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Nigeriano sorpreso: “Ma davvero mi arrestate perché spaccio?”

PISTOIA – Nella giornata di ieri è stato effettuato un servizio di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nel centro storico di questo capoluogo gestito da soggetti di nazionalità nigeriana.
Nel corso dell’operazione sono stati eseguiti 6 fermi di indiziato di delitto, disposti dal Sostituto Procuratore Claudio Curreli, a carico di 4 cittadini nigeriani, un ghanese e un sudanese, tutti gravemente indiziati del reato di spaccio di sostanze stupefacente continuato e in concorso tra loro.
Sono state eseguite anche 3 perquisizioni domiciliari. Ad esito di una di queste sono state rinvenute e sequestrate 11 dosi di eroina già confezionate per lo spaccio.
L’ufficio investigativo, fin dai primi giorni dell’anno 2015 apprendeva da fonti confidenziali di provata affidabilità, che alcuni cittadini di colore, di origine africana, avevano intrapreso una fiorente attività spaccio di eroina a tossicodipendenti locali.
A seguito di ciò, venivano predisposti mirati servizi nelle zone segnalate (sottopasso ferroviario sito tra queste vie Calamandrei e via Gorizia, parcheggio ex mercato ortofrutticolo, viale Pacinotti, piazzale a fianco ristorante Valdo, via Pertini accesso Penny Market, via dei Buti).
L’attività investigativa posta in essere consentiva di effettuare 12 sequestri di sostanza stupefacente di tipo eroina a carico di soggetti tossicodipendenti.
In occasione del primo di questi sequestri, il 13 gennaio scorso veniva tratta in arresto in flagranza di reato un’altra cittadina nigeriana.
Alcune cessioni venivano anche videoriprese per cristallizzare il modus operandi degli spacciatori. Questi portavano l’eroina in bocca, già confezionata in dosi sotto forma di palline termosaldate. Poi la cedevano agli acquirenti, imponendo anche a loro di occultarla immediatamente nella bocca.
Le informazioni fornite dagli acquirenti in occasione dei sequestri operati consentivano di individuare una serie di utenze telefoniche in uso ai soggetti indagati ed utilizzate per l’attività di spaccio. Tali utenze, al fine della prosecuzione delle indagini, venivano man mano sottoposte ad intercettazione.
L’ascolto dei telefoni intercettati, riscontrato dalle risultanze dei servizi di appostamento, pedinamento e osservazione, nonché dai sequestri effettuati e dalle sommarie informazioni acquisite dai consumatori quali persone informate sui fatti, consentivano di delineare un quadro gravemente indiziante a carico dei soggetti indagati.
L’azione di spaccio veniva effettuata con sistematicità e continuità giornaliera, attraverso una vera e propria forma di occupazione e controllo del territorio e la quantità delle sostanze stupefacenti cedute risultante dall’enorme mole di cessioni accertate (più di un migliaio) e dal numero di tossicodipendenti coinvolti, portava ad escludere la possibilità di configurare l’ipotesi di lieve entità.
A riprova della pericolosità complessiva del contesto emerso, risultava anche ravvisabile l’aggravante, per tutti gli indagati, delle cessioni effettuate in prossimità di scuole e, per alcuni di essi, quella della consegna a persona di età minore.
La necessità di procedere al fermo è derivata dal concreto pericolo di fuga insito nella stessa condizione di permanenza sul territorio dello Stato degli indagati. Questi risultano essere quasi tutti irregolari. Hanno fornito svariati alias in occasione di loro precedenti identificazioni e mai hanno dichiarato un indirizzo di residenza, di domicilio o di semplice dimora.
Inoltre, si è ritenuto necessario interrompere l’attività criminosa del gruppo in quanto caratterizzata da una preoccupante disinvoltura e da una sorta di refrattarietà all’osservanza delle disposizioni dell’Autorità, rilevata dal tenore di alcune conversazioni telefoniche intercettate: “In Europa ho sempre venduto droga ma mai nessuno mi ha arrestato”.

http://www.tgregione.it/cronaca-regionale/in-europa-ho-sempre-venduto-droga-ma-mai-nessuno-mi-ha-arrestato-sgominata-banda/

Marocchino pesta moglie e figli perché guardano ‘tv infedele’

Milano 10 Aprile – «Non dovete guardare in tivù quei programmi da infedeli». È una delle restrizioni integraliste a cui, un 54enne operaio marocchino sottoponeva la moglie, una connazionale di 45 anni, e i tre figli, una 20enne, un 14enne e una 13enne, con cui viveva a Vigevano, in provincia di Pavia. Per farsi rispettare l’uomo usava le maniere forti. Tutti e quattro i famigliari sarebbero stati picchiati, più di una volta, con la cinghia dei pantaloni, ma anche con schiaffi e calci. Proprio dopo l’ennesimo episodio, avvenuto a fine marzo, la moglie dell’operaio, finita in ospedale dove le erano state riscontrate lesioni giudicate guaribili in quasi un mese (25 giorni), si era decisa a raccontare tutto ai carabinieri di Vigevano. Ora il 54enne marocchino è stato denunciato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

La donna aveva sopportato di tutto durante la loro convivenza matrimoniale, dall’agosto 1992 fino allo scorso marzo, perché aveva paura di ritorsioni nel caso si fosse ribellata. Oltre a vietare alla sua famiglia di guardare programmi giudicati da lui troppo occidentali, l’operaio aveva più volte picchiato la 20enne figlia maggiore per impedirle di andare a ballare e di frequentare dei coetanei italiani. A seguito della denuncia presentata dalla moglie, in attesa della sentenza di separazione la donna, e i suoi tre figli, sono stati trasferiti in una struttura protetta. Per il violento padre di famiglia, oltre alla denuncia, i carabinieri hanno richiesto all’autorità giudiziaria un provvedimento di allontanamento dalla casa famigliare.

http://www.milanopost.info/2015/04/10/botte-a-moglie-e-figli-perche-guardano-la-tv-degli-infedeli-denunciato-integralista-marocchino/

Rissa etnica tra sudamericani e italiani in discoteca

A segnalare al 113 quanto stava accadendo è stato uno degli addetti alla sicurezza del locale che ha cercato in tutti i modi di separare i contendenti per evitare conseguenze peggiori.

Il bilancio della rissa è di 2 persone ferite, una in maniera grave con una vistosa ferita all’addome, e 5 arresti. La rissa ha coinvolto 2 comitive, una di Ostia e l’altra formata da sudamericani, che avevano deciso di passare la serata in una discoteca all’Ostiense.

http://www.laprimapagina.it/2015/04/06/roma-rissa-discoteca-tra-italiani-sudamericani-5-arresti-2-feriti/

Spacciatore minaccia: “Italiani, quando arriva ISIS vi sgozzo tutti”

“Non vedo l’ora che arrivi l’Isis anche qui ad arruolare qualcuno, perché io sarei tra i primi e sgozzerei tutti”. Ha detto così, un tunisino 21enne, pluripregiudicato, residente a Ponte San Nicolò, arrestato, mercoledì pomeriggio, in via Niccolò Tommaseo a Padova, dopo essere stato sorpreso a cedere 1 grammo di eroina ad un 31enne di Camposampiero.

INCITA ALL’ISIS. È accaduto alle 17. I carabinieri del Norm hanno colto lo spacciatore sul fatto. Da una successiva perquisizione, gli sono stati rinvenuti addosso altri 6 grammi dello stesso stupefacente e un bilancino di precisione. Il giovane, fermato, si è scagliato contro i militari, iniziando ad incitare all’Isis e sostenendo sarebbe stato il primo ad arruolarsi per poi “sgozzare” tutti.

ATTI AUTOLESIONISTI IN CELLA. Portato in caserma, e richiuso nella cella di sicurezza, la furia non si è placata. Anzi, il tunisino ha fatto un “quarantotto”, tra atti autolesionisti e contro i carabinieri. Lo straniero è stato quindi arrestato, oltre che per spaccio, anche per resistenza a pubblico ufficiale. Giovedì, il processo per direttissima, e la condanna a 6 mesi da scontare ai domiciliari.

Potrebbe interessarti: http://www.padovaoggi.it/cronaca/spaccio-droga-isis-padova-arresto-via-tommaseo-1-aprile-2015.html

Banda multietnica non paga biglietto: autista se ne va

CONEGLIANO. Aggredito e minacciato dalla banda, l’autista lascia la corriera. È la resa delle istituzioni ai bulli: martedì sera un autista della società di trasporti Mom non se l’è sentita di proseguire il viaggio, ha parcheggiato il mezzo a bordo strada e ha chiamato i carabinieri. Aveva osato chiedere a un passeggero, un ragazzino di 16 anni, il pagamento di un euro e 30 centesimi per il biglietto. Il ragazzo, difeso dagli amici che lo accompagnavano (tra cui una ragazza), ha reagito in malo modo, rendendo impossibile continuare la corsa. Allarme dei sindacati di trasporto («È il Bronx» secondo Samantha Gallo, segretario Filt Cgil) e degli autisti («Quelle bande non hanno paura di nessuno» ha raccontato l’autista che martedì sera ha sostituito il collega sconvolto). Che fosse una corsa ad alto rischio lo sapevano tutti: non a caso, la partenza è stata “scortata” dagli agenti della polizia locale di Conegliano.

Sono le 18.45 di martedì sera, linea 132. Da Conegliano a Pieve di Soligo, Farra, Col San Martino, Moriago della Battaglia, Mosnigo. Ci sono già stati degli episodi in passato, ma semplici scaramucce: qualcuno che non paga il biglietto. Succede anche stavolta: tra i passeggeri un ragazzino ha un biglietto classe 2, ma per arrivare a Pieve (dov’è diretto) ne serve uno classe 3. La differenza sarebbe di 1,30 euro. L’autista glielo fa notare, dicendogli anche che può acquistarlo a bordo. Il minorenne, però, sta cercando lo scontro. Incitato dalla banda, un gruppetto di amici che lo accompagna, risponde male all’autista, e durante il viaggio seguono altre parole pesanti.

L’autista non ce la fa più. Parcheggia la corriera accanto al negozio di calzature Belmondo, all’ingresso di Pieve di Soligo, e scende. La tensione aumenta, vola qualche spintone. L’uomo chiama i carabinieri, e un suo collega per essere sostituito. Sul posto arrivano gli uomini dell’Arma, che identificano i ragazzi e li riprendono. Questi risalgono, come se niente fosse, e continuano il viaggio con un nuovo autista, che riesce a portare a termine la corsa. «Ormai abbiamo sempre paura di essere aggrediti» racconta l’autista Mom che ha soccorso il collega in difficoltà. «Non hanno paura di niente, la ramanzina dei carabinieri è stata severa ma poi ricominciano. Quella corsa è una delle più complicate, è frequentata da una banda del Quartier del Piave che scende a Conegliano durante il giorno, e la sera riparte. Ci sono italiani e anche stranieri, ragazzi e ragazze, tutti minorenni».

«I ragazzini urlano, disturbano e minacciano, fare gli autisti è diventato complicato», spiega Samantha Gallo. «Stanno buoni solo quando arrivano i carabinieri. In alcune corse sembra di essere nel Bronx, oltre a guidare bisogna fare da baby sitter a chi è a bordo, e prestare attenzione a chi si accalca sul marciapiede e vuole entrare a tutti i costi, anche senza biglietto». L’episodio della corsa 132 è solo l’ultimo di una serie di atti vandalici più o meno violenti. «A volte provano ad aprire gli autobus parcheggiati con una leva – racconta ancora la sindacalista – di recente a Conegliano hanno anche forzato la porta per rubare un rotolo di biglietti che erano a bordo. Per non parlare delle discussioni sui biglietti via sms: si passano il messaggio di telefonino in telefonino, e guai a farglielo notare».

http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2015/04/03/news/si-arrende-ai-bulli-autista-lascia-il-bus-1.11170761

La Cgil si è accorta che le città sono diventate come il Bronx? Se importi quel tipo di persone, è quel tipo di società che ottieni.

Fingeva di non avere braccia per impietosire antirazzisti – FOTO

Il momento in cui il falso invalido viene bloccato dalla Polizia locale

La truffa del finto invalido

 

Fingendo di avere un braccio solo per impietosire gli automobilisti. In un primo momento hanno cercato di dare delle generalità false, dicendo di essere bulgari. shadow carousel La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido La truffa del finto invalido PrevNext I due cugini Invece sono due cugini romeni di 23 e 28 anni, entrambi con precedenti per molestie e accattonaggio. Uno dei due era domiciliato al campo nomade di via Barzaghi , mentre l’altro aveva già ricevuto un allontanamento. Quando sono stati fermati, alcuni passanti della zona hanno espresso soddisfazione: «Era ora, era un continuo fastidio». In circa venti minuti di accattonaggio uno dei due era riuscito a raccogliere venti euro, che sono stati sequestrati. Per i cugini è scattata la denuncia per «abuso di credulità popolare». ] Fingendo di avere un braccio solo per impietosire gli automobilisti. In un primo momento hanno cercato di dare delle generalità false, dicendo di essere bulgari.

Invece sono due cugini romeni di 23 e 28 anni, entrambi con precedenti per molestie e accattonaggio. Uno dei due era domiciliato al campo nomade di via Barzaghi , mentre l’altro aveva già ricevuto un allontanamento. Quando sono stati fermati, alcuni passanti della zona hanno espresso soddisfazione: «Era ora, era un continuo fastidio». In circa venti minuti di accattonaggio uno dei due era riuscito a raccogliere venti euro, che sono stati sequestrati. Per i cugini è scattata la denuncia per «abuso di credulità popolare».

http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_marzo_23/invalido-l-elemosina-scatta-denuncia-il-giovane-rom-f7c7b1b6-d170-11e4-8608-3dead25e131d.shtml

Gli antirazzisti sono tutti creduloni.

Venezia: scontri tra immigrati alla stazione – FOTO – VIDEO

Rissa a due passi dalla stazione, botte da orbi

Rissa a due passi dalla stazione, botte da orbi

Rissa a due passi dalla stazione, botte da orbi

“Così non si può vivere, non si può andare avanti. Il Comune faccia qualcosa”. A parlare è uno che l’area della stazione di Mestre l’ha frequentata giorno dopo giorno. Per anni. E’ stufo di ciò che è costretto a vedere, di ciò che è costretto a sopportare. Come lui altri commercianti e mestrini che vogliono alzare per l’ennesima volta la voce per chiedere maggiori tutele, anche solo per uscire e attraversare la strada.

Perché può anche accadere di ritrovarsi nel bel mezzo di una rissa tra una decina di cittadini nordafricani i quali, per chissà quale motivo, nel tardo pomeriggio di lunedì se la sono presa con un loro compare. Prendendolo a calci e pugni sul marciapiede in via Monte San Michele, a due passi dalla stazione ferroviaria. Uno dei punti più trafficati e frequentati della città. Le auto si fermano, una passante si mette a urlare di paura.

“Sono scene incredibili, noi siamo disgustati per la situazione che si è venuta a creare – sottolinea il residente – prima uno dei litiganti ha spaccato una bottiglia di vetro in testa a un altro, poi c’è chi ha preso la bicicletta per lanciarla addosso ai rivali. Ma è la normalità: queste cose accadono a ogni ora del giorno. Mi hanno rotto una vetrata per colpa della loro furia lunedì. Uno schifo”.

L’allarme viene lanciato verso le 18, quando scoppia la violenza di fronte all'”African Asian Market”, oggetto di diversi controlli dei carabinieri nei giorni scorsi. Un giovane di colore viene preso a calci e pugni. Soccombe. Ma prima dell’arrivo delle volanti della polizia tutti scappano, senza lasciare tracce. Lui riesce a divincolarsi e scappare, gli altri gli vanno dietro.

Ora, però, ci sono diversi elementi per arrivare una volta per tutte alla loro identificazione: “E’ impressionante – continua il residente – bevono già dalla mattina, si ubriacano e poi perdono il controllo. E siamo in centro città. Potrebbe finire in mezzo anche chi non c’entra niente. Non possiamo avere paura di uscire fuori di casa o dai negozi. Questi – conclude – quando iniziano con le sassaiole e magari si mettono i caschi incutono veramente terrore”.

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‘Nuovi italiani’ scatenati: automobilista massacrato di botte, 4 contro 1

CONEGLIANO. Più che una baby gang sembravano gli epigoni di “Arancia Meccanica”, pronti a tutto pur di far scatenare una spirale di odio e violenza insensate, capaci di qualsiasi cosa pur di alzar le mani. È l’identikit della banda che ieri mattina si è resa protagonista dell’ennesimo episodio di criminalità appena fuori dal centro storico di Conegliano. Una gruppo di quattro ragazzini, tutti italiani e di origine marocchina (quindi marocchini), si stava aggirando per la Pontebbana, in zona Ferrera, con delle munizioni molto particolari: delle uova.

Le hanno lanciate contro qualche esercizio commerciale che era chiuso, lordandone la vetrata, poi hanno deciso di fare la stessa cosa rivolgendosi verso la strada, prendendo quindi di mira le automobili. Non è chiaro quante ne abbiano colpite, ciò che è certo è che un automobilista, vedendoli all’opera, ha fermato la propria corsa a bordo strada ed è sceso dall’abitacolo per chiedere spiegazioni. Una scelta che ha rischiato di costargli carissima: il gruppo di ragazzini, infatti, proprio non voleva saperne di discutere con il “matusa”, così l’hanno aggredito.

Prima l’hanno minacciato con una spranga e poi, alla presa di posizione dell’uomo, l’hanno aggredito a calci e pugni, finendo per rompergli il naso. L’uomo è stato costretto a ricorrere alla cure del pronto soccorso, non prima di aver avvisato la polizia locale e il commissariato. Le forze dell’ordine si sono immediatamente messe alla ricerca dei colpevoli e, in tarda mattinata, ne hanno individuati tre. Hanno tentato di fuggire vedendo la polizia, ma poi si sono arresi: per loro è in arrivo una denuncia pesantissima con l’accusa di lesioni gravi.

Come quella che si troverà sulle spalle un gruppetto di tre sedicenni che, sempre ieri mattina, si è resa protagonista di un furto all’Oviesse: uno di loro, un giovane di Pieve di Soligo, è già stato fermato, ma gli amici sono già stati individuati.

http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2015/03/22/news/aggredito-dai-baby-bulli-pestato-a-sangue-in-strada-1.11099928

Faida per la vendita di rose: pestaggio tra venditori abusivi

Sono state denunciate tre persone dalla polizia di Modica per rapina. Gli aggressori, tutti immigrati, hanno picchiato e rapinato un venditore di rose, lungo Corso Umberto a Modica, sabato sera.
Forse aveva venduto più rose degli altri connazionali o forse la sua presenza in specifici locali dava fastidio a qualche altro ambulante.
Ruoterebbe attorno al mercato delle rose la possibile causa di un’aggressione e di una rapina in danno di un cingalese da parte di altri tre connazionali, anche loro venditori ambulanti di fiori. Questi ultimi, probabilmente, avevano notato il connazionale vendere molte rose sabato sera, nei ristoranti, nei bar e lungo Corso Umberto a Modica bassa. I tre hanno circondato, picchiato e derubato il cingalese di 100 euro, l’incasso della vendita delle rose. La vittima ha prima chiamato la Polizia e poi si è fatta accompagnare in ospedale. Agli agenti il cingalese ha raccontato i fatti e ha fornito valide indicazioni per risalire all’identità dei malviventi che lo avevano picchiato. I tre aggressori, già conosciuti alle forze dell’ordine, sono stati denunciati per rapina. Il venditore di rose è stato medicato e dimesso con una prognosi di pochi giorni. Le indagini della Polizia di Modica non si sono ancora concluse.

http://www.novetv.com/?p=61853

Tunisini disturbano a ‘colellate’ la ricorrenza del Santo

I festeggiamenti per la ricorrenza di San Giuseppe si stavano avvicinando al loro apice sabato sera a Santa Croce Camerina, quando, per motivi in corso di accertamento, si è scatenata una violenta colluttazione tra cittadini tunisini. Almeno una ventina i soggetti coinvolti, molti dei quali già noti alle Forze dell’Ordine.

I Carabinieri della locale Stazione sono intervenuti immediatamente per placare gli animi, ma, date le circostanze, non hanno potuto fare a meno di richiedere l’intervento di pattuglie di rinforzo, accorse da Ragusa ma anche dalla limitrofa Vittoria. I soggetti coinvolti nella zuffa, infatti, erano evidentemente ubriachi e non davano alcun segno di voler sottostare ai reiterati inviti alla calma. Dopo poco qualcuno ha anche afferrato delle armi – coltelli, bastoni, mazze, tutto ciò che i malviventi avevano con sé o erano riusciti a trovare tra le bancarelle della festa – e allora si è reso necessario l’intervento in massa dei Carabinieri per riportare l’ordine.

Alla fine, 4 soggetti – tutti privi di permesso di soggiorno – sono stati assicurati alla Giustizia; sono infatti stati tratti in arresto per resistenza a Pubblico Ufficiale aggravata, lesioni aggravate e porto abusivo di armi i seguenti cittadini tunisini:

Sahli Fouad, classe 1988, pregiudicato;
Bacha Aymen, classe 1992, pregiudicato;
Grami Hamda, classe 1991, pregiudicato;
Maatallah Rafik, classe 1978.

Contestualmente, nel corso dell’operazione, sono stati sequestrati due coltelli impiegati dagli arrestati nel corso della zuffa, di cui una mannaia lunga oltre mezzo metro. Gli arrestati, nelle fasi concitate della colluttazione, hanno aggredito anche due commercianti italiani presenti nel centro ibleo in occasione dei mercatini di San Giuseppe, che, grazie all’intervento tempestivo dei Carabinieri, sono usciti incolumi dalla brutta disavventura. Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Ragusa, in attesa del giudizio di convalida.

http://www.santacroceweb.com/giornale1/index.php/2015/03/21/rissa-e-coltellate-alle-bancarelle-fra-clan-di-tunisini-4-arresti-foto/