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Siracusa: arrestato nigeriano in stato di ebbrezza, avrebbe … – Giornale Siracusa


Giornale Siracusa
Siracusa: arrestato nigeriano in stato di ebbrezza, avrebbe
Giornale Siracusa
News Siracusa: è stato arrestato dai carabinieri perché trovato a dare in escandescenze in viale Zecchino. Bloccato in flagranza del reato di resistenza a pubblico ufficiale un immigrato di origini nigeriane, Okonkwo Baska, 20 anni, incensurato. Il altro »

Ius Soli in azione ad Anzio: commercialista aggredito da ‘italiani’

Se l’è vista brutta il commercialista di Anzio aggredito l’altra sera a Colle Cocchino, un quartiere periferico della cittadina del litorale.

L’AGGRESSIONE – L’uomo aveva appena chiuso la porta di casa quando all’improvviso è stato aggredito alle spalle da un rapinatore con il volto coperto da un passamontagna, che armato di pistola gli ha intimato di stare fermo e di riaprire la porta della sua abitazione. Il commercialista ha però reagito colpendo il rapinatore. Aveva avuto la meglio quando alle sue spalle è intervenuto un altro uomo complice del rapinatore, che con un bastone lo ha colpito alla testa e alle spalle.

LA FUGA – Dopo alcuni momenti di paura e grazie al suo sangue freddo, l’uomo però è riuscito a scappare e a chiedere aiuto ai vicini di casa. A quel punto i due malviventi, molto probabilmente nazionalità ‘italiana’, si sono dati alla fuga. Il commercialista è stato medicato, per le ferite alla testa, al pronto soccorso dell’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno.

ENNESIMO TENTATIVO DI FURTO – Solo due giorni fa era fallito un altro tentativo di furto, arrivato a un passo dal linciaggio. Il fatto è accaduto in zona Tor Pignattara a un giovane di 20 anni, beccato da quella che avrebbe dovuto essere la vittima di una sua rapina e sottratto dalle autorità alle mani di alcuni testimoni inferociti, in difesa del concittadino, pronti a pestarlo. Il ragazzo, evaso dagli arresti domiciliari e con numerosi precedenti per furto, è nato in Italia ma risiedeva in un campo nomadi di Roma e fu arrestato a settembre dello scorso anno, sempre per rapina, proprio dagli stessi agenti di Tor Pignattara.

IL FATTO – L’uomo, S.S., si è introdotto nella tarda serata di lunedì 10 febbraio in un’abitazione di via Sabaudia, aggirando i controlli domiciliari e passando per il balcone della casa; il proprietario lo ha colto in flagrante mentre armeggiava con alcuni strumenti per forzare la finestra e lo ha costretto alla fuga. La vittima ha inseguito il ragazzo all’interno del parco Villa Gordiani, all’interno del quale alcuni agenti di polizia, insospettiti dalle circostanze, hanno fermato il ladro e l’hanno condotto presso l’autovettura di servizio.

IL TENTATIVO DI LINCIAGGIO – Durante il tragitto da villa Gordiani alla macchina, i poliziotti si sono imbattuti in un gruppo di persone intenzionate a linciare il ladro per il tentativo di reato. Il colpevole è stato protetto dalle guardie, non senza fatica, e letteralmente salvato da un violento pestaggio. Dopo gli accertamenti il pregiudicato è stato ammanettato e arrestato per l’ennesima volta.

LE ACCUSE – L’uomo dovrà rispondere ora delle gravi accuse di tentato furto in abitazione ed evasione dagli arresti domiciliari, avendo sulle spalle anche altri arresti e denunce per casi analoghi.

http://www.cinquequotidiano.it/cronaca/litorale/2014/02/12/comune-di-anzio-aggressione-bastonate-commercialista-due-rapinatori-caccia-ladri/#.Uvvz3UA01VM

Gravina in Puglia: Aggressione via Volta, arrestato giovane albanese. – GravinaLife


GravinaLife

Gravina in Puglia: Aggressione via Volta, arrestato giovane albanese.
GravinaLife
Si tratta di un albanese di circa 20 anni, a cui gli investigatori sono giunti dopo una serie di perquisizioni e interrogatori. Non si escludono, nelle prossime ore, ulteriori sviluppi. Si fanno più serie le condizioni di salute dei coniugi Lucarelli

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Allarme rapine a Genova: anziano accerchiato e picchiato da nomadi ospitati dal Comune

Genova. Due rapine violente in poche ore.
La prima in pieno giorno a Caricamento, la seconda a Sampierdarena, di notte. In entrambi i casi le vittime sono state accerchiate e minacciate.

Ieri pomeriggio i Poliziotti di Quartiere sono stati inviati in Piazza Caricamento dove era stata segnalata la presenza di un gruppetto di nomadi che tentavano di borseggiare i passanti.
Sul posto gli agenti sono stati avvicinati da un 80enne italiano che ha riferito di essere stato accerchiato poco prima dal gruppetto di nomadi intenzionate a borseggiarlo. Non riuscendo nell’intento le ragazze gli avevano strappato con violenza la fede nuziale e lo avevano fatto cadere a terra. L’uomo, che ha riportato un’escoriazione sul dorso della mano, ha rifiutato le cure mediche.

Verso l’1 e 30 di notte invece in via della Cella, a Sampierdarena, un 58enne genovese ha chiamato la polizia dopo essere stato rapinato.
L’uomo ha riferito di essere stato avvicinato da quattro ragazzi presumibilmente sudamericani, tutti sui 20 anni, che gli avevano chiesto una sigaretta.
Alla risposta negativa, uno dei quattro aveva estratto un coltello intimandogli di consegnare tutti i soldi. La vittima non aveva potuto far altro che assecondare la “richiesta” del malvivente, consegnando circa 450 euro che custodiva nel portafogli e lo zaino con all’interno il telefono cellulare. I quattro si sono poi allontanati in direzione via Buranello abbandonando nei paraggi lo zaino contenente il telefono cellulare.

Reportage de Il Tempo: ‘Nomadi, sono 20 anni che ci fregano i portafogli’

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Il Tempo – Ogni giorno una trentina di zingare colpiscono sui treni della metropolitana. Il loro bottino è di migliaia di euro. Vigilantes impotenti, cittadini inferociti

Una vera e propria banda del borseggio, formata da ragazzine rom tutte minorenni (o presunte tali), che da almeno 12 anni terrorizza i passeggeri della Metro A fra borseggi e furti. E che si organizza addirittura in turni, per poi ingrossare le file durante il fine settimana e nei giorni di festa. Con un giro di soldi spaventoso. A rivelarlo sono state due guardie giurate della Italpol, che abbiamo incontrato durante il nostro giro mattutino lungo le fermate «calde» della metropolitana, alla ricerca della girl-gang in salsa romanì. Secondo quanto raccontato dagli agenti che prestano servizio sulle banchine della linea A alla stazione Termini, nei giorni feriali la banda conterebbe sulla presenza di ben 32 ragazzine, che diventerebbero addirittura 48 nel weekend, quando c’è più «lavoro». Il che significa presenza di turisti (americani e giapponesi su tutti) e portafogli pieni di contante per lo shopping. «Non possiamo fare nulla – racconta una delle guardie – Soltanto se le cogliamo in flagrante possiamo denunciarle, poi però dopo qualche giorno ce le ritroviamo di nuovo tutte qui a fare su e giù dai treni».

Il «lavoro» delle giovani nomadi inizia da vent’anni sempre alle 9. Anche se la squadra da noi pedinata s’è data ada fare dalle 8.20. L’appuntamento per quasi tutte è alla fermata di Termini, ma alcune si incontrano anche a Manzoni e a San Giovanni. Si dividono in gruppetti di 5-6, vestite non come una volta (ampie gonne, abiti lisi) ma come normalissime teen-ager. Poi partono all’attacco, prediligendo i convogli semiaffollati, poco dispersivi ma con qualche libertà di movimento. I loro gesti sono sempre gli stessi: entrano tutte insieme sul treno spingendo anche un po’, poi una fa finta di prendere qualcosa nella sua borsa per nascondere la mano, ma in realtà prova a rovistare velocemente in quella dell’ignaro passeggero, sperando di acchiappare direttamente il «pesce grosso». Se il colpo non riesce, le ragazze restano sul treno e scendono alla fermata successiva; al contrario, o comunque se notano presenze «sospette» intorno a loro, bloccano la porta e riscendono velocemente, attraversando il corridoio di uscita e riversandosi sulla banchina in direzione opposta. Si tratta di un sistema ben collaudato, con le «pickpocket» che fanno la spola fra le diverse stazioni intorno a Termini: San Giovanni-Termini-SanGiovanni, Manzoni-Repubblica-Vittorio Emanuele-Manzoni, Termini-Spagna-Termini.

Alla stazione Vittorio Emanuele riusciamo a parlare con una delle ragazze, la più «esperta» del gruppo. «Allora, quanti portafogli avete fatto oggi?». Lo sguardo si fa sospetto: «Oggi ancora niente – balbetta lei – siamo arrivate da poco e non è semplice. Però a Capodanno abbiamo lavorato tanto, è andata molto bene». È evidente che l’aria di impunità e il fatto di essere stati scoperti come giornalisti, o per lo meno come non poliziotti, abbatte i falsi pudori. «I portafogli? Li buttiamo via, mica siamo sceme». E poi racconta: «Noi veniamo da Pomezia. Siamo pendolari pure noi», afferma sorridendo. Arriva la polizia, se ne infischiano e continuano a puntare i polli da spennare. A volte, però, anche queste «ragazzine terribili» sbagliano. A metà mattinata in troppe si ritrovano a Termini, ne contiamo circa 15. Un passeggero, evidentemente un habitué della linea, grida: «Attenti ai portafogli! Ammazza quante so’ oggi, stanno tutte qua, ve siete scatenate». Alcune riescono a salire sul treno in arrivo, altre vengono riprese da un signore che in napoletano le minaccia: «Venite qui se avete coraggio». È un poliziotto in borghese, che riesce a radunarne un gruppetto per provare a identificarle. Così scopriamo che si tratta di un business su cui le giovani rom investono anche dei soldi: «Fanno il biglietto giornaliero – confida il poliziotto – spendono 4 euro e stanno qui tutto il giorno. Se non troviamo portafogli o documenti di qualcun altro, ci sarà poco da fare».

Proprio qui torna quanto mai interessante il racconto del vigilante , che tra lo sfogo e l’indignazione,conferma quanto ci hanno detto le giovani ladre: «Stanno qui da 12 anni – afferma – le ho viste crescere. La madre insegna alla figlia. Le ho identificate una per una, so quante sono e come si muovono». Non solo «non le fanno niente», ma c’è addirittura chi le difende: «Ci è anche capitato che le becchiamo mentre salgono sulla metropolitana: magari per fermarle siamo costrette a strattonarle per un braccio, e puntuale arriva il buonista di turno, una pecora nera rispetto al resto dei passeggeri inferociti». Il giro d’affari è alto. Ogni sera,a fine turno, riveniamo decine di portafogli, ovviamente vuoti, buttati tra i binari dalle ragazzine in fuga. E il rischio è che la situazione peggiori visto che la vigilanza sotto le stazioni della metropolitana sta per diminuire. Di guardie giurate sulle banchine ne abbiamo viste in realtà soltanto alla stazione Termini, mentre il resto dell’area «calda» è risultata essere del tutto scoperta. Così come i treni. «E fra poco non ci saremo nemmeno più noi – avverte l’agente – Entro il mese di gennaio dovrebbero toglierci da qui. Dicono che il servizio costa troppo. Forse resta soltanto qualcuno su a controllare che nessuno entri senza biglietto, anche se in realtà non controlla nessuno».

Appena due giorni fa le forze dell’ordine esultavano per l’arresto della «regina dei borseggi» sulla Metro A». Una rom di 37 anni che derubava almeno 15 passeggeri al giorno e che ha «collezionato» 7 anni e 9 mesi di reclusione ancora da scontare. Ma oggi la stessa linea è assediata da chi quel «business» lo porta avanti con numeri vergognosi. Le istituzioni e il nuovo questore sono avvertiti. I passeggeri lo sanno già.

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Marocchini: donna perseguitata dai ‘due mariti’

L’aveva anche minacciata, dopo averla più volte picchiata e rapinata, di sfigurarla con l’acido, sia lei che la figlia. Il calvario di una donna di 36 anni è finito con l’arresto del convivente, un connazionale marocchino di 29 anni accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni, minacce, violazione di domicilio e rapina.

L’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Massa. Il provvedimento restrittivo è stato firmato dal gip Antonia Aracri del tribunale di Massa su richiesta del procuratore capo Aldo Giubilaro.

Le indagini sono state condotte dal commissariato di Carrara. La donna è stata picchiata più volte e umiliata dall’ex convivente che è arrivato anche a minacce gravi, come quella di sfigurarle il viso con l’acido a lei e alla figlia di 20 anni. La donna era stata perseguitata anche dal marito che nell’agosto scorso era stato arrestato per stalking. Si era separata e aveva allacciato un’altra relazione con l’uomo, a sua volta, finito in carcere.

Quest’ultimo l’aveva anche rapinata di 600 euro minacciandola con un coltello.

http://www.gonews.it/articolo_224665_Minaccia-la-convivente-di-sfigurare-con-lacido-lei-la-figlia-Arrestato-un-29enne.html

Marocchini.

Treviso: marocchino tenta stupro, solo denunciato!

È stato denunciato dai carabinieri di Vittorio Veneto un ragazzo di origini marocchine marocchino di 20 anni, accusato di violenza sessuale nei confronti di una giovane vittoriese. La ragazza, una studentessa trevigiana, era stata aggredita improvvisamente dal malintenzionato ma era riuscita a difendersi spruzzandogli in volto uno spray al peperoncino, presente nelle borsette di moltissime donne come arma di difesa personale.

Il fatto era avvenuto lungo la pista ciclabile del fiume Meschio, mentre la ragazza faceva un giro tutta sola. La giovane si era recata in caserma per denunciare l’episodio in 25 aprile. I militari dell’Arma sono riusciti a identificare l’aggressore e quindi a denunciarlo.

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Con la ‘svuotacarceri’ ormai non si arresta più nessuno.

Folgorato mentre razzia rame: complici lo abbandonano agonizzante

San Donato Milanese, 22 settembre 2013 – A vent’anni agonizzava per terra, nel piazzale buio di una stazione di rifornimento. A vent’anni, pochi metri più in là, decine di ragazzi facevano benzina e fumavano l’ultima sigaretta prima di affrontare una lunga serata in discoteca. Si muore anche così alla periferia sud di Milano, tra le luci al neon di un benzinaio e i fari delle auto. George M., 20 anni, di nazionalità romena senza precedenti penali, è stato trovato in fin di vita alla stazione Agip San Donato Est della tangenziale da un addetto del turno di notte: stava facendo benzina all’auto di un cliente quando ha notato quel corpo privo di conoscenza riverso per terra nello spiazzo a destra della cassa e ha chiamato subito 113 e 118. Immediato l’intervento dei sanitari e della polizia stradale del distaccamento di Lodi, il ragazzo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale San Paolo. Corsa e manovre di rianimazione inutili, il giovane era arrivato già in arresto cardiaco e non ce l’ha fatta.
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È morto folgorato da una potente scarica elettrica, probabilmente mentre con dei complici stava tentanto di rubare del rame lungo la linea ferroviaria Milano-Genova, che corre vicino alla tangenziale Est. L’ipotesi di Polstrada e Polfer è che gli «amici» lo abbiano caricato in macchina e, ancora vivo, lo abbiano scaricato alla stazione di servizio sperando che qualcuno si accorgesse di lui e lo soccorresse, come poi è accaduto. A confermare la pista degli investigatori ci sono le immagini delle telecamere installate nella stazione di servizio, di cui una proprio sulla tettoia che copre le pompe di benzina e punta l’obiettivo sul piazzale. Ieri mattina intorno alle 11.30 gli agenti hanno sequestrato i filmati: nelle immagini si scorge un’auto con targa straniera fermarsi, lasciare il giovane ormai privo di conoscenza e scappare via. Nessuno dei clienti e degli operatori si sarebbe accorto di nulla, fino alla scoperta del corpo da parte del benzinaio.
Alla stazione San Donato Est ieri mattina, al cambio turno delle 6.30, non si parlava d’altro. Qui sono abituati al via vai di stranieri del vicino campo nomadi, nascosto sotto gli alberi che costeggiano la tangenziale qualche centinaio di metri più avanti e «non è escluso che il ragazzo vivesse in quel campo», dicono dalla Polstrada di Lodi. Nelle primissime ore si era fatta strada anche l’ipotesi che il ragazzo fosse un operaio rimasto folgorato sul luogo di lavoro, poi la denuncia di un furto di rame sulla Milano-Genova contemporaneo alla scoperta del ragazzo ferito ha fatto virare l’indagine da tutt’altra parte. Ora è caccia ai complici.

http://www.ilgiorno.it/sudmilano/cronaca/2013/09/22/953871-ragazzo-morto-folgorato-abbandonato.shtml

Branco di 30 ‘nuovi italiani’ assalta Motor Show: sassate contro stuntmen e spettatori

Nuovo vergognoso episodio di violenza la sera del 10 Settembre a Faenza quando 30 extracomunitari, dai 16 ai 20 anni, scoperti nel tentativo di entrare di nascosto, senza pagare, allo spettacolo Motor Show, organizzato in piazzale Pancrazi dalla famiglia Montemagno, si sono dati al lancio di oggetti contro gli stuntmen e il pubblico costringendo gli organizzatori a sospendere l’esibizione e a decidere di lasciare immediatamente la città.

http://www.faenzawebtv.it/w/aggredito-il-motor-show-da-30-extracomunitari-gli-stuntmen-scappano-da-faenza/

Con un colpevole ritardo, pubblichiamo questa notizia.

Ragazza presa a pugni da tunisino col ‘foglio di via’

NOVELLARA. Ha sferrato un pugno in pieno volto a una ragazza poi è fuggito nelle vie del centro di Carpi con la sua borsetta. Vittima della rapina una 21enne di Novellara, Jennifer Scaravelli, finita all’ospedale e dimessa con sette giorni di prognosi dopo essere stata aggredita da un malvivente che, grazie alla tenacia della ragazza e alla tecnologia dell’iPhone che le era stato rubato, è poi stato arrestato dai carabinieri.
La giovane, nella notte fra sabato e domenica, si trovava in via Aldrovandi ed era appena uscita da casa del fidanzato: erano circa le due quando si apprestava a salire in auto e rincasare. Mentre camminava, è stata avvicinata e poi aggredita da uno straniero che, dopo aver tentato invano di strapparle di mano la borsa, le ha sferrato un cazzotto in pieno volto poi le ha preso la borsetta, che conteneva un iPhone e 75 euro più un dollaro.
Il malvivente, un tunisino di 20 anni, però è rimasto in libertà per poco tempo. I carabinieri, dopo la richiesta d’aiuto lanciata dalla ragazza, hanno subito iniziato le ricerche e poco dopo il rapinatore è stato trovato grazie al sistema “Trova iPhone” di cui è dotato il telefono della Apple: era nascosto tra le auto parcheggiate nella zona dello stadio. In tasca aveva esattamente la somma che era stata prelevata dalla borsetta della ragazza picchiata.
Inoltre, poco distante, i carabinieri hanno recuperato pure il telefonino. Il rapinatore l’aveva gettato via con l’intenzione di andarlo a recuperare una volta che si fossero tranquillizzate le acque.
Invece, dopo l’arresto in flagranza di reato, si trova nel carcere di Sant’Anna di Modena.
Il malvivente, pregiudicato per lesioni e ricettazione, è risultato essere anche l’autore di una tentata rapina avvenuta agli inizi di settembre in un negozio di Kebab: in quell’occasione si era presentato con un taglierino, ma l’arrivo di alcuni clienti lo aveva spinto a fuggire, in bicicletta pure in quell’occasione. Secondo indagini in corso da parte dei carabinieri di Carpi, il tunisino potrebbe essere l’autore di altri colpi, tra cui anche la recentissima rapina ai danni di una tabaccheria.
Il malvivente è residente a Bologna e a Carpi, a causa della sua attività malavitosa e delle denunce a suo carico, aveva già ricevuto da tempo il “foglio di via”, con il divieto di ritorno a Carpi, obbligo che evidentemente non ha rispettato. Insomma un individuo pericoloso e violento, capace di sferrare un pugno in viso a una ragazza pur di strapparle la borsetta.

http://gazzettadireggio.gelocal.it/cronaca/2013/09/17/news/le-sferra-un-pugno-in-faccia-per-rapinarla-1.7765495