Tag: ricordo

Pisa: cinesi si divertono a danneggiare il Duomo

PISA, 17 LUG 2013 – Un cinese di 21 anni è stato arrestato oggi dalla polizia municipale di Pisa dopo essere stato sorpreso a incidere, insieme a un connazionale, il muro del Duomo di Pisa. Su una delle pareti, infatti, due stranieri stavano lasciando un ricordo della loro presenza in piazza dei Miracoli, ma la pattuglia in servizio li ha visti e quello che materialmente stava scrivendo è stato arrestato per danneggiamento aggravato di edificio di interesse storico e luogo di culto.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/07/17/Cinese-incide-muro-Duomo-Pisa-arrestato_9035881.html

Trascinata fuori dal bus e stuprata brutalmente da immigrati dell’est

Bolzano 25 giugno 2013 – Vagava per i campi di Cermes, in provincia di Bolzano, senza sapere nemmeno dove fosse. Gli abiti strappati, infreddolita e spaventata. Terrorizzata dal ricordo della sera prima quando lei, una 45enne, era stata vittima della violenza di un gruppo di sconosciuti. Li ha incrociati a bordo di un autobus sabato sera, l’hanno trascinata fuori dal mezzo e poi hanno abusato di lei con una violenza mostruosa. Dopo, l’hanno lasciata a terra nei campi senza la forza di reagire o fare altro. La donna, sotto choc, ricorda poco. Ai carabinieri è riuscita a raccontare solo di uomini visibilmente ubriachi, con un forte accento dell’est. Nient’altro.

A trovarla domenica mattina, in un evidente stato confusionale, erano stati dei passanti che avevano avvisato le forze dell’ordine. Subito erano scattati i soccorsi e al pronto soccorso dell’ospedale Tappeiner i medici non avevano lasciato dubbi: si era trattato di uno stupro. Testimoniato anche dai lividi e dai segni addosso alla donna. Ora, date le difficoltà della donna nel ricostruire i fatti, gli inquirenti sperano che l’autista del mezzo o il filmato della telecamera installata sull’autobus possano aiutare ad identificare i presunti aggressori.

http://www.trentotoday.it/cronaca/donna-violentata-autobus-cermes-bolzano.html

 

 


Firenze: stazione presa d’assalto dai borseggiatori, turisti perseguitati

Firenze, 12 giugno 2013 – Tutto inizia alle 6.30 alla fermata dell’autobus che dall’Osmannoro arriva alla stazione di Santa Maria NovellaBarba fatta e magliette pulite, aria innocua. La prima riunione tutti insieme nella sala d’attesa e poi si comincia il lavoro. Non stiamo parlando di pendolari che ogni giorno attraversano la stazione principale di Firenze, ma di un gruppo di nomadi che dalla mattina alla sera tartassa con i “trucchi” più vari l’ondata di lavoratori e turisti di passaggio per Santa Maria Novella permettere a segno borseggi.

Sono più di quaranta, uomini e donne. La loro specialità è il furto con destrezza. Sotto gli occhi di tutti, anche delle telecamere della stazione, ogni giorno, senza ferie o festivi, va in scena tra i binari il valzer del borseggio, un vero e proprio racket con appostamenti strategici e logistica da intelligence. Alla Nazione sono giunte segnalazioni da parte del personale interno alla stazione, esausto di questo martellamento continuo: “Vorrei denunciare il forte degrado della stazione – dice l’ultima mail – dovuta anche a una presenza costante e violenta di circa 40 nomadi che sotto gli occhi di tutti derubano turisti…”. Grazie a queste segnalazioni, ieri siamo andati sul campo “aiutati” dalla nostra fonte ed è stato possibile seguire ogni mossa del gruppo di nomadi.

La scena che si presenta è questa: mentre gli uomini fanno il palo in diversi punti della stazione, soprattutto nel sottopasso del binario 3, le donne simulano con falsa cortesia di voler aiutare i turisti a portare i bagagli, oppure a fare il biglietto alle macchinette. Basta un po’ di disattenzione e il borsello è già un ricordo lontano. Tutta l’organizzazione è poi corredata da un codice gestuale con cui la banda comunica anche a distanza. L’area più battuta è quella dei primi cinque binari, dove arrivano i regionali, meno controllati degli Eurostar. Capita spesso, come hanno raccontato addetti ai treni, che qualche passeggero si ribelli e che dalle adulazioni petulanti i nomadi passino alle minacce. Ieri sono stati anche segnalati atti osceni all’interno di un treno fermo al binario.

Ha altri impegni

Ha altri impegni

Altro bersaglio facile per rubare qualche spicciolo sono le macchinette del caffè e delle merendine. Nell’area della stazione ci sono circa quaranta apparecchi che, come è stato raccontato da un addetto alla manutenzione, sono spesso danneggiate e scassinate, per un totale stimato in circa 10mila euro al mese. Il gioco è semplice: basta inserire una paletta di plastica nella gettoniera con monete di piccolo taglio in maniera da bloccare i soldi inseriti dagli utenti. Il fatto più disarmante, però, è che lastazione è presidiata con attenzione da molti agenti della Polfer, dalle guardie giurate e anche dagli stessi capotreni, che ormai conoscono i ‘loro polli’. Tutti impegnati ogni giorno in una sfibrante opera di prevenzione. L’azione della polizia però non può andare oltre al continuo e incalzante allontanamento dei presunti borseggiatori dalle loro prede. Se non c’è flagranza di reatoè impossibile l’arresto, e comunque anche le manette non farebbero altro che portare alla sostituzione di un altro attore della stessa scena.

Nonostante lo schieramento delle forze dell’ordine dunque, il massimo a cui si può ambire è un ping pong tra guardie e presunti ladri, dove la prontezza degli agenti a sventare il tentativo di furto sia più efficace di quella dei ladri a frugare nelle borse. Oltre ai quaranta nomadi che ogni mattina timbrano puntuali il ‘cartellino’ della stazione, Santa Maria Novella ospita pure molte facce ormai note negli schedari delle forze dell’ordine. Se non fosse un triste palcoscenico di degrado umano, la comunità ‘parallela’ che abita la stazione potrebbe sembrare una folcloristica armata Brancaleone. Sempre come raccontato da alcune persone che lavorano in loco, passeggiando sui binari si possono incontrare le cosiddette temibili gemelle. Le due donne sarebbero abilissime borseggiatrici che sanno muoversi all’unisono come due cloni. Fuori e dentro la cella come a casa loro, si racconta che le gemelle sfidano la polizia ogni giorno, senza aver paura nemmeno del plotone di nomadi. In questo desolante teatro di strada, una parte di tutto rilievo è quella della storica prostituta del parcheggio davanti all’entrata della stazione. La prima vittima della ‘bella di giorno e di notte’ è proprio la poliziaPer non mettere le mani addosso alla donna, attrice di continui atti osceni, sono stati gli stessi agenti ad avere la peggio. Sembra che nemmeno le lusinghe di casa e assistenza dei servizi sociali abbiano finora distolto la donna dall’esercizio della sua “professione”. E poi alla base della piramide ci sono loro, i senzatetto. Almeno in questo caso la richiesta di una moneta o di un caffè è fatta con un sorriso. Nonostante ilpattugliamento continuo che avviene alla stazione, rafforzato anche da telecamere amiche, il racket dei furti riesce quindi a sopravvivere. Non esiste crisi nella microcriminalità, che però conosce la concorrenza. Spesso bande rivali vanno a litigare sui binari, verso la Fortezza. L’unico accordo implicito, infatti, è discutere o picchiarsi lontano dalla polizia. Ma dopo la rissa lontano dalla stazione, torna zelante il solito tran tran: l’attesa del turista distratto appena la polizia gira l’angolo.

 

http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2013/06/12/903212-borseggiatori-stagione-firenze-santa-maria-novella.shtml

Perugia: si estende l’allarme immigrati, altra donna massacrata da immigrato

PERUGIA– Donne nel mirino degli immigrati. In meno di ventiquattro ore due ragazze stuprate e picchiate, una aggredita in casa e finita al pronto soccorso con un braccio rotto. E anche il quel caso il sospetto che il faccia a faccia con il bruto possa nascondere dell’altro.

«Per favore correte. Il mio fidanzato mi ha picchiata e violentata». Un filo di voce rotto dal dolore. L’incubo è iniziato da almeno un’ora quando, domenica all’alba, in via Eugubina, a due passi dal centro di Perugia, si muove l’indagine dei carabinieri per far uscire una studentessa universitaria di vent’anni dal tunnel della paura.
L’allarme scatta alle cinque, la studentessa perugina chiama il 112. Arrivano i carabinieri, arriva il 118. La ragazza viene portata in ospedale. I militari dell’Arma raccolgono il suo racconto. Lei non voleva, l’ha respinto, lui si è scatenato come una furia. Non si è fermato di fronte al fatto che lei, da un anno, è la sua donna. L’ha violentata, l’ha picchiata selvaggiamente in camera da letto. Nella stessa casa dell’orrore l’hanno trovato i carabinieri. Faceva finta di dormire. Nello stesso letto dove la ragazza è stata violentata. «Sono stato in discoteca, siamo tornati a casa insieme. A che ora? Non ricordo». Poche parole e confuse ha messo in fila il fidanzato accusato di essere il bruto. Lui ha 22 anni è congolese, si chiama Christ Koko Kibamba e quella studentessa l’aveva già picchiata in un anno di storia difficile. Lui la picchiava e poi prometteva di cambiare. Per questo lei si era sempre fermata: nessuna denuncia, ma la sofferenza in silenzio in mezzo a qualche giorno spensierato. Stavolta lui ha alzato il tiro, non solo botte di fronte al rifiuto di lei per un rapporto sessuale. Erano stati in discoteca fino a notte fonda, lei magari l’ha seguito in casa per paura delle botte. È entrata in quell’appartamento che conosceva bene e quando ha detto no è scoppiato l’inferno. Prima la violenza sessuale, poi le botte.
Quando il congolese l’hanno svegliato i carabinieri era ubriaco. Ha negato, ha farfugliato parole. Mai forti come quelle della ragazza violentata e picchiata. Non così forti da cancellare il sangue sugli abiti e sul cuscino che i carabinieri hanno trovato qualche minuto dopo che sono entrati nella casa dell’orrore. Da lì la ragazza ha avuto la forza di chiamare il 112 con il telefonino. È scattato l’arresto per il congolese che ha piccoli precedenti per furto e lesioni. Il ragazzo, in carcere con l’accusa di violenza sessuale e lesioni, è difeso dall’avvocato Francesco Areni.
La studentessa è ricoverata in ospedale nella clinica di Otorinolaringoiatra. Ne avrà per trenta giorni e forse dovrà essere operata all’occhio ferito. «Ma non rischia di perderlo», specifica il suo avvocato, Simone Pillon. Il fidanzato violento prima l’ha stuprata poi l’ha picchiata con calci, pugni e morsi come ha raccontato ai carabinieri della Compagnia di Perugia che sono stati coordinati nell’indagine dal pm Gemma Miliani che ha diretto personalmente i militari dell’Arma durante le fasi dell’arresto.

Ma l’incubo delle donne violate e picchiate, non finisce con la drammatica storia di domenica mattina. Perché ieri la paura è stata replicata. Stavolta ad essere violentata in casa una ragazza di origine moldava. Ha ventinove anni. Aveva passato la serata con il fidanzato e con un amico di lui. Una serata come tante. Impossibile pensare a un epilogo drammatico. I due l’hanno salutata, sono usciti e lei si è infilata a letto.
Pochi minuti dopo qualcuno ha suonato alla porta. Pensava fosse il fidanzato. Non ha chiesto chi fosse, ha aperto. E si è trovato davanti l’amico del suo uomo. L’ha presa, ha abusato di lei, l’ha picchiata nella casa non lontana da via Settevalli. Anche lei è andata in ospedale alle cinque del mattino. I medici l’hanno visitata, le hanno riscontrato contusioni al collo e qualche ecchimosi. Ma è potuta tornare a casa. Non prima di aver raccontato tutto ai carabinieri. Gli uomini del maggiore Giovanni Cuccurullo hanno nome, cognome e la descrizione dell’aggressore. Che è fuggito. I carabinieri hanno controllato diversi luoghi frequentati dall’orco (anche lui è di origini dell’Est), hanno ascoltato gli amici per scoprire se avesse chiesto aiuto e copertura a qualcuno. Ma fino a ieri sera di lui non c’era alcuna traccia.

L’ultima storia di donne violate arriva da Castelnuovo di Assisi. Un’altra ragazza dell’Est ha raccontato di essere stata picchiata in casa. È finita all’ospedale di Perugia con un braccio rotto. Sull’episodio indagata il commissariato di Assisi. Con il sospetto che sotto a quelle botte possa esserci il racket della prostituzione.

http://www.ilmessaggero.it/umbria/violenza_sessuale_stupro_perugia_carabinieri/notizie/282060.shtml

Immigrati scatenati a Perugia: due stupri in un giorno

Sono stati due gli stupri ieri a Perugia. Tanto che le due notizie ieri si erano quasi “confuse”, ma non era lo stesso stupro, erano due. Ovviamente entrambi gli assalitori sono immigrati, uno connazionale della congoloide con vari precedenti penali tipo Kabobo, l’altro dell’Est.

 

PERUGIA– Donne nel mirino della violenza. In meno di ventiquattro ore due ragazze stuprate e picchiate, una aggredita in casa e finita al pronto soccorso con un braccio rotto. E anche il quel caso il sospetto che il faccia a faccia con il bruto possa nascondere dell’altro.

«Per favore correte. Il mio fidanzato mi ha picchiata e violentata». Un filo di voce rotto dal dolore. L’incubo è iniziato da almeno un’ora quando, domenica all’alba, in via Eugubina, a due passi dal centro di Perugia, si muove l’indagine dei carabinieri per far uscire una studentessa universitaria di vent’anni dal tunnel della paura.
L’allarme scatta alle cinque, la studentessa perugina chiama il 112. Arrivano i carabinieri, arriva il 118. La ragazza viene portata in ospedale. I militari dell’Arma raccolgono il suo racconto. Lei non voleva, l’ha respinto, lui si è scatenato come una furia. Non si è fermato di fronte al fatto che lei, da un anno, è la sua donna. L’ha violentata, l’ha picchiata selvaggiamente in camera da letto. Nella stessa casa dell’orrore l’hanno trovato i carabinieri. Faceva finta di dormire. Nello stesso letto dove la ragazza è stata violentata. «Sono stato in discoteca, siamo tornati a casa insieme. A che ora? Non ricordo». Poche parole e confuse ha messo in fila il fidanzato accusato di essere il bruto. Lui ha 22 anni è congolese, si chiama Christ Koko Kibamba e quella studentessa l’aveva già picchiata in un anno di storia difficile. Lui la picchiava e poi prometteva di cambiare. Per questo lei si era sempre fermata: nessuna denuncia, ma la sofferenza in silenzio in mezzo a qualche giorno spensierato. Stavolta lui ha alzato il tiro, non solo botte di fronte al rifiuto di lei per un rapporto sessuale. Erano stati in discoteca fino a notte fonda, lei magari l’ha seguito in casa per paura delle botte. È entrata in quell’appartamento che conosceva bene e quando ha detto no è scoppiato l’inferno. Prima la violenza sessuale, poi le botte.
Quando il congolese l’hanno svegliato i carabinieri era ubriaco. Ha negato, ha farfugliato parole. Mai forti come quelle della ragazza violentata e picchiata. Non così forti da cancellare il sangue sugli abiti e sul cuscino che i carabinieri hanno trovato qualche minuto dopo che sono entrati nella casa dell’orrore. Da lì la ragazza ha avuto la forza di chiamare il 112 con il telefonino. È scattato l’arresto per il congolese che ha piccoli precedenti per furto e lesioni. Il ragazzo, in carcere con l’accusa di violenza sessuale e lesioni, è difeso dall’avvocato Francesco Areni.
La studentessa è ricoverata in ospedale nella clinica di Otorinolaringoiatra. Ne avrà per trenta giorni e forse dovrà essere operata all’occhio ferito. «Ma non rischia di perderlo», specifica il suo avvocato, Simone Pillon. Il fidanzato violento prima l’ha stuprata poi l’ha picchiata con calci, pugni e morsi come ha raccontato ai carabinieri della Compagnia di Perugia che sono stati coordinati nell’indagine dal pm Gemma Miliani che ha diretto personalmente i militari dell’Arma durante le fasi dell’arresto.

Ma l’incubo delle donne violate e picchiate, non finisce con la drammatica storia di domenica mattina. Perché ieri la paura è stata replicata. Stavolta ad essere violentata in casa una ragazza di origine moldava. Ha ventinove anni. Aveva passato la serata con il fidanzato e con un amico di lui. Una serata come tante. Impossibile pensare a un epilogo drammatico. I due l’hanno salutata, sono usciti e lei si è infilata a letto.
Pochi minuti dopo qualcuno ha suonato alla porta. Pensava fosse il fidanzato. Non ha chiesto chi fosse, ha aperto. E si è trovato davanti l’amico del suo uomo. L’ha presa, ha abusato di lei, l’ha picchiata nella casa non lontana da via Settevalli. Anche lei è andata in ospedale alle cinque del mattino. I medici l’hanno visitata, le hanno riscontrato contusioni al collo e qualche ecchimosi. Ma è potuta tornare a casa. Non prima di aver raccontato tutto ai carabinieri. Gli uomini del maggiore Giovanni Cuccurullo hanno nome, cognome e la descrizione dell’aggressore. Che è fuggito. I carabinieri hanno controllato diversi luoghi frequentati dall’orco (anche lui è di origini dell’Est), hanno ascoltato gli amici per scoprire se avesse chiesto aiuto e copertura a qualcuno. Ma fino a ieri sera di lui non c’era alcuna traccia.

L’ultima storia di donne violate arriva da Castelnuovo di Assisi. Una ragazza dell’Est ha raccontato di essere stata picchiata in casa. È finita all’ospedale di Perugia con un braccio rotto. Sull’episodio indagata il commissariato di Assisi. Con il sospetto che sotto a quelle botte possa esserci chissà che cosa.

Salerno: venditori abusivi invadono lungomare

L’ANVA Associazione Nazionale Venditori Ambulanti di Salerno, sollecitata dai numerosi associati, e dalla nuova invasione di abusivi sul lungomare di Salerno, intenti a vendere con tranquillità merci di contraffazione, ha chiesto un urgente incontro entro martedì 16.04.2013 per discutere sulla problematica dell’abusivismo e soprattutto della contraffazione, una piaga che sta mettendo in ginocchio le attività ambulanti in regola, e che oramai sta dilagando tanto da invadere anche i mercati rionali.

“A tal proposito, siamo stufi di questa situazione, ha dichiarato il Presidente Prov.le Anva, Aniello Ciro Pietrofesa, per questo abbiamo proclamato uno stato di agitazione degli ambulanti, che vedrà alla fine dei quindici giorni, una forte protesta da parte dei nostri associati invadendo il lungomare di Salerno per sabato 04.05.2013. Non riusciamo a capire perché si tolleri tale commercio di merci contraffatte e senza che nessuno intervenga realmente.

A settembre ci è stata garantita dal Prefetto la presenza dell’esercito per arginare il fenomeno, ma nulla è stato fatto, anzi la vendita di contraffazione è aumentata ed ora aggredisce anche i mercati cittadini e quelli della provincia. Stiamo documentando il tutto con foto e video dopo di ché presenteremo una formale denuncia alla Procura della Repubblica al fine di individuare anche le responsabilità di chi dovrebbe intervenire a frenare tali fenomeni criminali, che a tal proposito ricordo per l’ennesima volta, è gestito dalla criminalità organizzata”

http://www.salernonotizie.it/notizia.asp?ID=42465

Livorno: 19enne aggredita, si salva dallo stupro

Sono i "nuovi italiani" della Boldrini

Aggreditata alle spalle da uno sconosciuto dalla “carnagione scura, olivastra”.
Il drammatico episodio è avvenuto martedì sera a Quercianella. Vittima del tentato stupro, una studentessa di 19 anni.

“Non vogliamo che questi episodi rimangano nel silenzio. Se i cani della vicina di casa non avessero abbaiato e se la nostra vicina non fosse intervenuta chissà cosa sarebbe successo”. Dice la zia della ragazza.
“Sono uscita di casa verso le 6 per andare al bar in paese e nell’attraversare la strada ho incrociato un giovane. Ricordo solo il suo abbigliamento: jeans e giubbotto nero. Alle 6 e mezza stavo rientrando a casa. Indossavo un semplice training. Avevo le cuffiette nelle orecchie quando ho visto una persona che mi seguiva. E’successo tutto in un attimo: ero vicina al cancello di casa quando quest’uomo mi ha aggredita da dietro mettendomi una mano tra le gambe. Terribile. Sono riuscita ad urlare. I cani della mia vicina hanno iniziato ad abbaiare, la mia vicina ha riconosciuto la mia voce. Il giovane è scappato”.
“Non ha detto una parola. Potrà avere dai 25 ai 30 anni. Carnagione scura, olivastra. Non lo avevo mai visto. Di lui ricordo solo lo sguardo di sfida e beffardo. E’ stato davvero terribile”.

Sono i nuovi arrivati.

http://voxnews.info/2013/03/28/quercianella-tentato-stupro-su-19enne/

Nordafricani aggrediscono coppia: “Dacci il brillante!” E lei lo ingoia…

Ha ingoiato l’anello che portava al dito per salvarlo dai rapinatori che sotto la minaccia di un coltello e di un pezzo di vetro volevano portarglielo via. La vittima, una signora romana di 47 anni, è stata ricoverata per accertamenti al San Giovanni, e probabilmente dovrà essere operata per estrarre il gioiello dall’intestino.

A gente come questa il Pd vuole svendere la cittadinanza

L’aggressione dalla conseguenza inaspettata è accaduto sabato sera intorno a mezzanotte in via Pier Francesco Giambullari, tra Colle Oppio ed Esquilino. La signora stava passeggiando con il marito, 52 anni, quando all’improvviso la coppia è stata raggiunta e circondata da 3 rapinatori nordafricani, che li hanno prima presi a spintoni e poi minacciati con una lama ed una bottiglia rotta. Subito le due vittime si sono arrese consegnando ai malviventi 200 euro che avevano nei rispettivi portafogli. Uno dei tre banditi aveva però notato il brillante sul dito medio della donna. Lei non ci ha pensato due volte, lo ha sfilato in un lampo dal dito e l’ha ingoiato.
“Un’esperienza che non dimenticherò mai  –  racconta la donna nel pronto soccorso dell’ospedale  –  Quando uno di quei malviventi mi ha detto “dammi l’anello” ho fatto finta di sfilarmelo ma me lo so sono messo in bocca ed ho deglutito per ingoiarlo. Quel diamante, oltre ad avere un alto valore commerciale, è anche il ricordo di una persona che non c’è più ed ha quindi un elevato valore affettivo. Sono riuscita a salvare un gioiello importante, ma ora dovrò forse essere operata”.In ogni caso il gesto della signora ha talmente sorpreso i rapinatori che non hanno perso tempo e sono immediatamente fuggiti verso il parco del Colle Oppio. Alcuni passanti che hanno visto a coppia in difficoltà hanno chiamato i 113, la pattuglia è arrivata in una manciata di minuti, ha soccorso la donna, chiamando anche i sanitari del 118. 

Intanto è partita la caccia ai rapinatori per le vie del quartiere. I poliziotti del commissariato Esquilino, diretto da Rossella Matarazzo con le volanti hanno settacciato la zona, mentre gli investigatori insieme alla polizia scientifica ha raccolto le descrizioni dei tre per tracciare un identikit. E il bollettino medico del San Giovanni sulla donna è incoraggiante: “Dall’ultima ecografia il gioiello si trova all inizio dell’intestino. Se l’anello verrà espulso i maniera naturale e fisiologica, non dovremmo praticare l’intervento chirurgico, viceversa se le grandi dimensioni dell’anello o e la posizione interna lo impediranno si dovrà operare”.
 http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/03/11/news/i_rapinatori_vogliono_l_anello_lei_si_sfila_il_brillante_e_lo_ingoia-54287885/

Zingari rubano anche la stele dei Caduti di Nassiriya

Grosseto, 3 feb. – Rom di un campo nomadi hanno rubato a Grosseto una stele in rame, su cui erano incisi i nomi dei 19 militari italiani caduti nell’attentato di Nassiriya, in Iraq, nel 2003. Il monumento è stato inaugurato nel 2004. Secondo i carabinieri si tratterebbe non di un atto volutamente sacrilego, ma di uno dei tanti furti di rame che avvengono nella zona da tempo.

I malviventi non hanno infatti deturpato il resto del monumento, ma si sono limitati a divellere la stele in rame dal basamento su cui era stata installata.

http://voxnews.info/2013/02/03/rubata-stele-in-rame-in-ricordo-caduti-di-nassiriya/