregiudicato, piantonato nel reparto detenuti dell’ospedale di San Martino (le sue condizioni non sono gravi e nelle prossime ore sarà operato per estrarre schegge della pallottola) non ha saputo nemmeno spiegare che cosa ci facesse a Genova. Dice di essere uscito dal bar, dopo un caffè. Avvicinato da un tizio sui 30 anni, di carnagione chiara (forse rumeno), che lo ha chiamato: “Ehi, pezzo di m…”.

Poi il colpo, a meno un metro di distanza. Le indagini sono ancora in corso.

http://www.bergamonews.it/cronaca/albanese-gambizzato-genova-era-evaso-dai-domiciliari-romano-176233