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Escono dal campo nomadi per svaligiare appartamenti: arrestati 4 rom

Torino 06 marzo 2014 – Quattro rom residenti nel campo nomadi di strada dell’Aeroporto sono stati arrestati per tentato furto aggravato in concorso e denunciati per il possesso di arnesi atti allo scasso. Il tutto è avvenuto nel pomeriggio a seguito di una telefonata giunta al 113 che segnalava forti rumori sospetti provenire dall’interno di uno stabile in corso Galileo Ferraris. Quando gli agenti sono giunti sul posto hanno sorpreso i quattro rom, tre diciottenni e un diciassettenne, intenti ad armeggiare sulla porta di ingresso di un alloggio. Questa si presentava ormai quasi completamente forzata. I quattro rom sono stati arrestati e nei successivi accertamenti è stato appurato che avevano numerosi alias e diversi pregiudizi per reati contro il patrimonio. I poliziotti hanno ancora trovato sia gli arnesi utilizzati, sia l’autovettura utilizzata dai ragazzi. Il mezzo è stato sottoposto a sequestro penale poiché utilizzato per recarsi sul luogo del reato.

http://www.torinotoday.it/cronaca/arrestati-rom-corso-galileo-ferraris-torino.html

 

Carabinieri: “Attenti a Natale, i Rom rubano”

PERUGIA – Suonano campanelli e citofoni: un attimo per fare la radiografia di chi é in casa e chi no in questi giorni di feste natalizie, e dunque chi derubare e chi no. Ma per fortuna la soglia dei controlli incrociati cittadini-forse dell’ordine é sempre alta. In quest’ottica, proprio nei giorni di Natale, alcuni cittadini fra Todi e Marsciano hanno segnalato ai carabinieri diretti dal capitano Marcello Egidio movimenti sospetti di due donne, di etnia rom, che giravano per le strade suonando campanelli e citofoni delle case.

L’intento, evidente, era quello di capire chi stava in casa e chi no. I carabinieri, che in questi giorni di feste hanno giá attivato controlli stretti, individuano velocemente le due donne (ventenni) con tanto di cacciavite e coltello dentro l’auto usata per gli spostamenti. Dai controlli emergono sfilze di precedenti per furto, decine di nomi falsi usati nel corso di precedenti fermi giudiziari e arresti domiciliari presso un campo nomadi di Roma. Una delle due é anche madre di sette bambini. Immediata la nuova misura degli arresti domiciliari nello stesso campo nomadi, e il foglio di via per tre anni dai comuni di Todi e Marsciano.

Ma l’attenzione resta massima, come le raccomandazioni da parte delle forze dell’ordine ai cittadini, perché altri tentativi simili di assalto potrebbero ripetersi fino alla fine delle festivitá natalizie.

Fonte: ilmessaggero.it

Chissà se il deputato del Pd denuncerà anche i Carabinieri.

Prete keniano rubava doni fedeli: li spediva ai parenti in Africa

Vendeva i regali d’oro donati dai fedeli alla chiesa di San Nicola di Gioiosa Marea, nel Messinese, per poi spedire il ricavato ai parenti in Africa. Protagonista un sacerdote di 41 anni, originario del Kenya, fermato dai carabinieri a Fiumicino. A incastrarlo alcuni filmati del sistema di video sorveglianza della parrocchia. Sul suo conto corrente registrati movimenti sospetti, tra cui un bonifico di 40mila euro.
Il sacerdote è stato ripreso dalle telecamere mentre entrava nel locale dove erano custoditi i preziosi. I carabinieri hanno verificato che, dopo un furto nel mese di aprile, sul conto corrente del prete erano stati eseguiti diversi versamenti di denaro, tra cui un bonifico internazionale di 40mila euro. Nel corso di una successiva perquisizione domiciliare i militari hanno trovato diverse ricevute di versamenti di denaro contante. Su disposizione dell’autorità giudiziaria di Patti (Messina), il sacerdote, accusato di furto e riciclaggio, è stato rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/articoli/1116022/furti-in-chiesa-preso-un-prete-keniano.shtml

Quello che fanno tutti i ‘migranti’ con le rimesse.

Perugia, vietato sedersi alle panchine: immigrati in agguato

Perugia 24 apr 2013 – Ancora uno scippo a danno di alcune anziane a Perugia. Il fattaccio è avvenuto in Piazza Partigiani dove due signore si stavano godendo il sole sedute su una panchina. Ma da dietro – arrivavano dal Parco del Santa Giuliana – due magrebini si sono avvicinati e hanno strappato con forza ad una delle due pensionate una collanina d’oro. Quella collana per l’anziana non aveva soltanto un valore economico, ma aveva un ciondolo all’interno del quale portava la foto del marito deceduto da anni. 

Immediate sono partite le ricerche dei due banditi da parte degli agenti della Volante e della Squadra Mobile: in via XX Settembre due sospetti che corrispondevano alle descrizioni fornite erano stati già individuati. A quel punto gli agenti hanno deciso di pedinarli: uno si dirigeva verso il parco della Verbanella ed uno in direzione di un compro-oro dove voleva vendere la catenina in oro con il gancetto della chiusura rotto e una medaglietta con l’ immagine della Madonna da un lato e dall’altro la fotografia del marito della vittima.

Lo straniero che voleva incassare al Compro Oro è stato arrestato in flagranza di reato per furto con strappo. Si tratta di  Labiad Jabrane nato in Marocco nel 1982 , vecchia conoscenza per le forze di polizia, più volte arrestato per furto e spaccio di droga. La catenina è stata riconsegnato all’anziana signora, felice di essere ritornata in possesso del monile a lei tanto caro. Gli agenti sono in caccia del complice.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/piazza-partigiani-strappata-collanina-anziana.html

 

 

Nocera Umbra: presa la banda di “migranti” che rapinava le ville

Perugia, 09/04/2012 – Sono tutti giovanissimi, tra i 27 e i 25 anni, i cinque migranti albanesi che secondo i Carabinieri avrebbero partecipato alla rapina avvenuta a Nocera Umbra lo scorso 5 aprile ai danni di una povera anziana di 83 anni.La signora  era stata legata ad una sedia e minacciata con un coltello da cucina.

Boldrini: "gli immigrati sono risorse"

Come spiegato dai carabinieri dalla stazione provinciale di Perugia, l’indagine è partita grazie all’intuito e ad un po’ di fortuna di un carabiniere di Nocera che, notati spostamenti sospetti di una macchina non conosciuta, ha segnalato prontamente alla centrale, cercando poi di seguire gli spostamenti dei sospettati. A quel punto il militare ha notato che l’auto attendeva e caricava altri tre uomini provenienti dalla villa appena rapinata. Il carabiniere ha poi perso le traccie della Lancia Y ma dopo poche ore i carabinieri, grazie al numero di targa recuperato, sono riusciti a risalire ai primi sospettati, domiciliati a città della Pieve, i due 24enni H.F. e A.E. che il carabiniere ha riconosciuto essere i due pali nella macchina. Messi alle strette, i due giovani albanesi hanno fornito ai militari elementi importanti per arrivare ai complici e hanno ammesso la partecipazione parziale alla rapina. Grazie all’incrocio d’informazioni tra i vari comandi, i militari sono arrivati ai tre presunti rapinatori e predisposti i posti di blocco, i tre venivano fermati la sera stessa del 5 aprile in possesso di circa 3500 in contanti, numerosi grammi di oro e orologi preziosi, frutto di alcune rapine.

Tutti gli elementi poi raccolti dai carabinieri, inerenti ai cellulari e ad alcune ricevute ritrovate, hanno confermato il quadro accusatorio che si era subito manifestato a carico dei “migranti”. Per i tre albanesi  K.B. 24 anni, K.S. 28 anni e T.M. 26 anni sono scattate le manette e non si esclude che possano essere coinvolti e accusati di tante altre rapine in tutte le regioni d’Italia. 

Fonte: http://www.perugiatoday.it/cronaca/nocera-umbra-arrestata-banda-rapine-in-villa.html

 

Pestata a sangue da convivente tunisino

Maltratta la convivente e aggredisce i carabinieri che gli notificano il provvedimento di allontanamento: arrestato un tunisino residente a Vallecrosia. 

Sposi un immigrato? E' la fine che farai

Nel pomeriggio di sabato i  carabinieri di Vallecrosia hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale Fridhi Hafedh, 27 enne tunisino, residente a Vallecrosia.
I militari si erano recati presso l’abitazione dove vive con la convivente per notificargli una misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Sanremo  Leopardi, su richiesta della Procura della Repubblica Scarlatti, con la quale veniva allontanato dall’abitazione familiare con il divieto di avvicinarsi alle persone offese in quanto indagato per il reato di maltrattamenti in famiglia.
Le indagini erano partite nel mese di febbraio di quest’anno dopo che le strutture sanitarie avevano segnalato il caso ai carabinieri di via Angeli Custodi: troppo sospetti e frequenti erano quei lividi che una giovane donna italiana, una 40 enne di Vallecrosia, portava sul volto. Da lì erano iniziati diversi accertamenti, fatti anche di testimonianze di vicini e amici, che avevano confermato come l’intera famiglia, composta dalla convivente, dai due figli minori di quest’ultima, di 10 e 13 anni, nati in un precedente matrimonio, e da minore di un anno nato dalla recente relazione, fosse sottoposta da almeno un anno a violenze fisiche e psicologiche.
Le vessazioni erano iniziate poco dopo che la donna, separata di recente, aveva iniziato una relazione con l’uomo e con lui era andata a vivere. Sembrerebbe che dopo la perdita del lavoro e a causa del vizio del gioco il convivente fosse diventato violento e prepotente, insistente nella richiesta di denaro nei confronti della donna al cui rifiuto seguivano continui soprusi fatti di percosse, minacce ed insulti. Fatti che si ripetevano tutte le volte che i suoi ordini non venivano eseguiti e che venivano perpetrati  anche nei confronti dei figli minori di lei che venivano costretti ad eseguire lavori domestici di tutti i generi come stirare e lavare i piatti. Il clima di terrore che era stato creato aveva impedito alla vittima di denunciare per paura della reazione di un uomo così violento ed aggressivo. Ma la caparbietà del maresciallo Carcangiu e dei suoi uomini, che immediatamente hanno compreso lo stato di sudditanza psicologica della donna, che ancora oggi non ha sporto denuncia e nega ogni circostanza, ha permesso di acquisire elementi gravi e circostanziati che hanno fatto luce sull’intera vicenda e di inviare una dettagliata relazione alla Procura di Sanremo.

Sabato l’emissione dell’ordinanza e la notifica del provvedimento da parte dei militari i quali, presentatisi a casa della coppia, sono stati aggrediti dal tunisino che, venuto a conoscenza del motivo della “visita” ha dato in escandescenza per impedire l’esecuzione della misura. Immediate sono scattate le manette e l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Condotto nel carcere di Sanremo, questa mattina sarà giudicato davanti al Tribunale di Sanremo.

Inoltre l’uomo, una volta giudicato per il reato di resistenza e se scarcerato, non potrà più avvicinarsi alla casa familiare né ai luoghi frequentati dalle persone offese, pena l’adozione di una misura cautelare restrittiva.

http://edizioni.lastampa.it/imperia-sanremo/articolo/lstp/38007/

Rimandarlo in Africa no?

Ancona: prelevata dall’auto e trascinata in casa abbandonata per essere stuprata

Ancona, 6 febbraio 2013 –  E’ il pomeriggio di lunedì, una ragazza 29enne – dipendente di un’azienda della Baraccola – si trova in uno dei parchi di Montedago, quello a cui si accede da via San Gaspare.

Al momento di lasciare il luogo per risalire a bordo della sua auto, parcheggiata in una zona priva di illuminazione, sarebbe stata aggredita da due uomini col volto travisato. Con la minaccia dei coltelli – sempre stando al suo racconto – i due l’avrebbero costretta a seguirli.

LA GIOVANE non ha saputo fornire dettagli approfonditi sui due aggressori, a parte che non erano italiani. I due tipi sarebbero riusciti a portarla dentro la casa abbandonata, senza porte e finestre, lei gettata a terra e i polsi legati dopo una violenta colluttazione per sfuggire ai suoi aguzzini. Il suo racconto è proceduto tra le lacrime, passando attraverso il momento più drammatico. I due, infatti avrebbero iniziato a calarsi i pantaloni, pronti a disporre del corpo della ragazza. Istanti terribili. Poi i latrati di un cane molto vicino, rumori sospetti, tali al punto da convincere i due aggressori a rivestirsi in grande fretta, lasciarla a terra e allontanarsi. Con fatica l’anconetana sarebbe riuscita a slegarsi. Infreddolita e terrorizzata si è poi accorta di una perdita di sangue che l’avrebbe fatta svenire. Quando è tornata in sé, sempre all’interno della casa diroccata, ha capito che era molto tardi. A piedi ha raggiunto la sua auto e poi ha deciso di denunciare l’aggressione subita. à.

http://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/2013/02/06/841579-ragazza_ospedale.shtml