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Agricoltore 83enne massacrato da banda di “diversamente italiani”

Anche noi diversi anni fa abbiamo subito un furto. Non eravamo in casa, visto che questa abitazione la frequentiamo soprattutto quando fa più caldo. Ci portarono via tutto quello che c’era da prendere. Ora che, con passare degli anni, siamo sempre più spesso qui, abbiamo deciso di installare un impianto di videosorveglianza. Quattro-cinque telecamere per sentirci più sicuri. Il tecnico che deve sistemare le telecamere è venuto qui un mese fa e ci ha già fatto il preventivo. Tra qualche giorno dovrebbero partire i lavori”. Parla Salvatore M., residente nella villetta posta a ridosso del casolare di via Lamaria a Torre del Greco dove una rapina è finita in tragedia, con la morte di un anziano aggredito a schiaffi e immobilizzato da tre malviventi.

Nella zona tutti sono sconvolti: non c’é persona che non conoscesse Nunzio Prospero, coltivatore diretto in pensione che per arrotondare continuava a curare l’appezzamento di terreno posto nei pressi del suo casolare. Da anni invece si vedeva molto meno la moglie, 83enne, costretta su una sedia a rotelle. La coppia non aveva figli: i due erano accuditi da due nipoti nella donna. “Anche noi ‘abbiamo dato il nostro’ – dice il gestore di una rivendita di prodotti alimentari e per la casa – visto che anni fa abbiamo subito una rapina. Io e mia moglie, per farci proteggere, abbiamo messo dove una volta avevamo la licenza della nostra attività l’immagine di Gesù Cristo. Ogni giorno ci affidiamo a lui”.

BANDITI CON ACCENTO STRANIERO – L’anziana moglie di Nunzio Prospero avrebbe parlato di tre persone dall’accento straniero. I militari dell’Arma stanno anche concentrando la loro attenzione sugli impianti di videosorveglianza privati presenti in zona e che potrebbero avere catturato immagini utili a dare un nome e un volto ai tre malviventi entrati in azione ieri sera. Nella parte alta di via Lamaria, a ridosso delle aree protette del parco nazionale del Vesuvio, le rapine sono quasi all’ordine del giorno. Lo raccontano i residenti della zona. L’ultimo colpo ai danni degli abitanti di questa parte della città vesuviana era avvenuto appena la settimana scorsa. Le modalità sembrano simili al raid costato la vita a Nunzio prospero, l’80enne deceduto dopo essere stato aggredito all’esterno del casolare dove abitava con la moglie invalida di 83 anni. Anche in questo caso ad agire tre persone, volto coperto, a casa di un anziano che vive solo. L’uomo è stato ascoltato dai carabinieri per capire se potesse fornire elementi utili alle indagini.

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Treviso, immigrati irrompono in casa di pensionati: “Dateci l’oro o vi ammazziamo”

TREVISO, 24/03/2013 – Terrore venerdì sera intorno in via Boscalto, a Resana. Un gruppo di immigrati dell’Est Europa  ho sfondato la porta sul retro di un’abitazione, facendo irruzione nel salotto armati di cacciavite. Francesco Caon, 67 anni, e la moglie Giuseppina Furlan, 64, erano fra cucina e salotto: i due migranti hanno puntato il cacciavite alla gola dell’uomo, chiedendo «l’oro».

Francesco Caon e Giuseppina Furlan, venti minuti di terrore nelle mani dei "migranti"

Volevano che i due poveri pensionati italiani  aprissero la cassaforte e consegnassero loro i preziosi. Ma in casa non vi era nessuna cassaforte. Gli stranieri, dell’Est Europa, forse romeni, erano a volto scoperto e hanno puntato il cacciavite alla gola, poi al ventre, infine alla tempia di Caon, rimasto ferito. Alla fine, i due rapinatori si sono «accontentati» dei contanti nel portafoglio, circa 600 euro, probabilmente la misera pensione appena elargita da uno Stato miserevole che ha ridotto gli anziani italiani a dei poveracci in balia della violenza “migrante”. Si sono presi anche le due fedi d’oro che Giuseppina indossava: la sua e quella della mamma, morta da poco. Che tristezza.Per guadagnare tempo, prima di andarsene gli immigrati hanno legato alla coppia le mani dietro la schiena con i cavi scart della televisione. È stato il marito a liberarsi per primo e a dare l’allarme al 112. «Immediatamente abbiamo cinturato l’intera zona, fino a ridosso di Treviso – spiega il colonnello Gianfranco Lusito, comandante provinciale dei carabinieri – riuscendo a intercettarli». I due immigrati sono fuggiti a bordo di un grosso Suv nero e le pattuglie del Radiomobile di Treviso sono riuscite a individuarlo. «Ne è nato un inseguimento a folle velocità – prosegue Lusito – finché i rapinatori non sono usciti di strada schiantandosi contro un palo». La corsa è terminata tra Zero Branco e Mogliano. Probabilmente feriti, sono scesi dall’auto scappando tra i campi. Nell’Audi Q7, rubata a Spinea, diversi attrezzi da scasso, una pistola e un fucile, anch’esso provento di un furto messo a segno in un’abitazione di Piombino Dese una settimana fa. Potrebbero già averle usate per compiere altri raid. I Caon se l’aspettavano la visita dei banditi, che giovedì sera avrebbero già tentato di entrare in casa, desistendo perché all’interno, oltre ai due pensionati, c’erano anche altri familiari. Lo dimostrano le impronte lasciate sul terrazzino. Testimoni li hanno poi visti scappare in strada, lanciare dei sassi contro i cani dei vicini, che abbaiavano furiosamente, e salire su un’auto a bordo della quale hanno lasciato la zona. La sera dopo il colpo: venti minuti di assoluto terrore per marito e moglie, rimasti profondamente scossi dall’aggressione. Tutti crimini che hanno dei mandanti politici ben precisi.

http://gazzettino.it/nordest/treviso/rapina_a_resana_cacciavite_alla_gola_delle_vittime_vi_ammazziamo/notizie/260492.shtml


 

Rapina violenta con coltello alla gola: magistrato libera i tre immigrati!

Rapina in villa a Lucignano Rilasciati i tre stranieri anche se rimangono indagati 

Beccati grazie alla vicina che ha preso la targa dell’auto. In un balzo si sono intrufolati dentro casa e hanno puntato un coltello alla gola della donna. Poi l’hanno costretta a fare il giro delle stanze, ripulendole. 500 euro di pensione, gioielli in oro e brillanti e un orologio, il bottino.

http://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/2013/03/08/855683-rapina_villa_lucignano.shtml

Quelli che dovevano “pagarci le pensioni”: 85enne derubato della pensione appena riscossa

I Carabinieri della Stazione di Ruvo di Puglia hanno arrestato una 26enne ed una 22enne originarie della Romania con l’accusa di furto con destrezza.

Le due sono state individuate e bloccate dopo essere riuscite a rubare il portafogli ad un pensionato 85enne che passeggiava in via San Francesco d’Assisi. La successiva perquisizione ha consentito di rinvenire nella loro disponibilità 435 euro in contanti sottoposti a sequestro poiché ritenuti provento dell’illecita attività svolta delle giovani.

Tratte in arresto, su disposizione della Procura della Repubblica di Trani, sono state associate presso la locale casa circondariale.

http://www.ruvolive.it/news/Cronaca/216705/news.aspx#main=articolo

Parma, evasi due detenuti dal carcere: segano le sbarre e si calano con le lenzuola

I due albanesi hanno fatto perdere le proprie tracce. Venerdì il colloquio con i parenti. Posti di blocco della polizia per cercarli

Hanno segato le sbarre della cella e si sono calati con lenzuola i due detenuti albanesi, di circa una trentina d’anni, evasi dal carcere di via Burla a Parma. Lo ha riferito, dopo ulteriori accertamenti, il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante. I due sarebbero poi riusciti a raggiungere l’esterno della struttura penitenziaria. La fuga intorno alle 6,30 di sabato mattina. Potrebbero risalire invece alla serata di ieri, secondo informazioni ancora da confermare, i colloqui avuti dai due evasi con i familiari. La polizia penitenziaria e le altre forze di polizia li stanno cercando in tutta Italia e nella zona sono stati attivati numerosi posti di blocco. Uno dei due evasi avrebbe già in passato tentato l’evasione da un carcere del Nord Italia. I due evasi sono un uomo di 35 anni, in carcere per omicidio e un 29enne, accusato di rapina e reati legati alla droga. In un primo momento si era diffusa la notizia che i due fossero fuggiti durante i colloqui con i familiari.

I TAGLI – A rendere moto l’episodio il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante che commenta: «la scarsa attenzione che negli ultimi tempi si pone alla sicurezza delle carceri determina episodi di questo tipo». Il Sappe sottolinea «la continua riduzione del personale di polizia penitenziaria: al momento mancano 7.500 unità a livello nazionale (650 solo in Emilia-Romagna), nei prossimi due anni ne perderemo altre 2.000 a causa dei tagli alla spesa pubblica, considerato che potremo assumere solo il 35% circa di coloro che andranno in pensione». E, aggiunge Durante, anche «l’eccessivo sovraffollamento e la tendenza ad allentare le maglie della sicurezza fanno in modo che il carcere diventi sempre meno sicuro».

http://www.corriere.it/cronache/13_febbraio_02/parma-evasione_2c566512-6d1e-11e2-8cda-116f437864e3.shtml

Marocchino si spoglia davanti a donne e bambini: bastonate ad 83enne che lo affronta

Italiani di merda… meritate di essere ammazzati tutti!

 

Stanno creando una società caotica

Monza, 24 gennaio 2013 – “Quando mi ha dato uno spintone, non ci ho visto più. Perché è vero che lui aveva oltre cinquant’anni di meno, ma io sono ancora forte…”. E forte Nicola Scalise, 83 anni, lo è davvero, nel corpo e soprattutto nello spirito. La sua energia gli ha permesso di tener testa l’altro pomeriggio a un energumeno di 30 anni, un marocchino senza fissa dimora e con il permesso di soggiorno bell’è scaduto, che ha scelto proprio la persona sbagliata per fare il gradasso: ha picchiato infatti il padre di Francesco Scalise, attuale vicequestore e primo dirigente del «Commissariato di Polizia di Monza, per farsi giustizia di quel «vecchietto» che aveva osato protestare quando aveva visto un altro giovane marocchino mettersi a urinare senza alcun senso del pudore in mezzo ai giardinetti pubblici di via Azzone Visconti, a due passi dal centro di Monza. Davanti a mamme e bambini, che tutti i giorni accorrono numerosi a giocare e a passare qualche ora di svago all’aperto. Nicola  Scalise, che è uomo tutto d’uno pezzo, ex tramviere in pensione, ex attivista politico (per cinque anni è stato consigliere comunale a Monza eletto in una lista civica di destra ma a sostegno dell’allora sindaco di sinistra Michele Faglia), non è stato a guardare. Non ne è proprio capace. E così di fronte «all’atto vergognoso» – sono parole sue – andato in scena martedì intorno alle 17 è andato a rimproverare il marocchino, che si trovava ai giardinetti con un amico connazionale. Quello che non si aspettava è che proprio quest’ultimo, mentre il responsabile del gesto incivile si allontanava, gli si scagliasse contro. «Prima – è il racconto dello stesso Nicola Scalise – si è messo a urlare insulti contro di me: “Italiani di merda… meritate di essere ammazzati tutti!”. Poi, mi è venuto addosso e mi ha spintonato. Allora io mi sono divincolato e l’ho spinto via a mia volta». Il giovane marocchino ingaggia però una colluttazione e finisce addirittura col buttare per terra il malcapitato. «Sono caduto come uno straccio» ammette Scalise. Non è però finita lì. Visto che Scalise si rialza subito, il marocchino afferra un bastone e gli si butta nuovamente addosso. «Mi ha spinto contro un palo puntandomi il bastone al collo – prosegue Scalise – ma sono riuscito a liberarmi». Nel frattempo, sul posto arriva una Volante della Polizia che blocca il nordafricano e lo arresta. Al processo per direttissima di ieri al Tribunale di Monza, il giudice ha convalidato l’arresto, anche se l’udienza è stata rinviata. Intanto l’83enne Nicola Scalise, graffiato e tumefatto, è stato medicato al pronto soccorso, dove gli sono stati riscontrati lesioni al polso e un trauma alle gambe giudicati guaribili in 15 giorni. «Ce ne sono troppi di personaggi del genere in giro – commenta ancora Scalise -, quando lavoravo sugli autobus ne ho incontrati tanti. Mettersi a far pipì davanti a tutti, incurante di donne e bambini, proprio non lo potevo sopportare e dovevo reagire. Mica mi pento di quello che ho fatto…».

http://www.ilgiorno.it/monza/cronaca/2013/01/24/834933-monza-giardini-urinare-francesco-nicola-scalise-marocchino-botte.shtml

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immigrata “seduce” 82enne e distrugge una famiglia: anziana picchiata e umiliata

CATTIVI MAESTRI

LA STORIA TRISTE DI UN’OTTANTENNE VITTIMA DELLA CARITAS, DI RICCARDI E DELLA LORO IDEOLOGIA DEMENZIALE

ANCONA – Lascia la moglie, sua coetanea, per una immigrata di 20 anni più giovane in cerca soldi, lei non si rassegna e continua a cercare di svegliare il marito ormai rimbambito: la nuova “coppia” la aggredisce, la umilia, la minaccia e finisce sotto processo per maltrattamenti in famiglia.

Il rinvio a giudizio dell’ex marito e della convivente, una polacca di 60 anni, è stato disposto ieri dal gup del Tribunale. La faida familiare, sfociata prima nel tradimento e poi nei soprusi, è avvenuta a Camerano, dove fino al 2008 i coniugi, entrambi di 82 anni, imprenditori artigiani in pensione, sposati da 60 anni, erano andati d’amore e d’accordo.

Un rapporto solido spezzato 4 anni fa dall’arrivo improvviso della straniera. La donna era stata presentata al nonnino come una povera bisognosa di aiuto. Così l’uomo l’aveva accolta in casa per offrirle
un pasto caldo e un piccolo sostegno economico. E dalla frequentazione della villa è nata l’affettuosa amicizia con il vecchietto. Fino a febbraio 2011 quando i due avrebbero allacciato una vera e propria relazione.
La polacca trascorreva la notte con il suo nuovo partner, mentre la moglie era stata invitata a trasferirsi al piano superiore della villa. Folle di gelosia, l’anziana che non riusciva ad accettare di essere stata messa da parte avrebbe cercato di riconquistarlo. La nonnina scendeva tutti i giorni al piano di sotto pretendendo di trascorrere ogni istante della giornata con il coniuge e la nuova convivente. Così la novella coppia l’avrebbe bistrattata, offesa, aggredita. «Se non ci lasci in pace, lui ti caccia di casa» le avrebbe detto più volte la polacca, facendola andare su tutte le furie.
Erano stati mesi e mesi di insulti e liti, che avevano spinto l’anziana a sporgere varie querele e i carabinieri a numerosi interventi nella villa per cercare di calmare gli animi. Poi a ottobre 2011 la decisione del marito di rivolgersi al Tribunale e di chiedere la separazione, concessa nonostante la moglie non ne volesse sapere. Le discussioni erano proseguite anche dopo il provvedimento del giudice. E ieri l’oramai ex marito e la compagna sono stati rinviati a giudizio per maltrattamenti. Lui dovrà anche affrontare un processo per mancata corresponsione degli alimenti all’ex moglie e alla figlia di 54 anni, che abita con lei.

http://www.ilmessaggero.it/marche/ancona_tradimento_amore_sesso/notizie/245123.shtml