Mestre: guerra tra bande rivali di immigrati, cecchini sui tetti

07-02-2013

VENEZIA – Armati. Braccati dalle forze dell’ordine e dai connazionali che avevano aggredito e intimidito a colpi di pistola. Nascosti in un appartamento in pieno centro a Mestre. Pronti a tutto per fuggire all’estero. Con gran parte della refurtiva razziata nelle abitazioni della Riviera del Brenta. Una situazione ad altissima tensione quella in cui hanno operato i carabinieri che l’altro ieri pomeriggio hanno catturato Zef Papaj e Nikoll Telaj, due degli albanesi coinvolti nella violenta rissa culminata con l’esplosione di alcuni spari avvenuta domenica a Chirignago in via Ivancich, di fronte all’Alternative Pub.

A descrivere le fasi concitate del blitz di via Giardino è il maggiore Carmelo Graci, capo del Nucleo investigativo provinciale dell’Arma: «Avevamo la necessità di agire in fretta perché temevamo ritorsioni fra i componenti delle due bande che si sono fronteggiati, i quali come abbiamo visto non hanno esitato a sfidarsi in mezzo alla gente pistole in mano. Avuta la certezza che i due fossero in quell’abitazione, che ci risultava occupata da una famiglia albanese con due bimbi piccoli. Il tutto in un contesto densamente popolato quindi non abbiamo trascurato alcuna precauzione. A partire dall’utilizzo di tiratori scelti dislocati nei punti strategici e di un negoziatore nell’eventualità che i ricercati si potessero barricare in casa».

Per fortuna tutto si è risolto senza conflitti a fuoco o coinvolgimento di altre persone. A giocare a favore dei militare, due circostanze fortuite: il fatto che i due erano soli e che una connazionale è arrivata per fare loro visita suonando il campanello. Quando Papaj è sceso è scattata la trappola. Non ha avuto nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse succedendo. Lo stesso per il complice rimasto dietro la porta d’ingresso che è stata sfondata. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa congiunta fra Arma e polizia a sottolineare la collaborazione e la condivisione delle informazioni che – come ha sottolineato il maggiore Salvino Macli, alla guida della compagnia di Mestre – sono state la carta vincente che ha assicurato alla giustizia due pericolosi delinquenti nel giro appena di 24 ore dall’episodio dallo scontro etnico.

I primi a intervenire in via Ivancich, infatti sono stati gli agenti delle Volanti: «La nostra priorità nell’immediatezza dei fatti – spiega la vicecomandante Erika Veronica Di Francesco – che si raccolgono gli indizi decisivi. Nel giro di mezz’ora abbiamo rintracciato il ferito all’ospedale dell’Angelo e avevamo il nome di Papaj perché ella colluttazione aveva perso il portafoglio e la barista nella foto del documento lo aveva riconosciuto come uno degli aggressori».

http://www.gazzettino.it/nordest/venezia/cecchini_sui_tetti_per_catturare_due_boss_il_blitz_evita_una_guerra_fra_bande_rivali/notizie/249574.shtml

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