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La mamma va a fare shopping: bimbo legato al letto

Sono rimasti senza parole gli agenti che, durante un controllo, hanno trovato un bambino di tre anni legato al lettino in un’abitazione di Galbiate, nel Lecchese, mentre i genitori erano a fare spese. L’episodio è avvenuto nell’abitazione di una famiglia immigrata da un paese dell’Est. In casa oltre al piccolo, c’era solo la nonna che faticava a capire l’italiano. Gli agenti hanno chiesto aiuto al 118 ed è stata avvisata anche la polizia.

I genitori del bambino erano andati a fare la spesa e al loro ritorno, quando sono stati rintracciati, hanno cercato di spiegare che nel loro paese si usa fare così, in questi casi, per non correre pericoli. Il piccolo è stato liberato e trasferito in ospedale a Lecco per una serie di controlli. Non sarebbe stato trovato alcun tipo di lesione. E’ stata comunque avviata un’inchiesta.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/2014/notizia/lecco-genitori-a-fare-spese-il-bambino-legato-a-letto_2035192.shtml

Si portano anche le ‘nonne’, così incassano la pensione sociale senza avere mai fatto nulla.

Rubano anche Gesù Bambino: lo staccano da presepe a Firenze

Rubato il Gesù Bambino dal presepe in piazza Donatello
Ieri pomeriggio sono finiti in manette due cittadini stranieri trovati in possesso di numerosi gioielli rubati in un appartamento durante le festività. Gli uomini della V Squadra Volante hanno fermato l’insolita coppia a bordo di un’autovettura in viale Strozzi. I due stranieri, provenienti da due paesi lontani ma entrambi con diversi precedenti di polizia, parlavano tra di loro in lingua italiana. Uno è infatti un 29enne georgiano – con alle spalle diverse denunce per furti messi a segno in varie città italiane – l’altro, un cittadino tunisino di 38 anni – anch’egli ben noto alle forze dell’ordine nell’ambito degli stupefacenti e dei reati contro il patrimonio. Notati subito alcuni strumenti da effrazione – cacciaviti, chiavi inglesi e guanti – riposti nell’abitacolo della macchina, gli agenti hanno deciso di verificare a fondo i loro sospetti. Sul sedile posteriore era infatti poggiato un voluminoso zaino contenente un ferro da stiro, alcuni asciugamani e, sotto a tutto, diversi oggetti in oro. In una tasca gli operatori hanno trovato anche un mazzo di chiavi attaccate ad un portachiavi con inciso un indirizzo. Gli inquirenti sono così risaliti ad un appartamento di proprietà di una famiglia, in questi giorni fuori Firenze per le festività Natalizie. La titolare delle chiavi, rintracciata dalla Questura, ha riconosciuto tra gli oggetti recuperati molti dei suoi gioielli. La polizia ha poi accertato che la donna, durante la sua assenza, era stata vittima di un furto con scasso nel suo appartamento in zona Cure. I due fermati sono stati scortati al carcere fiorentino di Sollicciano per rispondere del reato di ricettazione in concorso. Durante le fasi del fermo, il cittadino georgiano ha tentato anche di fuggire strattonando violentemente gli operatori. Un poliziotto è rimasto contuso. Per lo straniero è scattata anche l’accusa di “resistenza e lesioni a pubblico ufficiale” mentre per il magrebino quella di “reingresso illegale nel territorio Italiano” dal quale era stato espulso lo scorso aprile.
Prima l’hanno staccato con la forza da dove era collocato provocandone anche la rottura, poi l’hanno portato via. È quello che è accaduto nella notte al Gesù Bambino del presepe in piazza Donatello. La riproduzione, realizzata da Amalia Ciardi Dupré, faceva parte del presepe allestito dagli artisti del Gruppo Donatello visitato il 13 dicembre dal cardinale Betori e in rappresentanza dell’Amministrazione comunale dal presidente del consiglio Eugenio Giani. Un presepe d’autore, formato da una novantina di sagome in legno a grandezza naturale che 45 pittori dell’associazione artistica hanno dipinto, ritraendo, tra i personaggi, anche numerosi commercianti della zona. Questa mattina il presidente Giani si è recato in piazza per vedere di persona la situazione e parlare con gli artisti del gruppo Donatello. “Si tratta di un vergognoso atto di vandalismo ed un oltraggio non soltanto al sentimento religioso ma anche alla coscienza civica della città – dichiara il presidente Giani – . Per chi compie atti di questo genere non può esserci altro che la più netta e forte condanna da parte dei cittadini. Ho cercato di convincere gli artisti a lasciare le opere in piazza, ma lo sdegno era tale che hanno deciso di rimuovere le sagome da loro realizzate per il presepe. A loro va la nostra sentita solidarietà. Il prossimo anno dovremo attrezzarci per garantire un sistema di controlli che impedisca episodi di questo genere”. Il presidente Giani ricorda che il presepe in piazza ha riscosso un grande consenso da parte dei cittadini e sottolinea come rappresenti “un nuovo modo per gli artisti di entrare in contatto con le persone, al di fuori delle galleria d’arte e degli studi. È un’esperienza originale nata a Firenze e non possiamo permettere che muoia così” conclude Giani.

Gioca a calcio: sassata dal Campo Nomadi, bambino gravemente ferito alla testa

MERANO – Gioca a calcio al campo della confluenza e finisce al pronto soccorso dell’ospedale per un profondo taglio alla testa. Un normale incidente di gioco capitato a uno dei giovani talenti che l’Olimpia Holiday Merano coltiva?
Potrebbe sembrare così, in realtà quel taglio è stato provocato da un sasso scagliato da uno degli spettatori presenti all’allenamento. A denunciare l’incredibile situazione è Stefano Di Liello, uno degli allenatori del settore giovanile della squadra.
“Quello che è accaduto – spiega il tecnico della squadra che ha un vivaio da 250 ragazzi – nasconde un disagio molto più grande, patito ogni giorni da noi che al campo sportivo andiamo per allenarci con i ragazzi.
Inutile dire che la convivenza con il vicino campo nomadi è sempre più difficile. Chiediamo ai nostri politici di fare qualcosa per garantire a tutti noi maggiore sicurezza”.
A scagliare il sasso, secondo Di Liello sarebbe stato uno dei ragazzini del campo nomadi, coetanei dei calciatori.
“Ci stavamo allenando – spiega Di Liello – nel campo grande in sintetico della confluenza con i ragazzi dell’anno 2004 a ridosso della rete confinante con il campo nomadi quando improvvisamente un ragazzino ha scagliato un grosso sasso colpendo uno dei nostri bambini sulla testa provocandogli una ferita lacero contusa molto profonda in testa.
Il ragazzo è stato ricoverato con urgenza all’ospedale. Sul posto, dove decine di bambini esterrefatti hanno visto il proprio compagno di squadra in un lago di sangue nelle braccia del suo allenatore, è arrivata la croce rossa e la pattuglia dei carabinieri che ha provveduto a sequestrare il grosso sasso ed ha fare le relative indagini per individuare il colpevole.
Per Stefano Di Liello “sono anni, prima come Merano e poi come Olimpia, che subiamo una situazione di degrado alla confluenza che ha dell’incredibile.
In una struttura che è costata 720 mila euro entrano cani e gatti che lasciano escrementi, persone che rubano e rovinano tutte le attrezzature che trovano, lasciando vetri rotti pericolosi per i bambini e immondizie di ogni genere.
Per non parlare dei continui roghi accesi con ogni tipo di materiale, dalle moquette alle gomme da macchina”.
L’Olimpia Holiday rivendica il diritto di far giocare tranquilli i propri allievi e di dare sicurezza alle famiglie che affidano loro i figli.
“Chiediamo – conclude Di Liello – un intervento forte del nostro Comune per fornire la confluenza delle recinzioni adatte a praticare sport senza rischiare di ricevere un sasso in testa o peggio in un occhio. Bisogna intervenire subito per proteggere i bambini e la struttura che viene quotidianamente danneggiata e che quindi tra qualche anno sarebbe completamente da rifare”.
Insomma, una brutta storia ed una situazione dove è necessario intervenire per provi rimedio perchè gli animi sono esasperati ed è necessario garantire l’incolumità dei ragazzi che vanno ad allenarsi e a giocare sul campo.

http://altoadige.gelocal.it/cronaca/2013/09/14/news/colpito-da-un-sasso-mentre-gioca-a-calcio-1.7745501

Catania: dall’aeroporto al Faro la città è invasa dai Rom

CATANIA – E’ allarme sicurezza e decoro nella zona sud di Catania. Un problema che non riguarda solo l’aeroporto di Fontanarossa, che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale di nomadi all’interno e all’esterno dell’area aeroportuale, ma si estende all’intera zona che va da Fontanarossa appunto fin quasi in centro storico. Decine le segnalazioni quotidiane, alcune delle quali arrivate anche in redazione, che descrivono l’aeroporto come un luogo poco sicuro ma soprattutto indecoroso e degradato, dove è possibile andare nel bagno e incontrare qualcuno dedito alla propria igiene personale o intento a lavare i panni. “Volevamo rendere nota l’attuale situazione di degrado e malcostume in cui versa l’aeroporto – scrive a LivesiciliaCatania un tassista in servizio a Fontanarossa – pieno di nomadi che sporcano, bivaccano sotto gli occhi di tutti e nessuna autorità interviene”.

Siamo andati a verificare e in effetti, lo spettacolo che offre una città che si dichiara o  quanto meno aspira a diventare meta turistica, non è certo edificante. Oltre a scorgere i segni di un bivacco costante all’esterno dell’area aeroportuale, colpisce la presenza e l’insistenza di donne con spesso in braccio un bambino, che chiedono soldi a chiunque. Noi siamo rimasti appena un quarto d’ora, giusto il tempo di raccogliere qualche testimonianza, e ne abbiamo viste numerose. All’esterno dello scalo, poi, la situazione sembra anche peggiore, con chi staziona letteralmente intorno le biglietterie in attesa di domandare la monetina al turista o al viaggiatore di turno.

“La situazione è peggiorata – spiega a LivesiciliaCatania uno degli addetti di una delle biglietterie – e la sera, con il buio, diventa particolarmente pericolosa”. Tentativi di scippi e borseggi, secondo quanto affermato, sarebbero all’ordine del giorno, così come le lamentele da parte di utenti e lavoratori, e questo nonostante il campo Fontanarossa di fronte l’aeroporto, allestito dall’ex sindaco Stancanelli per ospitare le persone che vivevano all’interno dell’ex Palazzo delle Poste, sia stato liberato già da tempo e nonsotante le reiterate richieste alle istituzioni da parte dell’amministratore delegato della Sac, Gaetano Mancini, di interventi reali per restituire sicurezza e decoro al Vincenzo Bellini, il più importante aeroporto della Sicilia.

Messaggio recepito dall’amministrazione comunale – anche se l’estate volge al termine e i flussi turistici sono in diminuzione – che ieri mattina ha organizzato una conferenza di servizi proprio per coinvolgere, oltre al Comune, anche Provincia e Sac, per affrontare la situazione. Il gruppo coordinerà gli interventi riguardanti la sicurezza – compresa la presenza di Vigili urbani, la viabilità, il decoro, la pulizia, in quell’Aeroporto di Catania che è il biglietto da visita della città. Una proposta lanciata dal sindaco Bianco per unire le forze e procedere speditamente.

Questo per quanto riguarda l’aeroporto. Per le altre zone della parte meridionale della città – come ad esempio la piazza di San Giuseppe La Rena – che rappresentano uno spettacolo altrettanto indecoroso, è l’assessore al Decoro urbano, Salvo Di Salvo, a rispondere. “Abbiamo avviato un ragionamento per, da una parte, bonificare le aree pubbliche dove si sono insediati i Rom – spiega a LivesiciliaCatania – ma occorre realizzare il campo di transito per contrastare questo fenomeno, purtoppo sempre più diffuso, nonostante i numerosi provvedimenti messi in atto. Faremo in modo – aggiunge – che i tempi di intervento siano contenuti, ma è chiaro che bisogna lavorare assiduamente sulle soluzioni, anche attraverso un fitto dialogo con il terzo settore. Non cìè dubbio che il problema vada affrontato e risolto – conclude -coniiii soluzioni tampone che non tutelano l’immagine della città”.
http://catania.livesicilia.it/2013/09/11/dallaeroporto-al-faro-citta-invasa-dai-rom_258267/

Roma: campo nomadi comunale è il centro del traffico di neonati rapiti?

“Ceduto” per ottomila euro e una BMW d’occasione: ecco la storia di Tony, venuto al mondo lo scorso 21 luglio all’Hôpital Nord di Marsiglia e venduto a una coppia rom che non poteva avere figli. La notizia ha scioccato la Francia, e scoperchia il vaso di Pandora sulla realtà della tratta degli esseri umani che i neonati.

“NON ABBIAMO FATTO NULLA DI SBAGLIATO” – L’indagine aperta in Francia ha già portato ad arrestare i responsabili della “compravendita” di Tony: secondo quanto riportato da Le Parisien, in manette sono finiti due fratelli di etnia rom Ilie, 33 anni e Valeriu, 40, padre biologico del bambino. La polizia li ha arrestati a Marsiglia, bloccandoli appena scesi da un traghetto proveniente da Bastia. Secondo gli inquirenti, i due potrebbero aver venduto, oltre a Tony, anche un altro bambino, ceduto a una coppia di Ajaccio lo scorso maggio, mentre un terzo neonato sarebbe stato “pronto per la vendita” a settembre, sempre a Marsiglia. Arrestati anche gli acquirenti di Tony, Carmen e Mike G. una giovane coppia di nomadi che vivevano in un campo rom nella regione di Marsiglia. Per loro la sterilità era un grosso peso, un’onta insopportabile che li rendeva estranei alla comunità rom nella quale vivevano. Per la coppia l’accusa è di complicità nel traffico di esseri umani anche se, secondo quanto riferito dal loro avvocato i due non sono pentiti né credono di “aver fatto qualcosa di sbagliato”.

UN TRAFFICO DI NEONATI CHE PASSA DA ROMA?Una tratta, quella organizzata dai due rom che potrebbe avere radici anche in Italia: secondo gli inquirenti, la coppia di fratelli che avrebbe organizzato la vendita sarebbe stata pronta a tornare in Romania passando per il nostro paese e ci sarebbe ragione di credere che le tratte potrebbero avere qualche collegamento con un campo nomadi alla periferia nord di Roma. La rete, infatti, sarebbe molto estesa e i due neonati venduti a Marsiglia potrebbero essere soltanto la punta dell’iceberg. Per questo motivo Giovanni d’Agata, dell’associazione Sportello dei Diritti, ha chiesto l’apertura di un’indagine anche in Italia: «Se non sarà aperta nessuna indagine faremo un esposto alle autorità competenti».

http://www.giornalettismo.com/archives/1082981/i-bambini-rom-venduti-in-francia/

Romeno col suv uccide sul colpo 12enne: ubriaco e senza patente

Un bambino di 12 anni è stato ucciso stamattina da un suv, in provincia di Catanzaro. Secondo la ricostruzione dei carabinieri di Sellia Marina, il bambino si trovava in compagnia del nonno davanti al fruttivendolo di proprieta’ della famiglia, quando un suv, guidato da un cittadino romeno, lo ha travolto e ucciso sul colpo. L’autovettura ha poi finito la corsa contro un’altra auto che e’ stata schiacciata e il cui conducente e’ rimasto gravemente ferito.

Le ambulanze del 118 hanno trasportato romeno e l’autista della seconda auto all’ospedale di Catanzaro; i due non sono in pericolo di vita. Per il bambino invece non c’e’ stato nulla da fare e il suo corpo martoriato e’ stato coperto da un lenzuolo sul tratto della strada statale 106. Per quanto riguarda il cittadino romeno sono in corso ulteriori accertamenti per verificare le sue condizioni psico-fisiche. Il traffico sta subendo notevoli rallentamenti con lunghe code in entrambi i sensi di marcia.

http://www.affaritaliani.it/cronache/bimbo-travolto-e-ucciso-da-un-suv.html

Questi ‘poveri migranti’ con il Suv.

AGGIORNAMENTO:

L’investitore non aveva la patente, gli
era stata ritirata mesi fa per guida in
stato di ebrezza.

Georgiano rapisce bambino, magistrato lo libera e lui perseguita la famiglia

Empoli, 21 agosto 2013 – Nel settembre 2012 un georgiano residente a Fucecchio, facile all’alcool e forse per questo convinto che la moglie, baby sitter dei tre figli di una guardia giurata, lo tradisse con quest’ultimo, rapì il figlio di 13 anni del presunto amante della moglie. Il bambino fu obbligato a telefonare al padre, C.G, di 46 anni, per farlo correre vicino a piazza Montanelli dove l’immigrato, G.N di 39 anni, lo aspettava per un “chiarimento”. La guardia giurata avvisò i carabinieri che intervennero e liberarono il piccolo. Il rapitore fu arrestato e poi rimesso in libertà dal giudice che ritenne di dar credito a un promesso ravvedimento anche per non far perdere all’uomo il lavoro in un’impresa di smaltimento di eternit.
Quella che però sembrava essere una storia conclusa, tuttavia è proseguita perché il georgiano, da allora, sembra aver messo in atto una vera e propria persecuzione ai danni di C.G. Anche di recente. Il vigilante racconta adesso di averlo denunciato più volte per stalking e non solo per questo. L’immigrato, come si legge negli atti inviati alla procura, si è di nuovo recato a casa del presunto amante della moglie, che nel frattempo ha licenziato la donna per evitare ogni equivoco, minacciandolo ancora. “Anche in questo caso sono intervenuti i carabinieri – racconta adesso C.G., spaventato – ed è scattata la denuncia. Ma senza conseguenze perché il mio persecutore ha continuato a cercarmi, inseguendomi anche per strada, finché a luglio non mi ha fatto cadere a terra. Sono finito al pronto soccorso. Ma vivo nella paura che possa far del male a me e ai miei tre bambini con i quali vivo dopo la separazione da mia moglie.

E’ già accaduto una volta, e da allora mio figlio non si è più ripreso: ha disturbi del comportamento, dorme male, non è tranquillo quando resta in casa da solo”. C.G si rifà a svariati episodi di cronaca nei quali le vittime avevano più volte denunciato alle autorità d’essere state minacciate. “Situazioni che spesso non sono state prese nella dovuta considerazione e sono finite male. Cosa devo fare perché lamagistratura almeno allontani chi perseguita me e la mia famiglia impedendogli di avvicinarmi e minacciarmi? Devo essere aggredito, ferito o forse anche ucciso?”. Anche la moglie, C.B, 39 anni, ha denunciato il marito per le percosse e le minacce dovute alla falsa convinzione che lo tradisca. “Siamo incinque a rischio: io, i miei tre bambini e lei, vittima senza colpa delle convinzioni assurde di quest’uomo che quando beve, cosa che pare accada di sovente, perde la ragione. Chiediamo solo di poter vivere tranquillamente, E che si prendano provvedimenti, prima che possa accadere il peggio”.

Picchia la moglie e rapisce il bimbo di 8 mesi – Gazzetta di Reggio


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Picchia la moglie e rapisce il bimbo di 8 mesi
Gazzetta di Reggio
Picchia la moglie e rapisce il bimbo di 8 mesi. L'uomo di nazionalità cinese, già arrestato per maltrattamenti, rapisce figlio a Empoli. È stato fermato a Cadelbosco. Il bambino sta bene ed è stato restituito alla madre Emilia. minori · bambini
Picchia la moglie e rapisce il figlio di 8 mesi, fermato: i videoReggionline
Picchia la moglie e rapisce il figlioTelereggio

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Bambino di 1 anno molestato da immigrato

Bimbo di un anno molestato da marocchino: era con la mamma al supermercato

La mamma ha lanciato un urlo chiedendo l’intervento degli inservienti. L’uomo è stato fermato immediatamente

Viareggio – Si è avvicinato a un bambino di un anno, gli ha messo una mano sotto il mento e lo ha baciato in bocca. Ed è scoppiato il putiferio all’interno del supermercato, perché a compiere quel gesto non è stato il padre del bambino. Ma un perfetto sconosciuto, un nordafricano che è stato arrestato dai carabinieri per abuso sessuale. E’ successo ieri mattina attorno alle 10.30 in un supermercato a Lido di Camaiore.

Non si contano piu’ gli episodi gravissimi di criminalita’ da parte di questi ” nuovi italiani ” tanto voluti dalla sinistra con la canna del gas in cerca disperata di voti. Ieri a Viareggio,come riportano tutti i siti d’ informazione locali, un giovane marocchino,ovviamente clandestino , in un negozio ha approfittato della momentanea assenza della madre di un bambino di un anno seduto sul seggiolone del carrello della spesa, per baciarlo. Immediata la reazione sbigottita e terrorizzata della madre del bambino che ha chiesto soccorso. I carabinieri hanno arrestato questo delinquente , pericoloso maniaco sessuale , purtroppo fino ad ieri libero di molestare e stuprare. Vergogna!!!

http://voxnews.info/2013/07/16/gravissimo-episodio-a-viareggio-clandestino-marocchino-molesta-un-bambino-di-un-anno/
http://www.lanazione.it/viareggio/cronaca/2013/07/13/918954-bimbo-baciato-sconosciuto.shtml

Zingare razziano metrò: non possono arrestarle, sono sempre incinte

Ladre in Metro che non possono essere arrestate: sono sempre incinte

Sta diventando un “‘caso” quello delle borseggiatrici di origine bosniaca che, da qualche settimana, bazzicano tra Cadorna e Centrale. Pizzicate due volte nelle ultime quattro settimane dalla polizia locale, sono sempre state rilasciate: prima arrestate, manette “convalidate” e rimessa in libertà. Il motivo? Hanno appena avuto o stanno aspettando un bambino.

E’ un gruppo nutrito, di cinque o sei complici, che lavora incessantemente, come racconta il Corsera. La tecnica è semplice. Si avvicinano  a una ‘preda’ al momento della salita sulla metropolitana; è solitamente una donna con la borsa socchiusa o completamente aperta. Creano calca. Mentre una di loro mette fisicamente la mano nella borsa della vittima, un’altra copre il tutto con un grosso borsone. Le altre fanno da sentinella. Non appena hanno in mano il bottino, scendono con rapidità prima che si chiudano le porte. E la persona derubata rimane in metrò.

Sono ben vestite, sembrano ragazze normali, e probabilmente sono a libro paga di un’organizzazione criminale ‘più grande di loro’. Le telecamere Atm mostrano, implacabili, il loro operato. Che con le maternità in arrivo diventa quasi inarrestabile. Potreste rimandarla a casa loro, no?

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Con lo svuotacarceri sarà ancora peggio.