Tag: migliaia di euro

Integrazione: banda multietnica pesta a sangue uomo durante rapina in villa

LUCCA – Lo hanno aspettato nascondendosi nel giardino della sua villa, poi lo hanno picchiato, legato e minacciato con un coltello, portando via soldi, gioielli, un’auto e una pistola, per diverse decine di migliaia di euro. È successo la notte scorsa a Massarosa (Lucca), in Versilia. La vittima della rapina è un commerciante di auto, Andrea Larini, 45 anni, di Camaiore, che ha riportato lievi traumi contusivi al volto e al costato. I rapinatori erano quattro, due con accento dell’est e due toscano. Indossavano guanti e passamontagna.

Già il 30 dicembre 2005 il commerciante titolare di una concessionaria di auto, subì una rapina analoga. L’uomo vive da solo nella villa.

La notte scorsa il colpo è stato compiuto attorno alle 2. In base a quanto ricostruito dai carabinieri di Viareggio e di Lucca, i malviventi, quattro uomini sui 30-35 anni, dopo essere arrivati in giardino dalla strada sottostante, usando una scala di legno, hanno atteso Larini nascondendosi dietro una grossa gabbia per pappagalli.

Appena il commerciate, rientrando da una serata fuori casa, ha aperto la porta, i malviventi lo hanno buttato a terra. Poi, dopo essere entrati in casa, lo hanno colpito con calci e pugni, minacciandolo con un coltello trovato nell’abitazione e legandogli i polsi con scotch da pacchi.

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/rapina_villa_versilia_legato_picchiato/notizie/323441.shtml

Compenso: “Pisapia paga la famiglia del rom che uccise il vigile”


Giornalettismo

“Pisapia paga la famiglia del rom che uccise il vigile”

MILANO –  Tra le case abusive dei rom di via Monte Bisibino, a Baranzate (Milano) che verranno abbattute per l’Expo, con rimborsi di migliaia di euro agli abitanti, c’è anche quella di Remi Nikolic, il giovane rom che, con un suv, travolse e uccise l’agente della polizia locale di Milano, Niccolò Savarino.
La notizia è data dal quotidiano Libero, che riporta quanto sostenuto da Daniele Vincini, segretario lombardo del sindacato di polizia locale Sulpm al quotidiano Repubblica.
Vincini ha chiesto di fare chiarezza a Comune, Regione e Inrastrutture Lombarde (la società che si occupa degli espropri dei terreni che ostacolano l’area dell’Expo 2015).
L’agente ha spiegato a Libero:
“Durante le indagini condotte dai colleghi sul caso Savarino era emerso che al momento dell’omicidio in via Monte Bisbino abitavano i genitori di Remi Nikolic. Visto che all’interno della comunità c’erano state diverse persone che avevano cercato di coprirgli la fuga, vogliamo la certezza che nemmeno un euro finisca a chi lo aveva aiutato. E questo non per una questione di parentela, ma per il rischio che qualcuno che è stato connivente con un assassino riceva soldi pubblici, cosa che vale sia per la famiglia, sia per i vicini che potrebbero in qualche modo avere agito per aiutarlo”.
Tra gli agenti della polizia locale di Milano, poi, brucia ancora la decisione del Tribunale dei minorenni di Milano di concedere a Nikolic le attenuanti generiche per il “contesto di vita familiare in cui è cresciuto, caratterizzato dalla commissione di illeciti da parte degli adulti di riferimento”.
Dal Pirellone, sede della Regione Lombardia, dicono che spetta al Comune verificare la lista dei destinatari degli indennizzi. Come per la decisione e i soldi, anche in questo caso c’è un rimpallo di responsabilità tra Comune e Regione. Nel frattempo, sottolinea Libero,
le case abusive si stiano svuotando. Così, la richiesta del sindacato di polizia di “verificare dieci volte la lista di chi sta ricevendo denaro per gli espropri, inmododa bloccare eventuali somme destinate ai parenti o a chi può avere aiutato in qualche modo Nikolic durante la fuga” rischia non solo di essere disattesa. Ma anche di trovare una risposta certa quando sarà ormai troppo tardi per bloccare un eventuale risarcimento

 

 

 

Libero: “Pisapia paga i rom, anche i parenti di Nikolic, killer di Blitz quotidiano

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Trafficavano droga usando Facebook: arrestati 43 immigrati albanesi

Torino, 5 lug. – (Adnkronos) – I carabinieri di Torino hanno smantellato due organizzazioni criminali albanesi specializzate in traffico internazionale di droga, estorsioni e sequestri di persona. L’operazione ha permesso di arrestare 43 affiliati che operavano in sei regioni italiane, Lazio, Lombardia, Umbria, Piemonte, Toscana e Veneto.

Le ordinazioni di droga e le decisioni operative avvenivano attraverso social network, chat room ed e-mail, perché ritenute più sicure. I vertici delle due organizzazioni fornivano sostegno logistico ai propri corrieri e assistenza legale ai dipendenti arrestati. I proventi del narcotraffico sono stati investiti nel mercato immobiliare, per centinaia di migliaia di euro, in Albania, Toscana e Piemonte.

L’indagine dei carabinieri di Torino era partita all’inizio del 2011 da due diversi filoni, il sequestro di 3,7 kg di eroina a Orbassano, nel torinese, su un’auto abbandonata dai due occupanti che non si erano fermati all’alt dei militari, e da un contatto avvenuto tra le due organizzazioni per un approvvigionamento di oltre 600 grammi di droga che una, rimasta senza, aveva richiesto all’altra.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 10 kg di eroina e altrettanti di cocaina. Dei 43 arrestati, 15 devono rispondere di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Il volume d’affari delle due organizzazioni criminali, ai cui vertici c’erano cittadini albanesi, si aggirava sui 2 mln di euro circa al mese che venivano reinvestiti in esercizi commerciali, tra cui bar e carrozzerie, sia in Italia, anche a Torino, sia all’estero, ma anche in operazioni immobiliari. Tra queste figura l’acquisto di un cascinale sulle colline toscane.

Per le due organizzazioni lavorano un centinaio di persone, soprattutto albanesi.  Tra le persone coinvolte anche famiglie albanesi con bimbi piccoli che per 2000-3000 euro si recavano in auto in Italia per trasportare lo stupefacente.

Nel corso delle indagini a carico delle due organizzazioni sono emersi anche due sequestri di persona effettuati in Albania e mai denunciati alle autorità locali, ai danni di altrettante persone come recupero crediti per alcune attività illecite

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Torino-ordinavano-droga-su-Facebook-Smantellate-due-bande-criminali-albanesi_32365595481.html

Terrore: famiglia sequestrata in casa e rapinata

TRENTO. La famiglia di un imprenditore trentino è stata aggredita e rapinata la scorsa notte nella propria villa alle porte di Borgo Valsugana da tre malviventi armati di pistola e coltello. Grazie all’intervento dei carabinieri, uno dei malviventi è stato bloccato e arrestato, gli altri due sono riusciti a scappare e sono attualmente ricercati.

Secondo una prima ricostruzione, la famiglia è stata sorpresa nel sonno dai rapinatori. Questi hanno legato marito, moglie e figli e, sotto la minaccia delle armi, hanno costretto il capofamiglia a consegnare i soldi contenuti in una cassaforte, alcune migliaia di euro. Quindi sono scappati. Il tutto è durato un paio di ore. Nel frattempo l’imprenditore è riuscito ad avvertire i carabinieri i quali sono riusciti ad intercettare i fuggitivi. Uno di loro, un pregiudicato, è stato arrestato con l’accusa di rapina in villa e sequestro di persona. La refurtiva è stata recuperata.

Sono rimasti per due ore in balia dei rapinatori i componenti della famiglia di Fabrizio Ferretti, imprenditore edile e immobiliarista di Villa Agnedo. Rapina in villa per la quale è stato arrestato dai carabinieri, dopo un inseguimento nella notte, uno dei componenti della banda, Burkart, un operaio di 57 anni di Pergine Valsugana. Il capofamiglia è stato ammanettato, mentre la moglie e la figlia quattordicenne sono state incappucciate. Mentre due rapinatori con il viso travisato, armati di pistola, coltello e manganello tenevano a bada le donne, sedute sul divano dove erano state sorprese mentre stavano guardando la televisione, uno dei rapinatori ha costretto l’imprenditore ad indicare i luoghi in casa dove erano nascosti gioielli e contanti.

Dopo essersi impossessati di 3.000 euro in contanti e gioielli per un valore di 100 mila euro, i malviventi sono fuggiti a bordo di due moto. Il capofamiglia, nonostante le manette, è riuscito a telefonare al ’112’. È quindi scattata la caccia ai rapinatori lungo la statale della Valsugana, in direzione Trento. Due di loro, in sella a due moto, sono riusciti a far perdere le loro tracce; il terzo rapinatore, con la refurtiva in uno zainetto, è stato inseguito fino a Calceranica al Lago dove, raggiunto dai carabinieri, è caduto dalla moto e quindi è stato bloccato. Oltre alla refurtiva i carabinieri hanno recuperato una delle pistole usate per il colpo, una automatica calibro 9.

http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/cronaca/2013/06/21/news/borgo-famiglia-aggredita-e-rapinata-in-villa-1.7296739

Zingara estorceva migliaia di euro a 65enne malata, per dieci anni

FAENZA – Per dieci anni si è fatta dare soldi da una 65enne di Faenza, anche minacciandola, fino a svuotarle il conto corrente da cui alla fine sono venuti a mancare circa 100mila euro. A spezzare la perversa spirale è stato il marito della donna, disperato, che, sporgendo querela, si è rivolto ai carabinieri di Faenza, i quali dopo indagini condotte anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche hanno notificato lo stato di fermo, domenica nella sua abitazione a Villanova di Bagnacavallo dove vive col marito e cinque figli, ad una 38enne romena di etnia rom, che è stata poi condotta in carcere a Forlì.

La signora, oggi afflitta da diversi mali, anche gravi ma non tali da portarla all’interdizione, ha sempre avuto lo slancio generoso di aiutare i bisognosi, tra cui barboni fuori dai supermercati, spesso dando loro denaro; una decina di anni fa ha incontrato la mendicante Elena Florian, alla quale ha donato inizialmente piccole somme per sostenerne la famiglia. Col passare del tempo, però, la romena ha iniziato a chiedere cifre sempre più alte, con telefonate insistenti poi intercettate dagli inquirenti, arrivando nello scorso marzo a minacciare di inviare un fantomatico romeno a prendere i soldi, con le buone o con le cattive. E la notte successiva è stato appiccato fuoco alla Peugeot 205 del marito della signora, che si è sempre opposto a questa situazione.
 
Ieri mattina si è svolta in carcere a Forlì l’udienza di convalida del fermo per i reati di estorsione, circonvenzione d’incapace e incendio doloso: Elena Florian si è avvalsa della facoltà di non rispondere, su indicazione del proprio difensore, l’avvocato Luca Berger del foro di Ravenna, al giudice Antonella Guidomei, che si è riservata di decidere se tenere la romena in carcere oppure se assegnarla agli arresti domiciliari.

Zingari: nel camper rolex, collane, gioielli e abbigliamento

 

Modena  –  Squadra mobile e volante avevano circondato il campeggio a nord della città da alcuni minuti. Quando la banda si è riunita, intorno alle 19 e 30 di mercoledì, il blitz ha preso il via. Subito identificati in quattro. Altri due uomini sono riusciti a fuggire a piedi, poi acciuffati dagli agenti poche ore dopo. Nomadi provenienti da Liguria e Piemonte, italiani da diverse generazioni. A loro disposizione tre camper, una Subaru Impreza e una Volvo. Le due auto erano munite di un sofisticato sistema che sovrapponeva targhe clonate da altre vetture dello stesso modello a quelle originali. Gli agenti hanno subito controllato i camper, uno di questi era completamente ‘saturo’ di refurtiva. Dentro c’era davvero di tutto. Orologi Rolex da migliaia e migliaia di euro, collane e bracciali in oro, 800 capi d’abbigliamento e addirittura una piccola botte per l’aceto. In poche parole il riassunto più efficace di furti in appartamenti e negozi. Poco dopo la polizia ha trovato tutto l’armamentario necessario. Anche in questo caso, in grande abbondanza: piede di porco, accette, falso tesserino delle Poste Italiane, flessibile e un particolare arnese in acciaio ‘brevettato’ dal gruppo per spaccare in un attimo i grossi lucchetti che si trovano nelle serrande dei negozi (foto a destra).

 

SEI (due donne), età comprese tra i 20 e i 40 anni, sono stati tutti denunciati a piede libero, ma è presumibile che presto possano scattare delle misure cautelari nei loro confronti, appena si riuscirà a collegare la refurtiva ai colpi. Nella memoria dei loro navigatori ci sono varie tappe: a Modena, Ferrara e Bologna. Insieme alle denunce è stato anche firmato un foglio di via obbligatorio dal questore: non potranno più tornare per un bel po’ di tempo nella nostra provincia, mentre le loro identità sono state diramate a tutte le questure. Le indagini che hanno portato alla scoperta della banda, condotte dalla squadra mobile di Amedeo Pazzanese, rientrano nel capitolo del contrasto ai reati predatori che con la crisi sono diventati una delle principali piaghe. Si è arrivati a loro proprio dall’anomalo meccanismo che permetteva di sovrapporre le targhe nella Volvo, scoperta fatta dagli agenti in una carrozzeria in città (completamente estranea ai fatti). La polizia ha così cominciato a indagare. «Ora — spiega Pazzanese — dobbiamo capire da dove provenga la refurtiva, se era la prima volta che transitavano per Modena o meno». A una prima analisi si tratta di pendolari del furto. Soste a breve termine in città diverse da quelle di provenienza, mai in albergo o dove si possono lasciare troppe tracce.

 

LA POLIZIA ha rinvenuto un computer griffato Ferrari il cui furto è stato denunciato proprio ieri mattina da un cittadino residente a Ferrara, questo avvalla l’ipotesi che si fossero stanziati a Modena ma che poi colpissero anche in altre province. Inoltre si dovrà stabilire se possano essere ritenuti responsabili di truffe ai danni di anziani (vista la presenza del finto tesserino). Erano anche muniti di radio scanner per intercettare le comunicazioni sulle frequenze di polizia e di un particolare reagente che serve per riconoscere gli oggetti in oro.

http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2013/04/06/869515-denunciata-banda-furti.shtml

Così i Kosovari rubavano i bagagli a Malpensa


La Provincia di Varese
Così rubavano i bagagli Due arresti a Malpensa
La Provincia di Varese
e che hanno visto come vittime un cittadino kuwaitiano, un cinese e un turco, ai quali erano state sottratte borse, computer, macchine fotografiche, telefonini, carte di credito e contanti per alcune migliaia di euro. I due kosovari sono stati altro »

Emergenza rapine a Milano: Sudamericani devastano gioielleria

Giovina Moretti, titolare dell’omonima boutique di via della Spiga: “Serve sicurezza, forse ha ragione il console americano”

I rapinatori sono sudamericani, molti già catturati

Pisapia saluta le "tradizioni" dei fratelli "migranti"

Milano – Rapinata la storica orologeria ‘Frank Muller Geneve” di via della Spiga 19, nel quadrilatero della moda’.  Cinque uomini si sono presentati all’interno del negozio armati di bastone e hanno sfondato alcune vetrine. I malviventi sono poi fuggiti con gioielli per un valore che si aggirerebbe sulle centinaia di migliaia di euro. I banditi hanno agito con mazze di ferro spaccandoin modo furioso vetrine ed espositori.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia, un primo rapinatore avrebbe suonato il campanello e si sarebbe fatto aprire la porta per poi lasciare entrare altri quattro complici con il volto coperto dai cappucci. Uno dei cinque ha sfondato le vetrine con una mazza, mentre gli altri arraffavano parte del contenuto.

In base a un primo calcolo, la banda sarebbe fuggita con alcuni orologi di pregio con pietre incastonate. Nel corso della rapina, l’uomo armato di mazza ha colpito un cliente che si trovava all’interno e che, all’arrivo del personale del 118, è stato trasportato al pronto soccorso per le cure del caso

«Di negozi qui non ne è stato risparmiato nemmeno uno, anche io ho subito due spaccate. Che posso dire? Che non basta un controllo a spot. Ce lo siamo detti e lo abbiamo detto, scritto mille  volte. Continuità nella sicurezza. Ecco cosa serve». Giovina Moretti, titolare dell’omonima boutique di via della Spiga e presidente di una delle vie più esclusive del Quadrilatero, di iniziative sul tema sicurezza ne ha promosse davvero tante: petizioni, lettere, esposti.

«Sono in questa via da oltre quarant’anni, ho il negozio e ci abito, conosco ogni angolo del Quadrilatero e ho memoria storica di tutto quello che è successo in tanti anni». Le due associazioni, quella di via Spiga e quella di via Montenapo-Sant’Andrea, stanno preparando l’ennesima lettera da inviare al Comune

«Non c’è un vigile che passi durante il giorno, non ci sono i carabinieri, nè la polizia. Manca l’effetto deterrente. Subito dopo le rapine, per i successivi due o tre giorni le forze dell’ordine intensificano i controlli, ma poi spariscono, manca la continuità appunto. E una rapina messa a segno con quella violenza alle 18.20 di sera, in centro, è la prova provata che qualcosa non va». Si è parlato anche di aumento della vigilanza, Chopard ha messo di recente, dopo un colpo milionario, due guardie fisse.

Così come ha fatto Tiffany. Sono aumentate anche le telecamere, ad esempio quelle montate all’angolo tra via San’Andrea e via della Spiga. «Ma la vigilanza privata resta un grosso problema, per noi ha dei costi insostenibili. Le quote associative ci consentono di tenere pulita la via, di farci carico di degli addobbi per le feste e del decoro generale di queste strade, che sono le uniche internazionali. Sulla sicurezza ci serve un aiuto». C’è poi il capitolo furti, oltre alla rapine eclatanti e dal bottino molto ricco. «Abbiamo la sensazione che siano aumentati anche i borseggi – dice Moretti –così almeno ci dicono i clienti, io non sono tra quelli che vogliono solo criticare, amo la mia città, amo questo quartiere e sono la prima a rimboccarmi le maniche perché le cose cambino, ma ricollegandomi alla lettera inviata dal console americano a i residenti, temo che abbia ragione sull’allarme microcriminalità da strada».

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2013/02/17/846726-milano-via-della-spiga-rapina-fraNck-muller.shtml

Milano: è emergenza criminale – 244 furti al giorno! – Stupri: + 45%

NEL 2012 BEN 21.591 LE CASE SVALIGIATE NELLA NOSTRA CITTÀ

Mentre il Sindaco è stupito per l’allerta sicurezza lanciata dal console americano, rapine e furti non si fermano un attimo

Pisapia saluta le "tradizioni" dei fratelli "migranti"

E’ accaduto in via Chiusa, zona piazza Vetra, dove una donna di 66 anni è rincasata alle 16,45 del pomeriggio e, benché pieno giorno, si è ritrovata di fronte ad un’insospettabile sorpresa: l’abitazione a soqquadro e la cassaforte forzata.
In base a quanto denunciato alle Forze dell’Ordine, il bottino comprenderebbe un orologio Rolex del valore di alcune migliaia di euro.
Nel 2012, secondo i dati della Questura, solo gli appartamenti svaligiati sono stati 21.591, cioè 1800 furti al mese e 60 al giorno.

In tutto ciò, di 2 giorni fa la polemica tra il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e il Console degli Stati Uniti, “reo” di aver esortato alla massima attenzione i propri compatrioti su suolo meneghino, poiché la nostra città “non è sicura”.

I numeri, del resto, parlano da soli: secondo, infatti, i dati della Questura di Milano rispetto alla quantità di crimini compiuti, nella nostra città, nel 2012, le cifre indicano:

– stupri, nei primi 4 mesi del 2012 aumentati rispetto all’anno precedente del 45,7%.

– rapine, 4.936 (411 al mese, 14 al giorno).

– furti con strappo, 1.971 (164 al mese e 5 al giorno)

– furti in negozio 25.517 (2126 colpi al mese e 70 al giorno).

– rapine in pubblica via, 2.621 (218 rapine al mese e 7 al giorno).

– furti in auto in sosta, 28.165 (2347 al mese e 78 al giorno)

– furti con destrezza, 25.517 (2.126 al mese e 70 al giorno)

– raddoppio della presenza dei rom, con l’istituzione di un tavolo permanente da parte della Prefettura

Totale: 244 furti al giorno comprendendo tutte le varie tipologie.

http://www.cronacamilano.it/cronaca/35770-furto-in-appartamento-via-chiusa-milano-nel-2012-21591-le-case-svaligiate.html

Terrore a Bergamo: banda di Albanesi picchia e rapina una coppia

Se fosse in vigore la legge targata Pd, questo crimine sarebbe stato commesso da "italiani"

Un colpo alla testa con il calcio della pistola e un comando: “Dov’è la cassaforte?”. Sono le 21.45 di domenica 10 febbraio, quando in cima alle scale che dall’autorimessa portano al primo piano la coppia di coniugi, lui 43enne e lei 32 enne, vengono aggrediti da tre banditi a volto coperto e armati di pistola. Parlano perfettamente in italiano, ma tra di loro confabulano in albanese. La coppia è appena rientrata dopo una serata con amici nella propria villetta in via Valverde. Scatta l’allarme e i malviventi costringono i coniugi ha disinserirlo. Quindi la richiesta persistente: “Dov’è la cassaforte?”. Inutili le suppliche della coppia: in casa non c’è nessuna cassaforte. Ma i banditi non desistono e mettono a soqquadro l’abitazione. Dopo cinquanta minuti di terrore con la pistola puntata alla testa della coppia, la resa dei malviventi che si fanno consegnare alcune migliaia di euro che il proprietario ha in casa, quindi la fuga con l’auto della coppia una Kia. L’auto verrà ritrovata qualche ora più tardi a trecento metri di distanza. Per la coppia di coniugi, liberi professionisti, sono stati 50 minuti di terrore. Sulla vicenda stanno ora indagando gli agenti della Squadra mobile di Bergamo.

http://www.bergamonews.it/cronaca/rapina-villa-coppia-aggredita-e-derubata-valverde-170747