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Non c’è Sky: detenuto massacra di botte agente

TORINO 24 Set – Aggrediti due agenti della polizia penitenziaria. E’ accaduto ieri mattina all’interno del carcere delle Vallette di Torino. Dove un detenuto marocchino di 28 anni ha colpito con calci e pugni i due per futili motivi, provocandogli diverse contusioni.
La denuncia arriva direttamnete da Osapp, sindacato autonomo di polizia penitenziaria. “L’episodio di ieri – sottolinea Leo Beneduci, segretario generale Osapp – al di là delle dirette conseguenze la dice lunga sulla situazione di un istituto penitenziario quasi completamente abbandonato a se stesso e in cui il personale teme ogni giorno di più per la propria incolumità nel prestare servizio in ambienti privi di controllo”. Per mettere fine ad una situazione esasperata ed esasperante, in cui gli stessi agenti sono continuamente esposti alle continue aggressioni di detenuti senza scrupoli, Beneduci chiede che “il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria si assuma le proprie responsabilità disponendo la sostituzione di direttore e comandante di reparto e per dare ai poliziotti in servizio – conclude – i necessari supporti”.

http://www.perotorino.it/attualita/16387-torino,-carcere-delle-vallette-detenuto-aggredisce-agenti

Minorenne massacra donna: è troppo violento per la comunità, ai domiciliari!

E’ finito agli arresti domiciliari il 17enne di nazionalità serba, arrestato dai carabinieri il 6 marzo scorso per aver partecipato ad una violenta rapina ai danni di una donna di Montebello, brutalmente aggredita e picchiata mentre rientrava in casa. Il giovane si trovava in una Comunità per minori della provincia di Teramo, […]

FONTE: www.imolaoggi.it

Siena: gang multietnica massacra 89enne, lasciato morire agonizzante

La morte di un 89enne che era parsa in un primo momento dovuta a cause naturali è stata invece conseguenza di una rapina compiuta da un quartetto di giovani, uno dei quali minorenni, tutti arrestati dai Carabinieri di Siena. E’ successo a Chiusi. I quattro, a volto coperto e armati di una scacciacani, hanno fatto irruzione in casa dell’anziano immobilizzandolo e picchiandolo per poi fuggire con 200 euro, spesi in un locale nel fine settimana.
A trovare il cadavere era stato un nipote dell’anziano. Secondo quanto appurato dalle indagini quando i giovani hanno concluso il loro violento raid l’uomo era ancora vivo, lasciato agonizzante a terra dai suoi aggressori. I quattro sono tutti residenti nella zona: un 23enne ed un 21enne originari della provincia di Foggia, un 24enne nato in Costa d’Avorio ed un diciassettenne. I primi tre sono in carcere, il quarto affidato alla struttura fiorentina di custodia di minori. I carabinieri sono riusciti a prenderli mentre stavano preparandosi ad allontanarsi dal Senese.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/toscana/articoli/1116803/siena-baby-gang-picchia-a-morte-un-anziano-per-rubargli-200-euro-arrestati.shtml

L’integrazione avanza. Ecco chi sono gli immigrati e chi frequenta gli immigrati. Ecco dove l’integrazione funziona: nel crimine. La Kyenge ha detto qualche giorno fa, durante la ‘foto opportunity con i milionari di Prandelli, che ‘il paese deve diventare come la nazionale’: questa banda ha seguito i suoi consigli.

‘Femminicidio’: romeno massacra moglie e figlie, nasi rotti e teste spaccate

Lissone – Ha aggredito la moglie e le figlie per futili motivi. Un romeno di 54 anni di Lissone è stato arrestato lunedì sera dai carabinieri per lesioni personali. I militari sono arrivati nel suo appartamento su segnalazione telefonica. Hanno sorpreso l’uomo mentre colpiva a schiaffi e pugni la moglie, anche lei romena, di 49 anni e le due figlie di 25 e 24 anni. Le donne sono state portate in ospedale al San Gerardo di Monza e medicate per le feite riportare. La più grave è la figlia di 24 anni, a cui stata riscontrata la frattura del naso, oltre ad un trauma cranico e facciale. Per lei la prognosi è di 25 giorni. Per la mamma e l’altra figlia invece la prognosi è di 15 giorni.

http://www.ilcittadinomb.it/stories/Cronaca/aggredisce-moglie-e-figlie-arrestato-rumeno-a-lissone_1020062_11/

 

 

Marocchino massacra moglie incinta: ai domiciliari!

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(ANSA) – MACERATA, 22 LUG – E’ ricoverata in gravi condizioni nell’ospedale di Jesi, dove i sanitari cercano disperatamente di salvare la vita della creatura che porta in grembo, una marocchina di 22 anni, abitante a Cingoli (Macerata), che nel corso di un litigio è stata selvaggiamente picchiata dal marito, anche lui marocchino, di 25 anni. La lite sarebbe scaturita da difficoltà finanziarie alle quali l’uomo non riesce a far fronte con il modesto lavoro di operaio. Il giovane è ora agli arresti domiciliari.

Firenze multietnica: rissa in autobus, disabile romeno massacra nigeriano usando stampella

Firenze 18 luglio 2013 – Picchiato con una stampella da un invalido in carrozzina, ieri sera in piazza Adua, a Firenze, intorno alle 22 sull’autobus della linea 28, nel corso di una rissa scaturita dopo che aveva protestato prima di cedergli il posto sul bus. L’uomo, 45 anni, nigeriano ha riportato la frattura della prima vertebra cervicale. Secondo quanto appreso, rischierebbe la paralisi. E’ stato denunciato per rissa dai carabinieri insieme all’uomo in carrozzina, 41 anni, romeno e a un amico di quest’ultimo, un suo connazionale trentottenne. In base a quanto riferito, il nigeriano aveva protestato prima di cedere all’uomo in sedia a rotelle lo spazio a lui riservato sull’autobus, fermo al capolinea di piazza Adua. Ha poi lasciato libero il posto dopo l’intervento del conducente, ma quando il bus e’ partito la discussione tra i due e’ continuata fino a sfociare in una rissa, cui ha preso parte anche il 38enne romeno. L’autista, accortosi di quanto stava accadendo, ha fermato il bus, ha fatto scendere i passeggeri e ha chiesto l’intervento dei carabinieri e del 118. Il nigeriano e’ stato trasportato all’ospedale di Santa Maria Nuova, dove si trova ricoverato in prognosi riservata, mentre i due romeni hanno rifiutato le cure mediche. Sequestrata dai carabinieri una stampella sporca di sangue, usata dall’uomo in sedia a rotelle per colpire il nigeriano.

http://www.ilsitodifirenze.it/content/463-nigeriano-picchiato-da-invalido-un-posto-sul-bus-rischia-la-paralisi

Svuotacarceri: spacciatore ai domiciliari massacra donna

FERRARA – Stava scontando ai domiciliari una condanna per spaccio di marijuana in zona stadio-grattacielo, ma gli agenti della squadra mobile lo hanno riportato in carcere, su disposizione del magistrato di sorveglianza, per aver percosso la sua ragazza. Un fatto, quest’ultimo, riscontrato dopo un intervento delle volanti presso la sua abitazione risalente al primo luglio. La ragazza era stata refertata in ospedale e il magistrato, dopo tale episodio, ne ha disposto il ritorno in carcere all’Arginone, dove Steve Ajehi, nigeriano 29enne, dovrà scontare la pena fino al 5 maggio del 2014.

Steve era conosciuto dalla polizia perchè nell’ottobre 2011 era stato arrestato mentre, in via Felisatti, si trovava in attesa di qualche suo ‘cliente’. Non appena accortosi della presenza della pattuglia dei poliziotti, però, si era dato alla fuga. In quell’occasione gli agenti lo avevano raggiunto e arrestato nei giardini di viale Po, trovandogli addosso due dosi di marijuana del peso complessivo di poco più di un grammo, oltre a 25 euro in contanti e a due telefoni cellulari utilizzati probabilmente per i contatti con i suoi clienti.

Successive indagini avevano permesso di ricostruire l’attività di spaccio dell’Ajehi tra aprile e ottobre 2011, accertando che il nigeriano in quel periodo aveva ceduto diverse decine di dosi di stupefacente e per questo era stato nuovamente arrestato in esecuzione dell’ordinanza di custodia in carcere eseguita nel successivo dicembre, dopo essere stato rintracciato in un appartamento della zona di via Nievo dove era ospite di alcuni suoi connazionali.

http://www.estense.com/?p=315213

Integrazione: congolese massacra di botte e rapina una donna

GROSSETO – Hanno tentato di strapparle la borsetta di mano senza riuscirci. La donna è riuscita a fuggire chiedendo aiuto agli agenti di una volante che stava pattugliando il centro storico di Grosseto. La donna, ancora molto agitata, ha raccontato ai poliziotti che poco prima due uomini di colore, due rasta, avevano tentato di scipparle la borsetta.

Gli agenti si sono messi subito alla ricerca dei due giovani, poco dopo hanno visto, in bicicletta, un ragazzo che corrispondeva alla descrizione data. Il giovane, un congolese di 23 anni senza occupazione, con permesso di soggiorno sino al 2015 e numerosi precedenti per reati contro la famiglia, la persona, le Forze dell’Ordine ed il patrimonio, alla vista degli agenti ha reagito subito con violenza: con pugni e calci verso i poliziotti che hanno faticato non poco a immobilizzarlo.

Il giovane è stato prima trasferito in Questura, e poi al Pronto soccorso dove ha minacciato i medici che volevano medicarlo. L’uomo è stato arrestato per lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. In corso le indagini sul tentato furto.

http://www.ilgiunco.net/2013/06/15/in-due-tentano-di-scippare-una-donna-in-centro-ma-lei-resiste-pugni-e-calci-ai-poliziotti

Cosa deve fare un congolese, per farsi espellere?

Adozioni internazionali: “italiano” pesta e massacra una donna, poi la chiude in una busta

NAPOLI – Picchiata, massacrata di botte, a mani nude, davanti alla figlia di quattro anni e lasciata in fin di vita in un sacco dell’immondizia. Lei non voleva che l’amica, con cui divideva la casa, lasciasse il giro della prostituzione del quale anche lei faceva parte. E non voleva che l’amica si rifacesse una vita con l’uomo che amava.

Per questo Xhuli Toska, albanese di 28 anni, è stata selvaggiamente picchiata giovedì pomeriggio in un piccolo appartamento di via Tribunali, nel centro storico di Napoli. A colpirla è stato proprio il giovane che avrebbe voluto fuggire con la donna amata, Emerson D’Esposito, 28 anni, un ragazzone grande e grosso nato in Brasile e poi adottato da una coppia di San Giorgio a Cremano (Napoli).

D’Esposito è stato rintracciato questa mattina a San Salvatore Telesino (Benevento), dove alcuni suoi familiari hanno una villetta; assieme a lui c’erano la fidanzata, il figlioletto di lei e la figlia di Xhuli, che la coppia aveva portato con sè per non lasciarla da sola nell’appartamento dell’aggressione. Per tutta la notte gli investigatori erano stati in apprensione, temendo per la sorte dei due bambini: nessun testimone era stato infatti in grado di fornire loro notizie.

La svolta, come ha spiegato il questore di Napoli, Luigi Merolla in una conferenza stampa, in serata, a Napoli, è arrivata quando un appuntato dei carabinieri di San Giorgio a Cremano si è ricordato che la famiglia D’Esposito possiede una villetta nel Sannio: era la pista giusta. Emerson D’Esposito fa parte dei Niss (Niente incontri solo scontri), un gruppo di tifosi estremisti del Napoli, conosciuti per la loro violenza, e negli anni scorsi era stato destinatario di un Daspo, cioè un divieto di assistere a manifestazioni sportive. Al dirigente della squadra mobile, Eugenio Rossi, e al pm Giusi Loreto, nel corso di un interrogatorio durato molte ore, D’Esposito ha fornito ampie ammissioni, ricostruendo l’accaduto.

Il giovane, in particolare, ha spiegato di aver pensato che Xhuli fosse morta per le botte: per questo l’ha infilata in un grosso sacco per i rifiuti e l’ha abbandonata sul pianerottolo. Se ne sarebbe disfatto di lì a un po’, se un vicino non avesse sentito dei lamenti provenire dal sacco e non avesse chiamato il 118. I sanitari hanno trovato la ragazza con il viso tumefatto, l’addome spappolato, agli ultimi rantoli, ma ancora viva. L’hanno portata all’ospedale Loreto Mare dove è stata operata e dove è tuttora ricoverata in condizioni disperate. Le indagini proseguono per chiarire come mai la donna picchiata non voleva che la connazionale cambiasse vita; non è escluso che facesse parte di una banda dedita allo sfruttamento di giovani donne.

Da definire anche il ruolo della fidanzata di Emerson D’Esposito, che al momento non è indagata. Per decisione del Tribunale minorile, al momento il figlioletto non si trova con lei; è stato portato in una casa famiglia assieme alla bimba di Xhuli Toska. Quando le forze dell’ordine hanno irruzione nella villetta di San Salvatore Telesino, il giovane non ha cercato di ribellarsi; si è lasciato arrestare anche se aveva con sè una pistola di fabbricazione cecoslovacca con la matricola limata e il caricatore pieno.

http://www.gazzettino.it/italia/cronacanera/napoli_27enne_massacrata_di_botte_trovata_in_un_sacco_della_spazzatura_gravissima/notizie/291918.shtml

Eccoli qui, gli “italiani” di carta, una volta regalata la cittadinanza agli stranieri i loro crimini saranno italiani.

Albanese massacra la moglie con figlia di due mesi in braccio

PRATOLA PELIGNA. Una furibonda lite tra marito e moglie, i vicini di casa si preoccupano e chiamano i carabinieri.
E’ accaduto il 20 maggio scorso, a Pratola Peligna. I militari, coordinati dal luogotenente Di Serio, si sono precipitati nell’appartamento.
Lì hanno constatato che K.A., classe ’81, di nazionalità albanese, aveva provocato delle lesioni alla propria moglie mentre aveva in braccio la figlia di pochi mesi.
Inizialmente i Carabinieri si sono preoccupati di far soccorrere da personale del 118 la donna e la figlia. I sanitari hanno ritenuto opportuno trasferire le due presso l’ospedale di Sulmona per ulteriori accertamenti e, al termine dei quali, la bimba è stata trattenuta in osservazione con la madre che l’accudiva.
I militari, quindi, hanno condotto il giovane in Caserma per vagliare da subito la sua posizione penale e, non ricorrendo presupposti per un arresto in fragranza di reato, hanno continuato a raccogliere elementi per valutare le sue responsabilità penali.
A conclusione dell’ indagine i militari sono così riusciti a dimostrare la sussistenza di esigenze cautelari nei confronti del giovane: il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona ha ritenuto opportuno applicare una misura cautelare in carcere, così come chiesto dalla procura.
Per l’uomo questa mattina si sono aperte le porte dell’Istituto penitenziario di via Lamaccio posto a disposizione dell’autorità giudiziaria che, nei prossimi giorni, sottoporrà il giovane ad interrogatorio di garanzia.