Tag: emergenza

Emergenza sicurezza a Padova: altre due spaccate, un arresto della … – Mattino Padova

Emergenza sicurezza a Padova: altre due spaccate, un arresto della
Mattino Padova
Nella notte tra sabato e domenica sono state messe a segno altre due spaccate ma ieri mattina gli agenti della Squadra volante hanno arrestato l'autore di uno dei due colpi. In manette è finito Amor Ben Lazhar Torch, tunisino di 35 anni. Ed è il

Vasto: è emergenza rapine, ‘migranti’ scatenati

La prima notizia – Un tentativo di scippo è stato compiuto stamani, pochi minuti dopo le 10, nel centro di Vasto.
La vittima è una donna che camminava lungo via Alfieri. Il malvivente, strattonandola, l’ha fatta cadere a terra. Soccorsa dai passanti la donna è stata fatta sedere per riprendersi dallo shock e dalla caduta.
Dalla seconda metà di agosto ad oggi, è il quarto furto con strappo tentato o messo a segno nel centro cittadino. E l’11 settembre in via Giulio Cesare è stata picchiata e rapinata la dipendente di un’agenzia assicurativa. La donna era uscita dall’ufficio e stava andando in banca a depositare l’incasso.

Ore 10.55 – Con l’episodio accaduto stamani in via Alfieri, si allunga la lista degli scippi nel centro di Vasto: il 19 agosto in via Barbarotta, il 24 in via Naumachia, il 3 settembre in via Sant’Anna e il 9 in via Pescara.
Ore 10.30 – In base a fonti ufficiose, sarebbe uno straniero lo scippatore che ha tentato di strappare la collana a una donna di Vasto in via Alfieri. L’anziana è stata pronta a reagire e, dimenandosi, ha evitato che il malvivente portasse a termine la sua azione. I carabinieri e stanno dando la caccia al colpevole.
Ore 10.20 – La vittima del tentativo di scippo, sotto shock per l’accaduto, è stata portata in ambulanza all’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto, dove i medici le cureranno le contusioni riportate nella caduta.

http://www.zonalocale.it/2013/09/13/rapinatori-in-azione-senza-sosta-tentativo-di-scippo-in-via-alfieri/6375

Continua emergenza rapine nel Sannio: banda di immigrati scatenata

A Sant’Agata de’ Goti, in via Reullo, verso le 21,30, tre individui, stranieri, a volto coperto, di cui uno armato di pistola e due di fucile, si sono introdotti all’interno di uno stabile con due abitazioni occupate da due sorelle, una impiegata di 49 anni e l’altra casalinga di 43anni e, dietro minaccia, hanno costretto le due vittime a consegnare alcuni oggetti in oro. Inoltre, hanno portato via due televisori e due PC portatili dileguandosi a bordo di un’auto non identificata. Sul posto, sono intervenuti i Carabinieri della locale Stazione e quelli del Nucleo Operativo e Radiomobile per i rilievi tecnici e le indagini del caso, mentre le altre pattuglie dell’Arma hanno effettuato una vasta battuta in tutta l’area interessata alla ricerca dei fuggitivi.

http://www.ilquaderno.it/sagata-dei-goti-rapina-mano-armata-due-abitazioni-minacciate-proprietarie-rubati-tv-pc-88360.html

Lodi: è emergenza aggressioni, immigrati scatenati

Lodi, 1 settembre 2013 – È in prognosi riservata il romeno di 25 anni che sabato notte, attorno alle 2, in un bar di viale Pavia, a Lodi, ha battuto la testa cadendo a terra in seguito ad una rissa in cui sembra fossero coinvolte altre quattro persone. Trasportato al pronto soccorso di Lodi in codice giallo, è poi stato trasferito all’ospedale San Raffaele di Milano, dove appunto le sue condizioni risultano critiche. Sul caso sta indagando la Questura di Lodi: l’unico elemento certo, nell’accaduto, è che la collutazione non avrebbe avuto esiti così gravi se il giovane non avesse sbattuto accidentalmente il capo. Gli accertamenti sono comunque in corso per identificare le altre persone coinvolte nella rissa.

Non è purtroppo l’unica aggressione avvenuta in città. Ieri l’altro, poco dopo le 19, uno straniero ha aggredito una coppia in via Paolo Gorini per futili motivi. Secondo la denuncia presentata ai carabinieri, la donna aveva ripreso verbalmente lo straniero che aveva sputato per terra. Lo sconosciuto, dalla pelle olivastra, forse proveniente dal Nord Africa, ha però reagito in modo violento, colpendo il marito al volto. L’uomo è stato portato al pronto soccorso con una frattura del setto nasale mentre dello straniero, al momento, si sono perse le tracce.

Questa estate ci sono state purtroppo varie aggressioni. Sempre a Lodi, durante la “Notte bianca”, un egiziano di 35 anni, H.O.M., irregolare in Italia, pregiudicato e senza fissa dimora, ubriaco fradicio aveva aggredito in viale Dante tre connazionali che stavano rientrando a casa. L’uomo, con inaudita ferocia, aveva sfoderato il coltello colpendo i tre giovani di 24 anni, 27 e 20 anni a cui poi, dopo il ricorso alle cure mediche in pronto soccorso, era stata fatta una prognosi di una decina di giorni. In un primo momento sul posto era intervenuta una pattuglia della Polizia provinciale, senza però riuscire a disarmare l’uomo. Chiesti i rinforzi, si erano recati sul posto degli agenti di Polizia che, seppur a fatica, erano riusciti a disarmare l’uomo. L’egiziano era stato portato in centrale e denunciato per lesioni, violazione della legge sul porto di armi e delle leggi sull’immigrazione ma, in attesa che venissero esperite le pratiche di rimpatrio, l’uomo era però poi stato rimesso in libertà.

Treviso, emergenza bande immigrati: Manildo promette ‘controlli’…

Un vertice in Prefettura per discutere dell’emergenza rapine. Al termine del summit di ieri mattina tra il prefetto ad interim Pietro Signoriello ed i vertici delle forze dell’ordine, è arrivata un’importante decisione: è stato disposto un aumento delle pattuglie sulle strade, in particolare nelle ore notturne. Nel frattempo è caccia serrata al commando di tre uomini che nelle notti di lunedì e martedì hanno rapinato in casa tre anziani, in un raggio d’azione di sette chilometri, tra Preganziol e la zona dell’aeroporto. Non ci sono dubbi che la matrice sui tre assalti sia la stessa. I tasselli del profilo dei banditi sono già stati tracciati dagli investigatori. La loro attenzione si sta focalizzando su due fronti, in particolare: i tracciati delle celle telefoniche e i filmati delle telecamere disseminate lungo le strade che portano nelle abitazioni prese di mira. Da parte sua il sindaco di Treviso Giovanni Manildo ha chiesto interventi immediati al prefetto, più controlli sul territorio e un tavolo tra tutti i sindaci sul problema.
Il summit. Il capo di gabinetto Luigi Vitetti precisa che si è discusso della questione. «È stata disposta un’intensificazione delle misure di vigilanza», assicura, «Pare comunque non si tratti di una banda di professionisti del crimine».
La banda. Il commando di rapinatori è composto da almeno tre persone. Due entrano in azione, il terzo li aspetta in auto all’esterno delle case prescelte per l’assalto, pronto a sgommare quando i complici hanno terminato il lavoro. Sono giovani, robusti e pronti a tutto. Soprattutto a passare alle vie di fatto. Non hanno remore nel picchiare le loro vittime se non trovano subito il denaro.
La pista straniera. «Dammi i soldi». È l’unica frase costante rivolta alle vittime. Due parole pronunciate in apparenza in un italiano perfetto, senza inflessioni, solo da uno dei due banditi che entrano in azione. Ma la pista straniera è quella più battuta. I banditi agiscono a volto scoperto, con un semplice cappellino in testa. Non temono di essere riconosciuti. I recenti controlli delle forze dell’ordine si sono concentrati sui “punti di aggregazione” di cittadini stranieri. E non sono stati tralasciati nemmeno i campi nomadi.

Consigliere giunta Manildo

Consigliere giunta Manildo

Il basista. Un particolare inquietante riguarda la presenza di un basista. Una persona in grado di riferire alla banda i luoghi esatti dove andare a colpire. Il commando ha dimostrato di avere una metodicità chirurgica. Colpisce sempre a notte fonda, tra mezzanotte e mezza e l’una, in luoghi periferici ed isolati, in abitazioni dove sanno che all’interno vivono soltanto anziani. Persone indifese, che non possono reagire. Per questo motivo tra gli investigatori s’è fatto largo l’ipotesi della presenza di qualcuno, interno o esterno alla banda, che abbia suggerito dove colpire con esattezza. Una sorta di basista. Una persone che, magari per lavoro, risiede in zona e che conosce luoghi, case e chi vi abita.
Le indagini. Il riserbo degli investigatori è massimo. E le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica, proseguono. Nelle mani di polizia e carabinieri ci sono già i profili dei due banditi che entrano in azione nelle case degli anziani usando la violenza come metodo per convincerli a dare i soldi. È una banda determinata ma qualche errore è stato commesso. Dalle immagini delle telecamere, disseminate sulle strade, un aiuto dovrebbe arrivare. Ma è anche dalle tracciature delle celle telefoniche, alle quali si sono agganciati i cellulari dei banditi, che potrebbe arrivare l’aiuto determinante per risolvere il giallo.
Manildo: più controlli. Da parte sua il sindaco Manildo ha chiesto un intervento della Prefettura per aumentare i controlli sul territorio lanciando inoltre l’idea di un tavolo tra primi cittadini. Manildo ha espresso la propria vicinanza a Bruna Vanin, l’anziana di San Giuseppe, aggredita e rapinata alcune notti fa nella sua casa di via Boiago. «Si tratta di un atto molto grave – precisa il sindaco di Treviso -che ferisce tutta la nostra comunità. Voglio esprimere la mia vicinanza alla signora Vanin e alle altre vittime delle rapine che si sono verificate in questi giorni. Ho chiesto ed ottenuto dal Prefetto ampie rassicurazioni su un incremento delle attività di prevenzione e controllo del territorio da parte di tutte le forze di polizia». E conclude: «La cronaca di questi giorni ci ha dimostrato che la sicurezza costituisce un tema comune a tutte le amministrazioni che, con l’aiuto delle forze dell’ordine, devono fare il massimo per mettere al riparo i cittadini da episodi del genere. Penso che spetti al comune capoluogo mettere tutti i sindaci intorno ad un tavolo per discutere di una questione che non conosce colore politico».

Via Lombroso, nomadi trasferiti nel nuovo Centro di accoglienza – Il Giorno


Il Giorno

Via Lombroso, nomadi trasferiti nel nuovo Centro di accoglienza
Il Giorno
Milano, 6 agosto 2013 – Sono stati trasferiti stamani dagli agenti della Polizia locale di Milano nel Centro di emergenza sociale di via Lombroso 90 nomadi che si trovavano nel campo di via Barzaghi. Si tratta di nuclei familiari con numerosi bambini
Via Barzaghi, smantellamento campo nomadiQuotidiano.net
Nomadi, novanta in nuovo centro MilanoANSA.it
ROM: APRE NUOVO CENTRO EMERGENZA A MILANO AGI – Agenzia Giornalistica Italia
02blog.it (Blog) –Corriere della Sera –CronacaMilano
tutte le notizie (11) »

Nomadi, novanta in nuovo centro Milano – ANSA.it


ANSA.it

Nomadi, novanta in nuovo centro Milano
ANSA.it
Nomadi, novanta in nuovo centro Milano (ANSA) – MILANO, 6 AGO – Novanta nomadi sono stati trasferiti dalla Polizia locale di Milano nel Centro di emergenza sociale di via Lombroso. Sono tutte famiglie con bambini, erano in via Barzaghi. Il nuovo centro 
Via Lombroso, nomadi trasferiti nel nuovo Centro di accoglienzaIl Giorno
ROM: APRE NUOVO CENTRO EMERGENZA A MILANO AGI – Agenzia Giornalistica Italia
Milano, apre un nuovo centro emergenza per nomadiAffaritaliani.it
Corriere della Sera –CronacaMilano
tutte le notizie (8) »

Emergenza al Cie di Caltanissetta: fughe, violenze e tubercolosi tra gli immigrati

Ogni sera al Cie del Centro governativo di Pian del lago di Caltanissetta c’è un gruppo di stranieri irregolari trattenuti in attesa d’identificazione ed espulsione che tenta la fuga picchiando un poliziotto, un carabiniere, un finanziere o un soldato. Non essendo in stato di detenzione quando tentano la fuga non sono tratti in arresto ma reinseriti nel Cie dove, la notte successiva, ritenteranno la fuga.
I fondi dell’Emergenza Nord Africa sono finiti il 31 dicembre dello scorso anno e da allora è cominciata, senza i riflettori della stampa nazionale, l’emergenza Caltanissetta.

“Alle 7 de la tarde” in 40-50 immigrati per volta salgono sui tetti dei padiglioni, si arrampicano sulle recinzioni e le scavalcano mentre altri stranieri ‘proteggono’ la loro fuga lanciando pietre, acido e urina mista a peperoncino all’indirizzo dei poliziotti, dei finanzieri, dei carabinieri e dei militari dell’Esercito in servizio di vigilanza. E’ questa la scena che si ripete pressoché ogni giorno al centro per immigrati di Pian del lago a Caltanissetta. Da sei mesi, da quando cioè il Cie ed il Cara sono stati riaperti, si contano una quarantina di feriti fra le forze dell’ordine, dieci con prognosi di 30 giorni, ed un finanziare che ha rischiato di morire perché gli è stata tagliata la gola.

Ai pochi uomini delle forze dell’ordine rimasti (13 poliziotti all’ufficio immigrazione con compiti amministrativi, 10 uomini delle forze dell’ordine a turno nel Centro con compiti di vigilanza coadiuvati da 15 soldati che non possono svolgere compiti di ordine pubblico) limitati pure nello straordinario (al massimo 30 ore ciascuno), è stato sostanzialmente detto “unni arrivati ci mittiti a spingula” (Dove arrivate, mettete una spilla).

Il Centro di identificazione ed espulsione di Caltanissetta “trattiene” 85 persone; il Cara ne accoglie 450, 380 dei quali richiedenti asilo in Italia ed altri 70 “competenza Dublino”, soggetti cioè che hanno chiesto di andare in altri Paesi europei. Per i primi i tempi di attesa per ottenere l’asilo oscillano fra i 6 ed i 7 mesi, i secondi devono attendere almeno un anno. Fuori dai cancelli, con richiesta di asilo politico in mano, senza alcuna assistenza ‘vivono’ altre 150 persone che aspirano ad entrare nel ‘circuito’ non certamente virtuoso: a 70 sono già state prese le impronte digitali e attendono di entrare, gli altri devono cominciare l‘intera procedura. A costoro, privi di cibo e acqua, pensano i più fortunati ospiti del Cara che portano fuori il necessario per alleviare le loro sofferenze.

Complessivamente, ad eccezione dei ‘trattenuti’ al Cie, insomma, ci sono circa 700 persone in giro per la cittadina nissena senza nulla da fare e senza alcuna assistenza: sono tutti in attesa. Di che? Della commissione, bizzarramente istituita a Siracusa, che valuta la posizione di appena 4 richiedenti asilo a settimana!. Che la celerità non fosse la prerogativa di tale commissione se ne erano accorti pure al Ministero che aveva creato una sub commissione a Caltanissetta. Ma il decreto di nomina è scaduto a giugno scorso ed il Ministero dell’Interno, impegnato in espulsioni ‘lampo’ solo per i dissidenti del Kazakistan, non l’ha ancora rinnovata.

La situazione di ‘stallo’ esaspera tutte le parti in causa: richiedenti asilo, forze dell’ordine, cittadini e associazioni che si occupano dei migranti. Tutti quanti, però, sono lasciati a cuocere nel loro brodo.

Ad aggiungersi alle quotidiane aggressioni alle forze di polizia per tentare la fuga poste in essere dai ‘residenti’ del Cie ci si sono messe pure le, giuste, protese dei richiedenti asilo. L’altro giorno, stanchi di attendere i tempi biblici della commissione, hanno di fatto sequestrato tutti gli operatori all’interno del Centro impendendone l’uscita. Una protesta ‘pacifica’ che ha distrutto la mensa, sedie e suppellettili provocando danni per 20 mila euro. All’esterno un altro gruppetto ha bloccato la strada provinciale rendendo assai complicato l’accesso ad un locale pubblico dove si svolgeva il trattenimento di un matrimonio. Alla fine della trattativa con i richiedenti asilo i funzionari della prefettura e dell’ufficio immigrazione hanno promesso pressioni sulla commissione di Siracusa per indurla ad aumentare il numero delle posizione esaminate. La protesta è rientrata e nessuno, pare, sia stato denunciato.

Il consigliere comunale del Pdl, Oscar Aiello, pur sapendo di esporsi a critiche di razzismo non ha resistito: “E’ arrivato il momento di rompere il muro di omertà, falsità e di abbondante ipocrisia che si annida dietro la questione extracomunitari. Chi è dotato di onestà intellettuale non può non ammettere che la numerosa presenza di extracomunitari non mette a rischio solo la sicurezza delle forze dell’ordine, che fronteggiano nel centro di Pian del Lago le rivolte degli immigrati, ma anche l’immagine, il decoro, l’economia e l’ordine pubblico di tutto il capoluogo nisseno. Per non parlare poi dei problemi igienico-sanitari».

Il riferimento è ad un presunto aumento dei casi di tubercolosi in città che si collegherebbe alla presenza di prostitute, ma anche alla centrale piazza Garibaldi divenuta campo di calcio per partite fra extracomunitari, alle ville dove si rivendono sigarette, ai furti nei supermercati, ai parcheggiatori abusivi che chiedono il pizzo agli automobilisti. “E qualcuno non venga a raccontare che il Centro di Pian del Lago porta lavoro e benessere”.

Lo ‘sfogo’ dell’esponente politico del centro destra è stato sostanzialmente fatto proprio dai sindacati di polizia Siulp Patrizio Giugno e Piero Leonardi, Federazione Sp che, raccogliendo il malcontento di tutti gli operatori, ritiene opportuno “chiudere il Centro di identificazione ed espulsione di Pian del Lago se viene messa a rischio la sicurezza delle forze dell’ordine che fronteggiano le rivolte degli immigrati”. Che la situazione sia ormai oltre il livello di guardia lo evidenzia anche la lettera al Prefetto inviata dal segretario generale del Silp-Cgil, Davide Chiarenza, che ha innescato, involontariamente, una guerra fratricida con l’Arci.

“Negli ultimi mesi i tentativi di fuga dal Cie di Pian del Lago sono diventati la ‘regola quotidiana’” scrive il sindacalista della Cgil. “Le forze di polizia, prive dei dovuti equipaggiamenti di OP, cercano di contenere la fuga in tutti i modi ma il prezzo da pagare sarà il ferimento di alcuni di essi, in ultimo un ispettore ha riportato lesioni a un ginocchio a causa delle quali rimarrà fuori servizio per qualche mese (le forze dell’ordine sperano di non riportare ferite più gravi sic!), il danneggiamento di automezzi e della struttura. Questa situazione è ‘surreale’”.

Il Silp propone, per non agevolare la fuga degli stranieri dal Cie di privarli di apparecchi telefonici (con i quali contattano chi agevolerà la loro fuga) e di scarpette di ginnastica (con le quali si arrampicano lungo la recinzione e fuggono agevolmente) e sollecita lavori strutturali per impedire agli stranieri di tirare addosso alle forze di polizia ogni genere di materiale contundente.

“Parole indegne” queste del sindacalista le ha definite il presidente dell’Arci “Ciccianera” di Caltanissetta, Claudio Lombardo, che si occupa di assistere i migranti. “Parole degne di uno schiavista di fine Ottocento dell’Alabama o del Mississipi. C’è mancato solo che proponesse i ceppi e le catene ai piedi”.

http://www.canicattiweb.com/2013/07/25/sicilia-e-emergenza-al-cie-di-caltanissetta-a-rischio-le-forze-dellordine/

Finita l’emergenza “Nord Africa” ora è emergenza “Caltanissetta” – SiciliaInformazioni.com


SiciliaInformazioni.com

Finita l'emergenza “Nord Africa” ora è emergenza “Caltanissetta”
SiciliaInformazioni.com
Non essendo in stato di detenzione quando tentano la fuga non sono tratti in arresto ma reinseriti nel Cie dove, la notte successiva, ritenteranno la fuga. I fondi dell'Emergenza “Alle 7 de la tarde” in 40-50 immigrati per volta salgono sui tetti

“Aiuto, mi sta massacrando”: quotidianità nelle famiglie ‘migranti’

Sesto San Giovanni, 13 luglio 2013 – Mercoledì notte una donna era stata salvata dai carabinieri dopo che il marito l’aveva minacciata e percossa davanti ai tre figli. I carabinieri erano stati richiamati nell’appartamento di via Rovani dalle urla della donna. Giovedì all’alba i militari del Nucleo operativo di Sesto San Giovanni sono intervenuti per mettere in salvo un’altra donna, di soli 23 anni, picchiata a sangue dal compagno in un’abitazione di via Torino.

Due casi di aggressione domestica in sole 24 ore fanno scattare l’allarme rosso anche a Sesto San Giovanni, per i maltrattamenti in famiglia nei confronti delle donne e dei minori. Quella stessa tragica emergenza che sta insanguinando l’Italia rischia di scivolare in tragedia anche nel Nord Milano, dove l’aggressività nelle famiglie e nelle coppie sta diventando sempre più frequente e sempre più violenta. (ndr. ovviamente non c’è nessun legame con l’aumento della presenza di famiglie di immigrati, e se lo pensate siete razzisti)

Tra accuse di stalking e arresti per vere e proprie aggressioni a scopo intimidatorio, gli interventi delle forze dell’ordine diventano ogni giorno più frequenti. Il rischio che qualcuno perda la testa tra le mura domestiche si moltiplica. Emblematico l’ultimo caso scoperto dai carabinieri giovedì all’alba. La 23enne di origine salvadoregna chiama il centralino dei carabinieri per denunciare il suo compagno che la stava picchiando. I due avevano già litigato in passato. Ma evidentemente il ragazzo, un connazionale di un anno più grande, questa volta aveva passato il segno.

In pochi minuti i carabinieri sono arrivati nell’appartamento di via Torino. In tempo per fermare l’ira dell’uomo. La ragazza era stata picchiata con violenza al volto. Aveva il viso tumefatto, ed era sotto choc per le botte ricevute. Il giovane è stato fermato. Per lui sono scattate le manette con l’accusa di maltrattamenti e lesioni. È stato condotto al carcere di Monza in attesa del processo. La vittima del pestaggio è stata invece accompagnata al Pronto soccorso dell’ospedale di Sesto dove è stata curata – a spese nostre – per le lesioni al volto. È stata dichiarata guaribile in 10 giorni.

http://www.ilgiorno.it/sesto/cronaca/2013/07/13/918924-violenza-donne-botte.shtml