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Vivono assediati da africani, protestano: e loro pisciano nell’ascensore – FOTO

Questo è paragonabile ad un sequestro di persona !!!"Zona stazione, ore 16 , nord africani che appena esci dal…

Posted by Comitato Sos Mestre-Ve on Mercoledì 25 marzo 2015

Rom, si costituisce la regina delle truffe agli anziani

MESTRE – Ricercata dalla polizia per una serie di truffe agli anziani, Morena Casagrande, 44 anni, residente in un campo nomadi di Bologna, si è costituita in carcere, a Bologna. La donna, destinataria di un provvedimento restrittivo, era ricercata infatti dal Commissariato di Mestre e dai colleghi delle squadre mobili di Padova e di Bologna.

Lo scorso maggio, a Mestre, aveva avvicinato una 85enne e – con artifizi e raggiri – era riuscita a conquistare la sua fiducia ed entrare nella sua abitazione. Aveva detto all’anziana di aver da poco acquistato l’appartamento al quinto piano dello stesso stabile e di aver bisogno, in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione, di un posto sicuro dove poter custodire i suoi gioielli.

L’anziana ha così indicato un luogo sicuro e la truffatrice, col pretesto di andare a prendere i gioielli, si è allontanata senza fare più ritorno. Solo in seguito l’85enne si è accorta di essere stata derubata di circa 8.000 mila euro in contanti.

Le indagini hanno portato ad individuare la malvivente, con precedenti dagli inizi degli anni Ottanta per furto e per rapina a Belluno, Venezia, Bologna, Ravenna ed altre località.

http://www.gazzettino.it/NORDEST/VENEZIA/truffe_anziani_mestre_si_costituisce_ricercata/notizie/451500.shtml

“Sono immigrato, dammi l’elemosina”: al rifiuto la massacra di botte

Stava camminando da sola lungo il rione Pertini quando è stata avvicinata da immigrato – nordafricano dalla descrizione – che le chiedeva soldi, lei ha rifiutato e lui l’ha aggredita: in modo brutale. L’episodio è capitato domenica sera attorno alle ore 20 a Mestre: la vittima, come riportano i quotidiani locali, è una 53enne lasciata poi a terra mezza tramortita. Il malvivente l’ha presa a pugni pure sul volto, scaraventandola sull’asfalto e colpendola nuovamente dopo che lei ha battuto la testa sul marciapiede.

Dopo il pestaggio, l’uomo le ha strappato una collana d’oro e la borsetta contenente effetti personali, documenti e 300 euro in contanti.

La donna è stata portata all’ospedale all’Angelo, dove le sono stati riscontrati traumi molto seri.

Immigrato schiavizzava il cugino cieco

Venezia, dieci ore sotto il sole lo schiavo (cieco) del ‘migrante’
La Finanza arresta un bulgaro che sfruttava un non vedente. Il «cugino» si faceva mantenere dai profitti dell’accattonaggio del parente disabile

VENEZIA — Per lui era un punto di riferimento. In tutto e per tutto. Tanto da essersi trasformato, forse inconsapevolmente, nel suo schiavo. E così, la guardia di finanza è intervenuta con un fermo di polizia giudiziaria nei confronti del suo sfruttatore per il reato di riduzione in schiavitù. Lui, 50enne bulgaro, era diventato cieco a pochi mesi dalla nascita e, con gli anni, era stato preso sotto l’ala protettrice del cugino (così, almeno, si definivano) che aveva subito individuato le potenzialità del suo handicap. E così, questa coppia di cittadini bulgari, entrambi intorno ai 50 anni, erano arrivati in Laguna. Un cieco, nel settore dell’accattonaggio, è praticamente una manna dal cielo. Una menomazione di quel genere, in una città come Venezia, che brulica di turisti dodici mesi all’anno, è una garanzia di successo. E, in effetti, la rendita non era niente male.

Da mendicante, il bulgaro non vedente riusciva a guadagnare mediamente 70 euro al giorno, con punte anche da 80 o 90 euro. A quanto pare, però, non si trattava esattamente di un affare alla pari, anzi. Il cugino lo accompagnava nei vari posti dove chiedere l’elemosina, da Corso del Popolo a Mestre a campo San Polo a Venezia. Lo accompagnava, sì, ma si faceva anche mantenere in tutto e per tutto dal parente disabile. Lo lasciava da solo, dieci ore al giorno, in un angolo della città, senza curarsi delle sue condizioni fisiche e di salute. Senza pensare che, comunque, un disabile doveva avere bisogno di un minimo di assistenza. E invece lo abbandonava sotto il sole d’estate, sotto la pioggia e la neve d’inverno.

Poi, stando alle indagini della Guardia di Finanza, che ha seguito il caso con mesi di pedinamenti e appostamenti, l’uomo veniva portato in alloggi con condizioni igieniche estremamente precarie, in alcuni casi in veri e propri bivacchi. Alloggi che cambiavano sempre, visto che entrambi erano senza fissa dimora. Gli uomini delle fiamme gialle veneziane, giovedì 29 agosto sera, hanno eseguito il fermo di polizia giudiziaria a carico del bulgaro sfruttatore, con l’accusa di riduzione in schiavitù. Un capo d’imputazione raro, di questi tempi, tanto che pare si tratti uno dei pochi casi in cui è stato contestato questa tipologia di reato. Il cugino cieco, in effetti, era diventato in tutto e per tutto uno schiavo del parente. A quanto si è ricostruito, entrambi facevano parte del gruppo «allargato» degli accattoni a Venezia, settore dominato dai romeni rom comunemente chiamati «Barbanera».

I due erano stati seguiti anche dall’ufficio politiche sociali del Comune, nell’ambito dei diversi servizi di monitoraggio intrapresi negli anni. Si sapeva che, con i soldi delle questue, il mendicante cieco riusciva a mantenere in toto il suo accompagnatore e anche una parte della famiglia in Bulgaria. Probabile anche le indagini della finanza abbiano trovato conferma in uno dei tanti money transfert destinati in patria. Venezia, comunque, per loro non era una tappa fissa. Ci rimanevano a lungo, poi sparivano per lunghi periodi, e continuavano i loro giri in tutta Europa, nelle grandi città ma con una predilezione per la Germania. Lo sfruttatore, che è sposato con un figlio, è stato arrestato e portato in carcere in attesa della convalida del fermo. Il cugino associato a una struttura protetta.

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/31-agosto-2013/venezia-dieci-ore-sotto-sole-schiavo-cieco-elemosina-2222844164668.shtml

Cerca sedare rissa tra immigrati: accoltellato, è grave

VENEZIA – Aveva cercato di sedare una rissa. Questo ha portato il 45enne mestrino ad essere colpito due volte con un coltello e altre due con un cacciavite da immigrati. L’uomo era intervenuto per placare gli animi di un gruppetto di quattro stranieri. L’accoltellato è A.Z. classe 1968 di Mestre. Ora è ricoverato all’Angelo con una prognosi di quaranta giorni.
Solo l’intervento della polizia ha fermato alle due di notte di sabato sera una mega-rissa tra immigrati scoppiata nel parcheggio del bar Porta Gialla al parco di San Giuliano, a Mestre, non lontano da un locale pubblico, al termine della quale sono rimasti feriti due italiani, un uomo ed una donna. Sono volati pugni e calci, ma sono spuntate anche armi come coltelli e cacciaviti.
I poliziotti, grazie alla collaborazione offerta dai gestori del locale, hanno proceduto all’identificazione di numerosi clienti del locale coinvolti nella lite scoppiata fuori. La ragazza ha riportato ferite leggere, e non desta preoccupazione, mentre il suo amico è rimasto ferito in modo più serio, ed è stato portato all’ospedale.

‘Femminicidio’: lesbica massacra di botte la ‘compagna’

Lei vuole lasciare la casa, la sua ‘compagna’ la aggredisce col coltello

Nelle prime ore di domenica, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Mestre hanno arrestato R.L.M., 22enne di origini brasiliane, regolarmente residente in Italia, responsabile di lesioni personali e sequestro di persona. In piena notte, una pattuglia è stata inviata dalla centrale operativa a Favaro Veneto, a seguito della segnalazione di un’accesa lite all’interno di un appartamento privato.

FERITA AL VOLTO – Immediatamente l’attenzione dei militari, una volta riusciti ad entrare – non senza fatica – dentro l’appartamento, è stata attirata da una donna italiana, che – sporca di sangue e con lacerazioni alle guance – era in compagnia di una donna straniera in evidente stato di alterazione, parzialmente dovuta all’abuso di sostanze alcoliche. La straniera è risultata essere la responsabile dell’aggressione subita dalla malcapitata ferita, avvenuta a seguito di una furibonda lite, come riscontrato dai segni inequivocabili sparsi per tutta la casa, quali suppellettili rotte ed un coltello da cucina spezzato in due e sporco di sangue.

LITE PASSIONALE – Vista la gravità della situazione, gli operanti hanno provveduto ad allertare immediatamente il personale sanitario, arrivato subito dopo, per il trasporto della ferita presso l’ospedale dell’Angelo, mentre l’altra donna è stata trattenuta e condotta in caserma. Qui è potuta avvenire la ricostruzione dei fatti effettuata dai militari, con notevole difficoltà, in virtù della rapidità degli eventi e del contesto e della riluttanza della fermata, al termine della quale si è potuto appurare che, al culmine di una lite – in un contesto di ubriachezza – è scoppiata una vera e propria aggressione. A causare lo scoppio di rabbia sarebbe stata la decisione dell’italiana di lasciare l’appartamento. Tra le due donne, infatti, era da tempo nata una relazione sentimentale piuttosto turbolenta e la decisione, presa dalla vittima dell’aggressione, di lasciare la casa aveva scatenato un ferocissimo attacco di gelosia nell’altra ragazza, che ha quindi cercato in tutti i modi di impedire la partenza, arrivando all’aggressione fisica. La situazione è poi degenerata nel momento in cui la donna ha brandeggiato un coltello da cucina dirigendo fendenti verso il volto dell’altra e colpendola più volte e con tale violenza da provocare lesioni permanenti.

Potrebbe interessarti: http://www.veneziatoday.it/cronaca/aggressione-donna-cotello-tagli-feriti-volto-favaro-veneto.html

A breve, ‘coppie’ del genere potranno chiedere il ‘ricongiungimento’ del partner ‘migrante’. Lo vuole la ‘società civile’.

Ladro con la passione per i prodotti di profumeria: arrestato all … – Nuova Venezia

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Dopo aver identificato l'immigrato, i poliziotti lo hanno condotto nella sua abitazione di Mestre, dove questi vive con la fidanzata, una connazionale. Qui è stata fatta la scoperta delle moltissime altre confezione di prodotti di cosmesi, soprattutto

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Allarme accattonaggio, blitz a Mestre sgomberato campo nomadi … – Il Gazzettino

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Appartamento a "lanterne rosse" Segregate e costrette a prostituirsi – PadovaOggi


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Appartamento a "lanterne rosse" Segregate e costrette a prostituirsi
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Giovani ragazze cinesi, praticamente recluse in casa per tutto il giorno, con un turn over frequente, ogni 15 giorni circa trasferite in località diverse e rimpiazzate con altre connazionali, venivano sfruttate e costrette a prostituirsi in due diverse
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Case chiuse a Mestre, ragazze segregate e costrette a prostituirsiVeneziaToday

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In via Ariosto la casa del sesso a Mestre: arrestata una cinese
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In via Ariosto la casa del sesso a Mestre: arrestata una cinese. Una decina di appuntamenti al giorno nei due appartamenti sequestrati dai carabinieri: al momento della perquisizione c'erano due ragazze che si prostituivano. Prestazioni da 50 euro.