Brescia 03 febbraio 2014 – Un uomo di 65 anni di origini albanesi è accusato di aver molestato ripetutamente una ragazzina, a due passi dal centro città, nel tardo pomeriggio di venerdì. Fermato da alcuni passanti, e accompagnato poi in caserma, è stato rilasciato perché incensurato: della vittima, invece, non si hanno avuto più notizie. Un venerdì piovoso, come tanti. E l’uomo che si avvicina alla ragazza, ancora minorenne, si spinge un po’ troppo in là, tanto da attirare l’attenzione dei passanti. Una molestia pesante, con la giovanissima che scoppia in lacrime, e si allontana sul primo autobus in arrivo, alla fermata di Via Ugoni. Fermato da due persone, l’uomo è stato dunque accompagnato in caserma, dove è stato interrogato e denunciato.
Doppia operazione per questura e polizia municipale di Pisa nei campi rom alle porte della città.
I controlli hanno riguardato un insediamento di via Aurelia Sud, a due passi dalla nascente Ikea, dove sono stati rintracciati 23 cittadini rumeni, tutti muniti di carta di identità del paese esteuropeo, di cui 11 donne, 10 uomini e 2 minori. Dodici persone hanno precedenti penali per reati contro il patrimonio. Sono in corso accertamenti in merito ad un allacciamento abusivo alla rete elettrica, fatto per il quale sono state indagate alcune persone per furto aggravato.
Altro insediamento è stato controllato in via Viaccia. All’interno di un fatiscente caseggiato diroccato c’erano sei baracche addossate ai muri, in parte composte anche da tende. È stata accertata la presenza di 17 cittadini rumeni di cui sei maschi, quattro donne e 7 minori. Dodici di queste persone sono risultate avere precedenti penali per reati contro il patrimonio, tra cui una donna agli arresti domiciliari nella baracca dove dimorava.
Dà qualche spicciolo al mendicante e lui lo aggredisce e lo rapina
Un anziano originario di Mugnano del Cardinale è stato aggredito brutalmente da un mendicante che è fuggito con il portafoglio dell’uomo. l’episodio è accaduto nel weekend a Treviso. Una donna straniera, passando per caso, ha notato il corpo a terra. Dal volto tumefatto dell’anziano non ci ha messo molto a immaginare che si trattava di un’aggressione. E ha subito chiamato i carabinieri.
Un brutale e selvaggio pestaggio, con la scusa dell’elemosina. È stata la stessa vittima, il pensionato 86enne Pasquale Bianco, ex dirigente dell’Ufficio Iva, a raccontare ai militari che cosa era accaduto. L’uomo, che abita in via dei Dall’Oro, a poca distanza dal luogo dell’aggressione, verso le 18,30 stava tranquillamente passeggiando. Due passi, come ogni sera, vicino casa. A un certo punto è stato avvicinato da uno sconosciuto. La via in quel momento era deserta. Quell’uomo, apparentemente sui cinquant’anni, corpulento e con accento straniero, gli si è accostato supplicandolo di dargli qualche spicciolo. Bianco, persona affabile, nota per la sua generosità, non ha esitato ad accontentarlo. L’altro ha agito in maniera fulminea. Ha sferrato un pugno a quell’uomo esile che lo stava aiutando, facendolo volare a terra. Poi, impossessatosi del suo portafoglio, con dentro un centinaio di euro, è fuggito. Nessuno ha assistito alla violenza. Via Castelmenardo, nel cuore storico della città, è del resto poco frequentata per via di un cantiere aperto per lavori a un edificio. Insomma il posto ideale per un malintenzionato che facilmente può balzare addosso ad una persona anziana e indifesa. Tanto più sotto le mentite spoglie di un accattone con la mano tesa. Il pensionato è stato trasportato all’ospedale. Scioccato per l’accaduto, lamentava forti dolori ad una gamba: gli esami hanno accertato la frattura del femore. La notizia dell’aggressione all’anziano si è subito sparsa per tutto il “quadrato” di piazza d’Annunzio, sollevando indignazione e tanta paura.
Ancona, 26 luglio 2013 – AGGREDITA sul portone di casa sua in corso Mazzini, in pieno giorno. E’ accaduto mercoledì mattina a Fabiola Zolotti, impiegata, mentre stava rientrando nella sua abitazione dopo aver parcheggiato la sua Toyota Yaris in via Padre Guido, a due passi dalla mensa dei poveri. Un colpo alla testa, uno sputo in faccia. Il tutto davanti ad Antonella Bartozzi, titolare del negozio sull’altro lato della strada.
E’ solo l’ennesimo episodio di cui si rendono protagonisti alcuni frequentatori della mensa.
«Erano circa le 11,30 e stavo rientrando a casa in auto — racconta Fabiola Zolotti —. Purtroppo non trovando posto a volte sono costretta a parcheggiare l’auto vicino a casa, ma ho il permesso di transito in corso Mazzini. Dunque ho cercato e trovato posto in via Padre Guido, che percorro sempre a passo d’uomo. Non ero ancora scesa dall’auto che quest’uomo dall’accento dell’est si è avvicinato al finestrino e mi ha detto: ‘Hai visto cosa mi hai fatto? Mi hai colpito al braccio’. Sono espedienti, episodi che si verificano spesso in quella zona. Io ho cercato di sminuire la cosa, gli ho risposto: Sta tranquillo, non è successo niente, vai a pranzo. Quindi mi sono avviata verso casa pensando di aver risolto la cosa, ma lui dopo pochi secondi mi ha seguito, e quando sono entrata nel portone lui lo ha trattenuto e mi ha detto: ‘Ehi tu, non mi hai sentito?’ e ha ricominciato con quella storia. Gli ho detto che se ne doveva andare e che avrei chiamato la polizia. A quel punto mi ha detto: ‘No chiamo io la polizia’, invece mi ha colpito alla testa e mentre cercavo di spingerlo all’esterno del portone mi ha sputato in faccia».
CONFERMA tutto Antonella Bartozzi, testimone dell’episodio di violenza: «Mi trovavo fuori dal negozio e stavo parlando con un’amica. Quel tizio lo conosco di vista perché lo vedo passare tutti i giorni e guardavo verso Fabiola perché mi chiedevo cosa stesse facendo. Poi ho visto che l’ha seguita, e stavo andando anch’io verso di lei per capire meglio cosa stava accadendo, quando ho visto che l’ha colpita e le ha sputato. Già in passato abbiamo raccolto delle firme per fare spostare la mensa da qui, c’è già una struttura preposta e pronta. Sono episodi inqualificabili, che penalizzano il centro storico, i suoi abitanti, i suoi frequentatori».
Così conclude Fabiola Zolotti: «Se la struttura della mensa fosse adeguata magari questi episodi non si verificherebbero. Il problema si crea perché queste persone stazionano lì davanti sin dalle 11, finché non mangiano, perché dentro non c’è lo spazio per accoglierle».
ROMA, 17 GIU – L’hanno aggredita e pestata in un campo, a due passi da un supermercato di via Laurentina. La sua colpa era quella di essere rimasta incinta di un altro uomo. Cosi’ il suo ex fidanzato ed un complice, entrambi bulgari di 26 e 28 anni, volevano fargliela pagare e l’hanno picchiata per farla abortire. La vittima e’ una ragazza di 23 anni, anche lei bulgara, salvata dall’intervento di un maresciallo dei carabinieri libero dal servizio subito intervenuto per aiutare la ragazza.
MIRANDOLA. Malmenato e ridotto con il volto tumefatto da due nomadi, evasi dagli arresti domiciliari, che l’hanno assalito per vendicarsi di una denuncia risalente a cinque anni prima.
Vittima di un inquietante episodio che poteva trasformarsi in tragedia Andrea Fabbri, 51 anni, residente a San Martino Spino, in via Doschi Nuovi, 21, a due passi dalla casa dove i nomadi vivono da alcuni anni.
Lunedì, poco dopo le 21, Fabbri, che vive da solo in una porzione di casa ripristinata dopo il terremoto, si era coricato quando, improvvisamente, ha sentito un rumore provenire dalla porta d’ingresso. Si è avvicinato alla porta scostandola lievemente e due donne gli si sono parate davanti. In una frazione di secondo, due nomadi appartenenti alla famiglia Cavazza, agli arresti domiciliari presso la loro abitazione, a 200 metri dal civico 21, sono spuntati dal nulla e si sono avventati su Fabbri, picchiandolo ripetutamente.
Gli hanno provocato una seria lesione dell’arcata dell’occhio destro, che ha reso necessari 4 punti di sutura, oltre a lividi ed escoriazioni varie.
«Li ho sentiti arrivare in casa mentre mi ero coricato, ma subito non mi sono allarmato, un po’ per la sonnolenza, un po’ perché il mio cane bastardino non ha abbaiato – spiega Andrea Fabbri, camionista e carrellista all’Apo Fruit di Mirandola, trasferitasi a Bologna dopo il sisma – Prima, ho visto due donne. Poi Luciano Cavazza e un altro uomo, credo fosse Eros, mi sono saltati addosso con una ferocia inaudita. Tutto per vendicarsi di una denuncia che ho sporto contro di loro ai carabinieri cinque anni fa quando mi ricattarono, dicendo: “Se non ci dai il carburante, noi ti bruciamo la casa”. Un episodio di persecuzione fra i tanti perpetrati da questi nomadi. La mia vita è diventata impossibile da quando si sono trasferiti vicino a me: richieste di denaro assillanti, minacce da cui ho sempre cercato di difendermi, ripetute richieste di carburante».
A Fabbri, medicato al Pronto Soccorso di Mirandola, il personale sanitario ha prescritto una prognosi di otto giorni. I carabinieri sono intervenuti immediatamente, andando a prelevare i due nomadi, arrestati per evasione dagli arresti domiciliari. Erano infatti freschi di caserma per avere commesso una rapina in abitazione nel reggiano e il giudice aveva assegnato loro l’obbligo di restare a casa. Dove invece hanno meditato e commesso la vendetta.
Venezia 21 magg 2013 – Sfruttavano il capolinea degli autobus di San Donà per spacciare droga ai giovani del paese, con questa accusa è stato arrestato un 29enne nigeriano e fermato un suo connazionale. La coppia era tenuta d’occhio da tempo dai carabinieri del nucleo radiomobile e venerdì scorso i militari hanno finalmente avuto l’occasione di far scattare le manette.
NEL SELLINO DELLA BICI – Gli uomini dell’Arma da circa un mese tenevano sotto controllo piazza IV Novembre, dove si trova la stazione dei mezzi pubblici. Proprio a due passi dal capolinea, infatti, “clienti” e spacciatori erano soliti darsi appuntamento per gli scambi. La sorveglianza dei carabinieri si è concentrata su un giovane straniero, soprannominato “Markus”, sospettato di essere uno dei principali pusher del luogo. I militari l’hanno seguito mentre, in bicicletta, raggiungeva un altro straniero. Gli uomini dell’Arma hanno quindi fermato i due e li hanno perquisiti, scoprendo sotto la sella della bici di “Markus” un calzino contenente 18 dosi di marijuana, confezionate in involucri di cellophane e pronte per essere vendute. Inoltre, all’interno dell’ombrello del nigeriano, è stato trovato un ulteriore involucro di cellophane contenente una quantità più elevata della stessa sostanza. A quel punto i carabinieri hanno deciso di controllare anche l’appartamento dello spacciatore.
IN FUGA – In casa del nordafricano gli uomini della radiomobile hanno infatti trovato quattro grossi involucri di marijuana nascosti sotto al materasso. I militari hanno deciso di passare al setaccio anche la stanza del coinquilino, anche lui visto spesso in piazza IV Novembre e in quel momento non presente in casa. Sono stati quindi trovati, all’interno di una busta per la spesa, due grossi involucri contenenti un chilogrammo e mezzo di marijuana compressa, pronta per essere suddivisa in dosi minori. Il coinquilino, connazionale e coetaneo del pusher fermato in piazza, era però sparito, forse proprio vedendo che in casa stavano arrivando i carabinieri. I militari, sospettando che avesse cercato di fuggire in treno, hanno quindi allertato i colleghi di Venezia, che sono infatti riusciti a fermarlo alla stazione di Mestre. Entrambi gli stranieri sono ora nella casa circondariale di Venezia, come disposto dal pm di turno che ha richiesto e ottenuto la convalida dei provvedimenti restrittivi durante l’udienza che ha avuto luogo lunedì nelle aule del Tribunale di Mestre.
Bomba ecologica a Fertilia, diossine cancerogene nel campo rom La Nuova Sardegna ALGHERO. La popolazione rom ospite del campo nomadi dell'Arenosu, a due passi da Fertilia, vive in un'area altamente inquinata, con concentrazioni di sostanze cancerogene riscontrate sul terreno che vanno ben oltre la tollerabilità consentita dalla legge.
Ha provato a fuggire all’interno del Penny market del Soccorso, ma è stato raggiunto dal suo inseguitore e colpito alla testa con un grosso machete. L’incredibile episodio di violenza è accaduto stamani intorno alle 11 a due passi dalla chiesa del Soccorso, affollata da persone che stavano uscendo dalla messa. Sul posto è intervenuto il 118 con un mezzo della Pubblica Assistenza che ha soccorso il ferito, un magrebino. L’uomo, 25 anni, aveva una profonda ferita alla testa ed è stato portato al pronto soccorso in codice rosso. Dal 118 fanno comunque sapere che non ha riportato gravi lesioni. Sono intervenute anche le pattuglie dei carabinieri. Anche il feritore sarebbe un nordafricano. “E’ stata una scena orribile – è il racconto di una donna, presente all’interno del supermercato nel momento dell’aggressione – stavo pagando alla cassa quando un uomo è entrato correndo nei locali ed è stato subito raggiunto da un altro che lo ha colpito con un machete. E’ stato un episodio incredibile, mi è venuto da piangere. Ho temuto per il peggio”. Cassieri e responsabili del Penny Market che hanno dato l’allarme alle forze dell’ordine hanno ricevuto il comando della direzione di non rilasciare interviste, ma nei loro occhi era evidente lo stato di agitazione per quanto successo. Altri clienti invece si sono voluti sfogare per gli episodi di cronaca che stanno caratterizzando la zona. “Vengo a fare la spesa qui solo quando sono costretto – spiega un anziano – Il piazzale è frequentato da brutta gente e ho sempre paura che mi possano derubare da un momento all’altro. Quello di questa mattina è solo l’ultimo di una serie di episodi di violenza”. Un’altra donna rincara la dose: “La situazione è al limite – dice – abito di fronte al Penny Market e mi sono venuti a rubare in casa già tre volte. Servirebbero più passaggi delle forze dell’ordine e più controlli. Tanto qui tutti sanno chi sono i protagonisti di questi episodi”.