Tag: il tempo

Treni pericolosi: ennesima aggressione su linea Bergamo-Milano

Un’altra rapina sui treni, l’autore potrebbe essere sempre lo stesso. «La vicenda risale a venerdì 17 gennaio e la vittima è un’amica – scrive -. Alla stazione di Treviglio, sul treno suburbano delle 20.10 (o 20.25, non ricordo) verso Milano, tra Cassano e Trecella, un uomo marocchino sui 30 anni l’ha assalita. lei ha 25 anni e in quel momento viaggiava da sola nella parte superiore di una carrozza. È stata colta di sorpresa dal dietro, stretta al sedile con una mano che le premeva sul viso».

A cosa puntava? «Al cellulare che la 25enne stringeva tra le mani, e che ha continuato a stringere per tutto il tempo della colluttazione».

Il racconto prosegue: «Riuscendosi ad alzare, la mia amica ha cominciato ad imprecare urlando contro l’uomo: un comportamento del tutto inutile, visto che nessuno, né altri passeggeri né funzionari di Fs, è intervenuto in suo aiuto. Il delinquente l’ha quindi spinta, provocandole alcune escoriazioni sul braccio, scappando poi con la sua borsa. L’amica l’ha seguito fin giù dal treno, alla stazione di Trecella, dove lui ha attraversato correndo i binari sparendo poi nel nulla».

La borsa è stata ritrovata solo successivamente dai carabinieri di Cassano. Il corredo tecnologico all’interno (eBook Reader, iPod Touch) è stato prelevato, il resto lasciato intatto, carte di credito incluse.

«Chi avesse subìto aggressioni simili scriva a L’Eco di Bergamo: la mia amica ha visto bene il volto del suo rapinatore: si potrebbe così capire se si tratta dello stesso individuo».

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/aggredita-e-spinta-a-terra-in-treno-25enne-lotta-col-suo-rapinatore_1042613_11/

Reportage de Il Tempo: ‘Nomadi, sono 20 anni che ci fregano i portafogli’

M_-TYY_WEB
Il Tempo – Ogni giorno una trentina di zingare colpiscono sui treni della metropolitana. Il loro bottino è di migliaia di euro. Vigilantes impotenti, cittadini inferociti

Una vera e propria banda del borseggio, formata da ragazzine rom tutte minorenni (o presunte tali), che da almeno 12 anni terrorizza i passeggeri della Metro A fra borseggi e furti. E che si organizza addirittura in turni, per poi ingrossare le file durante il fine settimana e nei giorni di festa. Con un giro di soldi spaventoso. A rivelarlo sono state due guardie giurate della Italpol, che abbiamo incontrato durante il nostro giro mattutino lungo le fermate «calde» della metropolitana, alla ricerca della girl-gang in salsa romanì. Secondo quanto raccontato dagli agenti che prestano servizio sulle banchine della linea A alla stazione Termini, nei giorni feriali la banda conterebbe sulla presenza di ben 32 ragazzine, che diventerebbero addirittura 48 nel weekend, quando c’è più «lavoro». Il che significa presenza di turisti (americani e giapponesi su tutti) e portafogli pieni di contante per lo shopping. «Non possiamo fare nulla – racconta una delle guardie – Soltanto se le cogliamo in flagrante possiamo denunciarle, poi però dopo qualche giorno ce le ritroviamo di nuovo tutte qui a fare su e giù dai treni».

Il «lavoro» delle giovani nomadi inizia da vent’anni sempre alle 9. Anche se la squadra da noi pedinata s’è data ada fare dalle 8.20. L’appuntamento per quasi tutte è alla fermata di Termini, ma alcune si incontrano anche a Manzoni e a San Giovanni. Si dividono in gruppetti di 5-6, vestite non come una volta (ampie gonne, abiti lisi) ma come normalissime teen-ager. Poi partono all’attacco, prediligendo i convogli semiaffollati, poco dispersivi ma con qualche libertà di movimento. I loro gesti sono sempre gli stessi: entrano tutte insieme sul treno spingendo anche un po’, poi una fa finta di prendere qualcosa nella sua borsa per nascondere la mano, ma in realtà prova a rovistare velocemente in quella dell’ignaro passeggero, sperando di acchiappare direttamente il «pesce grosso». Se il colpo non riesce, le ragazze restano sul treno e scendono alla fermata successiva; al contrario, o comunque se notano presenze «sospette» intorno a loro, bloccano la porta e riscendono velocemente, attraversando il corridoio di uscita e riversandosi sulla banchina in direzione opposta. Si tratta di un sistema ben collaudato, con le «pickpocket» che fanno la spola fra le diverse stazioni intorno a Termini: San Giovanni-Termini-SanGiovanni, Manzoni-Repubblica-Vittorio Emanuele-Manzoni, Termini-Spagna-Termini.

Alla stazione Vittorio Emanuele riusciamo a parlare con una delle ragazze, la più «esperta» del gruppo. «Allora, quanti portafogli avete fatto oggi?». Lo sguardo si fa sospetto: «Oggi ancora niente – balbetta lei – siamo arrivate da poco e non è semplice. Però a Capodanno abbiamo lavorato tanto, è andata molto bene». È evidente che l’aria di impunità e il fatto di essere stati scoperti come giornalisti, o per lo meno come non poliziotti, abbatte i falsi pudori. «I portafogli? Li buttiamo via, mica siamo sceme». E poi racconta: «Noi veniamo da Pomezia. Siamo pendolari pure noi», afferma sorridendo. Arriva la polizia, se ne infischiano e continuano a puntare i polli da spennare. A volte, però, anche queste «ragazzine terribili» sbagliano. A metà mattinata in troppe si ritrovano a Termini, ne contiamo circa 15. Un passeggero, evidentemente un habitué della linea, grida: «Attenti ai portafogli! Ammazza quante so’ oggi, stanno tutte qua, ve siete scatenate». Alcune riescono a salire sul treno in arrivo, altre vengono riprese da un signore che in napoletano le minaccia: «Venite qui se avete coraggio». È un poliziotto in borghese, che riesce a radunarne un gruppetto per provare a identificarle. Così scopriamo che si tratta di un business su cui le giovani rom investono anche dei soldi: «Fanno il biglietto giornaliero – confida il poliziotto – spendono 4 euro e stanno qui tutto il giorno. Se non troviamo portafogli o documenti di qualcun altro, ci sarà poco da fare».

Proprio qui torna quanto mai interessante il racconto del vigilante , che tra lo sfogo e l’indignazione,conferma quanto ci hanno detto le giovani ladre: «Stanno qui da 12 anni – afferma – le ho viste crescere. La madre insegna alla figlia. Le ho identificate una per una, so quante sono e come si muovono». Non solo «non le fanno niente», ma c’è addirittura chi le difende: «Ci è anche capitato che le becchiamo mentre salgono sulla metropolitana: magari per fermarle siamo costrette a strattonarle per un braccio, e puntuale arriva il buonista di turno, una pecora nera rispetto al resto dei passeggeri inferociti». Il giro d’affari è alto. Ogni sera,a fine turno, riveniamo decine di portafogli, ovviamente vuoti, buttati tra i binari dalle ragazzine in fuga. E il rischio è che la situazione peggiori visto che la vigilanza sotto le stazioni della metropolitana sta per diminuire. Di guardie giurate sulle banchine ne abbiamo viste in realtà soltanto alla stazione Termini, mentre il resto dell’area «calda» è risultata essere del tutto scoperta. Così come i treni. «E fra poco non ci saremo nemmeno più noi – avverte l’agente – Entro il mese di gennaio dovrebbero toglierci da qui. Dicono che il servizio costa troppo. Forse resta soltanto qualcuno su a controllare che nessuno entri senza biglietto, anche se in realtà non controlla nessuno».

Appena due giorni fa le forze dell’ordine esultavano per l’arresto della «regina dei borseggi» sulla Metro A». Una rom di 37 anni che derubava almeno 15 passeggeri al giorno e che ha «collezionato» 7 anni e 9 mesi di reclusione ancora da scontare. Ma oggi la stessa linea è assediata da chi quel «business» lo porta avanti con numeri vergognosi. Le istituzioni e il nuovo questore sono avvertiti. I passeggeri lo sanno già.

altro »

Titolari di un locale pestati da tre rom – Il Tempo

Titolari di un locale pestati da tre rom
Il Tempo
Ora sono rinchiusi nel carcere isernino di Ponte San Leonardo Fabio, Cesare e Consiglio Spada, i tre fratelli rom arrestati l’altra notte dai carabinieri di Venafro, coordinati dal comando provinciale di Isernia. Per tutti l’accusa formulata è  

Strade groviera e nomadi Così muore Firenze – Il Tempo

Strade groviera e nomadi Così muore Firenze
Il Tempo
E passiamo in centro, dove ci sono frotte di nomadi e ambulanti da quando il sindaco-segretario ha deciso di pedonalizzare l’intera area. «E anche questo provvedimento – spiega il deputato grillino Alfonso Bonafede, vicepresidente della commissione  

Nessun limite: razziano anche i cimiteri

SAN GIORGIO DELLA RICHINVELDA. Ennesimo furto di rame in un cimitero dello spilimberghese. Ad essere preso di mira, questa volta, il camposanto di Pozzo di San Giorgio della Richinvelda.
Ad accorgersi dell’accaduto una donna, residente nella frazione sangiorgina, la quale, recandosi a portare un saluto ai propri cari, s’è trovata dinanzi ad uno spettacolo inqualificabile. Fiori sparsi lungo il camposanto, soprattutto – ed è l’elemento che ha destato il maggior sconcerto – alcune lapidi distrutte per prelevare i vasi in rame.
Come se non bastasse, i malviventi hanno avuto tutto il tempo per sottrarre da diversi loculi anche i portafiori in rame contenuti nei vasi, tralasciando quelli in plastica. Non è andato a buon fine, invece, il furto delle grondaie di alcune tombe di famiglia, le quali, dopo essere state parzialmente sbullonate, sono state lasciate sul posto.
Alla donna non è rimasto altro da fare che lanciare l’allarme. Sul posto sono giunti i carabinieri della compagnia di Spilimbergo, agli ordini del maggiore Francesco Dotto.
Dai primi accertamenti, appare molto probabile che l’intrusione dei ladri-vandali possa risalire alla notte tra giovedì e ieri. I malviventi si sono introdotti nel luogo sacro consci di poter agire senza particolari problemi, trattandosi di un area isolata e scarsamente illuminata. Ma non è tutto. Stando ad una ricognizione degli addetti comunali, qualcosa sembrerebbe essere stato sottratto anche dal cimitero della frazione di Cosa.
Sul posto anche il sindaco Michele Leon, il quale si è detto «costernato e rammaricato per l’accaduto». Il primo cittadino sangiorgino ha aggiunto: «I danni sono ingenti. Nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine e la collaborazione del Comune e degli stessi cittadini, continuano a verificarsi questi incresciosi episodi che, al di là del danno economico, sono degli odiosi atti sacrileghi».
Su suggerimento dei carabinieri, il primo cittadino ha dato piena disponibilità a farsi portavoce nei confronti di quanti avessero subito danni dal raid, per formulare una denuncia collettiva. Gli interessati possono comunicare i danni all’ufficio anagrafe comunale.

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/09/28/news/pozzo-cimitero-devastato-per-rubare-le-parti-in-rame-1.7825778

Tentò di stuprare una mamma davanti alla bimba piccola: condannato, ma lui non c’è più

Voghera, 27 settembre 2013 – Una condanna per tentato stupro. Ma il colpevole è irreperibile. Ieri mattina i giudici del Tribunale di Voghera, che è stato chiuso il 13 settembre ma gode di una proroga di sei mesi per terminare alcuni procedimenti in corso, hanno decretato per Ionel Manolache una pena di cinque anni e dieci giorni di reclusione. L’accusa è di tentata violenza sessuale. Manolache, cittadino romeno, ha precedenti penali, sembra anche nel suo Paese d’origine per reati contro il patrimonio. I fatti che gli sono contestati risalgono al 2 luglio 2009. Una donna di 30 anni residente a Bressana Bottarone quel giorno era sul balcone in costume da bagno, per via del grande caldo. Con lei c’era la sua bambina.

Manolache abitava un piano sotto alla signora, nella stessa palazzina. Notandola, è salito a citofonarle con l’intenzione di entrare in casa. Quando lei gli ha aperto, lui le si è avventato contro spingendola contro la parete. L’uomo ha cercato di baciare la donna, palpeggiandola, lei ha cercato di resistere urlando e divincolandosi e lui l’avrebbe presa a schiaffi. Poi lui l’ha sbattuta a terra per tentare di abusare di lei. Ma un provvidenziale camion in transito sulla vicina strada ha fatto rumore e ha spaventato l’aggressore, che, temendo di poter essere scoperto, è subito fuggito via lasciando la donna a terra ferita e in lacrime per lo choc. E pare che per tutto il tempo della tentata violenza la bambina fosse in casa. La signora si è fatta forza. Pochi giorni dopo l’accaduto si è recata al Pronto soccorso raccontando che cosa le era successo. I medici hanno riscontrato ferite fortunatamente non gravi. Munita di referto, la vittima è andata poi a sporgere denuncia ai carabinieri del paese. Ma quando i militari dell’Arma hanno cercato il responsabile per convocarlo in caserma non l’hanno trovato. A casa sua alloggiava il cugino, solo, che non sapeva dove si trovasse Manolache. Tuttora è irreperibile. Il processo si è svolto in contumacia.

http://www.ilgiorno.it/pavia/cronaca/2013/09/27/956550-Tentato-Stupro-Voghera.shtml

La società multietnica è una fogna a cielo aperto. Ovviamente chi non vuole ‘migranti’ nel proprio condominio è ‘rassista’. Ma almeno è tranquillo.

Rifiuta di comprare merci false, senegalese gli urla: “Ti verrà il cancro e morirai”

Cagliari 22 agosto 2013 – Ed e’ ancora polemica sul tema dei parcheggiatori abusivi. Michele da Cagliari ci racconta l’episodio del quale involontariamente si e’ trovato protagonista. “Vorrei segnalare un episodio gravissimo avvenuto di fronte all’Oncologico! Protagonista io ed un ragazzo senegalese. Ho parcheggiato la mia auto per entrare a fare una visita (fortunatamente niente di gravissimo). Il giovane venditore ambulante non mi ha dato il tempo di scendere dall’auto che subito si è fermato di fronte al mio sportello con tutta la sua roba da vendere.  Gli ho detto che non avevo bisogno di niente ma lui insisteva e io mi divincolavo perché mi ha proprio bloccato di fronte alla macchina!”, racconta Michele.

“Quando gli ho ripetuto che non avevo bisogno di niente e che stavo andando a fare una visita mi ha detto: “Tu sei malvagio! Tu verrai curato in questo ospedale perché ti verrà il cancro e morirai qui dentro!”.
Il nostro lettore racconta di essere rimasto particolarmente colpito e turbato dalle frasi ricevute.
“La violenza non è solo fisica ma anche verbale e psicologica! Sono scappato terrorizzato che potesse fare qualche danno alla macchina, ma così non è stato fortunatamente! Credo che un malato non possa essere trattato in questo modo! Io grazie a Dio non ho niente di grave ma vi immaginate se queste cose le avesse dette a qualcuno che va li per qualche seduta di chemioterapia? E’ assurdo! Vi ringrazio per l’attenzione”.

http://www.castedduonline.it/oncologico-parcheggiatore-senza-pizzo-presto-verr%C3%A0-cancro

 

Sgombero fallito. Primo round a favore dei rom – Il Tempo


Il Tempo

Sgombero fallito. Primo round a favore dei rom
Il Tempo
I 150 rom, che in base all'ordinanza del sindaco Marino ieri dovevano lasciare la struttura dopo un lungo braccio di ferro con vigili urbani, polizia e vicesindaco di Roma Capitale Luigi Nieri, fino a settembre non si muoveranno da via Salviati, dove

altro »

Tre rom arrestate per furto, una era incinta al 6° mese – Il Tempo


Il Tempo

Tre rom arrestate per furto, una era incinta al 6° mese
Il Tempo
Tre giovani donne rom, tra le quali una 20enne al sesto mese di gravidanza, sono state arrestate per tentato furto aggravato. Approfittando dell'uscita dal palazzo di un inquilino, si sono intrufolate all'interno, sono salite ai piani superiori e hanno
Tentano furto a Nomentano, la Polizia le interrompeCastellinews.it

tutte le notizie (1) »

Alemanno attacca sui nomadi in pineta – Il Tempo


ANSA.it

Alemanno attacca sui nomadi in pineta
Il Tempo
«La Caritas e l'assessorato stanno valutando di aprire un campo nella pineta di Castel Fusano per i nomadi attendati nella pineta. Si tratta di una scelta pericolosissima perché si creerebbe un luogo di insediamento fisso che attirerebbe altre realtà
Nomadi, polemica Alemanno-Caritas RomaANSA.it
Nomadi, Alemanno: a Roma situazione a rischioIl Messaggero
Roma/Nomadi: "Alemanno, non cancellare nostro impegno anni"Agenzia di Stampa Asca
ilVelino/AGV NEWS –L’Occhio Che –Cinque Quotidiano
tutte le notizie (16) »