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Georgiano rapisce bambino, magistrato lo libera e lui perseguita la famiglia

Empoli, 21 agosto 2013 – Nel settembre 2012 un georgiano residente a Fucecchio, facile all’alcool e forse per questo convinto che la moglie, baby sitter dei tre figli di una guardia giurata, lo tradisse con quest’ultimo, rapì il figlio di 13 anni del presunto amante della moglie. Il bambino fu obbligato a telefonare al padre, C.G, di 46 anni, per farlo correre vicino a piazza Montanelli dove l’immigrato, G.N di 39 anni, lo aspettava per un “chiarimento”. La guardia giurata avvisò i carabinieri che intervennero e liberarono il piccolo. Il rapitore fu arrestato e poi rimesso in libertà dal giudice che ritenne di dar credito a un promesso ravvedimento anche per non far perdere all’uomo il lavoro in un’impresa di smaltimento di eternit.
Quella che però sembrava essere una storia conclusa, tuttavia è proseguita perché il georgiano, da allora, sembra aver messo in atto una vera e propria persecuzione ai danni di C.G. Anche di recente. Il vigilante racconta adesso di averlo denunciato più volte per stalking e non solo per questo. L’immigrato, come si legge negli atti inviati alla procura, si è di nuovo recato a casa del presunto amante della moglie, che nel frattempo ha licenziato la donna per evitare ogni equivoco, minacciandolo ancora. “Anche in questo caso sono intervenuti i carabinieri – racconta adesso C.G., spaventato – ed è scattata la denuncia. Ma senza conseguenze perché il mio persecutore ha continuato a cercarmi, inseguendomi anche per strada, finché a luglio non mi ha fatto cadere a terra. Sono finito al pronto soccorso. Ma vivo nella paura che possa far del male a me e ai miei tre bambini con i quali vivo dopo la separazione da mia moglie.

E’ già accaduto una volta, e da allora mio figlio non si è più ripreso: ha disturbi del comportamento, dorme male, non è tranquillo quando resta in casa da solo”. C.G si rifà a svariati episodi di cronaca nei quali le vittime avevano più volte denunciato alle autorità d’essere state minacciate. “Situazioni che spesso non sono state prese nella dovuta considerazione e sono finite male. Cosa devo fare perché lamagistratura almeno allontani chi perseguita me e la mia famiglia impedendogli di avvicinarmi e minacciarmi? Devo essere aggredito, ferito o forse anche ucciso?”. Anche la moglie, C.B, 39 anni, ha denunciato il marito per le percosse e le minacce dovute alla falsa convinzione che lo tradisca. “Siamo incinque a rischio: io, i miei tre bambini e lei, vittima senza colpa delle convinzioni assurde di quest’uomo che quando beve, cosa che pare accada di sovente, perde la ragione. Chiediamo solo di poter vivere tranquillamente, E che si prendano provvedimenti, prima che possa accadere il peggio”.