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Prigioniera per 9 ore: 97enne finisce all’ospedale

Assalto nella notte sui Colli Euganei, l’anziana è rimasta 9 ore
prigioniera, stamani è riuscita a liberarsi: ha due costole rotte

PADOVA – Brutale aggressione nella notte nel Padovano: vittima un’anziana che è rimasta legata al letto per 9 ore prima di riuscire a liberarsi e dare l’allarme. Si trova ora ricoverata all’ospedale con due costole rotte e diverse ecchimosi in tutto il viso e parte del corpo la donna di 97 anni, C. F., rapinata e picchiata la notte scorsa nella sua abitazione di Rovolon (Padova) suiColli Euganei. Gli aggressori sarebbero stati due, stranieri, che sono poi fuggiti con il misero bottino di poche decine di euro.

Secondo una prima ricostruzione intorno alle 23 di ieri sera, l’anziana è stata aggredita e poi legata strettamente al letto dai rapinatori sia alle mani che ai piedi con del nastro adesivo da pacchi. Soltanto nella mattinata di oggi, intorno alle 8, la 97enne è poi riuscita a liberarsi dando l’allarme con un dispositivo salvavita. Il bottino della rapina non supererebbe i 50 euro secondo quanto riferito dagli inquirenti.

http://www.gazzettino.it/nordest/padova/legata_picchiata_e_rapinata_in_casa_per_50_euro_97enne_in_ospedale_foto/notizie/300369.shtml

Incubo finito, catturato stupratore seriale: è un immigrato romeno

Chioggia 05 giugno 2013 – Quattro le donne che hanno subito violenza sull’argine del Brenta. Ma potrebbero essercene delle altre. V.B., 38enne di nazionalità romena, del resto, è accusato di essere lo stupratore seriale che ha seminato il panico dal marzo scorso sull’argine del Brenta. Prima a Vigonovo, poi a Piove di Sacco, in seguito a Mira e, alla fine, sempre a Vigonovo. Chiudendo il cerchio degli abusi.

Il cerchio, però, sono convinti di averlo chiuso anche i carabinieri del comando di compagnia di Chioggia e i comandanti delle varie stazioni locali della Riviera. Il 38enne nel tardo pomeriggio di martedì è stato bloccato nella sua abitazione di Camponogara che condivideva con la compagna ed è stato sottoposto a fermo indiziario di delitto, in attesa che venga convalidato dal gip. I militari l’hanno bloccato per il pericolo di fuga e, soprattutto, per il rischio che venissero perpetrati altri reati simili.

donne2Come detto, la prima aggressione fu il 27 marzo scorso a Vigonovo. La vittima stava facendo jogging nel parco Sarmazza quando, nel pomeriggio, è stata bloccata e trascinata sull’argine da un aggressore spuntato fuori dalla fitta vegetazione. Palpeggiamenti, minacce di morte. Un coltello per intimare alla donna di non fiatare e subire. Fortunatamente per la malcapitata l’arrivo di un passante ha costretto il 38enne a sopire le sue voglie represse. Proprio la denuncia della vittima alla stazione dei ccarabinieri di Vigonovo si rivelerà preziosa per le indagini. La donna, infatti, aveva minuziosamente descritto ai militari lo scooter con il quale il violentatore era scappato: una tinta tra il verde e l’azzurro, parabrezza danneggiato nella parte superiore e del nastro adesivo marrone apposto alla bell’è meglio per ripararlo. Lo stesso che venne descritto dalla vittima di un’altra delle quattro aggressioni e da alcuni residenti vicino all’argine. Un elemento su cui lavorare per gli inquirenti. Anche perché con il passare del tempo è parso sempre più sicuro che ci fosse uno stupratore seriale in azione.

Il secondo episodio contestato a V.B., infatti, risale alla mattina del 18 aprile scorso, quando una donna (le vittime hanno tutte un’età compresa tra 40 e 50 anni) è stata all’improvviso bloccata dal 38enne e trascinata con forza sull’argine. La malcapitata era impietrita dal terrore, anche perché il violentatore era molto corpulento. Feroce. In questo caso nessun passante ha scombinato i piani del delinquente. Nessuno ha potuto fare nulla. E la violenza è andata fino in fondo, lasciando cicatrici indelebili su chi l’ha subita. Non contento, gli assalti si sono ripetuti ancora. Un mese più tardi, il 17 maggio, il presunto stupratore si sposta a Mira, sull’argine del canale Novissimo. Identico il modus operandi: il mostro spunta dal nulla e blocca la sua preda. La trascina in un luogo appartato e la costringe a soddisfare le sue voglie. Si fa masturbare, poi la donna scappa. E l’incubo per lei si chiude.

Appena una settimana più tardi, nel pomeriggio del 25 maggio, l’ultima aggressione accertata. Ancora a Vigonovo, ancora nel parco Sarmazza sul Brenta. Donna solitaria fermata, trascinata, minacciata e poi costretta a praticare sesso orale sul suo aggressore. Tutte le vittime hanno descritto ai carabinieri, a volte accompagnate dai compagni, a volte indotte a segnalare ciò che avevano subito anche dagli articoli di giornale, l’accendo dell’Est Europa del violentatore. Il suo aspetto fisico. I suoi indumenti. In due casi il motorino e il casco con cui poi era sparito nel nulla. Tutti elementi che ora incastrano il 38enne, che in casa aveva il parabrezza danneggiato (lo scooter intanto era stato venduto), il casco e alcuni vestiti identici a quelli descritti dalle donne.

Il cerchio ha iniziato a stringersi grazie a un controllo stradale effettuato dai militari a Camponogara. A metà aprile viene intimato l’alt a un motorino simile a quello delle aggressioni. A bordo una donna (la compagna del fermato) e lo stesso V.B., operaio in malattia per un infortunio al ginocchio. Le indagini proseguono, grazie anche ad appostamenti in borghese e la collaborazione dei cittadini. Fino ad arrivare all’epilogo di martedì. In due casi le donne sono anche andate al pronto soccorso per dolori a spalle e collo. Tutte hanno però riconosciuto (in lacrime) il motorino e la faccia del mostro, compresa una quinta vittima “mancata” che il 25 maggio, qualche ora prima dell’assalto di Vigonovo, aveva subito un approccio simile sul Brenta a Bojon. Solo l’arrivo contemporaneo di un passante ha evitato per lei il peggio.

http://www.veneziatoday.it/cronaca/arresto-stupratore-seriale-vigonovo-5-giugno-2013.html

 

 

 

 

Madre e figlie aggredite e picchiate in casa: per 80€

PESCARA – Tre donne, cioè madre e due figlie, sono state rapinate in casa, ieri sera, a Montesilvano (Pescara), da due stranieri con il volto coperto da passamontagna e con tute scure addosso, uno dei quali armato con pistola.

Il bottino è stato piuttosto magro, per la coppia di malviventi, cioè 80 euro presi da una borsa, ma le tre donne se la sono vista brutta, come hanno riferito successivamente ai carabinieri che si stanno occupando delle indagini, coordinati dal capitano Enzo Marinelli.

Le ricerche dei rapinatori in fuga non hanno avuto esito positivo.

I due malviventi si sono presentati in via Torrente Piomba verso le 22.30, quando una prima donna, 31 anni, stava rientrando a casa, dopo aver lavorato nella tabaccheria di famiglia.

Mentre era sul portoncino della villetta a schiera i rapinatori l’hanno minacciata alle spalle e l’hanno fatta entrare in casa dove c’erano la sorella di 22 anni e la madre di 63.

I malviventi hanno immobilizzato le tre utilizzando fascette da elettricista e la madre è stata anche messa a tacere con del nastro adesivo, che le hanno applicato sulla bocca.

Le sorelle sono state condotte al piano superiore dell’abitazione, in camera da letto. I banditi hanno chiesto che venisse aperta la cassaforte ma le vittime hanno spiegato che non sarebbe stato possibile, considerato che le chiavi della cassetta sono state rubate durante un furto avvenuto in passato.

I malviventi hanno provato a insistere usando le maniere forti e hanno schiaffeggiato le giovani donne, colpendo la giovane in testa con il calcio della pistola e spruzzando dello spray al peperoncino sul volto della più grande.

Mentre la madre della due era sola al piano sottostante è riuscita a liberarsi, ha raggiunto il balcone e ha cominciato a urlare chiedendo aiuto.

A quel punto i due, in difficoltà, sono fuggiti dopo aver prelevato 80 euro da una borsa. Nella corsa hanno perso il caricatore della pistola, lungo la strada, recuperato dai carabinieri che parlano di un’arma a salve.

Le vittime hanno lanciato l’allarme al 112 e le più giovani sono state medicate in ospedale.

Indagini in corso da parte dei militari dell’Arma per rintracciare la coppia, che sarebbe composta da abruzzesi.

Respinti in Grecia 15 clandestini nascosti nei tir

BRINDISI – Quindici clandestini (14 pachistani e un afghano) che tentavano di entrare irregolarmente in Italia sono stati trovati nascosti su due tir provenienti dalla Grecia e sbarcati a Brindisi. Gli immigrati, tutti maggiorenni, sono stati respinti. Gli investigatori ritengono che i due autisti iraniani non fossero consapevoli della presenza dei clandestini, che si erano nascosti tra il carico di materiale ferroso. I sigilli dei rimorchi dei tir erano stati rimossi e risistemati con nastro adesivo.

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Cronache_e_politica/Migranti-bloccati-due-tir-Brindisi/11-02-2013/1-A_004874159.shtml

Seviziata da immigrato per tutta la notte: catturato

Le violenze la notte di Santo Stefano. Ora la cattura. In carcere un 57enne immigrato. La moglie è stata pestata e quasi torturata con un coltello

Il sindaco Zanonato festeggia l'integrazione

PADOVA—Una notte intera legata a una sedia, con i piedi immobilizzati, le mani dietro la schiena, un cerotto sulla bocca. E violenze di ogni tipo: sadismo, tagli, pugni. Poi la liberazione, la denuncia, e, dopo un mese l’arresto. E’ l’epilogo di una vita di coppia ai margini, immersa nella disperazione e del degrado. I protagonisti sono una donna polacca di 57 anni e di suo marito, un croato di 56 che abitano in via Schiavone, all’Arcella. Lui è un nullafacente, vive di espedienti, mangia alle cucine popolari. Sono sposati da tempo, hanno figli grandi cresciuti a Padova, ma che dalla città se ne sono andati da un pezzo, lasciando i genitori a sbrogliarsi le loro liti. Ma lui, Zlatko Grguric, con il tempo è diventato violento, sempre di più. Tanto che lei lo ha più volte denunciato. Il giudice gli aveva imposto di non avvicinarla più, di andarsene di casa, ed è diventato di fatto un barbone.

Lei però si è impietosita e durante le feste lo ha riavvicinato. L’idea che l’uomo con cui aveva passato una vita, seppur terribile negli ultimi tempi, potesse rimanere da solo, non riusciva a sostenerla. Per cui il 26 dicembre gli ha consentito di andare a pranzo a casa. I due hanno mangiato con dei parenti, e poi sono rimasti soli. Lui ha continuato a bere e la sua mente ha cominciato ad offuscarsi. Stando a quanto raccontato dalla donna nella successiva denuncia ai carabinieri lui, nel corso della serata, l’avrebbe legata ad un sedia con del nastro adesivo. Le ha immobilizzato poi i piedi con la cintura di un accappatoio, legato le mani dietro la schiena e messo dello scotch in bocca. E poi avrebbe dato il via ad una lunga e perversa serie di violenze. Pugni ovunque, schiaffi, insulti. Non solo. Lui avrebbe anche preso un coltello da cucina e le avrebbe tagliuzzato le gambe e le braccia. Non risulta invece le siano state inflitte. Solo verso la mattina del 27 Zlatko sarebbe crollato sotto l’effetto del vino. Lei è riuscita così a liberarsi, ha preso la machina ed è scappata. Ha tenuto per un po’ d’occhio la casa e quando si è accorta che lui era uscito è rientrata e ha chiamato i carabinieri. Sono così intervenuti gli uomini nel nucleo operativo radiomobile comandati dal tenente Vito Franchini ed è scattata la ricerca dell’uomo. Di lui sembravano essersi perse le tracce. Giovedì, a distanza di quasi un mese, un contatto nel Veneziano aveva indicato ai carabinieri che l’uomo si stava dirigendo in treno verso Padova. E una volta in stazione Zlatko ha trovato ad aspettarlo le manette e la galera.

Nome: Carlo

http://corrieredelveneto.corriere.it/padova/notizie/cronaca/2013/26-gennaio-2013/legata-seviziata-casa-preso-marito-aguzzino-2113719364942.shtml

Piccoli immigrati crescono: razziavano i negozi

Ecco i “nuovi italiani” di Bersani. È stata una mattinata turbolenta, quella di mercoledì, per tre immigrati diciassettenni. A scoprire le loro malefatte sono stati i poliziotti di quartiere e per tutti è scattata la denuncia per furto alla Procura per i minori di Venezia. Nei guai sono finiti M.F.A., di origini ghanesi ma residente ad Arzignano; A.E.F., di origini marocchine ma residente anche lui ad Arzignano; e B.A.M.A., di origini ghanesi ma residente a Caldogno. L’indagine è scattata alle 11.45 di mercoledì, quando gli agenti impegnati nel controllo del centro storico hanno notato i tre in via J. Da Ponte e li hanno fermati per un controllo. Siccome il nervosismo aumentava, così come il sospetto che i ragazzi stessero nascondendo qualcosa, i poliziotti hanno deciso di controllare anche lo zainetto Eastpak di uno di loro, scoprendone delle belle. Aperta la cerniera, infatti, c’era una sorta di rivestimento in cartone, a sua volta foderato abbondantemente con pellicola di alluminio e nastro adesivo. In pratica, un sistema rudimentale ma efficace per eludere gli apparecchi per l’antitaccheggio presenti nei negozi isolando il magnete. Nella stessa sacca, inoltre, è spuntata varia refurtiva: una felpa (con la placca antifurto ancora attaccata e maldestramente bruciata nel tentativo di toglierla), una t-shirt, calzini, orecchini e addirittura uno shampo. Ovviamente i ragazzini sono finiti negli uffici del commissariato di viale Pecori Giraldi. Per gli agenti del vicequestore David De Leo non è stato difficile risalire ai negozi presi di mira dal terzetto: la felpa è stata rubata all’Ovs di piazza Libertà, la maglietta all’Upim di piazza Libertà, i calzini di marca al Cisalfa e lo shampo all’Acqua&sapone situato di fronte al Cisalfa. La polizia, durante gli accertamenti, ha anche scoperto che i tre sono tutti già noti: B.A.M.A è stato arrestato per furto a Thiene nel 2011 e denunciato a Vicenza l’anno scorso; A.F.E. è finito nei guai a Valdagno e a Padova sempre per false dichiarazioni e furto; e pure M.F.A. è stato denunciato dalla polizia di Padova per furto. I tre, denunciati a piede libero, sono stati affidati ai loro genitori. A casa loro no?

Se fosse in vigore la legge targata Pd, questo crimine sarebbe stato commesso da "italiani"

Nome: Carlo

Segnalazione: http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Bassano/456523_zaino_schermato_per_i_furti/