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Formigine, violenta rapina in casa: donna ferita da clandestino


Modenaonline

FORMIGINE (Modena) – Violenta rapina in abitazione questa notte a Formigine. Un 40enne magrebino, irregolare, è entrato nel garage di una casa di via Mazzoni ed è stato sorpreso dai proprietari mentre rubava attrezzi, generi alimentari e vestiti. Quando si è visto scoperto, ha reagito con violenza facendo cadere a terra la proprietaria di casa. L’immigrato, che si è dato alla fuga, è stato rintracciato subito dai carabinieri di Sassuolo, giunti sul posto, nella vicina via Turchetto dove aveva appena infranto la vetrina della concessionaria Novauto.  Qui il magrebino ha opposto resistenza all’arresto e ha rotto con un calcio il finestrino della portiera posteriore dell’auto di servizio dei carabinieri che, alla fine, lo hanno arrestato e portato in carcere a Modena. Dovrà rispondere di tentato furto aggravato, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale.

Masochisti – Prete aggredito da Rom non li denuncia

LIVORNO. «Le porte della parrocchia restano aperte a tutti. Non permetterò che questo episodio mini l’attività mia e dei miei collaboratori che in questa chiesa va avanti da 30 anni. Se qualcuno verrà dopo di me, si regolerà come meglio crede. Ma finché ci sarò io, le cose non cambieranno».
Ha le idee chiare Don Luciano Musi. L’aggressione da lui subìta in chiesa martedì pomeriggio, quando è stato circondato da un gruppo di rom e poi picchiato, non lo ha per niente intimidito. E soprattutto non lo fa arretrare dalla sua passione per il sociale che porta avanti da decenni. È lui infatti che, insieme ai suoi parrocchiani, ogni giorno aiuta i bisognosi, attraverso la raccolta di cibo, vestiti e coperte da distribuire a chi ha bisogno. Ed è lui che da anni organizza i furgoncini della Ronda della carità, attraverso i quali distribuisce pasti e beni di prima necessità ai poveri e ai senza tetto. Tolleranza e generosità sono le parole d’ordine della sua parrocchia. «E figuriamoci se mi faccio spaventare da chi usa la violenza – dice il parroco – Ho sempre fatto così e continuerò. In tanti anni, pur lavorando sempre attivamente nel sociale, qui non ci sono mai stati episodi del genere».
La priorità del sacerdote è tutelare la parrocchia, dedicata a San Giovanni Bosco, e i bimbi dell’oratorio. Ed è per questo che ha deciso di non sporgere denuncia sull’episodio, su cui ora sta indagando la squadra mobile della questura. È lui stesso a spiegarlo: «La polizia può procedere d’ufficio perché è stato aggredito un ministro del culto, per di più in chiesa – spiega don Luciano – Io quindi non devo presentare querela, e preferisco non farlo perché non voglio mettere in pericolo i miei parrocchiani. Temo che, dopo questo episodio, possano esserci ritorsioni verso chi frequenta la chiesa, compresi i ragazzi dell’oratorio. E una cosa del genere mi ferirebbe troppo».
Ieri il sacerdote è andato in questura per essere ascoltato dagli investigatori, che gli hanno mostrato una serie di foto per l’eventuale riconoscimento dei suoi aggressori. «È difficile, quasi impossibile riconoscerli così – dice il prete – Come faccio a ricordare il colore dei capelli, gli occhi, i vestiti… Sono stato per poco a contatto con quei rom: il tempo di invitarli ad andare via dalla chiesa. Subito dopo, mentre loro gridavano, mi sono girato per andare verso l’ufficio a chiamare i carabinieri, ed è stato allora, sulla soglia della stanza, che mi hanno strattonato e che poi uno di loro mi ha colpito. Io però mi sono divincolato e sono corso in ufficio per chiedere aiuto». Le telecamere della chiesa hanno ripreso parte dell’episodio, ma non l’aggressione vera a propria, avvenuta al di fuori del raggio dell’occhio elettronico.
Il parroco è ancora sconvolto e dolorante (ha una ferita al volto sull’occhio), ma c’è una cosa che lo sta aiutando a superare lo choc: l’affetto della gente. «Le persone mi fermano per strada, mi chiamano e mi hanno dimostrato solidarietà anche attraverso facebook, da altre città toscane: ringrazio tutti».

http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2014/03/13/news/le-porte-della-chiesa-restano-aperte-1.8843316

Trans stranieri picchiano gay: è ‘omofobia’?

LIMENA. Sono dovuti intervenire gli agenti, al Club Officina, affiliato Arcigay e già protagonista del degrado nottirno, in via Volta a Limena. Intorno alle 5 di ieri il responsabile del locale, il 45enne sandonatese Angelo Farnia, ha chiamato il 112 perché quattro trans ubriachi volevano entrare: al sabato notte c’è l’afterhours, che inizia alle 3 e mezza e si conclude alle 8 di mattina. Il gestore si è rifiutato di farli passare, il che avrebbe fatto andare in escandescenze i trans: due di loro, entrati comunque, avrebbero iniziato a prendersela con l’arredamento: sono volate bottiglie, posaceneri, addirittura scarpe, senza contare pugni, calci, spintoni. Un putiferio.

«Preferisco non commentare», ha confidato Farnia agli amici, «ma è stato un momento difficile, davvero una brutta esperienza». Difatti, non sapendo più come gestire la situazione, Farnia ha chiamato i carabinieri. Al loro arrivo, i militari hanno calmato gli animi e identificato i trans, invitandoli ad allontanarsi e a continuare la nottata altrove. Era da un po’ che il Club Officina non faceva parlare di sé per episodi “originali”: 4 anni fa un giovane uscì nudo e ubriaco in mezzo alla strada, dopo un «naked party» senza vestiti. Dopo aver insultato i carabinieri che tentavano di bloccarlo, finì in ospedale a smaltire la sbornia.

È rientrato a casa all’alba, comunque, Angelo Farnia. Lui stesso è rimasto vittima dello scontro violento: lesioni fortunatamente non molto gravi, ma che lasciano il segno e lo hanno indotto a chiudersi in se stesso per qualche ora quando ha riaperto gli occhi dopo aver cercato di riposare.

Una notte che non dimenticherà facilmente: ha dovuto anche farsi medicare a Padova, comunque sta bene. Farnia lavora da tempo nel Padovano, dove ha già gestito diversi locali. A San Donà, dove abita, è abbastanza conosciuto, come una persona mite e rispettabile, molto riservato. Il 45 anni, residente nella zona di Mussetta, torna a San Donà solo dopo il lavoro, che lo impegna fino alle ore piccole.

 

Nasconde e ruba vestiti in un centro commerciale, arrestato moldavo

Nasconde e ruba vestiti in un centro commerciale, arrestato 23enne
Il Giorno
L'uomo, un moldavo di 23 anni, pregiudicato, mercoledì sera è entrato in due negozi di abbigliamento poco prima della chiusura. Dopo avere rimosso le tacche antitaccheggio se n'è uscito con parecchia roba da vestire ben nascosta, riuscendo a superare
“Il Globo”, cerca di rubare durante la chiusura. ArrestatoMBnews

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Traffico di droga da Perù e Bulgaria: 40 arresti – Corriere della Sera


Adnkronos/IGN

Traffico di droga da Perù e Bulgaria: 40 arresti
Corriere della Sera
Operazione antidroga dei carabinieri nei confronti di una organizzazione internazionale di matrice bulgara, responsabile dell' importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Perù e di eroina dalla Bulgaria. I militari del Ros hanno eseguito 40
Operazione antidroga del Ros di Milano, 40 ordinanze di arrestoAdnkronos/IGN
Coca dalla Bulgaria, eroina dalla Romania maxioperazione Il Messaggero
Milano: droga peruviana sciolta nei vestiti, 40 arrestiCorrispondenti.net
La Repubblica Milano.it –Bulgaria OGGI –The Blazoned Press
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Vestiti alla coca: sequestrato carico di droga liquida – La Repubblica Milano.it

Vestiti alla coca: sequestrato carico di droga liquida
La Repubblica Milano.it
L'operazione antidroga dei carabinieri del Ros ha smantellato un'organizzazione di matrice bulgara, responsabile dell'importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Perù e di eroina dalla Bulgaria. I militari hanno eseguito 40 arresti richiesti

Coppia in balìa di 4 immigrati: terrorizzati per ore

Rapina in villa a Vigodarzere da Mauro Sardella

Per una lunga interminabile ora, sabato sera una coppia di Vigodarzere è rimasta in balia di un commando di 4 banditi, dei giovani probabilmente dell’Est Europa, che oltre ad averli legati e imbavagliati, si sono scagliati contro la donna in preda al panico e urlande, pestandola e assestandole due pugni in volto e procurandole un vistoso ematoma.

LA RAPINA. Un’ora di terrore che ha avuto per protagonisti Mauro Sardella, 55 anni, titolare di un panificio a Legnaro, e la sua compagna. I rapinatori si sono presentati intorno alla mezzanotte nella villa in via lungargine Muson di Sardella, facilmente accessibile visto che per via del caldo degli infissi erano aperti, che in quel momento si trovava in soggiorno davanti alla tv. La convivente invece era appena uscita dalla doccia quando si è trovata di fronte i malviventi. Legati, minacciati e, nel caso della donna, pure aggrediti, sono stati derubati di 6mila euro in contanti e dei gioielli, arraffati dalla cassaforte.

LE INDAGINI. I ladri sono fuggiti a bordo di una Fiat Punto di proprietà della vittima, recuperata successivamente dai carabinieri poco lontano. Tutti travisati in volto e vestiti di nero, i malviventi erano armati di coltello e cesoie. Dopo la loro fuga, la coppia è riuscita a liberarsi e chiamare i militari dell’arma della stazione locale che, assieme agli uomini del nucleo investigativo, hanno raccolto le testimonianze e le impronte lasciate dai banditi, utili alle indagin, che si stanno concentrando sulla malavita dell’est Europa.

 

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In trappola i «topi» del treno – Brescia Oggi

In trappola i «topi» del treno
Brescia Oggi
Una tecnica collaudata, quella messa in atto da due algerini di 30 e 23 anni, entrambi con alle spalle arresti a ripetizione e condanne per furto, ma mai rimpatriati. I due acquistavano il biglietto a Brescia o a Desenzano; ben vestiti e dai modi

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Donna sfigurata con l’acido: caccia all’immigrato stupratore

Caccia all’autore dello stupro. La 31enne è ricoverata nel reparto di chirurgia plastica. Accertamenti sui 4 biglietti minatori scritti dalla stessa mano in un italiano incerto

VICENZA – Un fascicolo con l’ipotesi di reato di lesioni aggravate e minacce è stato aperto dal pm di Vicenza Alessandro Severi dopo l’aggressione denunciata da una donna di 31 anni che ha riferito di essere stata ustionata con soda caustica da due sconosciuti incappucciati che avevano suonato alla sua porta. Il magistrato ha avviato una serie di accertamenti per verificare il racconto della donna, che si trova ancora ricoverata nel reparto di chirurgia plastica dell’ospedale, a partire dalla ricerca del cittadino serbo condannato in primo grado nel 2009 per violenza sessuale nei suoi confronti. Pare che l’uomo sia all’estero e abbia lasciato l’Italia dopo la sentenza. Esami scientifici sono in corso anche sulla bottiglia di plastica da un litro e mezzo che conteneva il liquido caustico che la donna sostiene di essere stata costretta da due uomini, incappucciati e vestiti di nero, a versarsi addosso. Accertamenti anche sui quattro biglietti minatori che la 31enne aveva allegato alla denuncia fatta il giorno precedente all’aggressione. Sono tutti scritti dalla stessa mano: il primo era stato ritrovato sul parabrezza dell’auto nel 2011, quando c’erano state le intrusioni in casa segnalate dalla donna; gli altri tre sono stati ritrovati l’altro giorno nella cassetta delle lettere.

Rimane per ora ricoverata nel reparto di chirurgia plastica dell’ospedale San Bortolo di Vicenza la 31enne vicentina ustionata venerdì con sostanza caustica. La donna avrebbe leggere ustioni ad un braccio e ad un gluteo le prime dovute al versamento diretto dell’acido sull’arto e le seconde provocate dalla caduta sulla sostanza rimasta a terra. Sul fronte delle indagini la questura di Vicenza, come conferma il vicequestore Michele Marchese, non sembra tralasciare alcuna ipotesi indagando a 360 gradi. Tra le pisteseguite anche la ricerca di un serbo che nel 2002 venne denunciato dalla donna per stupro: condannato in primo grado l’uomo non è ancora stato giudicato in appello. La polizia lo cerca ma gli stessi investigatori chiariscono che al momento non ci sono indizi che portino ad una sua responsabilità diretta su quanto avvenuto venerdì. La donna si era trovata di fronte, sulla porta di casa, due uomini mascherati che, secondo il suo racconto l’avrebbero costretta a versarsi la sostanza caustica su un braccio abbandonandola quindi a terra. Solo due giorni fa la stessa signora, sposata, aveva denunciato di essere stata oggetto di minacce contenute in biglietti, scritti in un italiano poco corretto, trovati nella cassetta delle lettere.

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/11-maggio-2013/donna-sfregiata-tutte-piste-aperte-caccia-serbo-autore-stupro-2121086473658.shtml

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Con l'avvicinarsi della bella stagione, due nomadi che potrebbero anche passare inosservati hanno ripreso ad aggirarsi tra i prati e la boscaglia a caccia di prede da derubare. I due, pelle olivastra, altezza media, vestiti decorosi (jeans, magliette a