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I seguaci della Boldrini: italiane aiutano gli spacciatori “migranti” a scappare

Perugia, 23/03/2013 – Mille dosi di eroina e cocaina spacciate ogni giorno a Perugia. E’ una stima di massima quella fatta incrociando i dati delle forze dell’ordine. Il dato emerge nel giorno in cui la squadra mobile illustra gli arresti della banda di tunisini che aveva in mano lo smercio di droga al Parco Santa Margherita.

Boldrini: "gli immigrati sono risorse"

Nal centro storico gli spacciatori si vedono  meno rispetto a un anno fa: l’azione delle forze dell’ordine, i continui rastrellamenti, le espulsioni, i presidi fissi hanno disperso il fenomeno, facendolo solo spostare in zona stazione o nei parchi. «Prenderli (i “migranti”, ndr) è sempre più difficile – spiega il capo della squadra mobile Marco Chiacchiera – i ragazzi della sezione Antidroga non mollano mai ma gli spacciatori hanno capito che devono essere più abili, meno sfrontati». Tra le tecniche adoperate dai pusher c’è quella di cambiare spessisimo numero di telefono, avvertendo i clienti via sms. Ma se riescono a riorganizzarsi è anche grazie a complicità di un sottobosco di italiani che forniscono loro schede con nomi fittizi, appartamenti in affitto, aiuto per nascondersi o scappare. In cambio di dosi di droga. «Perché dobbiamo dirlo – sottolinea Chiacchiera – è la domanda fortissima a favorire gli spacciatori». Ma intanto la «guerra» continua. Gli agenti dell’Antidroga hanno colpito in una di queste nuove «piazze periferiche» dello spaccio: parco Santa Margherita. Le segnalazioni parlavano di un certo «Max» a capo di un giro consistente di eroina. Andata a vuoto una prima retata, è iniziata la meticolosa raccolta di prove: foto tra la boscaglia fatte a 4-500 metri di distanza, perché la banda usava una vedetta che metteva tutti in fuga all’arrivo degli agenti.Venerdì la polizia ha deciso di agire di nuovo: gli agenti hanno seguito e fermato uno dei tunisini che andava a comprare provviste per i complici. Si trattava di Fohed Ghina di 30 anni, prendere gli altri è stato più difficile.

Le donne compliciI poliziotti si sono mescolati tra i clienti in fila per acquistare droga (70 in media al giorno, la cui maggioranza veniva da fuori provincia per la «roba buona di Max»), ma i pusher se ne sono accorti e sono scappati tra i rovi. Raggiunta la strada, uno di loro stava salendo in macchina con una donna ma è stato bloccato: si tratta di Faycel Mansri di 31 anni, pregiudicato. L’altro, il fantomatico «Max», è invece sgattaiolato fino a via XIV Settembre e anche lui «raccolto» da una donna in auto. La polizia lo seguiva, ma Max in zona Clinica Liotti se ne è accorto, uscendo dalla macchina e inscenando un inseguimento culminato con l’arresto vicino Case Bruciate. Il vero nome è Hafed Ayari di appena 22 anni. Entrambe le donne complici sono italiane. Avranno seguito gli insegnamenti di Laura Boldrini, la paladina dei “migranti”.

http://www.umbria24.it/perugia-mille-dosi-spacciate-ogni-giorno-cosi-lo-smercio-ha-lasciato-il-centro-e-si-e-nascosto/158940.html

 

 

Ancona: prelevata dall’auto e trascinata in casa abbandonata per essere stuprata

Ancona, 6 febbraio 2013 –  E’ il pomeriggio di lunedì, una ragazza 29enne – dipendente di un’azienda della Baraccola – si trova in uno dei parchi di Montedago, quello a cui si accede da via San Gaspare.

Al momento di lasciare il luogo per risalire a bordo della sua auto, parcheggiata in una zona priva di illuminazione, sarebbe stata aggredita da due uomini col volto travisato. Con la minaccia dei coltelli – sempre stando al suo racconto – i due l’avrebbero costretta a seguirli.

LA GIOVANE non ha saputo fornire dettagli approfonditi sui due aggressori, a parte che non erano italiani. I due tipi sarebbero riusciti a portarla dentro la casa abbandonata, senza porte e finestre, lei gettata a terra e i polsi legati dopo una violenta colluttazione per sfuggire ai suoi aguzzini. Il suo racconto è proceduto tra le lacrime, passando attraverso il momento più drammatico. I due, infatti avrebbero iniziato a calarsi i pantaloni, pronti a disporre del corpo della ragazza. Istanti terribili. Poi i latrati di un cane molto vicino, rumori sospetti, tali al punto da convincere i due aggressori a rivestirsi in grande fretta, lasciarla a terra e allontanarsi. Con fatica l’anconetana sarebbe riuscita a slegarsi. Infreddolita e terrorizzata si è poi accorta di una perdita di sangue che l’avrebbe fatta svenire. Quando è tornata in sé, sempre all’interno della casa diroccata, ha capito che era molto tardi. A piedi ha raggiunto la sua auto e poi ha deciso di denunciare l’aggressione subita. à.

http://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/2013/02/06/841579-ragazza_ospedale.shtml