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Terrore: auto donna incinta circondata e sballottata da ‘profughi’ appena sbarcati

“Non scorderò facilmente quelle risate e gli schiamazzi di quegli uomini – dice la malcapitata -, i calci verso la mia macchina che ha subìto evidenti danni alla carrozzeria. Ma tantissima è stata la paura … non so ancora come sono riuscita a far ripartire il veicolo e scappare. Non voglio pensare a cosa sarebbe potuto accadere se avessero aperto la portiera. Io e miei familiari siamo ancora sotto shock!”.

Paura ieri pomeriggio, venerdì 7 marzo, per una giovane donna di Scicli, mentre percorreva la Pozzallo-Marina di Modica, nei pressi dello svincolo per Maganuco è stata accerchiata da un gruppo di immigrati ospiti del CPA di Pozzallo.

La donna che viaggiava con la propria autovettura e con a bordo i suoi genitori, in direzione Scicli, è stata costretta a rallentare la marcia sino ad arrestarsi trovando la corsia occupata da circa 20 persone, tutti immigrati, che hanno accerchiato il veicolo e hanno iniziato a dare calci e pugni, nella carrozzeria, nei vetri, a ridere e urlare …

Sono stati attimi di grande paura per la giovane donna, N.F. (le iniziali) e per i suoi parenti; dopo qualche attimo di smarrimento è riuscita a ripartire e mettersi in salvo.

“Non scorderò facilmente quelle risate e gli schiamazzi di quegli uomini – dice la malcapitata -, i calci verso la mia macchina che ha subìto evidenti danni alla carrozzeria. Ma tantissima è stata la paura … non so ancora come sono riuscita a far ripartire il veicolo e scappare. Non voglio pensare a cosa sarebbe potuto accadere se avessero aperto la portiera. Io e miei familiari siamo ancora sotto shock!”.

http://www.novetv.com/?p=49390&fb_source=message

Intanto protesta la sezione provinciale di Forza Nuova che prepara una manifestazione di protesta.

Esce senza coprirsi il volto: pestata a sangue dal marito

Il matrimonio era stato combinato dai genitori, in Marocco. La giovane, residente nel cuneese, era tornata nel paese d’origine per conoscere personalmente e poi sposare il ragazzo con cui aveva solo chattato via internet: “Nel 2011 abbiamo preso casa altro »

“Ora sei islamica, non puoi uscire di casa”: pesta la moglie e pitbull contro la polizia

 

Botte alla moglie e pitbull contro la polizia: arrestato un tunisino a

Esasperata e impaurita, la donna ha chiesto aiuto alla sorella e ai propri genitori che sono riusciti a farla uscire di casa e a chiamare il 113. Una volta giunti sul posto, il tunisino ha lanciato contro gli agenti il proprio cane, ma alla fine è
Botte a moglie e aizza cane agli agentiANSA.it

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Pesta moglie e terrorizza il suocero: è un 27enne albanese

 


 

Maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona a scopo di rapina ed estorsione: con queste accuse i carabinieri hanno arrestato un albanese di 27 anni a Viareggio per una vicenda di cui l’Arma è venuta a conoscenza, quando circa un mese fa una giovane donna si è presentata in caserma disperandosi e cercando aiuto. La donna ha raccontato una storia di violenze fisiche e psicologiche che dura dal 2011 quando, con l’albanese arrestato, è iniziato un rapporto di convivenza culminato in un matrimonio e nella nascita di un bambino.

Un periodo in cui sono proseguite angherie, vessazioni e aggressioni fisiche che la donna taceva anche al pronto soccorso, dove si recava a curarsi le ferite inferte dal marito, temendo che l’uomo attuasse le minacce di fare del male ai suoi genitori. Anche l’imposizione di un regime di vita rigido nei comportamenti e nell’abbigliamento fa parte delle vessazioni imposte alla donna dall’arrestato.

Dopo la denuncia alla stazione di Viareggio, i carabinieri hanno messo sotto protezione la donna raccogliendo riscontri al suo racconto. In questo periodo l’albanese ha compiuto un altro reato: è andato ad aspettare il suocero dove lavora, lo ha costretto a salire in auto e lo ha portato sul Monte Pitoro, presso Massarosa (Lucca), dove lo avrebbe minacciato di morte, dicendogli che se la figlia non avesse ritirato la denuncia e non gli fossero stati dati dei soldi, avrebbe ammazzato tutti i suoi familiari. Il suocero è rimasto lì, terrorizzato, e il giorno dopo è andato dai carabinieri a denunciare questo fatto. I carabinieri hanno rintracciato l’albanese e fatto scattare un fermo di polizia per interrompere violenze e minacce. Ora l’albanese è nel carcere di Lucca.

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Pontedera: gang femminile multietnica aggredisce 13enne sotto casa

INTEGRAZIONE A PONTEDERA – Indubbiamente una brutta storia, non fatta di degrado ed imbarbarimento dovuto alle depresse condizioni socio-economiche di uno “slum” tipico delle grandi metropoli, ma accaduta proprio qui a Pontedera, con modalità ispirate ai peggiori modelli delle famigerate gang giovanili di cui sentiamo tanto spesso parlare e che consideriamo lontane anni luce da noi.

La spedizione punitiva è stata organizzata nei minimi dettagli da due ragazzine appena 13enni nei confronti di una coetanea loro amica (almeno sino al “fattaccio”…) per “punirla” di uno sgarbo ricevuto. Il torto di guardare con troppa attenzione il fidanzatino della prima aguzzina nonché fratello della seconda, una giovanissima straniera dell’est europeo.

Pochi giorni fa le due si sono recate sotto l’abitazione della futura e sfortunata vittima dell’aggressione ed hanno suonato tranquillamente il citofono chiedendole di scendere un attimo in strada per parlarle. Non appena l’ignara malcapitata si è presentata al cospetto delle due coetanee sono incominciati gli insulti e le accuse, sfociati ben presto in un pestaggio vero e proprio che hanno indotto la ragazzina a risalire in casa ed a non poter nascondere ai genitori quanto capitato. I segni erano fin troppo evidenti, ed infatti al Pronto Soccorso dell’ospedale “F.Lotti” di Pontedera è stato riscontrato alla giovane, oltre ad escoriazioni e ferite da calci e pugni, la frattura del setto nasale ed il distacco della retina dell’occhio sinistro.

Colpisce la carica gratuita di violenza con la quale vengono affrontate certe questioni ad appena tredici anni e da appartenenti al cosiddetto “gentil sesso”, quando sarebbe normale vedere le pre-adolescenti intente a sperimentare i primi accorgimenti estetici da donne (trucchi, rossetti e belletti vari).

Ad oggi nessuna denuncia è stata sporta, anche se i Carabinieri della Compagnia di Pontedera (già impegnati nella persecuzione di altri atti di bullismo occorsi in passato), sono sulle tracce della coppia colpevole del raid.

Purtroppo gli imperanti ed assillanti modelli di “cattive ragazzi/e” propinate continuamente dai media fa sempre più presa sull’immaginario collettivo ancora “acerbo” (per non usare epiteti peggiori…) delle giovani generazioni.

Si dirà che è sempre stato così e così sarà per sempre, ma chi scrive ricorda fin troppo bene quando (non più di 20 anni fa) non si glorificavano “starlette” o personaggi del jet set – coloro che più impressionano gli adolescenti sempre più internet-dipendenti – per porno-prestazioni fintamente rubate, per trasgressioni della giustizia, per comportamenti contrari alla morale pubblica, ecc…

http://ecodelmontepadule.com/2013/09/13enne-pontederese-aggredita-sotto-casa-e-malmenata-da-due-amiche-e-coetanee/

A parte la prosopopea moraleggiante – e in parte condivisibile – del giornalista, c’è un convitato di pietra nell’articolo: l’immigrazione. Le ‘famigerate gang giovanili di cui sentiamo tanto spesso parlare e che consideriamo lontane anni luce da noi‘ nascono con la presenza di immigrati.

Milano: egiziano “regolare” si masturba davanti ai bambini

Milano 07 agosto 2013 – Un egiziano di 38 anni è stato arrestato dai carabinieri di Corsico per atti osceni e corruzione di minorenni dopo essere stato visto masturbarsi in un parco dove c’erano anche bambini. 

L’uomo è incensurato e regolare, e ha da perso poco il lavoro. Secondo il racconto dei militari, sono state alcune mamme, mentre portavano i figli a giocare in giardino di via Verdi, ad avvisare le forze dell’ordine dello strano comportamento dell’uomo. Era sempre con un cappotto nonostante ci fossero oltre 30 gradi, e teneva le mani sull’inguine. Quando qualcuno lo notava, poi, sia bambini che genitori, si scopriva e mostrava i genitali, e continuava a toccarsi.

Il pietoso “canovaccio” si è svolto anche martedì, sotto gli occhi dei carabinieri, presenti con un appostamento. L’uomo è stato colto sul fatto. Processato per direttissima, è stato rilasciato, essendo incensurato e non essendo stato trovato nella sua casa materiale pedopornografico. Ha l’obbligo di firma due volte al giorno.

http://corsico.milanotoday.it/maniaco-sessuale-corsico.html

 

Immigrato tenta di rapire e stuprare bambina

Cesate, 7 agosto 2013 – Mercoledì pomeriggio a Cesate una ragazzina di undici anni è stata aggredita in strada mentre stava andando a casa di un’amica.
Un 28enne extracomunitario l’ha avvicinata prima importunandola e poi tentando di sfilarle la maglietta e di toccarla; la ragazzina non si è persa d’animo e ha reagito divincolandosi ed ha raggiunto di corsa l’abitazione dell’amica da dove ha lanciato l’allarme ai genitori e ai carabinieri. Sul posto sono giunte più pattuglie dell’Arma che hanno rintracciato l’aggressore, un cittadino del Bangladesh con regolare permesso di lavoro. L’uomo è stato riconosciuto dalla vittima e sottoposto a fermo d’indiziato di delitto per violenza sessuale.

http://www.ilgiorno.it/rho/cronaca/2013/08/07/931133-cesate-tentata-violenza-sessuale.shtml

Zingari portano figlia morta a Pronto Soccorso: lo devastano perché i medici non la ‘resuscitano’

Una bimba di 10 mesi è morta, a Milano, con una forte febbre. La bimba, figlia di bosniaci che vivono in un campo nomadi, è stata portata dai genitori all’ospedale San Paolo, dove è giunta senza vita. Per accertare le cause del decesso è stata disposta l’autopsia. Sembra che la piccola avesse già problemi fisici e che fosse nata senza la tiroide. Dopo la notizia, una trentina di persone si è recata all’ospedale dove ha dato in escandescenza DEVASTANDO IL PRONO SOCCORSO.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/articoli/1105458/milano-bimba-rom-muore-con-febbre.shtml

Sono senza vergogna, prima uccidono i loro figli, poi se la prendono con chi li mantiene. Ecco dove nascono i focolai di infezioni e meningiti che colpiscono poi i nostri bambini.

Kabobo in gonnella: anche le immigrate con la spranga

Voleva solo proteggere sua figlia e invece si è ritrovato a dover difendere se stesso.

Nella serata di ieri, un 38enne romano è stato aggredito a sprangate dalla sua ex moglie di origine romena e da due suoi connazionali. L’uomo aveva telefonato alla madre della bambina e quando parlandole si è accorto del suo evidente stato di ebrezza, si è recato nell’appartamento di via Svampa, vicino via Mattia Battistini, per accertarsi che tutto fosse sotto controllo. Una volta sul posto, ha preteso di poter portare via con sè la piccola ma i tre, dopo aver respinto le sue richieste, lo hanno aggredito con un casco, una mazza di ferro e coltelli. Fortunatamente, però, il mal capitato è riuscito a mettersi in fuga e a chiamare il 112. Arrivati a destinazione, i Carabinieri del nucleo radiomobile, lo hanno trovato con la faccia insanguinata e dopo l’irruzione nell’appartamento sono stati, a loro volta, aggrediti dalla donna con graffi e sputi.

Il padre della minorenne, medicato all’ospedale San Filippo Neri, è stato dismesso con venticinque giorni di prognosi per trauma cranico, frattura del naso e varie ferite al volto. I tre, che non hanno nessun precedente penale, sono stati arrestati con l’accusa di lesioni personali gravi, violenza privata, sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.

A base di tutta la vicenda, ci sarebbe un’antica faida portata avanti dai genitori proprio per l’affidamento della bambina che, dopo l’episodio di ieri, su disposizione del Tribunale per i minorenni è stata affidata ai nonni paterni.

http://www.theblazonedpress.it/website/2013/07/04/roma-tenta-di-recuperare-la-figlia-ma-lex-lo-aggredisce-a-sprangate/39705

Coppie miste…

Condannate all’ergastolo le ‘bestie di Perugia’

lucarosiIl tribunale di Perugia ha condannato oggi pomeriggio all’ergastolo con il rito abbreviato tre romeni accusati di aver ucciso a colpi di pistola il bancario Luca Rosi, 38 anni, nel corso di una rapina nella villa dei suoi genitori, il 2 marzo 2012 a Ramazzano, periferia nord del capoluogo umbro. Venti anni di reclusione sono stati inflitti a un quarto romeno, presunto basista. ”Sentenza giusta ma la nostra vita e’ distrutta”, ha commentato con i cronisti Maria Grazia Rosi, sorella di Luca.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/06/27/Bancario-ucciso-rapina-tre-ergastoli_8939551.html

Solo la pena di morte, potrebbe rendere giustizia. Chi uccide, deve essere ucciso.