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Trattore smontato, ladri «traditi» dal Gps – L’Arena

Trattore smontato, ladri «traditi» dal Gps
L’Arena
Quest'ultimo residente a Mantova è l'unico rimasto in custodia cautelare in carcere, perché aveva più precedenti degli altri che invece abitano a Verona e sono stati posti agli arresti domiciliari. I quattro hanno tre passaporti: russo, moldavo e

Sommossa a Pozzallo: violenti scontri tra immigrati e fughe di massa

Ragusa 08 settembre 2013 – Ammonterebbero a circa un centinaio i clandestini riusciti a fuggire dal Centro di prima accoglienza di Pozzallo in provincia di Ragusa dopo una sommossa che ha coinvolto altri ospiti mantenuti nella struttura a spese dei cittadini italiani. La situazione è degenerata dopo l’arrivo degli ultimi 208 immigrati ieri pomeriggio, che avevano fatto salire il numero di presenza nel Centro a quasi 500, contro una capienza massima di circa 130 posti.

Prima piccole liti tra uomini di etnie e religioni diverse, poi vere e proprie risse che avrebbero permesso a più di cento di loro di darsi alla fuga. Solo una piccola parte di loro è stata poi rintracciata, mentre per gli altri il sospetto è che si siano divisi in gruppi per fuggire verso le loro mete definitive al Nord Italia e fuori i confini nazionali.

http://ragusa.blogsicilia.it/sommossa-di-migranti-a-pozzallo-un-centinaio-fuggiti-dal-centro/207900/

Sono vere e proprie truppe di occupazione.

Immigrato schiavizzava il cugino cieco

Venezia, dieci ore sotto il sole lo schiavo (cieco) del ‘migrante’
La Finanza arresta un bulgaro che sfruttava un non vedente. Il «cugino» si faceva mantenere dai profitti dell’accattonaggio del parente disabile

VENEZIA — Per lui era un punto di riferimento. In tutto e per tutto. Tanto da essersi trasformato, forse inconsapevolmente, nel suo schiavo. E così, la guardia di finanza è intervenuta con un fermo di polizia giudiziaria nei confronti del suo sfruttatore per il reato di riduzione in schiavitù. Lui, 50enne bulgaro, era diventato cieco a pochi mesi dalla nascita e, con gli anni, era stato preso sotto l’ala protettrice del cugino (così, almeno, si definivano) che aveva subito individuato le potenzialità del suo handicap. E così, questa coppia di cittadini bulgari, entrambi intorno ai 50 anni, erano arrivati in Laguna. Un cieco, nel settore dell’accattonaggio, è praticamente una manna dal cielo. Una menomazione di quel genere, in una città come Venezia, che brulica di turisti dodici mesi all’anno, è una garanzia di successo. E, in effetti, la rendita non era niente male.

Da mendicante, il bulgaro non vedente riusciva a guadagnare mediamente 70 euro al giorno, con punte anche da 80 o 90 euro. A quanto pare, però, non si trattava esattamente di un affare alla pari, anzi. Il cugino lo accompagnava nei vari posti dove chiedere l’elemosina, da Corso del Popolo a Mestre a campo San Polo a Venezia. Lo accompagnava, sì, ma si faceva anche mantenere in tutto e per tutto dal parente disabile. Lo lasciava da solo, dieci ore al giorno, in un angolo della città, senza curarsi delle sue condizioni fisiche e di salute. Senza pensare che, comunque, un disabile doveva avere bisogno di un minimo di assistenza. E invece lo abbandonava sotto il sole d’estate, sotto la pioggia e la neve d’inverno.

Poi, stando alle indagini della Guardia di Finanza, che ha seguito il caso con mesi di pedinamenti e appostamenti, l’uomo veniva portato in alloggi con condizioni igieniche estremamente precarie, in alcuni casi in veri e propri bivacchi. Alloggi che cambiavano sempre, visto che entrambi erano senza fissa dimora. Gli uomini delle fiamme gialle veneziane, giovedì 29 agosto sera, hanno eseguito il fermo di polizia giudiziaria a carico del bulgaro sfruttatore, con l’accusa di riduzione in schiavitù. Un capo d’imputazione raro, di questi tempi, tanto che pare si tratti uno dei pochi casi in cui è stato contestato questa tipologia di reato. Il cugino cieco, in effetti, era diventato in tutto e per tutto uno schiavo del parente. A quanto si è ricostruito, entrambi facevano parte del gruppo «allargato» degli accattoni a Venezia, settore dominato dai romeni rom comunemente chiamati «Barbanera».

I due erano stati seguiti anche dall’ufficio politiche sociali del Comune, nell’ambito dei diversi servizi di monitoraggio intrapresi negli anni. Si sapeva che, con i soldi delle questue, il mendicante cieco riusciva a mantenere in toto il suo accompagnatore e anche una parte della famiglia in Bulgaria. Probabile anche le indagini della finanza abbiano trovato conferma in uno dei tanti money transfert destinati in patria. Venezia, comunque, per loro non era una tappa fissa. Ci rimanevano a lungo, poi sparivano per lunghi periodi, e continuavano i loro giri in tutta Europa, nelle grandi città ma con una predilezione per la Germania. Lo sfruttatore, che è sposato con un figlio, è stato arrestato e portato in carcere in attesa della convalida del fermo. Il cugino associato a una struttura protetta.

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/31-agosto-2013/venezia-dieci-ore-sotto-sole-schiavo-cieco-elemosina-2222844164668.shtml

Aosta: arrestati due marocchini per estorsione ai danni di un sacerdote – InfoOggi

Aosta: arrestati due marocchini per estorsione ai danni di un sacerdote
InfoOggi
AOSTA, 6 LUGLIO 2013 – Sono stati arrestati e posti ai domiciliari dagli agenti della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile su ordinanza del gip di Aosta M.R. 52enne e B.B. 21enne, entrambi marocchini. I due, pare, che da circa un anno 

Immigrato pesta due agenti in carcere: trauma cranico e fratture

Napoli 07 mag 2013 –  Un detenuto del carcere di Poggioreale ha aggredito, la notte scorsa, due agenti della polizia penitenziaria. I poliziotti, ricoverati in ospedale, hanno subito un trauma cranico l’uno e la rottura del polso l’altro. L’aggressore – un ucraino segnalato come particolarmente violento – era appena stato condotto in carcere per il reato di lesioni, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale, e stava per essere immatricolato.

Dura la reazione del sindacato: “Questa aggressione ci preoccupa. I colleghi sono riusciti ad evitare più gravi conseguenze – spiega Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) – e a loro va naturalmente tutta la nostra vicinanza e solidarietà. Ma ci domandiamo quante aggressioni ancora dovrà subire il nostro personale di polizia penitenziaria perché si decida di intervenire concretamente sulle criticità di Poggioreale, un carcere dove sono oggi presenti più di 2800 detenuti rispetto ai circa 1600 posti letto regolamentari”. Il Sappe lamenta, oltre che il sovraffolamento del penitenziario, anche le carenze di personale (200 agenti in meno rispetto all’organico previsto).

“La polizia penitenziaria – conclude Capece – è stata ed è lasciata da sola a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di disagio sociale e di tensione, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Il Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) pensa alle favole, alla vigilanza dinamica ed all’autogestione dei detenuti: ma le tensioni in carcere crescono in maniera rapida e preoccupante. Bisogna intervenire tempestivamente per garantire adeguata sicurezza agli agenti e alle strutture. E bisogna che chi aggredisce gli agenti sia punito con severità e fermezza”.

http://poggioreale.napolitoday.it/poggioreale/carcere-poggioreale-aggressione-agenti.html

 

Trenta chili di droga nell’auto di un Etiope

Brembate – Sequestrati dai carabinieri di Brembate 30 chili di hashish che erano nascosti in un’auto posteggiata a Brembate sulla provinciale 184. Il controllo della vettura, una Volkswagen Passat, e’ scattato a  seguito di un sospetto viavai attorno alla vettura. All’interno c’erano 30 panetti di hashish da un chilo l’uno. Nel cassetto portaoggetti sono stati invece trovati 2.150 euro in contanti. Vettura e droga sono stati posti sotto sequestro. L’auto e’ intestata a un etiope di 33 anni che risulta irreperibile.

http://www.ilgiorno.it/bergamo/cronaca/2013/02/17/846737-droga-brembate-auto-in-sosta.shtml

Cancro cinese a Prato: sequestrato negozio

Circa 200 capi di abbigliamento (pantaloni, maglie, camicie, gonne e abiti) sono stati posti sotto sequestro amministrativo dal personale dell’unità operativa di polizia commerciale amministrativa e anticontraffazione della polizia municipale, durante un’ispezione in un negozio di abbigliamento nella zona di via Pistioese, gestito da un cittadino cinese di 34 anni.
Dalle verifiche sulla merce in vendita è emerso che la maggior parte dei capi di abbigliamento non riportava l’indicazione dell’importatore e le informazioni obbligatorie in lingua Italiana, destinate ai consumatori. Al titolare sono state contestate violazioni ai sensi del Codice del Consumo e alle norme relative all’etichettatura dei prodotti tessili.

Link Articolo: http://www.notiziediprato.it/2013/02/abbigliamento-venduto-senza-etichette-sequestrati-200-capi-in-un-negozio/