Tag: brescia oggi

Brescia: delinquente evade da domiciliari e muore investito

 ok

 

 

N VIA SAN ZENO. L’incidente a pochi metri dalla rotonda della Centrale del latte, l’immigrato è deceduto pochi minuti dopo il ricovero in Poliambulanza. Il 36enne Momodo Tunis, benchè si trovasse  agli arresti domiciliari, era stato a pranzo da amici Un furgone lo ha travolto mentre tornava a casa

 

Momodo Tunis è morto ieri pomeriggio in via San Zeno. Viveva a Brescia, ma la sua patria era la Sierra Leone. Aveva 36 anni e non avrebbe dovuto essere in via San Zeno a quell’ora e in nessun’altra ora. Avrebbe dovuto essere a casa. E non è l’ovvietà che sembra. Doveva proprio. Glielo imponeva una sentenza agli arresti domiciliari. Sentenza che ieri ha ignorato. Ha preso la bicicletta e se n’è andato a pranzare da amici, come lui immigrati dal centro Africa. E dopo un bel po’ di conversazione è risalito in bicicletta. ha salutato, e via verso casa in via Cremona. Erano ormai le sei di sera.

LA MORTE l’ha incontrata dopo pochi metri. Non si sa bene come sia andata. Si sa però che un furgone Renault di una ditta edile gli ha fatto fare un volo di parecchi metri, una trentina, quando gli mancavano poche pedalate per arrivare alla rotonda della Centrale del latte. L’impatto è avvenuto in prossimità delle strisce pedonali, che forse lui aveva iniziato a percorrere. Forse voleva evitare la rotonda, guadagnando subito l’altra carreggiata. Era in sella? Teneva la bici a mano? Sta di fatto che lì a quell’altezza il furgone ha centrato Momodo, che ha urtato violentemente il parabrezza, sfondandolo. «Pare che dopo un primo volo sia rimbalzato una seconda volta contro il furgone» racconta un passante senza poter dire però di aver visto la scena con i suoi occhi.  Dal punto dell’impatto a quello in cui è stramazzato: un cappellino, una scarpa da ginnastica, un portachiavi blu, uno zainetto intriso di sangue da cui spunta la cintura arrotolata, che i soccorritori del 118 gli devono aver levato prima di praticargli il massaggio cardiaco e tutto quello che si poteva fare lì per salvarlo o almeno per farlo arrivare vivo al pronto soccorso. Era in condizioni disperate, ma alla Poliambulanza c’è arrivato, sopravvivendo solo pochi minuti. Anche l’autista del furgone, di origini slave, è rimasto lievemente ferito: gli hanno immobilizzato il collo e trasportato anche lui alla clinica delle Ancelle. Era sotto choc.

LA CIRCOLAZIONE, che era stata ridotta su una corsia, stava normalizzandosi quando è arrivato un amico di Momodo Tunis: quello da cui aveva pranzato. Era agitato, aveva già visto la bicicletta a terra e il sangue a pochi metri, le cannule e i lacci testimoni di un soccorso complesso. Qualche minuto prima si era messo in strada perchè Momodo non gli rispondeva al telefono da quando si erano lasciati. Ora parla concitatamente al cellulare. Arrivano uomini e donne in lacrime. Agli agenti della polizia locale che effettuano i rilievi chiedono del loro amico: «Come sta? Dov’è Momodo?». Si incamminano verso la Poliambulanza.

altro »

Momodo è morto. Un delinquente in meno nelle nostre città. Un’altra storia che evidenzia come siano ‘efficaci’ gli arresti domiciliari.

 

Il fattorino della droga sfrecciava in bicicletta: presi due immigrati

Il fattorino della droga sfrecciava in bicicletta
Brescia Oggi
Nell’alloggio la coppia di immigrati custodiva anche a un bilancino di precisione e al materiale necessario al confezionamento dello stupefacente: pellicola trasparente e laccetti per la chiusura delle dosi. Anche per T.W. è scattato così l’arresto  

Contro lo spaccio bici, scooter e segnalazioni delle mamme – Brescia Oggi

Contro lo spaccio bici, scooter e segnalazioni delle mamme
Brescia Oggi
E il bilancio è certamente interessante perchè l'operazione «Territorio sicuro», quel territorio controllato con ogni mezzo, ha portato a 8 arresti e 16 denunciati. Nella maggior parte, tra gli arrestati da Mobile, con l'apporto della Volante, si

altro »

Integrazione a Brescia: nordafricano la sbatte contro muro e cerca di stuprarla

Brescia. Lei piange, ancora sotto choc. Le parole le escono a fatica. «Mi ha sbattuto contro il muro, mi ha afferrata per la gola e ha cercato di violentarmi. Non credo che riuscirò mai a dimenticare lo sguardo di quell’uomo, i suoi occhi pieni di odio». A parlare è una ventiseienne, di Brescia, che ieri mattina è stata vittima di un tentato stupro mentre camminava lungo via Industriale, in città, diretta al lavoro. Mancavano pochi minuti alle 7. Il buio della notte aveva già lasciato il posto alle prime luci del giorno. Il suo aggressore «un nordafricano, di 30-35 anni, alto e di corporatura robusta» l’ha aspettata nascosto dietro a un angolo. «È sbucato all’improvviso. Mi è saltato addosso e mi ha immobilizzata contro un muro. Aveva i pantaloni abbassati», prosegue la ragazza. «Non riuscivo a reagire. Ero paralizzata dalla paura e lui era troppo forte per me. Mi diceva che voleva avere un rapporto, che voleva fare sesso con me».  Per alcuni, interminabili, istanti la giovane ha temuto il peggio. Si è guardata attorno nella speranza di vedere qualcuno che potesse intervenire in suo aiuto, ma in giro in quel momento non c’erano né passanti né automobilisti. «Improvvisamente, non so nemmeno io come, ho trovato la forza per urlare con tutto il fiato che avevo in gola», racconta. Fortunatamente la reazione della ragazza ottiene l’effetto desiderato: l’immigrato, spaventato, molla la presa e decide di darsi alla fuga per paura che le urla della vittima possano attirare l’attenzione di qualcuno. Una volta al sicuro, la ventiseienne telefona subito con il cellulare al 113, che dirotta la chiamata ai carabinieri. Dopo pochi minuti, una pattuglia arriva in via Industriale.
LA VENTISEIENNE descrive ai militari il suo aggressore e riferisce di averlo già incrociato per strada un paio di volte nelle scorse settimane. «In quelle circostanze, però, si era limitato a farmi qualche pesante apprezzamento, forse perché non eravamo soli. Io l’avevo mandato a quel paese e avevo tirato dritto».  In serata, la denuncia ai carabinieri, che sono sulle tracce dell’uomo. Ora la giovane ha un solo desiderio: «Quel mostro deve essere arrestato», dice tra un singhiozzo e l’altro. «Forse solo così riuscirò a superare lo choc. Io sono stata fortunata, ma ci sono tante ragazze che questa fortuna non l’hanno avuta. Quell’uomo è pericoloso».  Altre lacrime. Quindi, lo sfogo: «Queste persone vanno fermate. Servono leggi che tutelino maggiormente le donne perché ognuna ha il diritto di camminare serenamente per la strada senza la paura di poter incontrare uomini così. Purtroppo, però, nessuno fa niente, se non quando è ormai troppo tardi».
Nessuno fa niente. Non è tempo di fare qualcosa?

Immigrato la picchia davanti alla figlia piccola

Picchiata davanti alla figlioletta Il convivente fermato dai vigili
Brescia Oggi
Di certo gli unici problemi con la giustizia dell’immigrato finito in cella, erano stati fino ad ora un paio di deferimenti per essere stato sorpreso al volante ubriaco. Il romeno è comparso ieri davanti al Gip che ha convalidato l’arresto ma ha

altro »

Brescia: grazie al decreto “svuotacarceri” 103 spacciatori, rapinatori e stupratori ai domiciliari

I ministri Riccardi e Cancellieri soddisfatti dagli effetti del decreto "svuotacarceri"

Beneficiano di misure alternative al carcere perché la legge lo prevede o grazie al decreto «svuota carcere» che, con la scusa del sovraffollamento, evita a spacciatori, stupratori e rapinatori di entrare in cella sino alla data della convalida dell’arresto e del processo. Spesso chi è condannato sconta la pena agli arresti domiciliari o si vede imporre l’obbligo di dimora: dalle otto di sera alle sei del mattino non può uscire di casa o lasciare il paese in cui risiede. Le misure alternative al carcere, imposte per diminuire il numero dei detenuti nelle case di pena, hanno una sola controindicazione: impongono controlli giornalieri e spesso ripetuti alle forze dell’ordine. Chi esce di casa viene arrestato per evasione.
CHI È AI «DOMICILIARI» e viene arrestato di notte per evasione, al mattino viene accompagnato in tribunale per la convalida e il processo. E di pomeriggio è torna ai «domiciliari». Le pattuglie della Volante o del Radiomobile dei carabinieri e quelle delle varie «stazioni» talvolta effettuano anche più di un controllo nell’arco delle 24 ore. In orari diversi proprio per evitare che all’ora prestabilita il detenuto si faccia trovare a casa. Proprio per evitare «fughe» e garantire maggiore sicurezza il questore Lucio Carluccio ha disposto l’intensificarsi dei controlli, soprattutto di notte, nei confronti di persone sottoposte a misure alternative alla detenzione. Così, in questi giorni le pattuglie della questura hanno controllato 103 persone, quasi tutte immigrati, con residenza o domicilio in città, che hanno ottenuto gli arresti domiciliari o l’obbligo di dimora. Imposizioni di legge ampiamente rispettate: soltanto in un caso il detenuto era assente. Gli agenti lo hanno rintracciato e segnalato alla magistratura per evasione. Ora lo attendono convalida dell’arresto e processo per direttissima

Accusato di stupro, la folla lo assedia – Brescia Oggi


La Stampa

Accusato di stupro, la folla lo assedia
Brescia Oggi
Nella tarda serata di venerdì, poche ore dopo l'arresto, si era diffusa la notizia che all'immigrato, dipendente di un'impresa di facchinaggio, sposato e padre di due figli piccoli, la Procura aveva concesso gli arresti domiciliari. Così circa 200
Stuprata a Bergamo arrestato un sospettoLa Stampa
Ai domiciliari dopo stupro: assedio all'abitazioneANSA.it
Ai domiciliari dopo lo stupro, protesta a Borgo Santa CaterinaIl Giorno
Giornalettismo –Milano.OggiNotizie.it –AGI – Agenzia Giornalistica Italia
tutte le notizie (118) »