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Masochisti – Prete aggredito da Rom non li denuncia

LIVORNO. «Le porte della parrocchia restano aperte a tutti. Non permetterò che questo episodio mini l’attività mia e dei miei collaboratori che in questa chiesa va avanti da 30 anni. Se qualcuno verrà dopo di me, si regolerà come meglio crede. Ma finché ci sarò io, le cose non cambieranno».
Ha le idee chiare Don Luciano Musi. L’aggressione da lui subìta in chiesa martedì pomeriggio, quando è stato circondato da un gruppo di rom e poi picchiato, non lo ha per niente intimidito. E soprattutto non lo fa arretrare dalla sua passione per il sociale che porta avanti da decenni. È lui infatti che, insieme ai suoi parrocchiani, ogni giorno aiuta i bisognosi, attraverso la raccolta di cibo, vestiti e coperte da distribuire a chi ha bisogno. Ed è lui che da anni organizza i furgoncini della Ronda della carità, attraverso i quali distribuisce pasti e beni di prima necessità ai poveri e ai senza tetto. Tolleranza e generosità sono le parole d’ordine della sua parrocchia. «E figuriamoci se mi faccio spaventare da chi usa la violenza – dice il parroco – Ho sempre fatto così e continuerò. In tanti anni, pur lavorando sempre attivamente nel sociale, qui non ci sono mai stati episodi del genere».
La priorità del sacerdote è tutelare la parrocchia, dedicata a San Giovanni Bosco, e i bimbi dell’oratorio. Ed è per questo che ha deciso di non sporgere denuncia sull’episodio, su cui ora sta indagando la squadra mobile della questura. È lui stesso a spiegarlo: «La polizia può procedere d’ufficio perché è stato aggredito un ministro del culto, per di più in chiesa – spiega don Luciano – Io quindi non devo presentare querela, e preferisco non farlo perché non voglio mettere in pericolo i miei parrocchiani. Temo che, dopo questo episodio, possano esserci ritorsioni verso chi frequenta la chiesa, compresi i ragazzi dell’oratorio. E una cosa del genere mi ferirebbe troppo».
Ieri il sacerdote è andato in questura per essere ascoltato dagli investigatori, che gli hanno mostrato una serie di foto per l’eventuale riconoscimento dei suoi aggressori. «È difficile, quasi impossibile riconoscerli così – dice il prete – Come faccio a ricordare il colore dei capelli, gli occhi, i vestiti… Sono stato per poco a contatto con quei rom: il tempo di invitarli ad andare via dalla chiesa. Subito dopo, mentre loro gridavano, mi sono girato per andare verso l’ufficio a chiamare i carabinieri, ed è stato allora, sulla soglia della stanza, che mi hanno strattonato e che poi uno di loro mi ha colpito. Io però mi sono divincolato e sono corso in ufficio per chiedere aiuto». Le telecamere della chiesa hanno ripreso parte dell’episodio, ma non l’aggressione vera a propria, avvenuta al di fuori del raggio dell’occhio elettronico.
Il parroco è ancora sconvolto e dolorante (ha una ferita al volto sull’occhio), ma c’è una cosa che lo sta aiutando a superare lo choc: l’affetto della gente. «Le persone mi fermano per strada, mi chiamano e mi hanno dimostrato solidarietà anche attraverso facebook, da altre città toscane: ringrazio tutti».

http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2014/03/13/news/le-porte-della-chiesa-restano-aperte-1.8843316

Prete keniano rubava doni fedeli: li spediva ai parenti in Africa

Vendeva i regali d’oro donati dai fedeli alla chiesa di San Nicola di Gioiosa Marea, nel Messinese, per poi spedire il ricavato ai parenti in Africa. Protagonista un sacerdote di 41 anni, originario del Kenya, fermato dai carabinieri a Fiumicino. A incastrarlo alcuni filmati del sistema di video sorveglianza della parrocchia. Sul suo conto corrente registrati movimenti sospetti, tra cui un bonifico di 40mila euro.
Il sacerdote è stato ripreso dalle telecamere mentre entrava nel locale dove erano custoditi i preziosi. I carabinieri hanno verificato che, dopo un furto nel mese di aprile, sul conto corrente del prete erano stati eseguiti diversi versamenti di denaro, tra cui un bonifico internazionale di 40mila euro. Nel corso di una successiva perquisizione domiciliare i militari hanno trovato diverse ricevute di versamenti di denaro contante. Su disposizione dell’autorità giudiziaria di Patti (Messina), il sacerdote, accusato di furto e riciclaggio, è stato rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/articoli/1116022/furti-in-chiesa-preso-un-prete-keniano.shtml

Quello che fanno tutti i ‘migranti’ con le rimesse.