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Immigrato a caccia di italiani, con la spranga: “Vi voglio ammazzare tutti”

GENOVA – L’area pedonale di via Rolando come la periferia nord di Milano. Se lì a colpire all’impazzata con un piccone gli ignari passanti fu il tristemente noto Mada Kabobo, un clandestino ghanese; a Sampierdarena ad aggredire chiunque gli passasse davanti con una mazza e con lo sguardo vitreo è stato Jhon Fernando Ordonez, un ecuadoriano, anche lui irregolare sul territorio italiano, anche lui spinto solo dalla follia.

Quando è stato fermato l’immigrato ha gridato confuso quello che tutti avevano già capito: «Lasciatemi stare, sono pericoloso, voglio ammazzare tutti». Secondo i poliziotti, accorsi in via Rolando per bloccare l’uomo, se non ci sono stati né vittime, né feriti gravi lo si deve solo al caso. «È andata bene – hanno detto gli agenti -perchè lo straniero impugnava una spranga di alluminio, un metallo leggero, e non un pesante piccone come aveva fatto invece il folle di Milano».
L’allarme per il raid di via Rolando ieri mattina è stato lanciato da alcune telefonate giunte al centralino di polizia e carabinieri attorno alle 10.30. «C’è uno straniero impazzito che aggredisce chiunque incontri sul marciapiede. Fate presto, bloccatelo, è armato di una spranga e può uccidere, si comporta come quel pazzo che ha ucciso tre persone a Milano…».
La centrale operativa della questura invia subito sul posto tre pattuglie di agenti in servizio fra Sampierdarena e le vie della bassa Valpolcevera. La prima volante che giunge sul posto è la Di Negro. La scena che gli agenti si trovano davanti fra via Rolando e via Fillak è da film dell’orrore. I passanti hanno la paura stampata sul volto e indicano sotto choc ai poliziotti la direzione di fuga del folle armato di spranga. Fra di loro anche il tunisino ferito alla schiena, che dice solo: «appena mi ha visto mi ha colpito con quella spranga piegata in due che stringeva in pugno».
Stando alle prime testimonianze, l’ecuadoriano quando si è accorto che il pezzo di alluminio usato come arma non era abbastanza robusto lo ha piegato in due per raddoppiare l’effetto. Poi ha proseguito il raid farfugliando parole minacciose all’indirizzo di tutti quelli che incrociava. Fra le persone incontrate e minacciate anche un genovese abitante da quelle parti, Riccardo N., che ha raccontato il suo drammatico faccia a faccia con il folle latinos: «Mi ha guardato fisso negli occhi, pensavo volesse uccidermi, per fortuna sono riuscito a scappare».
Determinante per bloccare l’ecuadoriano risulterà la dettagliata descrizione fornita dal primo testimone che ha telefonato alla centrale operativa del 113. «Quello straniero indossa una maglia grigia con cappuccio e pantaloncini corti».

Gli agenti così quando hanno incrociato il sudamericano che camminava a passi veloci e con lo sguardo perso nel vuoto all’inizio di via Fillak non hanno faticato a riconoscerlo: lo hanno bloccano, dichiarato in arresto. La spranga stata trovata poco più in là e sequestrata. Lui, urlando come un invasato, ha detto: «Lasciatemi stare, sono pericoloso, voglio ammazzare tutti!».

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Nuovi Kabobo: africano rapina 5 persone armato di coltellaccio, donna ferita gravemente

Riccione, giugno 2013 – Notte di terrore a Riccione, dove un magrebino armato di un coltellaccio da cucina ha rapinato cinque persone in un’ora, ferendo una giovane donna che aveva tentato di salvare la sua borsa. Le vittime lo descrivono come un giovane ‘fuori di testa’, forse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Quel che è certo è che ha seminato la paura al punto che i carabinieri hanno chiesto ad alcuni hotel della zona di bloccare le porte automatiche.
LA PRIMA vittima è una ragazza romena, di 26 anni. E’ mezzanotte e mezza, lei e un amico stanno chiacchierando in via Panoramica, nei pressi della stazione, quando la loro attenzione viene attirata dal campanello di una bicicletta. Non fanno quasi in tempo a realizzare che il ‘ciclista’ arriva loro quasi addosso e afferra la borsa della giovane. Lei cerca di resistere con l’aiuto del connazionale, ma improvvisamente nella mano dello sconosciuto si materializza un grosso coltello da cucina. Glielo spiana in faccia, e a quel punto i due rinunciano a lottare e consegnano la borsa. Parte l’allarme al 112, le vittime parlano di un magrebino, sui 20-30 anni, alto circa 1,80. Ma lui ha già individuato la seconda vittima. E’ l’1,10 e si è già spostato in viale Ceccarini, dove sta ‘puntando’ un’altra donna. E’ un ucraina, di 34 anni, che reagisce con violenza quando quello cerca di strapparle la borsa. Un attimo dopo ha un coltello puntato sulla pancia. Ma lei ancora non si arrende, tenta di afferrare l’arma e lui le taglia una mano (25 giorni di prognosi). Sanguinante e spaventata a morte, è costretta a consegnare al rapinatore borsa, anelli e orecchini.

I CARABINIERI sono già in caccia, ma ‘il pazzo in bicicletta’, all’1,25 è in azione per la terza volta, e sempre in viale Ceccarini. La fortuna è dalla sua, non c’è nessuno quando incrocia due 27enni palermitani, un ragazzo e una ragazza in vacanza che stanno passeggiando nel ‘salotto’. Stessa scena delle precedenti, la bicicletta si para loro di fronte, di nuovo il coltello a pochi centimetri dalla faccia, e oltre alla borsa di lei, il magrebino si porta via anche il portafoglio di lui. Ma nonostante le sirene del 112 stiano ora attraversando la città, lui non è ancora ‘sazio’, come se fosse in preda a un delirio.

All’1,40 è in viale Vespucci, nella zona delle Terme, quasi a ridosso delle giostre. Ha visto una ragazza da sola, una 21enne di Montefiore, che sta aprendo l’auto. Le arriva addosso sventolando il grosso coltello, ma quella comincia a urlare con tutte le sue forze. A salvarla è un 23enne di Castrocaro che sta passando con la sua macchina e vede alla scena. Senza nemmeno pensarci, il giovane punta con l’auto contro il magrebino, cercando di schiacciarlo contro la macchina della ragazza. L’altro però è svelto come un serpente, scuscia via e scompare pedalando come in un film dell’orrore.
IERI mattina, i carabinieri stavano ancora battendo le colonie abbandonate, passando al pettine fitto quelle tra Riccione e Misano dove probabilmente si nasconde il rapinatore folle. Fino a ieri sera però di lui non si era ancora trovata traccia, così come della bicicletta e del coltello. La paura più grande è che aspetti la notte e torni a colpire di nuovo.

http://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/provincia/2013/06/01/897520-armato_coltello_terrorizza_riccione_rapine_donna_ospedale.shtml

Tutto normale, è l’Italia multitenica. Da evidenziare il gesto coraggioso del giovane italiano di soli 23 anni che ha salvato una sconosciuta: i media nazionali non ne parleranno, sono troppo impegnati a descrivere i maschi italiani come cattivi e violenti.

Coppie miste: faida per la donna albanese

Pazzo di gelosia, spara al rivale in amore
Corriere della Sera
Gilles Martini, un 29enne di Pieve Porto Morone, piccolo centro del Pavese, è stato arrestato dai carabinieri di Stradella con l’accusa di tentato omicidio: sabato sera è entrato nella casa della sua fiamma, una giovane albanese di 22 anni. La donna
Ferisce rivale in amore, arrestatoANSA.it
Pavia: si introduce a casa della ex e spara al rivale, arrestatoLiberoQuotidiano.it
Pavia – Spara al rivale in amore. ArrestatoMilano.OggiNotizie.it

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