Tag: Marghera

Abborda un trans peruviano e lo rapina dell’auto a Marghera

Abborda un trans peruviano e lo rapina dell’auto a Marghera
Il transessuale, 44enne peruviano, verso le 2 della notte tra lunedì e martedì ha concordato una prestazione con un uomo di origini nordafricane. Venti euro. Il cliente quindi Riuscendo a evitare l’arresto sparendo nell’oscurità. L’auto senza più altro »

Scontri a sciabolate: immigrati patteggiano


Corriere della Sera
Rissa a Marghera, in quattro patteggiano sei anni
Nuova Venezia
Sono i quattro appartenenti alla famiglia Hudorovic, protagonisti della maxi rissa tra una ventina di persone, avvenuta lunedì sera in via Stefani. Erano stati arrestati dai carabinieri che in forze, assieme alla polizia, erano intervenuti per
Rissa con coltelli e sciabole a MargheraCorriere della Sera
La rissa a Marghera ei veri problemi, Bettin: “Unire Comuni e Comune di Venezia
RISSA A MARGHERA | SIMIONATO : ‘INDEGNO PER UNA CITTA La Voce di Veneziatutte le notizie (6) »

Rissa a Marghera, i carabinieri intensificano i controlli su sinti e … – Nuova Venezia

Rissa a Marghera, i carabinieri intensificano i controlli su sinti e
Nuova Venezia
L'obiettivo è sventare ulteriori risse, magari determinate da vendette o altre scaramucce tra etnie. È per questo che i carabinieri hanno intensificato i controlli sulle comunità coinvolte nella rissa di via Stefani a Marghera, un «fattaccio»che ha

RISSA A MARGHERA Simionato durissimo: «Non permetteremo … – Nuova Venezia


Corriere della Sera

RISSA A MARGHERA Simionato durissimo: «Non permetteremo
Nuova Venezia
La rissa di Marghera tra i bengalesi e gli Hudorovich non può trovare alcuna giustificazione ma va invece condannata in maniera ferma. L'amministrazione comunale non accetterà che le piazze e i luoghi di incontro della nostra città diventino teatro di
Rissa con coltelli e sciabole a MargheraCorriere della Sera
Dichiarazione del vicesindaco Simionato sulla rissa avvenuta ieri a Comune di Venezia
MAXI RISSA A MARGHERA TRA SINTI E BENGALESI | DONNA La Voce di Venezia

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Società multietnica: scontri a sciabolate tra zingari e bengalesi

Cittadinanza ai figli degli immigrati

Cittadinanza ai figli degli immigrati

MARGHERA. Rissa in strada tra venti persone ieri sera a Marghera: bastoni, spranghe e persino una sciabola. Una donna è rimasta ferita alle gambe, proprio per un colpo di arma da taglio. È accaduto attorno alle 22, quando molte persone erano appena uscite dalla proiezione del cinema all’aperto in piazza Mercato. Sono intervenute diverse pattuglie di polizia e carabinieri che sono riusciti a sedare la rissa. Alla fine sono stati arrestati quattro sinti appartenenti alla famiglia Hudorovic, mentre quattro stranieri sono stati denunciati.

Secondo una prima ricostruzione all’origine della rissa ci sarebbe un «regolamento di conti». Una settimana fa infatti i Sinti si sono presentati nella pasticceria gestita da un bengalese in via Stefani chiedendo una birra. Ma qualcosa è andato storto. Forse un’occhiata o una parola «sbagliata». Il titolare della pasticceria ha cacciato i clienti, che sono tornati dopo poche ore devastando una parte del locale. E minacciando il proprietari: «Se ci denunci sarà peggio per te».

Il bengalese non si è fatto intimidire ed è andato a denunciare l’accaduto. Gli Hudorovic sono tornati ieri sera con la volontà di «regolare i conti». Ma hanno dovuto vedersela con gli «amici» del titolare della pasticceria che non si sono fatti trovare impreparati. Ne è scaturita una rissa tra una ventina di persone in cui ad avere la peggio è stata una donna della famiglia di Sinti, ferita alle gambe.

 

Rissa con coltelli e sciabole a MargheraCorriere della Sera

Regolamento di conti in strada, maxi-rissa tra 20 persone in via Stefani

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Spaccio, patteggiano in otto – Nuova Venezia

Spaccio, patteggiano in otto
Nuova Venezia
veneziano, ma domiciliato a Marghera, trasportatore lagunare; due anni per Anton Gjergjaj (39), albanese, residente a Martellago; nove mesi per Bardhosh Zhupaja (39), albanese, prelevato dal Centro immigrati di Bari, pena in continuazione con altri

Treviso: ragazza scomparsa vista in campo nomadi



TREVISO – Marianna Cendron, la 18enne di Paese (Treviso), è scomparsa da quasi due mesi. La giovane non dà sue notizie dallo scorso 27 febbraio, quando è stata vista l’ultima volta dopo aver terminato l’orario di lavoro al golf club di Salvarosa. Da allora sono state molte le segnalazioni rivelatesi inattendibili, tra queste l’ultima la vorrebbe a marghera, sotto un cavalcavia assieme a un gruppo di nomadi.
La segnalazione è arrivata alla trasmissione Chi l’ha visto?, a cui i genitori di Marianna, Pierfrancesco e Emilia, si sono affidati per ritrovare la figlia. Nella puntata di mercoledì scorso la troupe del programma dedicato alle persone scomparse, accompagnata dalla famiglia Cendron, è andata a Marghera per verificare la pista. Nell’accampamento di nomadi è stata mostrata una foto di Marianna, ma nessuno l’ha riconosciuta.
Al momento della scomparsa la ragazza non aveva con sè documenti e non aveva annunciato a nessuno l’intenzione di allontanarsi. La pista ritenuta più probabile resta quella dell’allontanamento volontario.
Le piste ritenute più probabili dagli inquirenti, sono sempre quelle da non seguire, visti i risultati. Pensare poi di mostrare la foto e ricevere collaborazione dagli Zingari, è demenziale.
La realtà è che i Campi Nomadi sono zone extraterritoriali, sono enclaves criminali prive di controllo dove scompare refurtiva – spesso – e purtroppo anche persone.

Anziana aggredita e scippata da Marocchino

VENEZIA – Con uno strattone violento strappa la collana d’oro dal collo dell’anziana. Uno strappo molto violento che ha fatto cadere a terra la donna. Poi la fuga a piedi. Lo scippatore è ricomparso verso sera quando in un negozio di “Compro oro” ha venduto la collana. La polizia che ora si occupa del caso conosce la sua identità, se vera, e una foto. Si tratta di un marocchino di 20 anni.
L’episodio si è consumato venerdì intorno alle 13 in via Calvi a Marghera.
La signora, che ha 78 anni, stava rientrando a casa. Mentre cammina tranquilla, all’improvviso viene aggredita alle spalle da una persona. La donna riesce appena a pronunciare poche parole che si sente afferrare la collana che indossa. Riceve uno strattone violento: mentre lei cade, chi l’ha aggredita alle spalle prende la collana e scappa a piedi.
L’anziana finita a terra si lamenta e invoca aiuto. Alcuni passanti le prestano i primi soccorsi. Nel frattempo qualcuno prova a inseguire lo scippatore, ma di questo si perdono velocemente le tracce.
Sul posto arrivano poliziotti delle volanti e i sanitari di un’ambulanza del Suem. La donna viene portata al Pronto soccorso dell’ospedale dell’Angelo, mentre i poliziotti si mettono sulle tracce dello scippatore. Stando alla descrizione fatta da alcuni passanti e dalla stessa vittima dello scippo, l’aggressore è un giovane di colore sui vent’anni che vestiva in scuro. Nonostante le ricerche in zona i poliziotti non trovano nessuno che corrisponde alla descrizione fornita dai testimoni.
Mentre la polizia cerca il responsabile, la donna viene medicata al Pronto soccorso dell’ospedale dell’Angelo. Per lei nulla di grave, ma diverse contusioni rimediate nella caduta e poi un profondo livido provocato dalla collana quando è stata strappata.
La vicenda sembra finita in quel momento. In realtà si riapre verso sera in via Felisati.
Il titolare di un negozio “Compro oro” chiama il 113, segnalando che poco prima si era presentato uno straniero per vendere una collana d’oro. Lo straniero per il negoziante è sospetto. Gli agenti di una volante intervengono. Quando arrivano lo straniero è già andato via. La descrizione, fatta dal negoziante, corrisponde a quella del giovane scippatore di Marghera. La conferma che sia lui arriva dal fatto che la collana che ha venduto al “Compro oro” è quella scippata alla 78enne. Il negoziante ha la fotocopia del documento dello straniero. E anche in questo i dati somatici dello scippatore corrispondono con quelli di chi ha venduto la collana. Si tratta di un marocchino di 20 anni, molto probabilmente anche tossicodipendente.

http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/04/21/news/strappa-collana-ad-anziana-e-la-manda-all-ospedale-1.6919382

Donne rom rapinano supermercato: “se non ubbidite chiamiamo gli uomini…”

Marghera, arresto donne rom rapine e furti supermercato Penny Market

Non rubavano per povertà. Rubavano per filosofia di vita, rifiutando, come sottolineato dagli stessi inquirenti, in ogni modo un percorso “retto” di inclusione sociale. Per di più assegnatarie di tre alloggi popolari tra via del Bosco e via Catene a Marghera. I residenti, quindi, oltre a essere “derubati” pagano per garantire loro un tetto sulla testa. Tre donne di etnia rom, la cui “leader” è L.L. di 37 anni, sono state arrestate e sottoposte ai domiciliari con l’accusa di avere perpetrato due rapine e due furti in concorso ai danni del supermercato Penny Market di via Monzani, che peraltro a gennaio ha dovuto chiudere i battenti.

I fatti contestati dal pubblico ministero Stefano Buccini, sulla base delle indagini condotte dagli uomini del commissariato di Marghera, coordinati dal dirigente Luca Miori, risalgono tutti a settembre 2012. Le tre donne con altre due complici, una 17enne denunciata a piede libero e un’altra sodale non ancora identificata, il 2 settembre sono entrate per la prima volta nel punto vendita “armate” di due borsoni a testa. Una volta raggiunte le corsie hanno riempito con ogni sorta di merce le borse, per poi presentarsi alla cassa e pretendere di pagare solo un pacco di farina. All’invito della cassiera di porre sul rullo anche il resto dei prodotti, L.L. si è imbufalita, colpendo con un pugno il cassettino dei soldi della cassa, intimando all’interlocutrice di consegnare l’incasso: “Altrimenti chiamiamo i nostri uomini”, avrebbe detto alla direttrice del supermercato, intervenuta per il parapiglia, che, lungi dal farsi intimorire, ha chiamato subito il 113. Non appena si sono accorte della malparata, le malviventi hanno preferito scappare via, comunque con un lauto bottino.

Il giorno seguente le donne sono entrate di nuovo nel punto vendita. Era chiaro quale fosse il loro obiettivo. La direttrice, quindi, una volta accortasi di trovarsi di fronte a una razzìa fotocopia, si è piazzata di fronte all’uscita del supermercato. Pronta a bloccare l’unica via di fuga. L.L., corpulenta, però è riuscita a “sfondare” la linea difensiva, scaraventando a terra la malcapitata, che senza perdersi d’animo ha rincorso le donne fino all’auto dove stavano caricando la merce. A quel punto l’ennesima intimidazione: “Stai attenta, mandiamo gli uomini”.

Il Penny Market era finito nel mirino. Passano meno di dieci giorni e il 12 settembre sempre L.L., assieme a R.L., 27enne, hanno riempito di nuovo i due borsoni a testa per poi forzare una sbarra di una cassa al momento chiusa e darsi alla fuga. Una terza complice, non identificata, ha invece preteso di pagare solo un prodotto per poi dileguarsi prima dell’arrivo della polizia. L’ultimo colpo sei giorni più tardi, quando L.L., R.L. e S.L., la minorenne, tutte dello stesso clan, hanno messo in pratica il piano nonostante fosse presente un servizio di sicurezza dell’esercizio commerciale.

Le tre malviventi oggetto di custodia cautelare, la minore e l’altra donna non erano facce sconosciute a Marghera. Spesso e sovente sostavano all’uscita dei centri commerciali o al mercato chiedendo l’elemosina o chiedendo di poter leggere la mano a qualche passante. Dietro compenso. Il personale del supermercato (la direttrice, una cassiera e un dipendente) sono riusciti a “scolpire” nella loro memoria i volti delle ladre, riconoscendole senza ombra di dubbio in un album redatto dalla polizia scientifica con una ventina di facce somiglianti. Le indagini, però, sono partite in salita a causa della mancanza di un impianto di videosorveglianza. Le dichiarazioni dei testimoni hanno comunque convinto il gip a emettere le ordinanze di custodia cautelare.

Le tre donne che ora si trovano ai domiciliari sono state bloccate stamattina dagli agenti proprio mentre si preparavano a raggiungere il mercato settimanale. Da dove al commissariato locale e alla questura arrivavano spesso segnalazioni di problemi di ordine pubblico.

Marghera, aggressione in piazza Mercato immigrati "incastrati" da Facebook

 
Avevano preso a calci e pugni un 35enne di nazionalità tunisina. Prima all’interno del bar “San Marco” di Marghera, in zona piazza Mercato, poi, non contenti, avevano continuato la colluttazione anche all’esterno del locale. Il tutto a poche settimane dall’omicidio di un 33enne macedone, avvenuto a poche decine di metri di distanza.

A incatrare la coppia di violenti (un 17enne e un 22enne di origini albanesi) sono stati gli agenti del pronto intervento della polizia municipale, che per arrivare all’obiettivo hanno indagato a 360 gradi, sfruttando anche le potenzialità dei social network. E’ stato infatti grazie a Facebook che gli inquirenti sono riusciti a dare un volto agli aggressori, dopo aver visionato i filmati di videosorveglianza del bar, del Comune e di un vicino istituto bancario.

In alcuni fotogrammi è stato possibile isolare i volti dei due, che dopo la rissa sono scappati via facendo perdere le proprie tracce lasciando la propria vittima a terra priva di sensi. Un controllo sulla bacheca del più giovane dei due ed ecco spuntare fuori foto che ritraevano entrambi. Insieme. Questi dati sono stati confrontati con l’identificazione dei presenti al bar dopo la rissa, operata da una pattuglia della polizia municipale e una della polizia provinciale: la coppia, infatti, convinta di non essere riconosciuta, è tornata quella sera stessa come nulla fosse a sedersi ai tavolini del bar, gestito da cinesi.

Il minore, residente nel Comune di Venezia, è stato identificato per primo. Il 22enne, invece, è stato rintracciato dopo un’indagine accurata sulle utenze cellulari: proveniente dalla Svizzera, si trovava in un appartamento di amici, a Marghera