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Rom caccia povero italiano: “Qui non puoi stare!”

CREMONA – Decine di passanti, clienti e commesse hanno assistita alla scena: da una parte un italiano, curato, dallo sguardo sofferente ma dignitoso, che si avvicina a passo lento a chiunque transiti davanti al supermercato, per chiedere aiuto; dall’altra una giovane rom che si avvicina all’uomo che chiede l’obolo e che gli dice senza mezzi termini che se ne deve andare da lì, che quella non è la sua zona, che quello è il posto dove staziona una sua parente.

http://www.laprovinciacr.it/news/cronaca/76976/Lite-tra-questuanti–la-rom.html

Albanese ubriaco contromano: rischiata ennesima strage sulla strada

ASTI – I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Asti, hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale XHONI Vasiu, albanese 34enne pregiudicato e senza fissa dimora (dettagli anagrafici forniti dai Carabinieri)Asti. Nella nottata di domenica, l’uomo, alla guida di un’ autovettura, nel percorrere Corso Alessandria, a causa dello stato di ebrezza, ha invaso la corsia opposta, rischiando di andare a collidere frontalmente con l’autoradio sulla quale stavano viaggiando i militari che, grazie alla pronta reazione del militare autista, hanno così evitato l’impatto. Dopo un breve inseguimento, i Carabinieri hanno fermato l’autovettura in fuga, constatando che l’uomo era alla guida in forte stato di ebrezza alcolica. Alla richiesta dei militari di esibire i documenti e di sottoporsi al controllo con l’etilometro, l’uomo ha assunto un atteggiamento violento, scagliandosi con calci e pugni e frasi ingiuriose contro gli operanti che a quel punto lo hanno arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e denunciato per guida in stato di ebrezza alcolica

http://www.tuononews.it/2013/12/31/news/marocchino-ubriaco-rischia-frontale-Carabinieri-scappa-aggredisce-calci-pugni-Arrestato-718255/detail.aspx

Le sfonda il timpano: non lo denuncia perché le regala delle rose

BOLZANO. Dagli atti della Procura emergono nuovi dettagli agghiaccianti nell’indagine che ha portato all’arresto di un cittadino albanese, accusato di maltrattamenti, minacce, sequestro di persona e lesioni personali aggravate. La vittima, una bolzanina di ventidue anni, per mesi ha dovuto sopportare botte e umiliazioni, mentre tutti i suoi amici e parenti venivano pian piano allontanati.
Il primo episodio. All’inizio di marzo i suoi scatti d’ira diventano sempre più frequenti. Vieta alla fidanzata di uscire, di incontrare gli amici e di vestirsi in modo “provocatorio”. La sua gelosia è diventata oramai incontrollabile. La ragazza non può incontrarsi nemmeno con le amiche. Secondo l’uomo, infatti, potrebbero “influenzarla” male. Potrebbe avere voglia di incontrare altre persone. Potrebbe avere voglia di più libertà. Potrebbe capire che quello che lui le sta facendo non ha nulla a che vedere con l’amore. L’unica cosa che la donna può fare, è andare a lavoro. Per il resto, il suo tempo libero lo deve passare con lui. L’albanese ha una personalità doppia. la picchia e la riempie di regali.
La porta a vedere mostre in giro per l’Europa. Ma la bolzanina non c’è la fa più: è stanca della sua gelosia morbosa, dei numerosi divieti, degli insulti e delle botte. Tenta di lasciarlo. Lui la colpisce ripetutamente al volto. Le sfonda un timpano. Lei non lo denuncia. Lui in “cambio” le regala 120 rose rosse. Le chiede perdono e come tanti uomini violenti, le dice che è dispiaciuto dell’accaduto. Le dice: «Mi hai costretto, ho perso la testa. Non succederà più».
Sei ore di inferno. Ma dopo un paio di mesi succede di nuovo. Già. Succede perché lei parla con un collega. L’albanese torna a colpire e questa volta lo fa davanti a vari testimoni. Colpisce anche il giovane che stava parlando con la “sua” fidanzata. A quel punto, la bolzanina capisce che è arrivato il momento di lasciarsi alle spalle quella storia malata. Ha paura. Ha tanta paura. Ma non può più vivere in quel modo, isolata da tutto e da tutti e con il terrore di finire di nuovo all’ospedale. Il suo ex, però, non lo accetta. Aspetta che torni nell’appartamento dove vivevano insieme. Sa che tornerà a prendere delle cose lasciate a casa. E quando arriva, scoppia l’inferno. Lui chiude la porta a chiave. Per sei ore la tiene sequestrata in casa. Le sputa in faccia. Inizia a insultarla pesantemente. Poi la spintona. Vola il primo pugno. Poi il secondo. La giovane finisce a terra. Viene raggiunta da una raffica di calci. Per sei ore le dice che non vale niente e che tanto non troverà nessuno che la amerà di più. Alla fine la lascia andare.
Le testimonianze. La bolzanina presenta nuovamente denuncia. L’ospedale conferma tutto. La vittima si è recata al pronto soccorso varie volte per essere medicata. Le ferite parlano chiaro: è stata vittima di pesanti maltrattamenti. Il sostituto procuratore Luisa Mosna avvia l’indagine. Amici e conoscenti vengono sentiti dai carabinieri di Bolzano. Alcuni di loro sono molto spaventati. Confermano di essersi allontanati dalla giovane per paura di essere picchiati dall’albanese. Quest’ultimo viene descritto come un uomo molto irascibile e violento. In passato, ha avuto problemi con la giustizia proprio per lesioni personali. In un caso è stato denunciato da un bolzanino, con il quale aveva litigato per un parcheggio. L’albanese era sceso dalla vettura e aveva colpito più volte l’automobilista, “colpevole” di aver parcheggiato, dove il 24enne voleva mettere la sua di macchina. La donna intanto ha deciso di non tornare a Bolzano, per non dover mai più incontrare il suo ex.

http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/09/29/news/sei-ore-di-botte-29-e-poi-le-regala-120-rose-1.7826608

Ucraino perseguita donna: spray urticante sugli occhi e pugni in faccia

Le aveva già spruzzato lo spray urticante sugli occhi. Minacciandola di morte e prendendola a schiaffi e pugni. Erano due settimane fa quando un cittadino di nazionalità ucraina si è presentato sotto la casa in cui ora vive la ex moglie di prima mattina. L’ha bloccata e l’ha aggredita mentre lei si incamminava per raggiungere la fermata dell’autobus. Doveva andare al lavoro. Solo l’intervento della coinquilina della malcapitata, che ha chiamato il 113, ha evitato il peggio.

PUGNI E SCHIAFFI ALLA EX, POI LO SPRAY URTICANTE IN FACCIA

Martedì il secondo round, stavolta proprio a bordo di un autobus Actv della linea 7 diretto a Venezia. L’uomo si è presentato sul pullman verso le 7.30 e una volta messa nel mirino la ex moglie, 37enne sua connazionale, ha iniziato a insultarla davanti a tutti. Minacciandola di morte. La donna è ripiombata nell’incubo che suo malgrado viveva da circa un anno. Da quando cioé aveva deciso di lasciare il coniuge, che spesso era violento e che spesso esagerava con l’alcol.

Da allora sms a ogni ora, pedinamenti e, come riferito, aggressioni fisiche. Oltre alle minacce di morte. Sia in Italia che in Ucraina. Immediato l’allarme lanciato ai carabinieri. A piazzale Roma, all’arrivo del pullman, si sono presentati i militari del nucleo natanti di Venezia, che hanno bloccato lo stalker e lo hanno arrestato. Nelle tasche aveva ancora uno spray al peperoncino, oltre a due coltelli (di cui uno a serramanico) e a un tirapugni artigianale. Tutte armi che non erano mai state tirate fuori a bordo ma che potevano essere utilizzate nel momento in cui la situazione fosse ulteriormente degenerata. L’uomo ora si trova nel carcere di Santa Maria Maggiore accusato di stalking e di porto abusivo d’armi. Nella sua abitazione i militari hanno sequestrato anche una mazza da baseball con attaccati dei chiodi all’estremità attraverso del nastro isolante.

Potrebbe interessarti: http://www.veneziatoday.it/cronaca/arresto-stalking-autobus-actv-piazzale-roma-23-settembre-2013.html

Indiano rompe la testa a moglie e parenti a colpi di machete

LODI, 13 set. – Arrestato per tentato omicidio ieri poco prima della mezzanotte a Ospedaletto Lodigiano, in provincia di Lodi, un uomo di 44 anni indiano. L’uomo, dopo che la moglie, stanca delle sue vessazioni aveva deciso di andare via di casa con i due figli minorenni, si e’ scagliato, in preda alla rabbia e brandendo un machete, contro i due fratelli della moglie che erano venuti a prenderla, ferendone gravemente uno alla testa.

L’intervento dei carabinieri di Orio Litta e di Casalpusterlengo ha posto fine alla condotta violenta dell’uomo. Il 118 e’ poi intervenuto per prestare soccorso ai due fratelli, il piu’ grave dei due, un 40enne residente a Bertonico (Lodi), e’ stato ricoverato in prognosi riservata nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale San Raffaele di Milano. L’altro, 40enne residente a Villanova del Sillaro (Lodi), ha invece riportato solo ferite superficiali.
Il marito e’ stato arrestato dai carabinieri di Orio Litta per tentato omicidio e per lui si sono aperte le porte del carcere di Lodi. L’uomo dovra’ anche rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia, di cui e’ vittima la moglie, 37enne indiana, ora a casa dei parenti insieme ai due figli di 15 e 16 anni.

http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Lombardia/Lodi-aggredisce-con-machete-fratelli-moglie-arrestato-per-tentato-omicidio_32599630679.html

Rimini, spiaggia sotto assedio: senegalesi distruggono suppellettili per ‘ritorsione’

RIMINI – LA RITORSIONE DEGLI INVASORI AFRICANI I lettini tagliati ‘in mostra’ sulla battigia
“Ero stato avvisato l’altro ieri sera in pieno stile mafioso da un senegalese che conosco da anni – scrive un operatore di spiaggia, Vainer Nanni, su internet. – Sono tutti scontenti di te, mi disse, cinesi, bengalesi e neri. Io non rieco più a tenerli. Questo (in riferimento alle foto dei lettini tagliati, ndr) è il risultato dell’impegno. Spero si comprenda che non si tratta più di quattro ‘poveracci’ ma ormai di qualcosa di diverso che non si combatte con la compassione ma con la legalità. Io non mollo”.

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Insomma, alle tante parole e minacce alla fine sono seguiti i fatti: lettini squarciati. Le foto, postate poche ora fa dal diretto interessato e di cui ne pubblichiamo due, non lasciano spazio a dubbi. Un avvertimento che potrebbe anche andare oltre? La tensione è ormai alle stelle. Spintoni, parole grosse, gesti che non lasciano presagire nulla di buono. Piene zeppe le pagine della cronaca di fatti del genere. Così l’estate 2013 sarà ricordata, oltre che per l’alluvione e il caldo africano, anche dalla ‘guerra’ contro l’abusivusmo commerciale. Stanno per superare il centinaio di condivisioni quelle immagini, decine i commenti. Credo – si legge in un commento – che un giusto ringraziamento vadano al sig. Prefetto ed il sig. Sindaco Gnassi oltre che che al sig. Questore per aver sottovalutato il fenomeno ..tutta la mia solidarietà. Poi ancora: ma siamo in Italia o in altro Paese dittatoriale? La spiaggia è nostra! Io sono a 11 per quest’anno ma dopo la sfuriata di ieri ho paura che il conto si allungherà. Segue: solidale al 100% , sia come bagnino che come cittadino, un po meno come riminese sconfitto! Si scrive: i risultati del buonismo a tutti i costi e del “poverini lasciateli stare” adesso stanno dando i loro frutti? come sono ci piacciono!? Poi altre accuse: prendetevela con i vostri amministratori comunisti e con con la chiesa. Infine: questa e’ la loro voglia di integrazione? Direi che sarebbe bene che questa energia la mettessero per liberare i loro paesi dalla dittatura (Ndr. In realtà non c’è alcuna dittatura in Senegal).

http://www.lapiazzarimini.it/2013/dalle-parole-ai-fatti-la-ritorsione-degli-abusivi/

Il risultato dell’approccio ‘dolce’ da parte del sedicente questore di Rimini. Si potrebbe denunciare la Kyenge, il ministro pagato dai cittadini italiani, per avere protestato contro chi impedisce il comemercio abusivo sulle spiagge e paventato future ritorsioni. Ecco la prima.
Intanto Letta è pochi metri più in là a parlare di ‘legalità’ dai palazzinari di CL.

Ricordatevi, voi della GC e voi bagnanti in calore xenofilo: questi un giorno erano sbarcati a Lampedusa o in Sicilia.

L’incredibile storia dello spacciatore investito: ai ‘domiciliari’ ma col permesso per spacciare


BresciaToday
Notare il tono patetico dell’articolo:
Era ai domiciliari per spaccio di droga, ma non è evaso. Momodo Tunis il 36enne della Sierra Leone morto martedì in un incidente stradale in via San Zeno non ha trasgredito le regole dell’arresto in casa. Era in città in bicicletta quando è stato travolto da un furgone, ma poteva uscire dal suo domicilio. Glielo consentiva un’autorizzazione ottenuta per lavorare. E che gli permetteva di uscire di casa dalle 6.30 di mattina alle 18.30. Al lavoro ci andava in bici e mentre era in bici è stato falciato dal furgoncino, probabilmente mente stava per attraversare la strada sulle strisce. La fatalità di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato non sarebbe dunque legata alla violazione dell’obbligo di dimora. Stava solo rientrando dal posto di lavoro, dove si recava ogni giorno regolarmente. Ma perchè Mobodo Tunis si trovava ai domiciliari? In seguito ad un arresto effettuato dai carabinieri a Bagnolo Mella. Era accusato di detenzione di droga ai fini di spaccio. Proprio l’altro ieri la sezione anticrimine della Questura era stata nell’appartamento di via Corsica dell’immigrato per verificare che fosse presente nelle ore in cui doveva esserlo. E lo aveva trovato. Momodo Tunis è morto alla Poliambulanza poco dopo l’arrivo al pronto soccorso. Le sue condizioni d’altronde erano disperate.
Evade dai domiciliari per andare a pranzo da amici, travolto e ucciso Bsnews.ittutte le notizie (9) »

E non era ancora attiva la ‘svuotacarceri’. Domiciliari con possibilità di uscita dalla mattina alla sera, in pratica lo spacciatore torna a casa la sera come qualunque persona normale che non è agli arresti. Roba da non credere. Queste sono le ‘pene’ che i magistrati infliggono in Italia a chi spaccia morte per le strade. Povero spacciatore, non vorrete tenerlo in casa di giorno, e rovinare il suo giro di spaccio no? Siete voi, per caso, razzisti?

Drogata e stuprata tutta la notte da marocchino

Prima drogata e poi stuprata ripetutamente tutta la notte da quello che riteneva essere un amico, che invece l’avrebbe tenuta in ostaggio fino alla mattina. 

Questa la vicenda che sarebbe capitata a Pistoia ad una ragazza di 19 anni, nella notte tra sabato e domenica mentre le vie del centro erano affollate dallo scatenato “popolo del blues”. La ragazza ha raccontato di aver seguito l’amico, 30 anni, marocchino, nella sua casa a Sant’Agostino, alla periferia di Pistoia, dove lui avrebbe abusato di lei tutta la notte.

Lui invece sostiene che lei fosse consenziente. L’allarme è scattato ieri mattina alle ore 9,40. Ad avvisare i soccorritori sembra sia stato lo stesso marocchino, probabilmente impietositosi, dopo che la ragazza aveva più volte richiesto di poter andare via e chiamare la madre. Sul posto sono arrivati i volontari della Croce Verde, il personale dell’automedica del 118 e una volante della polizia.

La ragazza è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale di Pistoia, dove è stata medicata. Stando a una prima ricostruzione dei fatti, sembra che la ragazza conoscesse il marocchino con il quale avrebbe passato la prima parte della serata in piazza della Sala, insieme alla fiumana di gente che affollava le vie del centro tra il mercatino e piazza del Duomo per la grande festa del Blues.

Insieme i due avrebbero mangiato e bevuto, poi lui le avrebbe proposto di andare a casa sua, appunto nella zona di Sant’Agostino. La ragazza ha accettato e lo ha seguito. Il 30enne africano è indagato per violenza sessuale.

http://bladibella.com/modules/news/article.php?storyid=7928&fb_source=message

Immigrazione: La Germania accusa l’Italia di mandare i clandestini a … – Presseurop (italiano)

Immigrazione: La Germania accusa l'Italia di mandare i clandestini a
Presseurop (italiano)
“L'Italia paga gli immigrati per andare in Germania”, titola Linkiesta citando le accuse dell'ufficio immigrazione di Amburgo. Le autorità cittadine sostengono di aver arrestato circa 300 immigrati africani in possesso di permessi di soggiorno scaduti

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Cagliari, vietato andare in chiesa: pericolo immigrati

Cagliari 09 mag 2013 – L’intervento dei carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Cagliari è scattato mercoledì alle 18. Tre nigeriani, S. A. di 29 anni, A. M. K. di 34 e M. M. C., 27, moglie del primo, sono stati notati davanti alla chiesa di Sant’Eulalia mentre disturbavano le persone. Soprattutto S. A., completamente ubriaco, cercava di non farsi identificare dai militari e si spogliava in strada. A fatica i tre venivano portati in caserma. Sempre S. A. ha strattonato i carabinieri, togliendosi i vestiti nella sala d’attesa del comando. A. M. accusava i militari di averlo strattonato mentre la donna tentatava di scagliarsi sui carabinieri strappando i bottoni dall’uniforme di uno dei militari. Per i tre è scattata la denuncia.

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2013/05/09/ubriachi_davanti_a_chiesa_sant_eulalia_tre_nigeriani_denunciati_uno_si_spoglia-6-314264.html