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Lucca: residente in campo nomadi ristrutturato dal Comune beccato a rubare in abitazione

Gli mettono i contatori per l’acqua e loro ringraziano così: rom sorpreso a rubare in una casa
lunedì, 2 settembre 2013, 15:04

Raul Lebbiati, 40 anni, con precedenti penali, residente a Lucca presso il campo nomadi di via delle Tagliate – sì, quello dove il sindaco rosso Tambellini ha speso fior di soldi per mettere i contatori dell’acqua e dove, prima, il sindaco bianco Favilla pagava 150 mila euro con soldi della collettività i consumi d’acqua del campo – ieri sera è stato arrestato poiché colto nella flagranza di furto in una abitazione.

Verso le ore 20.30 un poliziotto, libero dal servizio, ha notato Lebbiati aggirarsi tra i palazzi di via Giorgini nel quartiere San Vito. Considerati i precedenti del soggetto la nota è stata passata alle pattuglie della squadra volante che si sono recate subito in zona. Lasciate le vetture a debita distanza, gli agenti hanno perlustrato la zona segnalata silenziosamente. Dopo qualche minuto i poliziotti hanno sentito dei rumori provenire da un appartamento ubicato al primo piano dello stabile, scorgendo una finestra con il vetro infranto.

Due agenti si sono arrampicati da un terrazzo attiguo alla finestra da dove si scorgeva il passaggio di un fascio di luce di una torcia. Certi di ciò che stava accadendo, i poliziotti sono entrati nell’abitazione, trovando il Lebbiati all’interno della camera da letto con le mani nei cassetti dei comodini. Il ladro non ha opposto alcuna resistenza. Non avrebbe lasciato impronte in quanto si era coperto le mani con i suoi calzini. In tasca aveva alcuni strumenti da lavoro quale forbicine e grimaldelli, oltre ad un orologio Bulova appena trafugato. I proprietari dall’appartamento si trovano in vacanza.

Stamani il Lebbiati è stato processato per direttissima patteggiando la pena di un anno e otto mesi di carcere.

Commento di Aldo Grandi: In realtà ogni commento è inutile in quanto una notizia del genere, alla faccia dei buonpensanti e di coloro che se la fanno sotto, si commenta da sé. Ancora una volta un abitante del campo nomadi di via delle Tagliate è sorpreso a commettere un reato. Per carità, l’appartamento è a San Vito, il quartiere più malfamato di Lucca, non certo a S. Marco o a S. Alessio o in chissà quale altra zona plus residenziale cittadina. Eppure è giunto il momento che qualcuno si svegli. Intanto lo hanno fatto questi agenti della questura ai quali va il nostro pensiero. Avrebbero potuto fottersene e, invece, hanno rischiato di rompersi l’osso del collo pur di arrestare un ladro cronico e difendere i beni dei cittadini. Altro che bradipi!!! Quelli lasciamoli a palazzo Orsetti e a palazzo Santini. Invitiamo il questore Cracovia – da quando c’è lui, incredibilmente rispetto al suo predecessore di cui preferiamo non fare il nome (Santoro ndr) la questura ha ripreso a pedalare alla grande – a far premiare questi ragazzi.

http://www.lagazzettadilucca.it/cronaca/2013/09/gli-mettono-i-contatori-per-l-acqua-e-loro-ringraziano-cosi-rom-sorpreso-a-rubare-in-una-casa/

Prima sopralluoghi e poi i furti: – BlogSicilia.it (Blog)


BlogSicilia.it (Blog)

Prima sopralluoghi e poi i furti:
BlogSicilia.it (Blog)
Con questa accusa gli agenti della squadra mobile di Palermo hanno arrestato due georgiani Severiane Sebiskveradze e Zurab Managadze entrambi di 32 anni. I due sono stati seguiti dai poliziotti nel corso di alcune ricognizioni all'interno dei palazzi
Il trucco della plastica trasparente Così rubavano nelle case vuoteLive Sicilia
Case “etichettate” prima dei furti: arrestati due giovani georgianiPalermoToday
Palermo: sopralluoghi in case da svaligiare, due arrestiLiberoQuotidiano.it

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“Segnavano gli appartamenti da svaligiare”: due arresti a Palermo – Giornale di Sicilia

“Segnavano gli appartamenti da svaligiare”: due arresti a Palermo
Giornale di Sicilia
Con questa accusa gli agenti della squadra mobile di Palermo hanno arrestato due georgiani Severiane Sebiskveradze e Zurab Managadze, entrambi di 32 anni. I due sono stati seguiti dai poliziotti nel corso di alcune ricognizioni all'interno dei palazzi

Rom gli saccheggiano l’orto: lui li aspetta armato

Vi racconto un anedotto che mi ha raccontato il mio amico M. stamattina. Dunque dietro gli obrobri di palazzi davanti all’ipercoop ci sono degli orti coltivati da degli anziani e meno anziani. Ieri c’era un signore di Matera di 55 anni che abita nel palazzo di M. che ha sorpreso i nostri amici ROM (…ma va?) che gli avevano saccheggiato l’orto e distrutto mezza roba. Lui era con le nipoti, gli ha fatto un bercio e questi egregi sono telati via su motorini senza casco ovvio. Il signore per intimarli ha fatto la finta di fargli la foto alla targa….l’avesse mai fatto: sono tornati indietro “tu non fare foto a me ah. Tu essere sgozzato…” e ha tirato fori un coltellaccio da 25 cm da sotto la maglia. Le bambine piangevano impaurite. Il signore non ci ha visto più: “vado a posare le bambine e torno….” E’ tornato con una doppietta e c’è stato tutto i giorno davanti ai suo di orto. Nessuno si è visto. Ecco l’integrazione.

Potete diffondere questa incresciosa notizia?

Grazie A.F.

Banda di albanesi terrorizzava anziane: espulsi e recidivi erano liberi

Hanno seminato il terrore per giorni, settimane, tra donne sole, in gran parte anziane. Bersagli facili, colpi vigliacchi ai danni di vittime inermi, spesso con acciacchi vari, proprio in considerazione dell’età avanzata. Le derubavano per strada, razziando le catenine e le borse, oppure aspettandole al rientro a casa, negli androni dei palazzi.

E domenica avevano già messo a segno un altro paio di «imprese», in corso Matteotti e corso Alessandria, sempre ai danni di pensionate. Poi, in serata, l’epilogo: in via Arò un’ottantenne uscita a cercare un po’ di refrigerio dalla calura estiva, si è sentita strappare la borsa.

Appena il tempo di vedere due giovani fuggire di corsa: ha urlato e un testimone, intuito quanto stava accadendo, ha avvisato il «113».

È scattata un’azione congiunta di polizia e carabinieri, con l’arrivo anche di una pattuglia della polstrada. Pochi minuti dopo il primo bandito è stato bloccato dagli agenti della Volante su un balcone di via Micca, dove si era arrampicato per cercare di nascondersi. Aveva una pistola giocattolo priva del tappo rosso regolamentare. Subito dopo anche il presunto complice è stato preso in via Arò, dai carabinieri del Radiomobile. I due sono albanesi, entrambi giovani, clandestini e con precedenti per espulsioni e reati vari. Ora sono in carcere a Quarto. Stamane saranno processati per direttissima.

Soddisfazione tra gli investigatori. Il coordinamento tra forze dell’ordine ha funzionato alla perfezione. «Qui non si tratta – ha precisato il questore Filippo Di Francesco – di fare distinzioni tra polizia e carabinieri: qui conta il risultato. E se la gente collabora, come è avvenuto in questo caso segnalandoci in tempo reale i fatti sospetti, la risposta dello Stato è altrettanto immediata».

Il questore (e con lui il capitano dei carabinieri Marco Pettinato) ha ribadito l’importanza della prevenzione e delcontrollo svolti sul territorio. «Stiamo attuando – grazie all’ammirevole impegno di tutto il personale e di quello dell’Arma - un’intensa attività di vigilanza e pattugliamento. Certo, non abbiamo la bacchetta magica, ma i risultati si vedono».

La banda della "chiave bulgara" arrestato un georgiano – La Repubblica


Si24.it

La banda della "chiave bulgara" arrestato un georgiano
La Repubblica
Fa parte di una gang, secondo la polizia, che da mesi deruba i palazzi di Palermo aprendo le porte blindate senza scassinarle. La chiave è stata trovata addosso allo straniero, poi espulso. Il giovane è stato bloccato in via Zappalà, altri due complici
La "chiave bulgara", arnese da scasso che non lascia tracce boom Live Sicilia
Banda della chiave bulgara in azione: georgiano in manette a Si24.it

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Torino: zingari padroni, furti a raffica

Continuano i furti in zona Centro Europa e Gerbido. E i residenti non ne possono più. Sono decine le segnalazioni di furti e di truffe che vengono riportate dai cittadini. Alcune anche molto amare: Giovanni V., residente, racconta che in via Induno una coppia di anziani ha trovato il suo appartamento svuotato dei preziosi e dei soldi. “E non è l’unico caso, spesso per le scale dei palazzi si vedono strani figuri che salgono piano per piano”.

La situazione è critica anche davanti al supermercato Lidl di corso Tazzoli, presso via Crea e via Allason: qui, una donna è stata derubata delle sue borse appena pochi giorni fa.

Eugenio Plazzotta, consigliere della Lega Padana Piemont in Circoscrizione Due, ha presentato un’interpellanza chiedendo di sapere dal sindaco, al presidente della Circoscrizione e al coordianatore competente in quale modo intendano agire per arginare il problema dei rom. E già, perché il nocciolo della situazione è sempre quello.

I nomadi del campo di corso Tazzoli sono al centro delle segnalazioni dei cittadini, che li incolpano di tutti i piccoli e grandi atti criminali del quartiere. Con atti che vanno anche all’estremo della decenza: Giovanni V. racconta che sono soliti farsi il bagno al toret di via Cimabue, davanti alla gente che passa.

I furti e i furtarelli sono all’ordine del giorno: Plazzotta racconta anche che nelle scorse sere un gruppo di persone sono state scacciate dai cittadini, mentre erano intente a prendere a picconate un tombino, in via Guidobono angolo via Rubino, con l’evidente intento di sradicarlo completamente. “Non se ne può più: ormai non si limitano nemmeno a portarsi via il tondino dei tombini, vogliono sdradicarli completamente – dichiara Plazzotta – Per quanto mi riguarda, ritengo che la situazione sia arrivata da molto tempo al limite della sopportazione. Occorre una presa di posizione efficace”.

Potrebbe interessarti:http://www.torinotoday.it/cronaca/furti-centro-europa-gerbido-eugenio-plazzotta.html

Presa banda di spacciatori e ladri acrobati

Velletri (RM) – Arrestata banda di ladri acrobati

30/01/2013 ore 12:15 I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Velletri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 giovani romeni ritenuti responsabili di una serie di furti in appartamenti e in esercizi commerciali. Gli arrestati, tutti di circa 20 anni e senza un lavoro stabile, erano dediti a commettere furti nel centro di Velletri nelle ore notturne e pomeridiane, approfittando dell’assenza dei proprietari degli immobili. Si organizzavano circondando gli obiettivi e ponevano dei “pali” pronti ad avvisare dell’eventuale sopraggiungere delle forze dell’ordine, mentre i compari si introducevano negli immobili attraverso finestre o infissi che raggiungevano arrampicandosi sulle grondaie dei palazzi. Le indagini, durate alcuni mesi e svolte nel secondo semestre 2012, hanno permesso di riscontrare l’attività incessante della banda e di arrestare in flagranza di reato alcuni dei suoi componenti, che per sfuggire ai controlli si avvalevano anche di documenti falsi. Le indagini hanno verificato come i quattro, parallelamente all’attività di furto sistematico, abbiano in diverse occasioni gestito anche un piccolo giro di spaccio nei confronti di coetanei di Velletri.

Comando Provinciale di Roma 

http://www.carabinieri.it/Internet/Cittadino/Informazioni/ComunicatiStampa/2013/Gennaio/20130130_121500.htm

Baldoria e danneggiamenti: “Voglio essere come il mio eroe, Corona”

PADOVA. «Picchiatemi pure, è quello che voglio: così divento famoso come Corona». È finita così, con i suoi sogni di gloria davanti a una cella del carcere Due Palazzi di Padova, la giornata di baldoria di un giovane camerunense di 19 anni. Arrestato, scarcerato e poi nuovamente arrestato dopo poche ore. Tutto per inseguire la celebrità.

Il giovane infatti, secondo il racconto delle forze dell’ordine, è uno che cura molto il proprio look, con scarsi risultati a dire il vero. Tra i capelli ha una striscia bionda ed è vestito in modo inappuntabile. Ma ieri attorno alle 13 comincia il suo show in un bar di Limena: ubriaco, disturba i clienti e aggredisce i carabinieri intervenuti per calmarlo. I militari decidono di arrestarlo e portarlo in caserma. Il giudice però dopo aver letto gli atti ne decide la scarcerazione.

E così la giornata di baldoria del giovane «Corona» continua. Dalla caserma dei carabinieri prende un taxi fino al centro di Padova: scende senza pagare. Si «esibisce» poi in via San Fermo. Prende un cassonetto dell’immondizia e lo svuota davanti al negozio di «Luis Vuitton». Poi raggiunge il bar «Baessato»: anche qui infastidisce i clienti e si stende per terra biascicando frasi senza senso. Fino all’arrivo dei carabinieri, a cui confessa il suo obiettivo: «Essere come Fabrizio».

Link e Articolo: http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/01/28/news/ubriaco-insulta-i-carabinieri-picchiatemi-cosi-divento-come-corona-1.6430174

Padova: il massacratore “Barabba” in permesso premio evade

UCCISE UN UOMO A COLPI DI SPRANGA E ASCIA: IL GIUDICE LO MANDA IN “PERMESSO PREMIO”. ORA E’ LIBERO E PERICOLOSO

Polizia giudiziaria e il pubblico ministero Roberto D’Angelo avevano espresso parere negativo al permesso premio: vogliamo il nome del giudice di sorveglianza!

PADOVA – L’assassino è riuscito a impietosire il solito  giudice di sorveglianza xenofilo. Si è veramente pentito di avere ucciso, con altri due complici, il romeno Claudiu Puiu Bohancanu, 29enne, che viveva di prostituzione, trovato massacrato a colpi di spranga e di ascia dietro alla scuola media “Falconetto”, in quartiere Forcellini, la sera del 9 marzo 2004. Il detenuto, condannato a 19 anni per un delitto da ergastolo, chiedeva pietà e un permesso premio di una giornata.

Gli è stato concesso. Il 18 gennaio Serghei Vitali, 29enne, detto “Barabba” per la sua malvagità, è uscito dal carcere di strada “Due Palazzi”. Avrebbe dovuto rientrare il giorno dopo, ma è evaso. La polizia giudiziaria e il pubblico ministero Roberto D’Angelo avevano espresso parere negativo al permesso premio. Gli investigatori della squadra mobile ci avevano impiegato più di un anno per acciuffare l’assassino dopo il delitto. Vitali si era nascosto in Francia e, oltre agli alias, si era anche tinto i capelli di rosso. Lui e il complice romeno Adrian Ioan Sovrea sono stati giudicati il 12 dicembre 2005 con il rito abbreviato dal giudice dell’udienza preliminare Giuliana Galasso. E con gli “sconti” sono riusciti a cavarsela con diciannove anni di reclusione. Poi la Squadra mobile è riuscita ad arrestare anche il mandante dell’omicidio, Dan Vasile Staicu, trentanovenne romeno. Il 27 gennaio 2010 è stato giudicato con il rito abbreviato dal giudice dell’udienza preliminare Paola Cameran. E nonostante lo “sconto” del rito speciale è stato condannato all’ergastolo.

L’esecuzione del romeno 29enne era stata premeditata, concertata e discussa a Torino il 6 marzo 2004. I tre assassini arrivarono a Padova due giorni dopo. La trappola scattò alle dieci di sera del 9 marzo. Rubata una Vw Polo in città, si recarono nell’abitazione di Claudiu Bohancanu. Non c’era. Minacciarono con un coltello due donne che si trovavano nell’alloggio. Una venne anche violentata. E ordinarono loro di chiudersi in camera. Si impossessarono di telefoni cellulari, di un computer, di videocamere, di 6 mila euro in contanti.

Poi andarono in via Gattamelata. Attesero che Bohancanu uscisse da una palestra. Lo aggredirono subito, con spranghe di ferro, colpendolo al capo e alla schiena mentre si stava dirigendo verso la propria Fiat Tipo parcheggiata a pochi metri dalla palestra. Tramortito, sanguinante, lo infilarono nel portabagagli della sua auto. Lo trasportarono in un campo in quartiere Forcellini, alle spalle della scuola media “Falconetto”. Anche qui colpi di spranga, calci. Si proteggeva la nuca mentre lo colpivano. Usarono persino un’accetta e un coltello per finirlo.

Aveva ventinove anni, occhi azzurri, un aspetto curato. Nativo di Bira, in Romania, aveva fornito diverse identità alle forze dell’ordine fin dalla sua prima presenza in Italia nel 1998. Era passato per Chiasso, Milano, Chioggia, l’Alta Padovana. Sulle spalle precedenti per reati contro il patrimonio. Pare sfruttasse un paio di prostitute, continuava da clandestino ad abitare in città. Forse era debitore di una grossa somma nei confronti dei suoi assassini. Per questo lo hanno eliminato. I tre sono stati traditi da intercettazioni telefoniche. Proprio sul telefonino sottratto al romeno barbaramente massacrato in mezzo al fango.

http://www.gazzettino.it/nordest/padova/killer_in_permesso_premio_non_rientra_in_carcere_doveva_scontare_19_anni/notizie/247139.shtml