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Svuotacarceri: stupra donna, lo liberano e tenta stupro su ragazzina

Subisce una violenza sessuale in pieno pomeriggio, in una zona trafficata e davanti a diversi passanti. Nessuno interviene, se non con una telefonata ai carabinieri che arrivano sul posto e arrestano l’aggressore.

La vittima è una studentessa minorenne di circa 15 anni che, come tante sue coetanee, vive in una città vicina e frequenta la scuola a Corato.
Il fatto è accaduto qualche sera fa, ma la storia è venuta faticosamente a galla solo dopo alcuni giorni.
Erano circa le 18.30 quando la ragazza stava attendendo l’arrivo di alcune amiche nei pressi del semaforo all’incrocio tra l’estramurale e via Paolucci, il viale che porta alla stazione.
In quel momento le si è avvicinato uno straniero, presumibilmente nord africano, che ha attaccato bottone ed ha inziato a parlarle. All’improvviso, l’aggressione.
L’extracomunitario – visibilmente ubriaco – le ha messo le mani addosso ed ha iniziato a toccarle le parti intime, baciandola con la forza e impedendole, così, di gridare aiuto.
Non solo. Dopo alcuni istanti l’aggressore ha spinto a terra la ragazza e le si è messo sopra, continuando a palpeggiarla.
Nonostante il luogo trafficato e l’orario centrale, l’unico intervento di chi ha assistito alla scena è concretizzato in una telefonata ai carabinieri.
Una chiamata comunque provvidenziale, visto che la “gazzella” è arrivata in fretta ed ha consentito ai militari di arrestare l’extracomunitario in flagranza di reato con l’accusa di violenza sessuale.
La ragazza, comprensibilmente spaventatissima e in lacrime, non ha riportato ferite. Perlomeno fisiche.

Meno di un mese fa un altro straniero venne arrestato dalla polizia per aver violentato in pieno giorno una donna all’interno di un negozio.

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Piacenza, immigrati scatenati: ondata di rapine, donne aggredite

Anziana aggredita sul bus e rapinata davanti alla stazione

Due donne sono state aggredite nella giornata di oggi sul piazzale della stazione. Alle 13 è toccato ad una donna anziana mentre alle 18 ad una ragazza. Ad agire, sempre i rapinatori seriali che negli ultimi giorni hanno portato a segno una serie di colpi fotocopia sempre ai danni di persone anziane o indifese.

LA RAPINA ALLA 77ENNE – Questa volta è toccato a una donna di 77 anni che si trovava a bordo di un bus in piazzale Marconi. Intorno alle 13, mentre era seduta sul pullman in stazione in attesa che ripartisse, due giovani a volto scoperto sono saliti in fretta – probabilmente l’avevano già puntata dall’esterno – le sono andati vicino e uno l’ha scaraventata a terra strappandole poi il collier d’oro che aveva al collo.

I due malviventi sono poi scesi di corsa dal bus scappando a piedi verso il parcheggio di viale Sant’Ambrogio. Alcuni testimoni, che hanno subito soccorso l’anziana, hanno chiamato il 113 e sul posto sono arrivate una volante e una pattuglia della Polfer che si trovava in servizio lì vicino. Gli agenti hanno raccolto una sommaria descrizione dei due individui – descritti come giovani e dell’Est – e sono iniziate subito le ricerche in zona, ma al momento non è stata trovata traccia. La donna, seppure rimasta contusa, non ha avuto bisogno dell’intervento del 118. Una rapina pressoché identica era stata portata a segno pochi giorni fa ai danni di una 84enne che stava rientrando in casa sullo stradone Farnese.

LA SECONDA RAPINA – Alle 18 sempre sul piazzale della stazione è stata aggredita una ragazza. La giovane stava camminando e parlava al cellulare, due persone le si sono avvicinate, l’hanno aggredita, strattonata, buttata a terra e infine le hanno strappato di mano il telefono, poi sono scappate. La ragazza, ferita e sotto choc è stata portata all’ospedale. La polizia sta indagando.

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Sorprende in casa banditi che la aggrediscono: li fa arrestare

VICENZA. Forse per un attimo se l´è presa con il marito e ha pensato che, sbadatamente, non avesse chiuso a chiave la porta. Ma è stata questione di un secondo. Perché, appena è entrata in casa, ha capito subito che lui non aveva colpa. Non ha neppure avuto il tempo di appoggiare i sacchetti della spesa che ha visto sbucare, in fondo al corridoio, dalla sua camera da letto, due uomini. Tutto è successo molto in fretta. Sono corsi verso di lei, l´hanno spinta violentemente da parte facendola cadere a terra e poi sono scappati giù per le scale. Il suo appartamento era nel caos: avevano rovistato ovunque alla ricerca di soldi e gioielli. E ne avevano trovati parecchi. Pochi istanti e l´avrebbero fatta franca. Non hanno fatto i conti con la prontezza di riflessi della donna, che oltre a dare subito l´allarme al 113, ha anche “guidato” gli agenti perché, dalla finestra di casa, ha seguito la fuga dei due uomini. E così, in pochi minuti, la banda è stata accerchiata ed arrestata.
IN CARCERE. Lunedì pomeriggio le volanti della polizia hanno bloccato tre volti noti, tutti residenti nella zona di Reggio Emilia: Zaal Khatchapuridze, 42 anni, nato in Georgia; il connazionale Tornike Bitsadze, 21 anni e il russo Mihail Munteanu, 45 anni. Devono rispondere di rapina aggravata in concorso. A mettere a segno il colpo sarebbero stati questi ultimi mentre Zaal Khatchapuridze li avrebbe aspettati in macchina poco lontano. Gli agenti sono riusciti a fermarli in via Fratelli Bandiera: la macchina, una Mercedes 190, era già accesa e i tre stavano per scappare.
IL COLPO. Sono le 16.35 quando la pensionata torna a casa, nel suo appartamento al quarto piano in via Medici. Si insospettisce perché la porta blindata non è chiusa a chiave. Lei e il marito sono prudenti e danno sempre quattro mandate. Pensa a una dimenticanza ma, appena entrata, capisce che non è così. Il salotto è a soqquadro, sbucano due uomini. È uno choc: i sacchetti della spesa le cadono a terra e lei riesce solo ad urlare: «Che cosa sta succedendo?» Poi viene spinta a terra, con violenza. Non si muove, teme vogliano picchiarla ancora ma per fortuna scappano e lei, senza perdere tempo, dà l´allarme e dalla finestra segue la loro fuga.

 

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/dalla_home/535026_banditi_in_casa_pensionataguida_gli_agenti_e_li_fa_arrestare/

Vigilessa cacciò i rom: nessun razzismo – il Giornale

Vigilessa cacciò i rom: nessun razzismo
il Giornale
E adesso il vigile Barbara riavrà la sua pistola: e insieme alla pistola la divisa e il suo lavoro. Le verrà tolta l'etichetta di vigile-rambo, e magari anche razzista, che le era stata cucita addosso, evidentemente con troppa fretta, per avere

Rom ospiti a tempo determinato La loro permanenza nei container … – Il Giorno


Il Giorno

Rom ospiti a tempo determinato La loro permanenza nei container
Il Giorno
Legnano, 30 marzo 2013 – I rom sgomberati dal campo abusivo a ridosso del cimitero Parco faranno bene a tenere d'occhio le previsioni del tempo dei prossimi giorni: la loro permanenza nei container allestiti in tutta fretta, l'altroieri, per offrire un

Terni, denunciate due nomadi con precedenti per furto: una delle … – Umbria 24 News


Terni in rete

Terni, denunciate due nomadi con precedenti per furto: una delle
Umbria 24 News
Quando uno dei condomini le ha viste uscire in tutta fretta dal portone del palazzo in via Corona, non ci ha pensato due volte e ha chiamato il 113. Erano le 12 di martedì mattina. All'arrivo della volante in piazza Tacito le due giovani, entrambe
TERNI: DENUNCIATE DUE NOMADI DALLA VOLANTETerni in rete
Due nomadi in possesso di attrezzi da scasso fermate a Terni dalla La Goccia

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Zingari terrorizzano clienti supermercato, il consiglio delle autorità? “Urlate”

AOSTA – Arroganti, invadenti, minacciosi. Istantanea della coppia di romeni scattata dai numerosi clienti del supermercato discount Lidl di Saint Christophe. Il piazzale-parcheggio è presidiato dai due di etnia rom dal mattino alla sera.

«Lei, in particolare – riferiscono – pretende che le si diano soldi. Si affianca alle auto e insiste con un perentorio “Dammi i soldi”. Lui si apposta in un altro spazio. Sorveglia e chiede soldi. Qualcuno lascia qualche spicciolo per timore di trovarsi la macchina danneggiata. E’ mai possibile che dobbiamo continuare a confrontarci con queste persone che hanno deciso di vivere sulle spalle degli altri?», interrogano.

Di sera la donna, che dice di essere incinta, aumenta la sua spavalderia. Questa la testimonianza di una ragazza cliente abituale del Lidl. «Niente nomi – premette -. Ho paura. Due sere fa, ho visto avvicinarsi una giovane donna che pensavo volesse chiedermi un’informazione. Le ho anche sorriso. Ho capito, in pochi secondi, le sue intenzioni. Dandomi piccoli colpetti sul braccio, mi ha quasi imposto di darle soldi. Ho reagito a parole e sono salita in macchina in tutta fretta, ma confesso di essermi spaventata. E’ chiaro che nelle ore serali non vado più a fare la spesa, se proprio non sono obbligata. Mi domando – chiosa – se dobbiamo continuare a sentirci ospiti in casa nostra».

Ormai, si contano sulle dita di una mano le persone che credono ancora nella povertà di questa gente. Il popolo rom è tutt’altro che indigente. Gli stessi cittadini romeni che, da secoli, convivono in Romania con questa gente, raccontano delle «ricchezze di questi nomadi che scelgono una vita all’apparenza misera. In realtà sguazzano nell’oro», dichiarano. Ricordano i numerosi reportage televisivi in cui si vedono eleganti camper dotati di ogni comfort. «Il vagabondaggio fa parte della loro cultura», dicono molti cittadini romeni.

I gestori del punto vendita non nascondono il loro sconcerto per una situazione che si trascina da anni. In questo periodo imperversa questa coppia; in un recente passato, altri giovani provenienti dalla Romania. L’avvicendamento è frequente e irritante. Non è più tollerabile la loro sfacciataggine. Sanno di essere protetti dalla legge e agiscono indisturbati. «Bisognerebbe modificare la normativa, proibendo l’accattonaggio», puntualizzano molti clienti del Discount.

«Abbiamo le mani legate – dicono responsabili e dipendenti del Lidl -. Il piazzale è pubblico e chiunque può entrare. Persino le forze dell’ordine hanno dichiarato la loro impotenza, nonostante un forte impegno. La legge non permette interventi repressivi in una pubblica piazza». Aggiungono: «Avvertiamo sempre i clienti di stare attenti, ma soprattutto di non lasciarsi intimorire. Piuttosto, se la loro insistenza diventa esagerata, consigliamo di urlare per attirare l’attenzione».

http://www.aostaoggi.it/2013/marzo/21marzo/news29718.htm

Mestre: guerra tra bande rivali di immigrati, cecchini sui tetti

VENEZIA – Armati. Braccati dalle forze dell’ordine e dai connazionali che avevano aggredito e intimidito a colpi di pistola. Nascosti in un appartamento in pieno centro a Mestre. Pronti a tutto per fuggire all’estero. Con gran parte della refurtiva razziata nelle abitazioni della Riviera del Brenta. Una situazione ad altissima tensione quella in cui hanno operato i carabinieri che l’altro ieri pomeriggio hanno catturato Zef Papaj e Nikoll Telaj, due degli albanesi coinvolti nella violenta rissa culminata con l’esplosione di alcuni spari avvenuta domenica a Chirignago in via Ivancich, di fronte all’Alternative Pub.

A descrivere le fasi concitate del blitz di via Giardino è il maggiore Carmelo Graci, capo del Nucleo investigativo provinciale dell’Arma: «Avevamo la necessità di agire in fretta perché temevamo ritorsioni fra i componenti delle due bande che si sono fronteggiati, i quali come abbiamo visto non hanno esitato a sfidarsi in mezzo alla gente pistole in mano. Avuta la certezza che i due fossero in quell’abitazione, che ci risultava occupata da una famiglia albanese con due bimbi piccoli. Il tutto in un contesto densamente popolato quindi non abbiamo trascurato alcuna precauzione. A partire dall’utilizzo di tiratori scelti dislocati nei punti strategici e di un negoziatore nell’eventualità che i ricercati si potessero barricare in casa».

Per fortuna tutto si è risolto senza conflitti a fuoco o coinvolgimento di altre persone. A giocare a favore dei militare, due circostanze fortuite: il fatto che i due erano soli e che una connazionale è arrivata per fare loro visita suonando il campanello. Quando Papaj è sceso è scattata la trappola. Non ha avuto nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo. Lo stesso per il complice rimasto dietro la porta d’ingresso che è stata sfondata. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa congiunta fra Arma e polizia a sottolineare la collaborazione e la condivisione delle informazioni che – come ha sottolineato il maggiore Salvino Macli, alla guida della compagnia di Mestre – sono state la carta vincente che ha assicurato alla giustizia due pericolosi delinquenti nel giro appena di 24 ore dall’episodio dallo scontro etnico.

I primi a intervenire in via Ivancich, infatti sono stati gli agenti delle Volanti: «La nostra priorità nell’immediatezza dei fatti – spiega la vicecomandante Erika Veronica Di Francesco – che si raccolgono gli indizi decisivi. Nel giro di mezz’ora abbiamo rintracciato il ferito all’ospedale dell’Angelo e avevamo il nome di Papaj perché ella colluttazione aveva perso il portafoglio e la barista nella foto del documento lo aveva riconosciuto come uno degli aggressori».

http://www.gazzettino.it/nordest/venezia/cecchini_sui_tetti_per_catturare_due_boss_il_blitz_evita_una_guerra_fra_bande_rivali/notizie/249574.shtml

Ancona: prelevata dall’auto e trascinata in casa abbandonata per essere stuprata

Ancona, 6 febbraio 2013 –  E’ il pomeriggio di lunedì, una ragazza 29enne – dipendente di un’azienda della Baraccola – si trova in uno dei parchi di Montedago, quello a cui si accede da via San Gaspare.

Al momento di lasciare il luogo per risalire a bordo della sua auto, parcheggiata in una zona priva di illuminazione, sarebbe stata aggredita da due uomini col volto travisato. Con la minaccia dei coltelli – sempre stando al suo racconto – i due l’avrebbero costretta a seguirli.

LA GIOVANE non ha saputo fornire dettagli approfonditi sui due aggressori, a parte che non erano italiani. I due tipi sarebbero riusciti a portarla dentro la casa abbandonata, senza porte e finestre, lei gettata a terra e i polsi legati dopo una violenta colluttazione per sfuggire ai suoi aguzzini. Il suo racconto è proceduto tra le lacrime, passando attraverso il momento più drammatico. I due, infatti avrebbero iniziato a calarsi i pantaloni, pronti a disporre del corpo della ragazza. Istanti terribili. Poi i latrati di un cane molto vicino, rumori sospetti, tali al punto da convincere i due aggressori a rivestirsi in grande fretta, lasciarla a terra e allontanarsi. Con fatica l’anconetana sarebbe riuscita a slegarsi. Infreddolita e terrorizzata si è poi accorta di una perdita di sangue che l’avrebbe fatta svenire. Quando è tornata in sé, sempre all’interno della casa diroccata, ha capito che era molto tardi. A piedi ha raggiunto la sua auto e poi ha deciso di denunciare l’aggressione subita. à.

http://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/2013/02/06/841579-ragazza_ospedale.shtml