Tag: stretta

Torino: arrestati 17 “migranti” per associazione mafiosa

Torino 20 giugno 2013 – Questa mattina ha preso il via una vasta operazione condotta dalla Squadra Mobile di Torino e dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato di Roma. Eseguite 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere, a carico di altrettanti soggetti di nazionalità romena, responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, estorsione, riciclaggio, ricettazione, falsificazione di carte di credito e di pagamento, contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

Le indagini si sono avvalse della preziosa collaborazione della Polizia romena, presente a Torino con propri ufficiali. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Salerno, su richiesta del Procuratore Capo di Torino Caselli e del Procuratore Aggiunto Ausiello.

L’indagine costituisce una novità assoluta in quanto è la prima volta, in Italia, che viene contestata l’associazione di tipo mafioso ad un’organizzazione composta da soli cittadini romeni.

Nel corso dell’operazione, grazie alla stretta collaborazione tra la Polizia italiana e quella rumena, è stato tratto in arresto anche un pericoloso ricercato, condannato in via definitiva nel nostro paese a 10 anni di reclusione per violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione. Ricercato da otto anni è stato localizzato in Romania e catturato grazie alle indagini che ne hanno dimostrato il collegamento con il “padrino” dell’associazione di Torino.

http://www.torinotoday.it/cronaca/mafia-romena-arresti-torino.html

 

Genova: preso rapinatore violento, è un ecuadoriano

Rapina in piazza De Ferrari 4 giugno 2013, un arresto

nova – Si trovava in compagnia di un’amica davanti a un bar in piazza De Ferrari quando è stata avvicinata da un uomo che, con un gesto repentino, l’ha afferrata per un braccio flettendolo fino a farle male, impossessandosi della sua borsa, fuggendo poi nei vicoli attigui.

La giovane, una polacca di 22 anni, si è messa all’inseguimento del malvivente senza mai perderlo di vista, mentre l’amica coetanea ha contattato la sala operativa della questura.

Le invocazioni d’aiuto delle due ragazze sono state accolte da un uomo che, in via Luccoli, ha tentato di fermare il rapinatore in fuga. Sentendosi braccato, quest’ultimo, tenendo stretta la refurtiva, ha cominciato a divincolarsi, spintonando con violenza la ragazza polacca, facendola cadere a terra e provocandole escoriazioni alle ginocchia.

I poliziotti, giunti in quel frangente, a fatica hanno bloccato il malvivente, rendendolo inoffensivo. Lo straniero, un cittadino di origine ecuadoriana di 41 anni, accompagnato presso gli uffici della questura per gli accertamenti, è stato trovato in possesso di un coltello di piccole dimensioni, ma molto affilato, nascosto nella tasca dei pantaloni.

Potrebbe interessarti:http://www.genovatoday.it/cronaca/rapina-de-ferrari-4-giugno-2013.html

Marocchino arrestato a Modica dalla Mobile – CorrierediRagusa.it


radiortm.it

Marocchino arrestato a Modica dalla Mobile
CorrierediRagusa.it
Ieri però per il marocchino Bouchaib Abdelbassate (foto), 35 anni, sono scattate le manette in esecuzione del sopraccitato decreto. L'arresto è scattato a Modica ad opera della Squadra mobile di Ragusa, che ha agito in stretta sinergia con l'ufficio
RAGUSA: ARRESTATO DALLA POLIZIA DI STATO PREGIUDICATO radiortm.it
Ricercato dopo una condanna a Bolzano Arrestato un marocchino a Live Sicilia
ARRESTATO LATITANTE MAROCCHINO – Telenova RagusaTelenova Ragusa

tutte le notizie (6) »

Città di Castello: Romeno picchia la convivente davanti ai bambini

Città di Castello, picchia la compagna davanti ai bambini: arrestato
Umbria 24 News
Ha picchiato la compagna davanti alla sorella e ai bambini per pochi euro e tanti rancori. Le ha provocato gravi lesioni al collo per quanto l'ha stretta forte. E' successo sabato pomeriggio nella zona di S. Giustino, dove un rumeno, F.R di anni 48

altro »

Immigrati con furgone bianco aggrediscono ragazzina

In pieno giorno ad Aviano, ricercati in provincia due uomini di pelle olivastra che hanno tentato di aggredire una quattordicenne la quale è riuscita a fuggire

AVIANO – Attimi di terrore, poco dopo le 13 di giovedì scorso, ad Aviano nella centralissima via De Zan. Secondo quanto narrato da una ragazzina ai genitori, e successivamente denunciato dagli stessi alle forze dell’ordine, una quattordicenne è riuscita a sfuggire a un’aggressione.

A seguito di questo episodio, sono ricercate, sul territorio provinciale, due persone di pelle olivastra, fuggite su un furgone bianco. Pare che la ragazzina sia anche in grado di tracciare un identikit dei due malintenzionati e la famiglia gradirebbe che fossero distribuiti volantini in tutto il territorio del Friuli occidentale.

Ma ecco quanto accaduto. Stando a quanto narrato dalla ragazzina, la stessa sarebbe arrivata in corriera ad Aviano, scendeno vicino all’ufficio postale. Si sarebbe successivamente incamminata in direzione della Coop lungo via Stretta, fino a imboccare via De Zan. Qui sarebbe stata avvicinata da un furgone bianco, sul quale si sarebbero trovate le due persone di pelle olivastra.

L’uomo seduto al posto del passeggero avrebbe abbassato il finestrino passandosi la lingua sulle labbra. La ragazzina, pur impaurita, avrebbe proseguito a camminare, accelerando il passo. Il malntenzionato, allora, sarebbe sceso gridandole: «Vieni qui! Vieni subito qui!». A quel punto la quattordicenne sarebbe fuggita im direzione della Coop, gridando e attirando l’attenzione di un amico di famiglia.

Quest’ultimo si sarebbe anche messo alla caccia del furgone, senza però riuscire a trovarlo. Le ricerche, come anticipato ieri sera da Tpn, sono ora condotte dalle forze dell’ordine.

http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2013/03/09/news/ragazzina-sfugge-agli-aggressori-1.6666707

C’è sempre il solito “furgone bianco”.

Novara: Nigeriana schiavizzava giovani prostitute

NOVARA, 6 FEB – Importante operazione dell’Aliquota operativa dei Carabinieri di Novara nelle ultime ore.
Un’indagine che, condotta in stretta sinergia con l’associazione Liberazione e Speranza onlus, da sempre impegnata nel salvare donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, ha portato all’arresto di una giovane donna nigeriana per rapina e, a quanto pare, sfruttamento della prostituzione.
L’indagine si è sviluppata nella zona della Lomellina e ha visto protagoniste le Forze dell’Ordine novaresi.
Un’operazione che, partita da quella che sembrava ‘solo’ una rapina a una giovane prostituta, ha evidenziato ben altri contorni di sfruttamento.
La giovane sfruttata è stata liberata e consegnata ai volontari di Liberazione e Speranza onlus, che ora si occuperanno di lei, inserendola in un programma di reinserimento e di protezione. La sfruttatrice, invece, è finita in manette.
I dettagli esatti dell’indagine saranno illustrati giovedì mattina, 7 febbraio, al comando provinciale dell’Arma.

Link Articolo: http://www.oknovara.it/news/?p=71592

Il Romeno che ha travolto mamme e bambini di nuovo libero?

AOSTA – L’istinto di una madre. Con il cuore che quasi non batteva più dall’ansia Elisabetta ha preso da terra il suo bambino e lì, in mezzo alla strada e al freddo, ha cominciato ad allattarlo. Il piccolo si è attaccato al seno, segno che aveva voglia di vivere. Un minuto prima dormiva tranquillo nella carrozzina, poi lo schianto, il volo, e quel fagottino sull’asfalto che non si muoveva né piangeva più. «La macchina è arrivata a velocità folle e ci ha preso in pieno» racconta sua madre davanti alla porta della divisione di Neurochirurgia dell’ospedale Regina Margherita di Torino. Il bimbetto è ricoverato lì: ha un ematoma alla testa che aveva fatto temere il peggio, un braccino e il femore rotti. Ma i medici dicono che se la caverà e se la caverà la bambina di Caterina che è l’altra mamma investita dalla vecchia Audi A3 di Marius Pohrib, romeno, 21 anni, un lavoro da metalmeccanico all’acciaieria Cogne.

FUORI DI TESTA – Giovedì pomeriggio, nel centro di Aosta, Marius li ha centrati tutti e quattro come fossero birilli, ha tranciato di netto la parte d’acciaio delle due carrozzine, ha fatto volare per qualche metro i piccoli e le loro mamme e si è schiantato contro un muretto. «L’ho visto scendere e ho capito subito che non era un tipo a posto – ricorda Elisabetta -, aveva gli occhi da uno fuori di testa e se ci penso… è mancato poco che ci ammazzasse tutti e quattro. Io voglio che sia fatta giustizia per il mio bambino perché non trovo giusto che a persone come queste venga consentito di andare in giro ad ammazzare la gente». Dice tutto d’un fiato, Elisabetta, stretta nella sua felpa rosa dalla quale spunta un collare ortopedico. 27 anni, maestra elementare, se ne sta accanto al marito che non dice una parola e prova a tornare alla scena dell’incidente. «Io mi sono precipitata verso il mio bambino, questo lo ricordo bene. E ricordo il rumore del botto e la gente vicino a me venuta ad aiutarmi».
LA RAPINA – Lei e Caterina sono amiche recenti. Si sono conosciute in ospedale e i loro figli sono nati a un giorno di distanza l’una dall’altro, due mesi fa. Giovedì erano state assieme alla Fiera di Sant’Orso, artigiani di ogni genere e grado in esposizione per la mille-e-tredicesima volta in città. Quel ragazzo, Marius, dice di aver perduto il controllo della sua Audi per recuperare un pacchetto di sigarette cadute vicine ai pedali. E dice che ogni tanto fuma hashish. Ma non è né per l’incidente né per gli spinelli che da due giorni è in carcere. E venerdì c’è voluta tutta la pazienza del procuratore capo Marilinda Mineccia per spiegare a una selva di telecamere e blocchetti d’appunti come mai Marius è stato fermato per rapina soltanto dopo l’incidente. Dopo e non quattro giorni prima, quando si è presentato in Procura per confessare di aver partecipato a una rapina in tabaccheria. Incensurato, con un lavoro fisso e dei genitori in grado (erano convinti) di farlo rigare dritto. Aveva ammesso tutto, si era detto pentito, aveva collaborato per rintracciare i complici e non c’era pericolo di fuga: davanti a tutto questo la Procura aveva deciso di escludere il carcere.

PERICOLO DI FUGA – E pazienza se era chiaro a tutti che fosse andato a costituirsi perché il giorno prima la squadra mobile (che lo aveva identificato per la rapina) aveva perquisito casa sua trovando una pistola giocattolo senza il tappino rosso. Probabilmente ha giocato d’anticipo proprio per evitare l’arresto ma la faccenda della rapina non poteva non riemergere adesso, dopo lo schianto. Perché ora sì, è diventato un «pericolo sociale», date «le concrete attuali modalità del suo comportamento» e «la grave condotta tenuta a breve distanza dalla commissione dell’altrettanto grave fatto». E adesso c’è anche il pericolo di fuga visto il «tentativo di linciaggio di alcune persone presenti al momento dell’incidente» (l’ha salvato la polizia, ndr). «Io sono scioccato» dice di tutto questo Maurizio, il marito di Caterina e papà della bimba investita (dimessa venerdì sera).

http://www.corriere.it/cronache/13_febbraio_02/voglio-giustizia-per-il-mio-bambino-fasano_c07868dc-6d03-11e2-8cda-116f437864e3.shtml

Intanto, dopo avere rapinato una tabaccheria – e chissà quante altre – e avere travolto mamme e bambini, il Romeno è ancora libero.

Secondo altre fonti, l’immigrato dovrebbe trovarsi ancora – momentaneamente – in carcere. Il solito avvocato ne chiede la scarcerazione “perché i bimbi stanno meglio e non sussiste più il rischio di fuga”. Sul secondo punto non vale la pena soffermarsi, sul primo: la gravità del fatto non dipende dall’esito dell’azione, ma dalla volontà o dall’irresponsabilità di chi la compie. Questo dice la morale, se la legge dice diversamente, allora deve essere cambiata.

Chi si mette drogato alla guida – come nel caso di questo Romeno – deve essere punito con il carcere perché il suo atto è in “potenza” un’azione omicida.

Intanto, il Gip Maurizio D’Abrusco, ha convalidato la richiesta di fermo per Marius Pohribche dovrà dunque momentaneamente rimanere al Carcere di Brissogne dove è già stato interrogato sulla vicenda della rapina a alla tabaccheria di Sarre. L’avvocato del giovane, Corinne Margueret, tuttavia ha chiesto la scarcerazione del suo assistito “perché i bimbi stanno meglio e non sussiste più il rischio di fuga”.

Il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia, già ieri aveva ampiamente motivato la richiesta di custodia cautelare in carcere : “abbiamo valutato che l’imputato poteva avere il timore di subire una condanna grave perché si potevano sommare le pene per la rapina, per l’incidente colposo e, in ipotesi, per l’omicidio colposo e poteva prendere corpo un pericolo di fuga. La richiesta di fermo tiene conto anche del comportamento successivo dell’imputato rispetto all’accusa della rapina”.

http://edizioni.lastampa.it/aosta/articolo/lstp/32485/