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Caserta: due romeni e una bulgara arrestati per rapina col morto – AGI – Agenzia Giornalistica Italia


AGI – Agenzia Giornalistica Italia

Caserta: due romeni e una bulgara arrestati per rapina col morto
AGI – Agenzia Giornalistica Italia
Due romeni e la fidanzata bulgara di uno di loro sono stati arrestati per la rapina in una abitazione a Castelvolturno, nel casertano, nella quale mori' un anziano. L'uomo era deceduto per un malore, ma in casa vi erano chiari segni di un furto. L

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‘Femminicidio’: lesbica massacra di botte la ‘compagna’

Lei vuole lasciare la casa, la sua ‘compagna’ la aggredisce col coltello

Nelle prime ore di domenica, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Mestre hanno arrestato R.L.M., 22enne di origini brasiliane, regolarmente residente in Italia, responsabile di lesioni personali e sequestro di persona. In piena notte, una pattuglia è stata inviata dalla centrale operativa a Favaro Veneto, a seguito della segnalazione di un’accesa lite all’interno di un appartamento privato.

FERITA AL VOLTO – Immediatamente l’attenzione dei militari, una volta riusciti ad entrare – non senza fatica – dentro l’appartamento, è stata attirata da una donna italiana, che – sporca di sangue e con lacerazioni alle guance – era in compagnia di una donna straniera in evidente stato di alterazione, parzialmente dovuta all’abuso di sostanze alcoliche. La straniera è risultata essere la responsabile dell’aggressione subita dalla malcapitata ferita, avvenuta a seguito di una furibonda lite, come riscontrato dai segni inequivocabili sparsi per tutta la casa, quali suppellettili rotte ed un coltello da cucina spezzato in due e sporco di sangue.

LITE PASSIONALE – Vista la gravità della situazione, gli operanti hanno provveduto ad allertare immediatamente il personale sanitario, arrivato subito dopo, per il trasporto della ferita presso l’ospedale dell’Angelo, mentre l’altra donna è stata trattenuta e condotta in caserma. Qui è potuta avvenire la ricostruzione dei fatti effettuata dai militari, con notevole difficoltà, in virtù della rapidità degli eventi e del contesto e della riluttanza della fermata, al termine della quale si è potuto appurare che, al culmine di una lite – in un contesto di ubriachezza – è scoppiata una vera e propria aggressione. A causare lo scoppio di rabbia sarebbe stata la decisione dell’italiana di lasciare l’appartamento. Tra le due donne, infatti, era da tempo nata una relazione sentimentale piuttosto turbolenta e la decisione, presa dalla vittima dell’aggressione, di lasciare la casa aveva scatenato un ferocissimo attacco di gelosia nell’altra ragazza, che ha quindi cercato in tutti i modi di impedire la partenza, arrivando all’aggressione fisica. La situazione è poi degenerata nel momento in cui la donna ha brandeggiato un coltello da cucina dirigendo fendenti verso il volto dell’altra e colpendola più volte e con tale violenza da provocare lesioni permanenti.

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A breve, ‘coppie’ del genere potranno chiedere il ‘ricongiungimento’ del partner ‘migrante’. Lo vuole la ‘società civile’.

Romeno aggredisce e rapina donna: sua moglie!

Aggredisce e rapina la moglie, 44enne rumeno in manette

Aggredisce e rapina l’ex moglie, è finisce in manette. Il fatto a Lamezia Terme, dove i carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme ed in particolare i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno arrestato un cittadino rumeno, Petro Cozma, di 44 anni, accusato di rapina ai danni dell’ ex moglie. I militari sono intervenuti in seguito ad una segnalazione al 112 che ha allertato la Centrale Operativa della presenza di una donna ferita a seguito di una colluttazione con un uomo. Dall’intervento della pattuglia dei motociclisti dell’Arma e dalle immediate indagini esperite e’ emerspo che la vittima, dopo esser stata pedinata per diverso tempo lungo le vie di Nicastro, era stata bloccata dall’ex marito che le aveva intimato di tornare con lui, minacciandola di morte qualora si fosse rifiutata. Successivamente, dagli evidenti segni di lesioni sul corpo della donna – secondo quanto si apprende anche dall’Agenzia Italia – è emerso che l’aggressore, dopo averla afferrata e strattonata con forza l’aveva fatta cadere rovinosamente a terra, sottraendole poi la borsa. Cozma, ancora in possesso di alcuni oggetti di proprieta’ della donna, e’ bloccato dai Carabinieri e condotto negli Uffici del Comando Compagnia dove e’ stato dichiarato in arresto e condotto in carcere. La donna, in evidente stato di shock, dopo le cure del caso prestate dal 118 e dopo aver riottenuto gli oggetti sottrattile, e’ stata riaccompagnata a casa.

http://www.catanzaroinforma.it/pgn/newslettura.php?id=57213

Trascinata fuori dal bus e stuprata brutalmente da immigrati dell’est

Bolzano 25 giugno 2013 – Vagava per i campi di Cermes, in provincia di Bolzano, senza sapere nemmeno dove fosse. Gli abiti strappati, infreddolita e spaventata. Terrorizzata dal ricordo della sera prima quando lei, una 45enne, era stata vittima della violenza di un gruppo di sconosciuti. Li ha incrociati a bordo di un autobus sabato sera, l’hanno trascinata fuori dal mezzo e poi hanno abusato di lei con una violenza mostruosa. Dopo, l’hanno lasciata a terra nei campi senza la forza di reagire o fare altro. La donna, sotto choc, ricorda poco. Ai carabinieri è riuscita a raccontare solo di uomini visibilmente ubriachi, con un forte accento dell’est. Nient’altro.

A trovarla domenica mattina, in un evidente stato confusionale, erano stati dei passanti che avevano avvisato le forze dell’ordine. Subito erano scattati i soccorsi e al pronto soccorso dell’ospedale Tappeiner i medici non avevano lasciato dubbi: si era trattato di uno stupro. Testimoniato anche dai lividi e dai segni addosso alla donna. Ora, date le difficoltà della donna nel ricostruire i fatti, gli inquirenti sperano che l’autista del mezzo o il filmato della telecamera installata sull’autobus possano aiutare ad identificare i presunti aggressori.

http://www.trentotoday.it/cronaca/donna-violentata-autobus-cermes-bolzano.html

 

 


Segni, arrestato pusher albanese – Cinque Quotidiano


Cinque Quotidiano

Segni, arrestato pusher albanese
Cinque Quotidiano
Lo scorso anno, nel corso delle indagini, i carabinieri hanno eseguito l'arresto di due cittadini romeni, che si rifornivano dal cittadino albanese e successivamente anche quest'ultimo è stato tratto in arresto in flagranza di reato perché deteneva

Uccise barbone: arrestato clandestino tunisino

Milano 20 magg 2013 – Nel pomeriggio del 10 maggio 2013, in via Airaghi (zona Quinto Romano), all’interno di una baracca, sotto il cavalcavia della tangenziale ovest di Milano, era stato ritrovato il cadavere di Chekairi El Miloudi, marocchino classe 1960, che recava sul corpo evidenti segni di percosse. Alcuni suoi connazionali, che avevano scoperto il cadavere, avevano chiamato i carabinieri ed ai militari sopraggiunti avevano riferito che la sera precedente la vittima aveva avuto un diverbio con un tunisino occasionalmente presente, aggiungendo di essersi accorti del decesso solo il  giorno successivo e cioè il 10 maggio.

I rilievi effettuati dalla Sezione Investigazioni scientifiche del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Milano e gli esami del medico legale consentivano di accertare che il decesso era stato provocato da una serie di colpi violenti che la vittima aveva riportato al capo. Le indagini, condotte dalla Compagnia di Milano Porta Magenta, insieme ai militari di Buccinasco, consentivano di fermare, all’interno di un Kebab shop di via Neera, il presunto autore del delitto, un clandestino 31enne con precedenti penali, che stava pianificando la fuga dall’Italia. Il fermo è stato convalidato domenica 19 maggio e il gip ha deposto la custodia cautelare.

http://www.milanotoday.it/cronaca/omicidio-marocchino-via-airaghi.html

 

Madre a figlia massacrate a coltellate da un immigrato

ROMA – È stato risolto il caso del duplice omicidio di Cisterna di Latina. I carabinieri hanno arrestato un indiano sui 30 anni, che responsabile della morte di Francesca Di Grazia, 56 anni, e di sua figlia Martina Incocciati, 19 anni, sgozzate nella loro abitazione di borgo Flora. Interrogato, l’assassino ha confessato.

LA LITE – L’indiano – così ha raccontato – aveva una relazione con Di Grazia. Sabato sera si sarebbe recato a casa delle vittime, in piazza dei Bonificatori, dove madre e figlia vivevano in affitto da pochi mesi, a causa di una «ennesima» richiesta di denaro da parte della partner. Poco dopo il suo arrivo sarebbe scoppiata una lite. L’indiano avrebbe perso la testa e, afferrato un coltello da cucina, avrebbe ucciso Di Grazia con un unico colpo alla gola. Poi si sarebbe diretto con la stessa furia contro la ragazza, colpevole soltanto di aver assistito al delitto, infierendo più volte sul suo corpo.

Vita spezzata dall'immigrazione

Un delitto particolarmente efferato: le donne sono state uccise con numerose coltellate e l’arma del delitto non è stata trovata. Si cercano tracce e indizi nell’appartamento di Borgo Flora, dove ieri sera intorno alle 21 sono stati scoperti i cadaveri di madre e figlia.

Al lavoro, nella casa di via dei Bonificatori 5, ci sono i Ris che stanno esaminando la scena. Su disposizione del magistrato di turno Giuseppe Miliano, i corpi non sono ancora stati spostati. I cadaveri si trovano in due stanze diverse, una in cucina l’altra in camera da letto, e presentano profonde ferite d’arma da taglio. Ma la dinamica dell’accaduto resta ancora da ricostruire e solo dall’esame dei Ris sarà possibile formulare ipotesi più chiare.

Al momento i carabinieri del comando provinciale di Latina confermano che nell’appartamento non ci sono segni di effrazione, circostanza questa che ha fatto ritenere possibile l’ipotesi dell’omicidio-sucidio. Già nella tarda serata di ieri gli investigatori hanno ascoltato alcuni condomini del palazzo che hanno riferito di aver sentito le due donne litigare durante la giornata di ieri. Ma l’arma che ha ucciso le due donne non è ancora stata ritrovata. Le ipotesi al momento restano ancora aperte, anche quella del duplice omicidio. È escluso però, viste le condizioni umili in cui vivevano madre e figlia, entrambe senza un lavoro stabile, che si sia trattato di una rapina finita nel sangue.

Sul luogo del delitto sarebbe stato rinvenuto un coltello sporco di sangue anche se i carabinieri hanno cercato ulteriori indizi anche nei cassonetti intorno al condominio di borgo Flora (un’area rurale tra Cisterna e Latina).

Secondo alcune indiscrezioni i carabinieri avrebbero stretto il cerchio intorno ad un uomo, uno straniero di origini indiane di 35 anni. L’uomo sarebbe stato colto da un raptus in seguito ad una lite con la 55enne per questioni di denaro.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/latina-madre-e-figlia-trovate-morte-casa-904351.html

Questa ragazza è morto anche a causa della stupidità della madre. Si attende visita della Boldrini.

Romena si “sbuzza” con le forbici per abortire

Nella notte del 17 novembre, i carabinieri la trovarono esanime all’esterno dell’abitazione sul marciapiede di fronte ad una chiesa, ferita da coltellate multiple al torace di cui una più profonda all’addome le aveva lacerato gravemente l’intestino. La donna fu ricoverata d’urgenza all’Ospedale di Macerata dove fu sottoposta a un intervento chirurgico disperato, nel corso del quale fu appurato che il colpo subito aveva comportato una ferita mortale al capo del piccolo feto che aveva in grembo. La ragazza fu ricoverata in prognosi riservata, per poi essere dimessa dopo un lungo ricovero
Le indagini, concluse il 4 marzo dopo circa 3 mesi di accertamenti, hanno evidenziato la responsabilità della 27enne, ritenuta responsabile dei reati di aborto auto procurato, simulazione di reato e reato continuato. Sono infatti emersi nei suoi confronti indizi di colpevolezza scaturiti dalle indagini svolte in esito agli accertamenti tecnici operati sul posto: non ci sono tracce di un’altra persona sulla scena del crimine, né segni di effrazione ma è stata recuperata una grossa forbice, presunta arma del delitto. Esito negativo dai riscontri avuti dai carabinieri in esito ai rilevi tecnici biologici e ai risultati degli esami medico legali. Le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Macerata sono tutt’ora in corso negli ambienti dei nightclub sia in quello delle amicizie della donna sia in quello del suo passato in Romania, al fine di chiarire se non vi sia stato nell’efferato fatto di sangue l’indiretto coinvolgimento di qualcun’altro.

http://www.cronachemaceratesi.it/2013/03/06/accoltellata-al-settimo-mese-di-gravidanza-la-ventisettenne-simulo-laggressione/299102/