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Rubano rame sul tetto di una chiesta, arrestati – Roma Daily News


Roma Daily News

Rubano rame sul tetto di una chiesta, arrestati
Roma Daily News
La scorsa notte, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato due cittadini romeni di 18 e 22 anni per aver rubato parte di un tetto in rame di una chiesa. L'episodio è accaduto in via Donato Menichella, al quartiere San Basilio, dove i
SAN BASILIO, SCOPERTI SU TETTO CHIESA PER RUBARE RAME Roma Capitale News
San Basilio, rubano il tetto di una chiesaCorriere della Sera
ROMA, SCOPERTI SU TETTO DI UNA CHIESA MENTRE Lazio 24 NEWS
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Campo rom via Salviati: attrezzi rubati nascosti sul tetto, due denunce – RomaToday


Agenzia di Stampa Asca

Campo rom via Salviati: attrezzi rubati nascosti sul tetto, due denunce
RomaToday
UTENSILI RUBATI – Sopra il tetto delle rispettive baracche sono stati infatti rinvenuti alcuni utensili rubati in un magazzino poco distante dal campo nomadi. Cinque soggetti sono stati invece condotti presso l'Ufficio Immigrazione poiché destinatari
Rom: controlli straordinari in campo autorizzato a Roma, 2 denunceAgenzia di Stampa Asca

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Sentenza choc: Egiziano stupra 19 donne, solo 20 anni di galera!

Il gup di Milano Antonella Bertoja ha condannato con rito abbreviato a vent’anni di carcere l’egiziano Sameh El Melegy, lo stupratore seriale che ha agito nella maggior parte dei casi in bici, accusato di violenza sessuale nei confronti di 19 donne.

Sameh El Melegy abbordava le vittime in bicicletta. E proprio grazie a questa era stato riconosciuto e identificato. La richiesta di pena da parte dei pm, Cristiana Roveda e Gianluca Prisco, per l’imputato era stata di 122 anni che, in concreto, non potevano essere più di trent’anni, il tetto massimo previsto dal codice. Scesi a venti anni perché l’imputato ha scelto di farsi giudicare con il rito abbreviato che, per legge, comporta lo sconto di un terzo della pena.

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, il giovane elettricista egiziano si avvicinava alle vittime (tutte ragazze di età compresa tra i 20 e i 50 anni) a bordo della sua bicicletta, abusava di loro e poi si allontanava dopo avergli rubato la borsa. A tradirlo è stato il parafango alto della sua bicicletta nera attraverso il quale gliinvestigatori lo hanno identificato e poi arrestato.

http://www.ilgiornale.it/news/milano/ventanni-carcere-stupratore-bici-905764.html

Insomma, circa un anno e venti giorni a donna stuprata: una condanna vergognosa. In questo schifoso stato-di-non-diritto, scrivere su internet vale una condanna di 4 anni, mentre stuprare 19 donne solo 20 anni. La nostra legge è una barzelletta, a cominciare dallo sconto di 1/3 della pena per il rito abbreviato: una emerita stupidaggine. Si va in galera come al mercato in cerca di sconti: stupri 3 donne e una te la danno gratis!

Donne rom rapinano supermercato: “se non ubbidite chiamiamo gli uomini…”

Marghera, arresto donne rom rapine e furti supermercato Penny Market

Non rubavano per povertà. Rubavano per filosofia di vita, rifiutando, come sottolineato dagli stessi inquirenti, in ogni modo un percorso “retto” di inclusione sociale. Per di più assegnatarie di tre alloggi popolari tra via del Bosco e via Catene a Marghera. I residenti, quindi, oltre a essere “derubati” pagano per garantire loro un tetto sulla testa. Tre donne di etnia rom, la cui “leader” è L.L. di 37 anni, sono state arrestate e sottoposte ai domiciliari con l’accusa di avere perpetrato due rapine e due furti in concorso ai danni del supermercato Penny Market di via Monzani, che peraltro a gennaio ha dovuto chiudere i battenti.

I fatti contestati dal pubblico ministero Stefano Buccini, sulla base delle indagini condotte dagli uomini del commissariato di Marghera, coordinati dal dirigente Luca Miori, risalgono tutti a settembre 2012. Le tre donne con altre due complici, una 17enne denunciata a piede libero e un’altra sodale non ancora identificata, il 2 settembre sono entrate per la prima volta nel punto vendita “armate” di due borsoni a testa. Una volta raggiunte le corsie hanno riempito con ogni sorta di merce le borse, per poi presentarsi alla cassa e pretendere di pagare solo un pacco di farina. All’invito della cassiera di porre sul rullo anche il resto dei prodotti, L.L. si è imbufalita, colpendo con un pugno il cassettino dei soldi della cassa, intimando all’interlocutrice di consegnare l’incasso: “Altrimenti chiamiamo i nostri uomini”, avrebbe detto alla direttrice del supermercato, intervenuta per il parapiglia, che, lungi dal farsi intimorire, ha chiamato subito il 113. Non appena si sono accorte della malparata, le malviventi hanno preferito scappare via, comunque con un lauto bottino.

Il giorno seguente le donne sono entrate di nuovo nel punto vendita. Era chiaro quale fosse il loro obiettivo. La direttrice, quindi, una volta accortasi di trovarsi di fronte a una razzìa fotocopia, si è piazzata di fronte all’uscita del supermercato. Pronta a bloccare l’unica via di fuga. L.L., corpulenta, però è riuscita a “sfondare” la linea difensiva, scaraventando a terra la malcapitata, che senza perdersi d’animo ha rincorso le donne fino all’auto dove stavano caricando la merce. A quel punto l’ennesima intimidazione: “Stai attenta, mandiamo gli uomini”.

Il Penny Market era finito nel mirino. Passano meno di dieci giorni e il 12 settembre sempre L.L., assieme a R.L., 27enne, hanno riempito di nuovo i due borsoni a testa per poi forzare una sbarra di una cassa al momento chiusa e darsi alla fuga. Una terza complice, non identificata, ha invece preteso di pagare solo un prodotto per poi dileguarsi prima dell’arrivo della polizia. L’ultimo colpo sei giorni più tardi, quando L.L., R.L. e S.L., la minorenne, tutte dello stesso clan, hanno messo in pratica il piano nonostante fosse presente un servizio di sicurezza dell’esercizio commerciale.

Le tre malviventi oggetto di custodia cautelare, la minore e l’altra donna non erano facce sconosciute a Marghera. Spesso e sovente sostavano all’uscita dei centri commerciali o al mercato chiedendo l’elemosina o chiedendo di poter leggere la mano a qualche passante. Dietro compenso. Il personale del supermercato (la direttrice, una cassiera e un dipendente) sono riusciti a “scolpire” nella loro memoria i volti delle ladre, riconoscendole senza ombra di dubbio in un album redatto dalla polizia scientifica con una ventina di facce somiglianti. Le indagini, però, sono partite in salita a causa della mancanza di un impianto di videosorveglianza. Le dichiarazioni dei testimoni hanno comunque convinto il gip a emettere le ordinanze di custodia cautelare.

Le tre donne che ora si trovano ai domiciliari sono state bloccate stamattina dagli agenti proprio mentre si preparavano a raggiungere il mercato settimanale. Da dove al commissariato locale e alla questura arrivavano spesso segnalazioni di problemi di ordine pubblico.

Zingari scatenati: razzie in case, cappelle e tombe

MANTOVA. A sfogliare il giornale dell’ultima settimana si conta un bollettino di guerra: ventiquattro furti e due rapine in banca. Questi gli episodi di cui la Gazzetta ha dato conto, a cui, inutile nasconderlo, vanno aggiunti quelli di cui le forze dell’ordine non hanno dato notizia e quelli, in numero minimo, che non sono stati denunciati. Dal furto di medicinali al Poma, che ha messo in seria difficoltà alcuni reparti per ventiquattro ore, ai raid a Riva di Suzzara, agli appartamenti svuotati dei gioielli a Cerese e a Cappelletta. Al saccheggio della casa di Colle Aperto dove i ladri hanno portato via gioielli per almeno ventimila euro. Ori spariti anche da un appartamento di Marmirolo e da uno di viale Montello, per citarne solo alcuni. L’esempio della rabbia delle vittime è una cittadina di Castellucchio, Nadia Gandolfi, a cui una ladra ha portato via i gioielli ricordi di tutta la vita.

Il colpo è stato messo a segno da una giovane nomade. La ragazza era stata vista e addirittura salutata dal papà di Nadia, che l’aveva incrociata sul vialetto di casa, ma aveva pensato che si trattasse di un’amica di un famigliare. «Mi ha portato via anche i gioielli che avevo comprato con i soldi della liquidazione e che volevo lasciare ai miei figli. Ora, invece, come regalo sto pensando di comprarre per loro un’arma, così almeno si potranno difendere».

Da segnalare i raid nei cimiteri, messi a segno per portare via il rame dalle cappelle e dai pluviali. Ad inizio settimana la banda a caccia dell’oro rosso ha visitato i cimiteri di Commessaggio, dove sono state profanate ventiquattro tombe e della vicina Rivarolo del Re, oltre il confine cremonese, dove è stato scoperchiato un tetto. L’altra notte i ladri del rame sono andati invece al camposanto di Volta: qui hanno messo gli artigli su una cinquantina tra tombe e loculi da dove hanno portato via i vasi portafiori e le lampade votive. Tra l’altro hanno cercato di portare via anche il busto di Ivanoe Bonomi, il primo presidente del Senato della Repubblica.

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/03/04/news/ventiquattro-furti-e-due-rapine-le-cronache-di-una-settimana-1.6641806

Rissa tra immigrati di “varia estrazione” a Genova

Europa senza frontiere

Genova – Violenta lite fra senza tetto, ieri pomeriggio, domenica 17 febbraio 2013, in piazza della Vittoria. Gli agenti accorsi sul posto hanno identificato alcuni clochard, tutti in evidente stato d’ebbrezza alcolica, tra cui un polacco di 38 anni, un lettone di 33 e una 22enne slovacca che si trovava riversa per terra, in stato d’agitazione.

http://www.genovatoday.it/cronaca/lite-piazza-vittoria-17-febbraio.html