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Gruppo di marocchine pesta marocchina: per ‘amore’

MODENA – Domenica da incubo per una ragazza di 30 anni, aggredita e picchiata da due donne di poco più grandi. Intorno alle 13 la vittima, di nazionalità marocchina, si è trovata davanti le due conoscenti (e connazionali) di 35 anni che prima l’hanno aggredita verbalmente, poi sono sono passati alle vie di fatto. Le hanno dato un pungo in faccia prima di spruzzarle negli occhi uno spray urticante. La vittima ha raccontato ai carabinieri anche il possibile movente: il suo attuale fidanzato è infatti l’ex compagno di una delle due donne poi identificate e denunciate dai militari.

http://www.modenaonline.info/notizie/2014/02/10/modena-donna-aggredita-e-picchiata-dalla-ex-del-fidanzato_50290#.UvkUNUA01VM

Sposa egiziano e inizia incubo: segregata, pestata e costretta al velo

Firenze 03 settembre 2013 – Nel 2010, dopo aver abbracciato la fede islamica, è volata in Egitto dove ha sposato un uomo conosciuto solo qualche mese prima. Un marito, 33enne egiziano, che sin dal subito ha dimostrato di tenere a lei ma di aver anche un lato manesco. Versante che si è pian piano spalancato fino a diventare un fiume di aggressività. Fino alla scorsa domenica 25 agosto quando la donna, 30enne fiorentina, stremata e intimorita, ha denunciato il marito per maltrattamenti in famiglia.

Perché alle percosse, quando è arrivata all’ospedale di Ponte a Niccheri presentava lividi ed ecchimosi sul volto e a una gamba, si erano aggiunte forzature e imposizioni di regole che l’avevano sfibrato anche nella psiche. Obbligata a indossare il velo e abiti coprenti di colore scuro. Vivere chiusa in casa con le finestre sigillate per non farsi vedere e dar confidenza al vicinato. Non poter disporre di alcun spazio o autonomia. Il 33enne, negli ultimi tempi, si stava spostando su posizioni di fede ben più estreme. Tanto che le aveva sottratto oltre al cellulare, unico contatto con il mondo esterno, visto che la donna non poteva neanche ricevere amici in casa, anche i documenti. Ad aggravare la situazione di oppressione il fatto che la picchiasse procurandole lesioni anche davanti ai loro stessi figli. Questi di 6 mesi e due anni.

Prigionia psicologica in cui non sono mancate frasi crude del tipo “Ti ammazzo, ti ammazzo”. Ingiurie e minacce che non lasciavano fuori neanche la famiglia della donna. La cui madre è stata a sua volta picchiata e minacciata di morte dal nordafricano. Questo, sebbene i suoceri per dare un aiuto gli avessero acquistato una casa nella periferia sud della città, dove i giovane sposi vivevano assieme ai bambini. Avvertimenti e paure rafforzati in un paio di occasioni dalla presenza di un coltello. Nere avvisaglie che dieci giorni fa hanno portato la donna a fingere di accusare un malore per poter fuggire da un incubo.

La trentenne si è fatta accompagnare al nosocomio fiorentino dicendo di accusare un dolore alla schiena ma, una volta sola, è scoppiata in lacrime davanti ai medici. Poi la famiglia, da cui era stata costretta ad allontanarsi, è andata a chiedere l’intervento degli uomini di via Zara. Gli agenti della terza sezione reati contro la persona, diretta dal Dr. Alessandro Ausenda, hanno avvicinato la vittima dentro l’ospedale mentre il marito attendeva in sala d’aspetto. Poi hanno accompagnato lui in Questura. Qui un’agente, donna, l’ha ammanettato e portato nel carcere di Sollicciano. Il 33enne si è chiuso in un silenzio tombale, moglie e figli sono stati condotti in una casa protetta.  Nell’abitazione della coppia, come detto comprata dai suoceri, in quanto l’uomo non aveva un lavoro stabile ma saltuariamente faceva il muratore, è stata anche trovata una pistola scacciacani senza bollino rosso.

http://www.firenzetoday.it/cronaca/fiorentina-velo-segregata-picchiata-casa.html

Coppie miste e violenza, un classico.

 

Genova: passeggia, incappucciata e rapinata tra la folla

Anche la splendida passeggiata Anita Garibaldi di Nervi, è ormai un campo di battaglia. Una donna di 61 anni, è stata Incappucciata e rapinata da due immigrati in pieno pomeriggio, tra l’indifferenza generale.

Un vero e proprio incubo quello vissuto dalla genovese aggredita da due giovani rapinatori proprio sulla promenade del levante genovese. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri i due stranieri, probabilmente maghrebini, hanno cinto al collo la donna con una maglietta e poi le hanno strappato la collanina d’oro fuggendo tra l’indifferenza generale.

Ormai Genova è fuori controllo.

http://voxnews.info/2013/09/01/genova-incappucciata-e-rapinata-tra-la-folla/

Picchia e stupra la compagna: era stato ‘espulso’, sulla carta


AGI – Agenzia Giornalistica Italia

 

Milano, 18 lug. – Aveva precedenti per svariati reati contro il patrimonio e per spaccio di stupefacenti. Aveva 8 identita’ diverse ed era gia’ stato oggetto di un provvedimento di espulsione. Ma, soprattutto, aveva reso un incubo la vita della compagna: gli agenti milanesi del commissariato “Mecenate” hanno arrestato nei giorni scorsi, ma la notizia e’ stata resa nota adesso, un cittadino albanese 37enne, accusato di violenza sessuale e maltrattamenti. La donna, una 49enne straniera, aveva sporto denuncia il 5 luglio: due giorni prima l’aguzzino l’aveva stuprata sul balcone di casa. La vittima ha anche ricostruito anni di angherie: il 37enne la sottoponeva a continue umiliazioni e maltrattamenti, la ‘ispezionava’ per controllare se avesse avuto rapporti con altri uomini, le sottraeva denaro dalla borsa per giocare d’azzardo e in piu’ di un’occasione le aveva schiacciato la testa con i piedi sul pavimento. “Se mi denunci ti ammazzo, ti faccio a pezzi”, la minacciava. Dopo l’ultima esplosione di violenza la donna ha trovato il coraggio di rivolgersi alla polizia: lo stupratore si era reso irreperibile, ma gli agenti lo hanno rintracciato e arrestato.

 

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Zingari: 17enne costretta a sposarsi e schiavizzata

 

Una ragazza di 17 anni si è presentata stamattina in preda alla disperazione e in cerca d’aiuto negli uffici del Gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale della Polizia Locale Roma Capitale. La minorenne, proveniente dal campo nomadi di via di Salone, voleva sottrarsi a quella che lei stessa definiva “una vita insostenibile”, cominciata nel marzo 2012, quando aveva contratto matrimonio “rom” con un ragazzo più giovane di lei, all’epoca non ancora quattordicenne. L’accordo economico tra le rispettive famiglie era alla base di questa unione non desiderata. Da oltre un anno quindi, la 17enne, era stata costretta ad abbandonare il nucleo familiare d’origine per seguire suo “marito” nell’abitazione di questo. Nella nuova famiglia, di circa 10 persone, il suo compito era quello di prendersi cura di tutti e di procurarsi denaro mendicando ogni giorno per le strade. Il tutto in un clima di continui rimproveri e percosse. Ma oggi la ragazza ha deciso di dire basta. La consapevolezza dei propri diritti, acquisiti con la scolarizzazione con cui ha conseguito la licenza media, l’ha spinta a denunciare i soprusi subìti. Gli agenti dello Spe, diretti dal vicecomandante Antonio Di Maggio, hanno immediatamente provveduto a collocarla, di concerto con il Tribunale per i Minorenni di Roma, in una struttura protetta. I vigili hanno poi proceduto all’identificazione delle persone coinvolte e alla loro denuncia all’Autorità Giudiziaria per il reato di percosse.

 

 

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Incubo finito, catturato stupratore seriale: è un immigrato romeno

Chioggia 05 giugno 2013 – Quattro le donne che hanno subito violenza sull’argine del Brenta. Ma potrebbero essercene delle altre. V.B., 38enne di nazionalità romena, del resto, è accusato di essere lo stupratore seriale che ha seminato il panico dal marzo scorso sull’argine del Brenta. Prima a Vigonovo, poi a Piove di Sacco, in seguito a Mira e, alla fine, sempre a Vigonovo. Chiudendo il cerchio degli abusi.

Il cerchio, però, sono convinti di averlo chiuso anche i carabinieri del comando di compagnia di Chioggia e i comandanti delle varie stazioni locali della Riviera. Il 38enne nel tardo pomeriggio di martedì è stato bloccato nella sua abitazione di Camponogara che condivideva con la compagna ed è stato sottoposto a fermo indiziario di delitto, in attesa che venga convalidato dal gip. I militari l’hanno bloccato per il pericolo di fuga e, soprattutto, per il rischio che venissero perpetrati altri reati simili.

donne2Come detto, la prima aggressione fu il 27 marzo scorso a Vigonovo. La vittima stava facendo jogging nel parco Sarmazza quando, nel pomeriggio, è stata bloccata e trascinata sull’argine da un aggressore spuntato fuori dalla fitta vegetazione. Palpeggiamenti, minacce di morte. Un coltello per intimare alla donna di non fiatare e subire. Fortunatamente per la malcapitata l’arrivo di un passante ha costretto il 38enne a sopire le sue voglie represse. Proprio la denuncia della vittima alla stazione dei ccarabinieri di Vigonovo si rivelerà preziosa per le indagini. La donna, infatti, aveva minuziosamente descritto ai militari lo scooter con il quale il violentatore era scappato: una tinta tra il verde e l’azzurro, parabrezza danneggiato nella parte superiore e del nastro adesivo marrone apposto alla bell’è meglio per ripararlo. Lo stesso che venne descritto dalla vittima di un’altra delle quattro aggressioni e da alcuni residenti vicino all’argine. Un elemento su cui lavorare per gli inquirenti. Anche perché con il passare del tempo è parso sempre più sicuro che ci fosse uno stupratore seriale in azione.

Il secondo episodio contestato a V.B., infatti, risale alla mattina del 18 aprile scorso, quando una donna (le vittime hanno tutte un’età compresa tra 40 e 50 anni) è stata all’improvviso bloccata dal 38enne e trascinata con forza sull’argine. La malcapitata era impietrita dal terrore, anche perché il violentatore era molto corpulento. Feroce. In questo caso nessun passante ha scombinato i piani del delinquente. Nessuno ha potuto fare nulla. E la violenza è andata fino in fondo, lasciando cicatrici indelebili su chi l’ha subita. Non contento, gli assalti si sono ripetuti ancora. Un mese più tardi, il 17 maggio, il presunto stupratore si sposta a Mira, sull’argine del canale Novissimo. Identico il modus operandi: il mostro spunta dal nulla e blocca la sua preda. La trascina in un luogo appartato e la costringe a soddisfare le sue voglie. Si fa masturbare, poi la donna scappa. E l’incubo per lei si chiude.

Appena una settimana più tardi, nel pomeriggio del 25 maggio, l’ultima aggressione accertata. Ancora a Vigonovo, ancora nel parco Sarmazza sul Brenta. Donna solitaria fermata, trascinata, minacciata e poi costretta a praticare sesso orale sul suo aggressore. Tutte le vittime hanno descritto ai carabinieri, a volte accompagnate dai compagni, a volte indotte a segnalare ciò che avevano subito anche dagli articoli di giornale, l’accendo dell’Est Europa del violentatore. Il suo aspetto fisico. I suoi indumenti. In due casi il motorino e il casco con cui poi era sparito nel nulla. Tutti elementi che ora incastrano il 38enne, che in casa aveva il parabrezza danneggiato (lo scooter intanto era stato venduto), il casco e alcuni vestiti identici a quelli descritti dalle donne.

Il cerchio ha iniziato a stringersi grazie a un controllo stradale effettuato dai militari a Camponogara. A metà aprile viene intimato l’alt a un motorino simile a quello delle aggressioni. A bordo una donna (la compagna del fermato) e lo stesso V.B., operaio in malattia per un infortunio al ginocchio. Le indagini proseguono, grazie anche ad appostamenti in borghese e la collaborazione dei cittadini. Fino ad arrivare all’epilogo di martedì. In due casi le donne sono anche andate al pronto soccorso per dolori a spalle e collo. Tutte hanno però riconosciuto (in lacrime) il motorino e la faccia del mostro, compresa una quinta vittima “mancata” che il 25 maggio, qualche ora prima dell’assalto di Vigonovo, aveva subito un approccio simile sul Brenta a Bojon. Solo l’arrivo contemporaneo di un passante ha evitato per lei il peggio.

http://www.veneziatoday.it/cronaca/arresto-stupratore-seriale-vigonovo-5-giugno-2013.html

 

 

 

 

Genova: africani tentano di stuprare quindicenne

Genova – Notte da incubo per una quindicenne nel pieno centro di Genova. La ragazza, residente a Genova nel quartiere di Sampierdarena, è stata vittima di un tentativo di stupro da parte di due ragazzi nordafricani, nei giardini antistanti la stazione di Brignole, in viale Thaon di Revel alle 2 di venerdì 31 maggio.

La ragazza, stando al suo racconto, dopo essere stata aggredita e trascinata in un’aiuola, è riuscita a sfuggire alla violenza sessuale colpendo i malintenzionati con una pietra. Poi è scappata e una volta a casa ha raccontato tutto alla madre, che visibilmente preoccupata, ha accompagnato la figlia al Pronto Soccorso del Galliera per sottoporla a diversi esami.

Gli esami, in ogni caso, non confermano alcun tentativo di stupro, nè lesioni riconducibili a una violenza, per questo i carabinieri hanno acquisito le immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti in piazza Verdi. Immagini fondamentali anche per risalire all’identità dei due aggressori, descritti dalla quindicenne come due giovani nordafricani ubriachi. I militari li cercano negli ospedali, visto che stando ai racconti della ragazzina la “pietrata” dovrebbe aver procurato notevoli ferite sul volto dei due malintenzionati.

Un episodio che evidenzia ancora una volta il problema sicurezza a Genova, soprattutto in una parte della città, che nonostante sia in pieno centro, è sempre scenario di violenze e aggressioni. Una zona di passaggio, per chi parcheggia in piazza della Vittoria o per chi è solito viaggiare in autobus. E stava andando a prendere proprio un autobus la quindicenne sudamericana prima di essere aggredita. La ragazza stava rientrando da una serata in Valbisagno con gli amici, che aveva salutato prima di dirigersi, da sola, nei giardini di Brignole.

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Pomeriggio da incubo: lei violentata, lui picchiato a sangue

Lombardore (Torino) – Desta preoccupazione, il violento fatto di violenza accaduto domenica, in pieno giorno, ai danni di una coppia.
Un uomo e una donna si ritrovavano a passare una giornata di relax, in riva la torrente Malone quando alcuni uomini, di origine marocchina, ha prima violentato lei, poi ha aggredito lui.
L’aggressione avrebbe potuto avere conseguenze tragiche se, chi abita nella zona, non avesse dato l’allarme ai carabinieri. I militari sono riusciti a decifrare il numero di targa della macchina su cui sono scappati i due aggressori, che in serata erano già stati identificati ma non denunciati, perché la coppia, vittima della violenza, non ha sporto denuncia e non ha nemmeno voluto essere medicata al pronto soccorso, dell’ospedale di Ciriè, facendo perdere le tracce. Senza la “parte offesa” i carabinieri non possono procedere con l’arresto.
“Un fatto gravissimo – dice il vicesindaco, Diego Bili – un’aggressione così, in pieno girono, qui non si era mai verificata. I cittadini hanno fatto il loro dovere non voltandosi dall’altra parte ma ora certo non dormono sonni tranquilli”.

Sfigurata con l’acido: «Perché lo stupratore è ancora libero?»

Rabbia e paura nelle parole del pensionato dopo aver saputo dell’assalto di cui è rimasta vittima la figlia nella sua abitazione di Anconetta
«Sono certo che ad aggredirla sia stato l’uomo che l’ha violentata»

VICENZA. «Undici anni di sofferenze. E quando, finalmente, sembrava che le cicatrici si stessero rimarginando una nuova ferita. Finirà mai questo incubo? Mia figlia potrà mai riprendere a condurre una vita normale, senza paura, senza doversi continuamente guardare alle spalle?»  Ci sono rabbia, amarezza e tanta tristezza nelle parole del padre della donna che venerdì è stata ustionata con l’acido. Il pensionato non ha potuto correre in ospedale dalla figlia perché ammalato. «Purtroppo non l’ho ancora vista – ha spiegato – ma ci siamo ovviamente sentiti al telefono. Dopo averle parlato mi sono sentito sollevato perché mi ha detto che sta abbastanza bene e che il dolore, all’inizio fortissimo, si sta per fortuna attenuando. Spera di poter essere dimessa presto. Le ferite guariranno con il tempo. La paura, invece, chissà quando finirà». La vittima gli ha raccontato tutti gli istanti dell’aggressione, quei minuti terribili che le devono essere sembrati lunghissimi. «Mi ha detto che quando ha aperto la porta, convinta che fossero i suoi suoceri – ha aggiunto – e si è trovata davanti due uomini vestiti di nero, con i guanti e il passamontagna non ha capito più niente. È rimasta impietrita, incapace di reagire per il terrore. Eppure, a posteriori, forse è stato meglio così. Quei due erano disposti a tutto, è chiaro. Se lei avesse tentato di difendersi chissà che cosa sarebbe successo….

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/dalla_home/508949_la_donna_sfigurata_dallacidoil_padre_un_incubo_che_dura_da_11_anni/

Forse i magistrati aspettano che l’immigrato che ha stuprato la donna si armi di piccone.

Roma: arriva dalla Spagna e 3 Marocchini la stuprano alla stazione

Sono i "nuovi italiani" della Boldrini

Era arrivata a Roma giovedì scorso dalla Spagna. Nel frattempo avrebbe dovuto trascorrere a Roma il fine settimana di Pasqua con il fidanzato. Ma per una ragazza di 21 anni l’arrivo nella Capitale si è trasformato in un incubo. «Venerdì notte sono stata violentata da tre marocchini», ha raccontato ieri pomeriggio la giovane ai medici dell’ospedale San Camillo dove si è presentata, accompagnata dal fidanzato. Una denuncia choc, ripetuta anche agli investigatori della Squadra mobile, che ora indagano sull’accaduto. La violenza raccontata dalla giovane sarebbe stata confermata dai medici, che l’hanno dimessa senza giorni di prognosi. L’aggressione sarebbe avvenuta vicino alla stazione Magliana della linea B della metropolitana, nei pressi di via Ostiense. La ragazza avrebbe riferito di poter riconoscere uno dei nordafricani coinvolti nella violenza sessuale perché lo conoscerebbe di vista, ma la versione della vittima – giunta alle 17 al Pronto soccorso ginecologico del San Camillo.

http://www.romadailynews.it/rassegna-stampa/stuprata-da-tre-marocchini-vicino-alla-stazione-magliana.php