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Rissa ghanesi-italiani, c’era anche Balotelli

Allo scontro, inizialmente solo verbale poi sarebbero volati anche schiaffi e spinte e, forse, qualche pugno, avrebbero preso parte il giocatore del Milan e della Nazionale, suo fratello Enoch, il conduttore tv e dj Facchinetti e alcuni suoi amici. Non si sa ancora di preciso per quale motivo sia nato il diverbio. Si sa solo che lo “scontro” è avvenuto davanti a moltissime persone. Luogo dell’acceso diverbio il Biblos, uno dei loclai più in voga di Milano.

Balotelli era reduce dalla positiva trasferta di Cagliari, che ha visto il suo Milan conquistare tre punti dopo essere passato in svantaggio. Nonostante il gran bel gol su punizione Supermario era uscito dal campo un po’ arrabbiato, per i fischi e gli insulti ricevuti dai tifosi del Cagliari. Lui aveva risposto con un brutto gesto al loro indirizzo. Gesto per il quale il giudice sportivo lo ha squalificato per un turno. Tornato a Milano l’attaccante è andato a rilassarsi un po’ con i suoi amici e con il fratello: cena più discoteca. Tutto sembrava filare liscio nel locale, quando, a un certo punto, è scoppiata la rissa. Solo il tempestivo intervento dei bodyguard ha evitato guai peggiori. Alla fine niente di particolarmente grave. Ovviamente quanto è accaduto nel giro di pochi minuti era sulla bocca di tutti.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/rissa-discoteca-balotelli-e-facchinetti-986417.html

Palermo: immigrato entra in auto e gli strappa computer dalle mani

Palermo 29 dicembre 2013 – Arrestato un trentenne marocchino con l’accusa di tentata rapina ai danni del proprietario di un’agenzia di viaggi, nei pressi di piazza Giulio Cesare. E’ successo tutto ieri poco prima di pranzo. Il marocchino ha notato un uomo fermo all’interno della sua auto, impegnato a consultare dei documenti di lavoro. Dopo averlo scrutato, e aver notato che stava utilizzando un notebook, sfruttando il fatto che non si fosse accorto della sua presenza, non ha esitato ad aprire lo sportello ed a strappargli il pc dalle mani. La vittima, tuttavia, si è immediatamente lanciata, senza pensare, verso il malvivente, recuperando il computer per poi rifugiarsi all’interno dell’autovettura, ricevendo per reazione  un pugno alla spalla.

L’extracomunitario, non si è arreso, e irritato ha incominciato ad inferire dei colpi sul vetro dell’auto del titolare dell’agenzia, che  a quel punto, comprendendo le intenzioni dell’uomo e resosi conto di non poter scendere dall’auto per recarsi a lavoro ha deciso di allontanarsi temporaneamente. Dopo un quarto d’ora, effettuato  un giro con la sua auto, l’agente di viaggi, certo che l’extracomunitario avesse ormai desistito, è ritornato sul luogo di lavoro, ha parcheggiato la sua autovettura ed è entrato nella sua agenzia. Ma l’incubo per l’uomo non ha avuto fine. Il marocchino, imperterrito,  si è presentato all’interno dell’esercizio commerciale, e dopo averlo apostrofato con veemenza, ha iniziato ad aggredirlo anche fisicamente. Dopo ha fatto irruzione nell’agenzia danneggiando il locale. Poi l’intervento dei poliziotti, allertati da una segnalazione. Gli agenti hanno immediatamente  bloccato l’extracomunitario, ancora  in stato di agitazione, e lo hanno tratto  in arresto.

http://www.palermotoday.it/cronaca/piazza-giulio-cesare-furto-arresto.html

 

Perde ai videopoker e tenta di sgozzare il primo italiano che incontra

Venezia 27 dicembre 2013 – Al posto sbagliato nel momento sbagliato. Proprio quando un 40enne albanese stava perdendo tutti i propri soldi alle macchinette, con l’alcol che stava amplificando il suo nervosismo. Uno sguardo e la furia dell’uomo dal videopoker si è spostata su un altro obiettivo: un 52enne di Motta di Livenza che alle 21 del giorno di Santo Stefano era entrato in un bar di Annone Veneto semplicemente con l’intenzione di bere un caffé.

Ne è uscito sanguinante, con un taglio lieve al collo causato da un coltellino multiuso. Il 40enne, infatti, operaio residente poco distante, in un amen si è alzato dalla postazione di gioco iniziando a minacciare il proprio interlocutore di “tagliargli la gola”. Nel mentre proferiva queste parole poco rassicuranti, l’aggressore ha estratto il coltellino da una tasca dei pantaloni appoggiandolo al collo del malcapitato, che nel tentare di divincolarsi da una situazione che diventava col passare dei minuti sempre più pericolosa veniva ferito in modo superficiale.

L’uomo è stato subito soccorso per poi essere accompagnato all’ospedale di San Donà, da cui poco più tardi è stato dimesso con una prognosi di una decina di giorni. I carabinieri della compagnia della città del Lemene sono quindi intervenuti nel locale pubblico, individuando e denunciando per porto abusivo d’arma e lesioni l’aggressore. Il 40enne, infatti, era stato bloccato da un gruppetto di amici in modo che non potesse peggiorare la propria posizione. Mentre quest’ultimo continuava a minacciare l’incolpevole 53enne. A un certo punto poi l’aggressore ha preso il coltello e ha iniziato a ferirsi all’addome, forse preda della disperazione. Portato all’ospedale, ne avrà per circa un mese.

http://www.veneziatoday.it/cronaca/coltello-gola-bar-annone-veneto-26-dicembre-2013.html

 

Fa elemosina: mendicante lo massacra di botte

Dà qualche spicciolo al mendicante e lui lo aggredisce e lo rapina


banditiUn anziano originario di Mugnano del Cardinale è stato aggredito brutalmente da un mendicante che è fuggito con il portafoglio dell’uomo. l’episodio è accaduto nel weekend a Treviso. Una donna straniera, passando per caso, ha notato il corpo a terra. Dal volto tumefatto dell’anziano non ci ha messo molto a immaginare che si trattava di un’aggressione. E ha subito chiamato i carabinieri.
Un brutale e selvaggio pestaggio, con la scusa dell’elemosina. È stata la stessa vittima, il pensionato 86enne Pasquale Bianco, ex dirigente dell’Ufficio Iva, a raccontare ai militari che cosa era accaduto. L’uomo, che abita in via dei Dall’Oro, a poca distanza dal luogo dell’aggressione, verso le 18,30 stava tranquillamente passeggiando. Due passi, come ogni sera, vicino casa. A un certo punto è stato avvicinato da uno sconosciuto. La via in quel momento era deserta. Quell’uomo, apparentemente sui cinquant’anni, corpulento e con accento straniero, gli si è accostato supplicandolo di dargli qualche spicciolo. Bianco, persona affabile, nota per la sua generosità, non ha esitato ad accontentarlo. L’altro ha agito in maniera fulminea. Ha sferrato un pugno a quell’uomo esile che lo stava aiutando, facendolo volare a terra. Poi, impossessatosi del suo portafoglio, con dentro un centinaio di euro, è fuggito. Nessuno ha assistito alla violenza. Via Castelmenardo, nel cuore storico della città, è del resto poco frequentata per via di un cantiere aperto per lavori a un edificio. Insomma il posto ideale per un malintenzionato che facilmente può balzare addosso ad una persona anziana e indifesa. Tanto più sotto le mentite spoglie di un accattone con la mano tesa. Il pensionato è stato trasportato all’ospedale. Scioccato per l’accaduto, lamentava forti dolori ad una gamba: gli esami hanno accertato la frattura del femore. La notizia dell’aggressione all’anziano si è subito sparsa per tutto il “quadrato” di piazza d’Annunzio, sollevando indignazione e tanta paura.

http://www.irpinianews.it/Cronaca/news/?news=125157

Un’altra villa per i rom – La Prealpina

Un'altra villa per i rom
La Prealpina
Nonostante tutte le buone intenzioni, il problema delle occupazioni abusive dei rom continua: certo, sono lontani i tempi in cui centinaia di clandestini affollavano i capannoni del vecchio Cotonificio Cantoni. ma il problema delle occupazioni abusive

Jesolo: bagnanti organizzano ronde in spiaggia, troppi furti compiuti da immigrati

VENEZIA 24 luglio 2013 – Allarme furti sotto l’ombrellone sulla spiaggia di Jesolo (Venezia). La denuncia arriva da un gruppo di turisti della provincia di Treviso, con il posto spiaggia compreso tra piazza Mazzini e piazza Aurora. Nell’ultima settimana hanno subìto già 3 furti, tanto da doversi organizzare con un loro servizio di vigilanza: un gruppo di genitori va in acqua con i figli e un altro rimane a “controllare” tra gli ombrelloni. Anche perché per vedersi sparire borsa, portafoglio o marsupio basta davvero poco: un attimo di distrazione o appunto il classico tuffo in mare. «Così, vista la situazione – spiegano i turisti – ci siamo organizzati in questo modo: mentre il gruppo va in mare, un genitore a turno rimane tra gli ombrelloni. Certo, questo non è il modo migliore per vivere la vacanza, ma è sempre meglio che ritrovarsi senza portafoglio».

I furti tra ombrelloni e lettini avverrebbero soprattutto nel tardo pomeriggio, quando i primi bagnanti iniziano a lasciare la spiaggia: «Perché così i ladri possono muoversi con più agilità tra i lettini – dicono alcuni dei villeggianti – Nel nostro piccolo abbiamo sorpreso un paio di ragazzi a rovistare tra le borse: di fronte alle nostre urla si sono dileguati in tutta fretta. Con molta probabilità si tratta di nordafricani, in alcuni casi sono gli stessi che fanno i venditori ambulanti. Di certo, secondo la nostra esperienza, la situazione in città è peggiorata rispetto agli anni passati: i furti in spiaggia sono aumentati notevolmente. Per evitare queste situazione l’alternativa è quella di andare a casa già dopo le 18». Eppure la vigilanza a Jesolo non manca non solo da parte delle forze dell’ordine, ma anche con la presenza costante dei bagnini e degli steward: «Questi ultimi però possono solo fare attività informativa e allontanare i venditori ambulanti – concludono i turisti – e spesso quando camminano in un lato sul lato opposto del consorzio ci sono i venditori abusivi. Secondo noi il Comune ed i vari responsabili della spiaggia, devono pensare ad una vigilanza più concreta».

http://www.gazzettino.it/nordest/venezia/furti_sotto_ombrellone_a_jesolo_i_turisti_organizzano_ronde_in_spiaggia/notizie/307995.shtml

Dovrebbe trattarsi delle stesse spiagge in cui si è tentato di evitare di assumere donne nella sicurezza per non urtare la sensibilità degli abusivi islamici, poco inclini a farsi rimproverare da donne.

Legata mani e piedi: chiusa in cucina e rapinata

«Mi hanno legato mani e piedi, poi mi hanno chiusa in cucina. Poco dopo mi ha liberato un cliente. Sarà durato tutto tre minuti».
Tre minuti di terrore. Lei, Lorella, madre del giovane titolare del Caffè B e B di via Canturina 47, non può certo dimenticare quella terribile aggressione, avvenuta nelle prime ore della giornata di giovedì. I due uomini con il passamontagna, l’aggressione, il nastro adesivo a polsi e caviglie. E poi le sue grida d’aiuto e, per fortuna, l’intervento del cliente.
Incubo di prima mattina
Il suo incubo è iniziato attorno alle 6. Lorella, che di professione parrucchiera, dà saltuariamente una mano al figlio, aveva aperto il bar ed era andata in cucina. «Stavo iniziando a scaldare le brioches – ha spiegato – quando sono arrivate queste due persone. Avevano il volto coperto da un passamontagna e mi hanno presa. Mi hanno legato mani e piedi e poi mi hanno chiuso dentro in cucina».
I due rapinatori, quindi, si sono dedicati al cambiamonete, che conteneva circa un migliaio di euro.
Ma alla fine sono scappati di corsa: «Non parlavano in italiano, Quasi certamente erano nordafricani – racconta ancora Lorella – Rinchiusa nello sgabuzzino, ho iniziato a urlare e a chiedere aiuto».
Le grida della donna sono state sentite da un cliente che, entrato nel bar vuoto, ha seguito le urla e ha aperto la porta della cucina.
«Mi ha liberato. Tutto sarà durato al massimo tre minuti». Pochi minuti che, però, alla sfortunata sono sembrati davvero interminabili. Subito dopo è stata chiamata la polizia e in via Canturina sono arrivati gli agenti delle Volanti. «Non sono stata picchiata, per fortuna. Ma lo spavento…».
Già subìto un furto a giugno
Alla fine i due banditi, nel breve tempo della loro azione, sono riusciti a portare via solo il cambiamonete. Nessuno sarebbe riuscito a vedere dove i due siano scappati e con che mezzo.
«Purtroppo – conclude la donna – non è il primo episodio di questo genere. Solo un mese fa erano entrati di notte per portare via le macchinette».
In effetti, lo scorso 10 giugno attorno alle 4 è scattato l’allarme del bar. Dalla centrale operativa dell’istituto Sicuritalia sono poi arrivati i vigilantes assieme agli agenti della squadra volante della Polizia. I ladri erano riusciti a rubare i soldi all’interno di tre videopoker e del cambiamonete,:
L’allarme era scattato probabilmente in ritardo, con i ladri che erano riusciti, in quella occasione, a utilizzare un particolare nastro che aveva reso “cieco” il sistema d’allarme.

http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/camerlata-rapina-e-paura-al-bar-mi-hanno-legato-mani-e-piedi_1014973_11/

Zingaro pesta mamma e neonato al parco

Legnano – Una mamma e il suo bimbo di appena un anno sono finiti in ospedale. Lei se l’è cavata con una serie di ematomi in diverse parti del corpo, il piccolo invece pare abbia ricevuto una botta in testa. La dinamica di quanto avvenuto nel primo pomeriggio di sabato 15 giugno nei giardinetti di corso Italia sarà chiarita dagli agenti del Commissariato di polizia di via Gilardelli. Per ora, di certo c’è solo che una donna rom è stata aggredita da un uomo della stessa etnia, e che durante il litigio anche il piccolo che teneva in braccio abbia subito dei traumi.

http://www.prealpina.it/notizie/alto-milanese/2013/6/15/picchia-mamma-e-neonato/2434417/55/

Nuovi Kabobo: africano rapina 5 persone armato di coltellaccio, donna ferita gravemente

Riccione, giugno 2013 – Notte di terrore a Riccione, dove un magrebino armato di un coltellaccio da cucina ha rapinato cinque persone in un’ora, ferendo una giovane donna che aveva tentato di salvare la sua borsa. Le vittime lo descrivono come un giovane ‘fuori di testa’, forse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Quel che è certo è che ha seminato la paura al punto che i carabinieri hanno chiesto ad alcuni hotel della zona di bloccare le porte automatiche.
LA PRIMA vittima è una ragazza romena, di 26 anni. E’ mezzanotte e mezza, lei e un amico stanno chiacchierando in via Panoramica, nei pressi della stazione, quando la loro attenzione viene attirata dal campanello di una bicicletta. Non fanno quasi in tempo a realizzare che il ‘ciclista’ arriva loro quasi addosso e afferra la borsa della giovane. Lei cerca di resistere con l’aiuto del connazionale, ma improvvisamente nella mano dello sconosciuto si materializza un grosso coltello da cucina. Glielo spiana in faccia, e a quel punto i due rinunciano a lottare e consegnano la borsa. Parte l’allarme al 112, le vittime parlano di un magrebino, sui 20-30 anni, alto circa 1,80. Ma lui ha già individuato la seconda vittima. E’ l’1,10 e si è già spostato in viale Ceccarini, dove sta ‘puntando’ un’altra donna. E’ un ucraina, di 34 anni, che reagisce con violenza quando quello cerca di strapparle la borsa. Un attimo dopo ha un coltello puntato sulla pancia. Ma lei ancora non si arrende, tenta di afferrare l’arma e lui le taglia una mano (25 giorni di prognosi). Sanguinante e spaventata a morte, è costretta a consegnare al rapinatore borsa, anelli e orecchini.

I CARABINIERI sono già in caccia, ma ‘il pazzo in bicicletta’, all’1,25 è in azione per la terza volta, e sempre in viale Ceccarini. La fortuna è dalla sua, non c’è nessuno quando incrocia due 27enni palermitani, un ragazzo e una ragazza in vacanza che stanno passeggiando nel ‘salotto’. Stessa scena delle precedenti, la bicicletta si para loro di fronte, di nuovo il coltello a pochi centimetri dalla faccia, e oltre alla borsa di lei, il magrebino si porta via anche il portafoglio di lui. Ma nonostante le sirene del 112 stiano ora attraversando la città, lui non è ancora ‘sazio’, come se fosse in preda a un delirio.

All’1,40 è in viale Vespucci, nella zona delle Terme, quasi a ridosso delle giostre. Ha visto una ragazza da sola, una 21enne di Montefiore, che sta aprendo l’auto. Le arriva addosso sventolando il grosso coltello, ma quella comincia a urlare con tutte le sue forze. A salvarla è un 23enne di Castrocaro che sta passando con la sua macchina e vede alla scena. Senza nemmeno pensarci, il giovane punta con l’auto contro il magrebino, cercando di schiacciarlo contro la macchina della ragazza. L’altro però è svelto come un serpente, scuscia via e scompare pedalando come in un film dell’orrore.
IERI mattina, i carabinieri stavano ancora battendo le colonie abbandonate, passando al pettine fitto quelle tra Riccione e Misano dove probabilmente si nasconde il rapinatore folle. Fino a ieri sera però di lui non si era ancora trovata traccia, così come della bicicletta e del coltello. La paura più grande è che aspetti la notte e torni a colpire di nuovo.

http://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/provincia/2013/06/01/897520-armato_coltello_terrorizza_riccione_rapine_donna_ospedale.shtml

Tutto normale, è l’Italia multitenica. Da evidenziare il gesto coraggioso del giovane italiano di soli 23 anni che ha salvato una sconosciuta: i media nazionali non ne parleranno, sono troppo impegnati a descrivere i maschi italiani come cattivi e violenti.

Treviso: 78enne pesta rapinatori, un viado brasiliano e il suo “amico” xenofilo

Nuovo episodio di violenza in pieno giorno a San Zeno, tra via Dandolo e il Terraglio. Un settantottenne è stato aggredito da due malviventi a scopo di rapina. Ma non si è fatto prendere dal panico e ha reagito assestando due pugni. In quel momento stava anche passando una pattuglia delle Volanti della questura che, grazie anche all’aiuto di un passante, è riuscita a mettere le manette ai polsi dei due aggressori: si tratta di Luca Michielan, pregiudicato di 34 anni,e di un viado brasiliano di 38 anni. La vittima è il pensionato Rino Bettiol, che non ci ha pensato due volte a difendersi: «Pensavo fosse una semplice coppietta, non certo una coppia di rapinatori. Non ho avuto paura ad affrontarli, ad uno ho dato un cazzotto, l’unica cosa da fare di questi tempi».
Erano le 14.30 circa quando Bettiol ha parcheggiato la sua automobile sotto il cavalcavia della stazione, a San Zeno. L’uomo aveva raggiunto l’abitazione di un amico tra via Dandolo e via Terraglio, dove doveva fare alcuni lavoretti in giardino. In quel momento è scattato l’agguato: Il trevigiano e il brasiliano avevano notato il portafogli del pensionato che usciva dalla tasca. A questo punto l’hanno assalito, pensando si trattasse di un colpo facile. La realtà è stata però ben diversa.
La vittima della rapina si è infatti divincolato dalla presa e con un pugno all’uomo ed un secondo fendente al transessuale, che aveva inutilmente cercato di sfilare il portafogli dalle tasche del malcapitato, li ha messi a terra. I due rapinatori sono stati quindi costretti alla fuga, per poi essere bloccati dalla polizia nei pressi del cavalcavia, tra via Dandolo ed il Terraglio. Ad avvertire una volante che si trovava in zona di quanto era accaduto poco prima è stato un passante. Per entrambi è scattato l’arresto con l’accusa di tentata rapina aggravata.
Per il pensionato si è invece trattato solamente di un grande spavento, affrontato però con grande prontezza di spirito. «Pensavo fosse una semplice coppietta, non certo una coppia di rapinatori», ha spiegato poi Rino Bettiol, «non ho avuto paura ad affrontarli, ad uno ho dato un cazzotto, l’unica cosa da fare di questi tempi».
Il quartiere di San Zeno torna quindi al centro della cronaca e l’arresto di ieri dimostra come la polizia stia presidiando il territorio a caccia di qualsiasi indizio utile a ricostruire l’identità del mistrioso piromane che sta tenendo sotto scacco San Zeno da metà marzo, da quando andò a fuoco la prima auto, quella di un agente di commercio parcheggiata in via Rizzi. Da allora è stata un’escalation: altre quattro vetture sono state distrutte dalle fiamme dolose insieme a un cassonetto delle immondizie e, ultima in ordine di tempo, alla cabina telefonica tra via Bregno e via Palladio. L’ipotesi che si tratti della stessa mano è sostenuta dal fatto che la tecnica è identica: un sacchetto di rifiuti incendiato sistemato sotto la vettura alla scopo di scatenare il rogo. Il moltiplicarsi degli episodi ha indirizzato le indagini verso un piromane con le caratteristiche della serialità. A rendere complicata la ricerca è l’assenza di immagini dal momento che nel quartiere, come denunciato dai residenti, non ci sono videocamere.
Quelle telecamere annunciate all’indomani dello stupro di via Dandolo: in quel caso c’erano le immagini e si rivelarono preziosissime per incastrare il colombiano Zuluaga. La restante parte del quartiere risulta però scoperta.

http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/05/16/news/a-78-anni-pesta-e-fa-arrestare-i-rapinatori-1.7078872