Tag: cella

Uccise tre persone a picconate, Kabobo vuole sconto di pena


Milano, 10 dicembre 2013 – La difesa di Adam Kabobo, il  ghanese che lo scorso maggio ha ammazzato a colpi di piccone tre passanti a Milano e recentemente ha tentato di strangolare il compagno di cellaha chiesto il giudizio abbreviato, condizionato a un approfondimento della perizia psichiatrica.

In merito deve decidere il giudice per l’udienza preliminare Manuela Scudieri. In ogni caso i legali che assistono Kabobo hanno chiesto in subordine l’abbreviato semplice, che in caso di condanna concede lo sconto di un terzo della pena.

PERIZIA PSICHIATRICA – Kabobo si trova, sin dall’inizio della sua detenzione, nel reparto psichiatrico del carcere. “Appena arrestato era stato messo in una cella da solo – aveva chiarito l’avvocato – ma poi gia’ da pochi giorni ha avuto altre persone con lui”. Secondo il difensore, pero’, “il pericolo che accadessero episodi violenti” di aggressione era stato evidenziato chiaramente nella perizia psichiatrica che ha messo nero su bianco, oltre alla sua “pericolosita’ sociale”, sia il rischio di gesti suicidiari e autolesivi che di atti “eterolesivi”.

Perizia che pero’, sul fronte processuale, ha descritto Kabobo come capace di partecipare al procedimento penale e “capace di volere” al momento del fatto, tanto che pochi giorni fa il gip Andrea Ghinetti, accogliendo la richiesta del pm Isidoro Palma, ha disposto per il ghanese il processo con rito immediato, fissando l’udienza per il 28 gennaio in Corte d’Assise.

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Amnistia: con martello spacca la mano ad agente

Ennesimo caso di violenza nel carcere di San Giorgio. La denuncia viene dal Sappe, sindacato di polizia penitenziaria. “Un detenuto marocchino – racconta il segretario generale Donato Capece – ristretto nella fatidica Terza Sezione del carcere di Lucca ha tirato, per futili motivi, uno sgabello al poliziotto in servizio nel Reparto che è stato molto abile nello schivare il pesante oggetto. Poco dopo, lo stesso detenuto ha ingerito delle pile e, dopo essere stato accompagnato in infermeria ma aver rifiutato il ricovero nell’ospedale, mentre faceva rientro in cella costeggiando il muro del giardino, ha prelevato il coperchio di cemento di un tombino e si è scagliato contro i poliziotti. Uno di coloro, colpito con violenza, ha avuto dall’Ospedale una prognosi di 21 giorni per frattura del metacarpo e per almeno 40 giorni dovrà tenere il gesso. A lui e all’altro collega va tutta la nostra solidarietà. Ma certo si tratta dell’ennesima situazione incredibile e inaccettabile: e il fatto che ha visto protagonista, ancora una volta, uno straniero ci induce a tornare a sollecitare il Governo e il Ministro della Giustizia Cancellieri ad attivarsi davvero perché i detenuti stranieri scontino la pena a casa loro. Una cosa è certa: la Polizia Penitenziaria non è carne da macello e non tollererà altre violenze”.

Capece annuncia che nei prossimi giorni sarà al carcere di Lucca, nel quale nelle ultime settimane diversi sono stati gli eventi critici: atti di autolesionismo, risse, colluttazioni e tentati suicidi. “Eppure – afferma – nonostante tutto questo, l’amministrazione penitenziaria brilla per l’assenza di provvedimenti su Lucca, da almeno dieci anni. ” Non è più possibile tollerare violenze come quelle di ieri sera contro i poliziotti del carcere di Lucca. Le autorità nazionali e regionali penitenziarie si sveglino dal colpevole torpore in cui da almeno un decennio si trovano ed assicurino garanzie e tutele alla Polizia penitenziaria, che nella prima linea delle sezioni detentive combattono e rischiano la vita ogni giorno. Altro che segni di ripresa: Lucca è un carcere ad alta tensione, con violenze e problemi ogni giorno”.

http://www.lagazzettadilucca.it/cronaca/2013/09/detenuto-aggredisce-un-agente-e-gli-frattura-la-mano/

Cagliari, rissa davanti a un locale: 2 feriti Giovane in cella dopo l … – L’Unione Sarda


L’Unione Sarda

Cagliari, rissa davanti a un locale: 2 feriti Giovane in cella dopo l
L’Unione Sarda
Due giovani feriti e uno in cella. E' il bilancio della rissa che si è scatenata davanti a un locale in via Mameli. La lite, che ha coinvolto tre persone, è scoppiata intorno all'una della notte tra venerdì e sabato. Per ragioni che restano da chiarire

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Scappano in Italia per non finire in cella!

La Polizia di Ravenna ha intensificato i servizi di prevenzione e controllo del territorio avvalendosi anche di personale di rinforzo del Reparto Prevenzione Crimine di Bologna. Nel corso di tali servizi, svolti nelle ultime due settimane, sono state identificate 1029 persone, controllati 147 autoveicoli, 7 esercizi commerciali, sequestrate 2 autovetture, ed effettuate 3 perquisizioni. Otto le persone denunciate alla Autorità Giudiziaria.

Mercoledì gli Agenti di una Volante hanno rintracciato un giovane rumeno 24enne residente nel bresciano, colpito da un mandato di cattura internazionale per una rapina in villa commessa in concorso con altri 2 connazionali e per la quale era stato condannato a due anni di reclusione nel 2011 dal tribunale rumeno. Per sottrarsi alla carcerazione era fuggito in Italia. Lo stesso è stato associato al carcere cittadino in attesa di essere estradato per espiare la pena in Romania.

http://www.ravennatoday.it/cronaca/per-sfuggire-al-carcere-scappa-dalla-romania-e-si-rifugia-in-italia.html

 

“ARRESTO PER DROGA” – AbruzzoNews24

ARRESTO PER DROGA”
AbruzzoNews24
Il tutto è stato sottoposto a sequestro e per il marocchino è scattato l'arresto per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo una notte passata in cella di sicurezza nella caserma di Alba Adriatica, questa mattina comparirà innanzi

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Omicidio Orsi, Halilovic resta in cella Il giudice non convalida fermo … – Corriere della Sera


Il Resto del Carlino

Omicidio Orsi, Halilovic resta in cella Il giudice non convalida fermo
Corriere della Sera
BOLOGNA – Resta in carcere Sonic Halilovic, il nomade di 19 anni arrestato per l'omicidio di Quinto Orsi, il meccanico di 72 anni investito e ucciso giovedì pomeriggio mentre tentava di impedire un furto d'auto nella sua officina di via Ferrarese a
Omicidio in officina, il 19enne resta in carcereLa Repubblica

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Immigrato la picchia davanti alla figlia piccola

Picchiata davanti alla figlioletta Il convivente fermato dai vigili
Brescia Oggi
Di certo gli unici problemi con la giustizia dell’immigrato finito in cella, erano stati fino ad ora un paio di deferimenti per essere stato sorpreso al volante ubriaco. Il romeno è comparso ieri davanti al Gip che ha convalidato l’arresto ma ha

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L’autopsia: «Un solo colpo al cuore scagliato con violenza dal Peruviano»

La coltellata ha rotto pure una costola. Il figlio intanto si avvale della facoltà di non rispondere
L’interrogatorio andato in scena ieri mattina al Bassone, è durato giusto qualche minuto.
Il tempo necessario all’indagato per dire al giudice delle indagini preliminari, Nicoletta Cremona, che si avvaleva della facoltà di non rispondere. Nessuna sorpresa, dunque, nel faccia a faccia tra il magistrato e il Eder Jhonny Cutipa Dominguez, 29 anni, accusato dell’omicidio del padre andato in scena nella notte tra giovedì e venerdì scorso a Lurago Marinone. Questa soluzione era già stata anticipata dagli avvocati dell’uomo, padre di un bambino di appena tre anni. «Non è in condizione di sostenere un interrogatorio, piange in continuazione», avevano rivelato i legali Renato Papa e Stefano Legnani.
Ed in effetti, anche ieri di fronte al giudice Eder non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime per un omicidio che, dice, non voleva commettere.
In cella, ha in compenso parlato con i suoi avvocati, chiedendo informazioni sulla famiglia, sulla compagna, sulla madre e, come detto, soprattutto il figlio piccolo. Il gip di Como, accogliendo le richieste del pubblico ministero Simona De Salvo, ha convalidato l’arresto e disposto la permanenza in carcere. Un delitto terribile, con un solo colpo di coltello al cuore, come confermato dai risultati dell’autopsia effettuata dall’anatomopatologo del Sant’Anna Giovanni Scola.
Il colpo è stato inferto con una tale violenza che ha rotto pure una costola. Padre e figlio avevano trascorso la giornata a Milano, per prendere il biglietto aereo per Lima che avrebbe riportato in patria Venancio Jhony Ramirez Dominquez, 50 anni, arrivato in Italia un anno fa per cercare di riappacificarsi con il figlio e conoscere il nipotino. Prima di rientrare a Lurago Marinone, il brindisi d’addio in un bar del capoluogo meneghino, forse con qualche bicchiere di troppo. Poi il ritorno nella Bassa Comasca e il litigio che esplode improvviso. Una furibonda lite scoppiata pare per ruggini antiche, legate a quando ancora la famiglia – 20 anni fa – viveva in Perù. Tensioni e botte alla moglie (la madre di Eder), che portarono alla separazione della coppia e alla partenza della madre (con i due figli) per l’Italia. Era infatti da ben 17 anni che Eder, con la sorella e la mamma, vive nella nostra Penisola, ben inseriti nel tessuto sociale di Lurago Marinone. Poi, come detto, un anno fa il padre era arrivato anche lui in Italia per conoscere il nipotino.
Quello stesso piccolo portato fuori di casa e di corsa dalla convivente di Eder, prima che quest’ultimo infliggesse il colpo fatale al padre.

 

Baldoria e danneggiamenti: “Voglio essere come il mio eroe, Corona”

PADOVA. «Picchiatemi pure, è quello che voglio: così divento famoso come Corona». È finita così, con i suoi sogni di gloria davanti a una cella del carcere Due Palazzi di Padova, la giornata di baldoria di un giovane camerunense di 19 anni. Arrestato, scarcerato e poi nuovamente arrestato dopo poche ore. Tutto per inseguire la celebrità.

Il giovane infatti, secondo il racconto delle forze dell’ordine, è uno che cura molto il proprio look, con scarsi risultati a dire il vero. Tra i capelli ha una striscia bionda ed è vestito in modo inappuntabile. Ma ieri attorno alle 13 comincia il suo show in un bar di Limena: ubriaco, disturba i clienti e aggredisce i carabinieri intervenuti per calmarlo. I militari decidono di arrestarlo e portarlo in caserma. Il giudice però dopo aver letto gli atti ne decide la scarcerazione.

E così la giornata di baldoria del giovane «Corona» continua. Dalla caserma dei carabinieri prende un taxi fino al centro di Padova: scende senza pagare. Si «esibisce» poi in via San Fermo. Prende un cassonetto dell’immondizia e lo svuota davanti al negozio di «Luis Vuitton». Poi raggiunge il bar «Baessato»: anche qui infastidisce i clienti e si stende per terra biascicando frasi senza senso. Fino all’arrivo dei carabinieri, a cui confessa il suo obiettivo: «Essere come Fabrizio».

Link e Articolo: http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/01/28/news/ubriaco-insulta-i-carabinieri-picchiatemi-cosi-divento-come-corona-1.6430174

Già ai domiciliari lo stupratore di Bergamo: solo due ore in cella!

Magistratura marcia

Stupro, uomo ai domiciliari Belotti: “A casa dopo 2 ore, sono davvero
Bergamonews
Dopo averne ostacolato l’arresto per giorni, la magistratura di Bergamo concede i domiciliari allo stupratore della 24enne incinta.Il Kosovaro non ha passato nemmeno due ore in cella.

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