FAMIGLIA TUTTA CON ASILO POLITICO: AVEVANO LEGAMI CON TERRORISMO ISLAMICO
VITERBO – Un profugo pakistano, cinquantaduenne, domiciliato a Viterbo è stato tratto in arresto dalla Polizia di Stato per possesso e utilizzo di documenti falsi.
Lo straniero aveva, infatti, ottenuto il permesso di soggiorno per protezione umanitaria per sé ed i suoi familiari accedendo al programma di assistenza riservato ai profughi e si era garantito, per tutta la famiglia, la libera circolazione nei paesi europei ed extraeuropei aggirando la normativa sui movimenti migratori.
L’uomo, da tempo al centro di un’articolata attività d’indagine avviata dagli uomini della Polizia di Stato della DIGOS della Questura di Viterbo, sotto la direzione della Procura del capoluogo, è finito agli arresti domiciliari su disposizione del GIP presso il Tribunale di Viterbo, che ha riconosciuto le esigenze di natura cautelare nei confronti del soggetto, indagato, insieme alla moglie ventiduenne, per possesso e utilizzo di falsi passaporti e per la falsificazione di permessi di soggiorno.
Nel pomeriggio di ieri gli uomini della DIGOS hanno dato esecuzione al provvedimento restrittivo emesso nei confronti dello straniero che, lo scorso mese di gennaio, a seguito di una perquisizione effettuata dagli stessi investigatori presso la sua abitazione, era stato trovato in possesso di diversa documentazione d’interesse investigativo, tra cui doppi passaporti e due permessi di soggiorno, in apparenza rilasciati al pakistano e alla consorte per ragioni di lavoro dalla Questura di Roma, incompatibili con la contemporanea titolarità, da parte dei coniugi pakistani, di permessi di soggiorno per motivi umanitari .
La successiva attività d’indagine e di riscontro sulla documentazione sequestrata aveva permesso di ricostruire i movimenti del pakistano che utilizzando la falsa documentazione aveva, tra l’altro, tentato di imbarcarsi con i suoi familiari su un volo in partenza dall’aeroporto di Pescara e diretto a Londra, non riuscendo nell’intento per la mancanza del visto d’ingresso britannico.
Le indagini sul pakistano, da tempo finito nel mirino degli uomini della DIGOS nell’ambito della specifica attività di prevenzione sulle potenziali infiltrazioni di matrice eversiva nelle comunità straniere, erano state intensificate all’indomani di un’operazione compiuta il 18 gennaio scorso dalla Polizia di Frontiera presso l’aeroporto di Fiumicino che aveva bloccato un aereo in partenza per Londra, sul quale si era imbarcato un passeggero pakistano in possesso di un falso passaporto britannico. Il fatto , avvenuto a pochi giorni dai noti attentati terroristici di Parigi, aveva suscitato un certo allarmismo recepito anche dagli organi di stampa nazionali che avevano diffuso la notizia anche sui telegiornali nazionali. Gli accertamenti compiuti dalla Polizia di Frontiera di Fiumicino e in seguito dalla DIGOS di Viterbo, avevano evidenziato che il pakistano fermato era titolare di un permesso di soggiorno per asilo politico rilasciato dalla Questura di Viterbo e nel periodo precedente al suo tentativo di imbarco era rimasto in contatto con il suo connazionale finito agli arresti domiciliari che , non è escluso , possa averlo aiutato nel reperire il falso passaporto inglese.
Le indagini, mirate a svelare la rete di contatti degli stessi pakistani nel reperimento della falsa documentazione sono tuttora in corso da parte della DIGOS di Viterbo il cui livello di attenzione è sempre alto al fine di prevenire ogni forma di infiltrazione eversiva nelle comunità di stranieri regolarmente soggiornanti nella nostra provincia.
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