Tag: violento

Cinese disoccupato pesta moglie a sangue: la insegue con la mannaia

Ha picchiato la moglie a calci e pugni, l’ha colpita con una bottiglia alla testa e infine ha impugnato una mannaia. Protagonista è un cinese di 50 anni, arrestato dai carabinieri, a Milano, per maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie di 43 anni e dei figli di 16 e 19.

È stata la 16enne a chiamare domenica pomeriggio i militari, permettendo così di bloccare il padre prima che potesse utilizzare l’arma. La donna è stata trasportata in ospedale con una prognosi di 10 giorni per un politrauma.

Ai carabinieri ha raccontato di essere sposata da 25 anni e di essere in Italia da 10. Ha spiegato inoltre che marito era falegname ma da quando ha perso il lavoro tre anni fa, non potendo sostenere la famiglia né gli studi dei figli, è diventato violento e forte bevitore. Domenica, l’ultimo episodio: la 43enne è tornata a casa dopo il turno da cameriera ed è stata aggredita dal coniuge ubriaco.

Il figlio maggiore ha provato invano a bloccarlo ma è stato necessario l’intervento dei militari.

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Due carabinieri aggrediti da un tunisino violento: arrestato – CorrierediRagusa.it


Telenova Ragusa

Due carabinieri aggrediti da un tunisino violento: arrestato
CorrierediRagusa.it
Aggredisce due carabinieri in caserma, procurando lesioni ai militari. Una bestiale violenza che ha condotto all'arresto di Maher Jemmali (foto), 26 anni, d'origine tunisina, residente a Scicli, disoccupato, che risponderà davanti al giudice dei reati
Scicli. Tunisino va in escandescenze: prende a calci auto e Ondaiblea (Blog)
Prende a calci transenne e auto in sosta, fermato dai Carabinieri li RagusaNews
SCICLI, PRENDE A CALCI TRANSENNE E AUTO IN SOSTA Telenova Ragusa

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Ucraino perseguita donna: spray urticante sugli occhi e pugni in faccia

Le aveva già spruzzato lo spray urticante sugli occhi. Minacciandola di morte e prendendola a schiaffi e pugni. Erano due settimane fa quando un cittadino di nazionalità ucraina si è presentato sotto la casa in cui ora vive la ex moglie di prima mattina. L’ha bloccata e l’ha aggredita mentre lei si incamminava per raggiungere la fermata dell’autobus. Doveva andare al lavoro. Solo l’intervento della coinquilina della malcapitata, che ha chiamato il 113, ha evitato il peggio.

PUGNI E SCHIAFFI ALLA EX, POI LO SPRAY URTICANTE IN FACCIA

Martedì il secondo round, stavolta proprio a bordo di un autobus Actv della linea 7 diretto a Venezia. L’uomo si è presentato sul pullman verso le 7.30 e una volta messa nel mirino la ex moglie, 37enne sua connazionale, ha iniziato a insultarla davanti a tutti. Minacciandola di morte. La donna è ripiombata nell’incubo che suo malgrado viveva da circa un anno. Da quando cioé aveva deciso di lasciare il coniuge, che spesso era violento e che spesso esagerava con l’alcol.

Da allora sms a ogni ora, pedinamenti e, come riferito, aggressioni fisiche. Oltre alle minacce di morte. Sia in Italia che in Ucraina. Immediato l’allarme lanciato ai carabinieri. A piazzale Roma, all’arrivo del pullman, si sono presentati i militari del nucleo natanti di Venezia, che hanno bloccato lo stalker e lo hanno arrestato. Nelle tasche aveva ancora uno spray al peperoncino, oltre a due coltelli (di cui uno a serramanico) e a un tirapugni artigianale. Tutte armi che non erano mai state tirate fuori a bordo ma che potevano essere utilizzate nel momento in cui la situazione fosse ulteriormente degenerata. L’uomo ora si trova nel carcere di Santa Maria Maggiore accusato di stalking e di porto abusivo d’armi. Nella sua abitazione i militari hanno sequestrato anche una mazza da baseball con attaccati dei chiodi all’estremità attraverso del nastro isolante.

Potrebbe interessarti: http://www.veneziatoday.it/cronaca/arresto-stalking-autobus-actv-piazzale-roma-23-settembre-2013.html

Falconara: calci e pugni ai Carabinieri. Romeno arrestato per … – Vivere Ancona


Vivere Ancona

Falconara: calci e pugni ai Carabinieri. Romeno arrestato per
Vivere Ancona
immagine Infastidisce i clienti di un bar di Falconara Marittima e quando intervengono i Carabinieri, diventa violento dando spintoni, calci e pugni. Lemnaru George, cittadino romeno di 23 anni, è stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico
Infastidisce i clienti di un bar Arrestato per violenzaCorriere Adriatico

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Pestata per anni da immigrato: “E’ tutto ok”

Milano – Per amore, idiozia e per proteggere il figlio di 4 anni, non lo ha mai denunciato ma ieri sera lui, 25enne di Santo Domingo, ha esagerato con le botte e lei, la sua convivente 28enne salvadoregna, ha chiamato la polizia, dall’appartamento di viale Corsica: arrestato per maltrattamenti in famiglia M.C., pregiudicato e con permesso di soggiorno in attesa di rinnovo. Dopo l’ennesima discussione per motivi legati alla convivenza, l’uomo ieri sera attorno alle 20 ha violentemente percosso la convivente che, in lacrime, si è poi rifugiata in camera, dolorante, ha chiamato i soccorsi ed è stata portata in codice verde all’ospedale Policlinico con lividi ovunque e forti dolori al capo e al torace. Ad aprire la porta agli agenti, intervenuti sul posto, è stato lo stesso arrestato che si è mostrato tranquillo e ha riferito che c’era stata una semplice lite nella coppia, i due convivono da tempo e hanno un figlio di 4 anni. A quanto riferito dalla donna, invece, la relazione è da mesi e mesi “tempestosa” con violente discussioni durante le quali il convivente, spesso ubriaco, la picchia. Mai una denuncia, però, in questi anni, “perché, anche se lui mi tradisce ed è violento, io sono innamorata. E poi devo proteggere mio figlio”.(Omnimilano.it)

 

Minorenne massacra donna: è troppo violento per la comunità, ai domiciliari!

E’ finito agli arresti domiciliari il 17enne di nazionalità serba, arrestato dai carabinieri il 6 marzo scorso per aver partecipato ad una violenta rapina ai danni di una donna di Montebello, brutalmente aggredita e picchiata mentre rientrava in casa. Il giovane si trovava in una Comunità per minori della provincia di Teramo, […]

FONTE: www.imolaoggi.it

Società multietnica: tunisini pestano kebabbaro indiano

Hanno minacciato con un coltello il gestore di un kebab di San Secondo per portargli via l’incasso. Hanno lottato e lo hanno inseguito per strada, ma l’indiano aggredito è riuscito a fuggire e a chiamare il 112. E alla fine i malviventi sono stati acciuffati: tre tunisini sono stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di rapina aggravata.
Il violento episodio è avvenuto nella notte del 28 agosto ma si è saputo ora degli arresti operati dai militari dell’Arma, che quella notte hanno fermato i tre tunisini che ancora si aggiravano per il paese. Si tratta di G.R. , tunisino 38enne domiciliato a Parma (disoccupato e pregiudicato per rapina), suo fratello G.Y., 33enne residente a Fiorenzuola d’Arda, A.K., operaio tunisino residente a San Secondo, con precedenti per lesioni e rapina.
Erano circa le 2,15 quando il gestore di “Mr. Kebab”, 35enne indiano, è stato aggredito mentre chiudeva il locale. Quelli che sembravano gli ultimi tre clienti erano in realtà rapinatori. Appena rimasti soli nel locale, due di loro hanno estratto un coltello, intimando al 35enne di consegnare l’incasso. L’uomo ha lottato con gli aggressori: è stato picchiato ed è rimasto ferito a una mano ma è riuscito a fuggire in direzione di via Garibaldi. I rapinatori l’hanno inseguito per un po’, poi hanno desistito perché in via Garibaldi c’era una pizzeria ancora aperta con numerosi clienti ancora seduti al tavolo.
A quel punto il 35enne indiano ha chiamato i carabinieri. Le pattuglie di San Secondo e Roccabianca hanno perlustrato la zona, finché in via Repubblica hanno trovato i tre tunisini. Avevano ancora con sé il coltello con una lama di 8 centimetri, su cui era rimasta qualche goccia del sangue della vittima dell’aggressione; avevano anche una piccola calcolatrice da tavolo che uno dei malviventi aveva portato via dal locale.
L’aggredito ha riconosciuto i tre tunisini. Visitato dal medico del 118, gli sono state diagnosticate varie contusioni alla testa e al torace e una lieve ferita da taglio sul dorso della mano destra, con una prognosi di tre giorni.
I carabinieri hanno arrestato in flagranza di rapina aggravata e tre tunisini; il pm Amara ha ordinato la carcerazione.
Il 30 agosto il gip ha convalidato l’arresto e ha disposto la custodia cautelare in carcere per A.K. e G.R., mentre a G.Y. ha concesso la scarcerazione con obbligo di firma, poiché ha avuto un ruolo minore nell’aggressione ed è incensurato.

http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/2/205106/Picchiano_e_inseguono_il_gestore_di_un_kebab%3A_arrestati_tre_rapinatori_tunisini_a_San_Secondo.html

‘Femminicidio’: Maghrebino massacra donna incinta e la lancia dall’auto in corsa

E’ stata picchiata, nonostante fosse incinta, e poi buttata letteralmente fuori dall’auto in movimento. Il tutto davanti agli occhi dei due figli più piccoli. La donna, una marocchina, è stata medicata all’Ospedale Santa Maria della Misericordia per le botte ricevute e le ferite provocate dal “lancio” dall’auto. Contemporaneamente la Polizia ha fermato il marito, magrebino anche lui, che è l’autore delle violenze inflitte alla moglie.

La vittima, una volta soccorsa in strada, ha ammesso che era stato il marito a lasciarla sul bordo della strada a Ponte Felcino (lungo la piccola arteria che porta a Villa Pitignano). Il marito violento dopo una mezz’ora era tornato per riprendersi la moglie pensando che fosse ancora in terra lungo la strada. Ma in realtà alcuni passanti avevano deciso di metterla in sicuro – per evitare il secondo round delle violenze – presso uno studio medico del posto. Da lì poi è stata trasferita direttamente al nosocomio perugino. Le botte ricevuto molto probabilmente gli faranno perdere il bambino.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/ponte-felcino-donna-picchiata-gettata-da-auto-in-corsa.html

E si riproducono con la complicità dei nostri politici che distribuiscono assegni come caramelle.

Devastano centro accoglienza, assolti: “Non aveva tutti i confort”

Liberi di distruggere e di devastare. Liberi di ribellarsi, anche nel più violento dei modi, se le «condizioni dell’alloggio» non sono all’altezza delle aspettative. Stiamo parlando di un Cie, Centro di identificazione ed espulsione per immigrati clandestini e non di un hotel a cinque stelle, intendiamoci, ma lo scenario e le prospettive che schiude una sentenza decisamente clamorosa, di cui si è venuti a conoscenza solo ieri, sono piuttosto allarmanti.

Partiamo dalla conclusione: liberateli immediatamente perché questi tre imputati si sono solo difesi da una situazione molto simile alla tortura e dalla condizione di degrado al quale lo Stato italiano li aveva ridotti. Queste, in buona sostanza, le motivazioni con cui il giudice Edoardo D’Ambrosio, del tribunale di Crotone, ha assolto tre migranti che erano stati accusati di devastazione e di violenze. In altre parole la legittimazione, se non la giustificazione, per il loro sconsiderato agire, che trova fondamento, secondo il magistrato, nel pessimo trattamento coercitivo cui i tre erano stati sottoposti. I fatti in questione risalgono al 2012. E tutto accadde allora, proprio come nei giorni scorsi, nel Cie di Isola di Capo Rizzuto dove, un terzetto di extracomunitari diede fuoco alle polveri della rivolta.

Arrestati in varie zone d’Italia perché privi di documenti, i tre vengono trasferiti nel Cie del Crotonese. Rimangono lì per più di un mese e mal sopportano quella situazione fino al pomeriggio del 3 ottobre 2012 quando occupano un’ala del Centro e cominciano a danneggiarlo. La rivolta dura sei giorni poi si arrendono e vengono incarcerati. Ma, al momento del processo, la loro situazione si capovolge e, da autori di un reato, diventano vittime, grazie alla sensibilità del giudice che si trovano davanti. Analizzando le loro condizioni di detenzione D’Ambrosio ritiene di poter configurare, a giustificazione della loro ribellione, la legittima difesa perché i tre reclusi in quella sorta di lager non potevano far altro che ribellarsi. Una sorta di diritto alla ribellione con annessa devastazione, dunque.

Ma a questo punto, che cosa si sentirebbero autorizzati a fare e a dire alcune migliaia di detenuti nelle carceri italiane, costretti a vivere ogni giorno in ambienti ancora più degradati e in situazioni ancora più insostenibili? Via libera alla rivolta che, intesa come legittima difesa, troverebbe e troverà sempre l’approvazione di un magistrato particolarmente sensibile?

Una sentenza simile, clamorosa quanto sconcertante, che, di fatto, riconosce il diritto alla ribellione, non può del resto stupire più di tanto se si considera la piega che gli avvenimenti hanno preso. Un altro dei paradossi di questa nostra Italia buonista, senza potersi permettere il lusso di esserlo realmente, che ha segnato avant’ieri un passaggio delicato mettendo in serio imbarazzo lo stesso ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, fervente sostenitrice di una proposta di legge unica perché l’Italia sdogani al più presto il cosiddetto ius soli , che sancisce l’acquisizione della cittadinanza come conseguenza del fatto giuridico di essere nati nel territorio dello Stato, qualunque sia la cittadinanza posseduta dai genitori. La sua visita proprio al Centro di accoglienza di Capo Rizzuto, e all’attiguo Centro identificazione ed espulsione, chiuso dopo la rivolta dei giorni scorsi, è stata infatti caratterizzata da momenti di altissima tensione. Il ministro è stato infatti letteralmente «bloccato» due volte da un gruppo di ospiti-manifestanti. Mentre stava visitando il settore riservato alla donne ed ai bambini, si sono posti davanti al cancello imponendole di visitare l’intera struttura dopodiché, quando stava per lasciare il Centro e dirigersi a Crotone per partecipare alla cerimonia di consegna della cittadinanza simbolica del Comune a otto bambini stranieri nati in Italia, un gruppo di immigrati si è seduto davanti alla sua auto per impedirne l’uscita. La Kyenge ripete che « il ministero per l’Integrazione sta lavorando perché non debbano più essere delle emergenze» ma lei, per prima, si è trovata in mezzo a una situazione caotica, in cui la violenza è stata sfiorata nuovamente per poco. Che si fa? Si assolveranno sempre e comunque tutti abbinando allo ius soli anche lo ius rebellionis?

http://www.ilgiornale.it/news/interni/immigrati-liberi-devastare-944870.html

http://www.ilradar.com/assolti-immigrati-cie-diritto-violenza/

Parla con un altro: massacrata dal marito macedone


targatocn
Marito picchia la moglie per gelosia, l’aveva vista parlare con un

La ‘cultura’ può fare brutti scherzi ed è costata assai cara ad un 37enne agricoltore macedone che vive ad Alba ed è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica dai Carabinieri della Compagnia di Alba peri reati di lesioni personali, violenza