Tag: parenti

Famiglie migranti: pestata dai parenti perchè si veste all’occidentale

Genova 06 gennaio 2014 – Picchiata dal papà e dallo zio, punita per non volersi adeguare agli usi tradizionali della cultura di origine. Una ragazza dello Sri Lanka, appena maggiorenne, è finita al pronto soccorso dell’ospedale San Martino. I medici di turno le avrebbero riscontrato lividi ed ematomi in diverse parti del corpo e l’hanno ricoverata nel reparto di Osservazione Breve. Anche perché la giovane ha detto di non voler più tornare a casa ed ha chiesto di essere protetta. Avrebbe raccontato di essere picchiata proprio perchè si è avvicinata ai costumi europei. Non è la prima volta che lei finisce all’ospedale. Era già accaduto negli scorsi mesi e secondo quanto riferiscono fonti ospedaliere sempre per le stesse ragioni. Tant’è che, oltre ad essere informata la polizia e la Procura della Repubblica, sono stati attivati i servizi sociali e le assistenti hanno cercato una sistemazione presso una casa protetta. E il pensiero corre alla tragica fine di Hina Saleem, la ragazza pakistana uccisa a Brescia nel 2006 dai parenti come punizione per non volersi adeguare agli usi tradizionali della cultura d’origine.

http://genova.repubblica.it/cronaca/2014/01/06/news/75274651-75274651/

 

Pescara, fuga su un’auto non assicurata e rissa con le forze dell … – Il Centro

Pescara, fuga su un'auto non assicurata e rissa con le forze dell
Il Centro
In manette Carmine Cirelli, 27 anni, che dopo essere passato col rosso in viale D'Annunzio ha speronato un'auto dei carabinieri ed è fuggito. Una volta rintracciato è scoppiata una rissa tra le forze dell'ordine e due parenti anch'essi finiti in manette.

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Indiano rompe la testa a moglie e parenti a colpi di machete

LODI, 13 set. – Arrestato per tentato omicidio ieri poco prima della mezzanotte a Ospedaletto Lodigiano, in provincia di Lodi, un uomo di 44 anni indiano. L’uomo, dopo che la moglie, stanca delle sue vessazioni aveva deciso di andare via di casa con i due figli minorenni, si e’ scagliato, in preda alla rabbia e brandendo un machete, contro i due fratelli della moglie che erano venuti a prenderla, ferendone gravemente uno alla testa.

L’intervento dei carabinieri di Orio Litta e di Casalpusterlengo ha posto fine alla condotta violenta dell’uomo. Il 118 e’ poi intervenuto per prestare soccorso ai due fratelli, il piu’ grave dei due, un 40enne residente a Bertonico (Lodi), e’ stato ricoverato in prognosi riservata nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale San Raffaele di Milano. L’altro, 40enne residente a Villanova del Sillaro (Lodi), ha invece riportato solo ferite superficiali.
Il marito e’ stato arrestato dai carabinieri di Orio Litta per tentato omicidio e per lui si sono aperte le porte del carcere di Lodi. L’uomo dovra’ anche rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia, di cui e’ vittima la moglie, 37enne indiana, ora a casa dei parenti insieme ai due figli di 15 e 16 anni.

http://www.adnkronos.com/IGN/Regioni/Lombardia/Lodi-aggredisce-con-machete-fratelli-moglie-arrestato-per-tentato-omicidio_32599630679.html

Prete keniano rubava doni fedeli: li spediva ai parenti in Africa

Vendeva i regali d’oro donati dai fedeli alla chiesa di San Nicola di Gioiosa Marea, nel Messinese, per poi spedire il ricavato ai parenti in Africa. Protagonista un sacerdote di 41 anni, originario del Kenya, fermato dai carabinieri a Fiumicino. A incastrarlo alcuni filmati del sistema di video sorveglianza della parrocchia. Sul suo conto corrente registrati movimenti sospetti, tra cui un bonifico di 40mila euro.
Il sacerdote è stato ripreso dalle telecamere mentre entrava nel locale dove erano custoditi i preziosi. I carabinieri hanno verificato che, dopo un furto nel mese di aprile, sul conto corrente del prete erano stati eseguiti diversi versamenti di denaro, tra cui un bonifico internazionale di 40mila euro. Nel corso di una successiva perquisizione domiciliare i militari hanno trovato diverse ricevute di versamenti di denaro contante. Su disposizione dell’autorità giudiziaria di Patti (Messina), il sacerdote, accusato di furto e riciclaggio, è stato rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/articoli/1116022/furti-in-chiesa-preso-un-prete-keniano.shtml

Quello che fanno tutti i ‘migranti’ con le rimesse.

Genova: immigrato rapisce bambina di 18 mesi e la sevizia

Cittadinanza agli immigrati

Cittadinanza agli immigrati

Genova – Immigrato ecuadoriano rapisce una bambina di 18 mesi e la sevizia con mozziconi di sigaretta e botte.

Peggio delle botte che aveva sopportato tante volte in silenzio, confondendo la violenza con l’amore. Martha, 39 anni, ecuadoriana, quando ha riabbracciato la sua bambina di 18 mesi dopo tre giorni di separazione forzata, ha visto tra le lacrime che il volto della piccola era segnato da bruciature di sigaretta. Ed è scappata di casa, per trovare solo dopo alcuni giorni la forza di presentarsi in questura.

«È stato il mio compagno, suo padre, a rapirla e a ridurla così – ha raccontato stringendo la bambina – non so dove l’avesse portata, non so cosa le ha fatto durante i tre giorni in cui me l’ha nascosta. Ma quando l’ha riportata a casa era sporca, dimagrita, ferita. Sono qui per lei».

«Molte non le rendiamo pubbliche perché sarebbe come tradire la fiducia di chi viene da noi a denunciare, spesso con molta paura, quello che accade nel chiuso dell’ambiente familiare – racconta una funzionaria – ma questa volta è giusto parlarne». È giusto perché (anche se non può esistere una classifica degli orrori) strappare una figlia a una donna per ripicca, spegnere un mozzicone sul volto di una bambina, è una violenza non diversa, forse peggiore, da altre che la cronaca di questi giorni è costretta a raccontare con inquietante frequenza.

La storia è dettagliata, anche se è necessario omettere ogni particolare che renda riconoscibili i protagonisti. Lei, 39 anni, è arrivata in Italia dall’Ecuador nel 2011 inseguendo il sogno di ogni immigrato (che è il nostro incubo), sull’esempio di altri parenti che l’avevano preceduta a Genova.

Clandestina, crede di trovare un conforto nell’abbraccio di quel connazionale di sei anni più giovane che sembra già inserito nel nuovo ambiente, è in regola con i documenti e si arrangia facendo lavori saltuari, Martha non può sapere che è già conosciuto alla poliziae la sua precedente compagna lo ha denunciato per maltrattamenti.

La donna capisce quale sarà il suo destino quando iniziano le botte, ma è già tardi. Lei, di tanto in tanto, si presenta al pronto soccorso raccontando qualche scusa per giustificare lividi e contusioni. Dice di essere caduta, di aver avuto un mancamento. Gli episodi si ripetono anche quando, un paio d’anni fa, resta incinta. E cresce la paura ogni volta che si fa visitare: «Sono scivolata, ho male alla pancia, posso stare tranquilla?».

 

Vive esclusa dal mondo. Ogni volta che esce di casa deve chiedere il permesso al compagno-padrone che le impedisce di frequentare chiunque, le vieta di lavorare e intanto minaccia di denunciarla perché non ha (e non può avere) un permesso di soggiorno. La sua speranza, adesso, è quella bambina che nasce sanissima un giorno di primavera del 2012. Malgrado tutto. E per qualche momento sembra ridarle la voglia di vivere.

 

Invece, l’inferno continua e si aggrava. Il compagno-padrone, dopo il parto, usa la bambina per ricattare la madre. E ai primi del mese, una mattina, fa la cosa più atroce: gliela strappa letteralmente dalle braccia ed esce di casa sbattendo la porta. Quando torna, la piccola, semplicemente, non c’è. E, di fronte al pianto e alle domande, non c’è alcuna risposta. Silenzio, insulti e altre botte. E violenza. Vivono tre giorni sotto lo stesso tetto così, nello strazio.

Poi, come se niente fosse, lui esce di casa e ritorna con la bambina, mamma e figlia possono piangere e abbracciarsi. Ma la piccola è sporca, ha il viso segnato da bruciature. E questa volta la donna trova la forza di ribellarsi, appena resta sola prende la bambina con sé e scappa, trova un alloggio provvisorio. Poi, dopo altri giorni di disperazione, accetta il consiglio che qualcuno le ha dato e si presenta alla polizia.

Ricostruire la sua storia non è semplice, l’agente che raccoglie la sua denuncia si accorge subito che, appena ventiquattr’ore prima, l’uomo che lei accusa ha presentato a sua volta una denuncia di scomparsa: sperava fosse la polizia a restituirgli la “sua” donna, per questo aveva avuto l’impudenza di denunciarne la sparizione.

«Abbiamo trovato precisi riscontri al racconto di quella povera mamma e abbiamo informato la magistratura, il sostituto procuratore Piercarlo Di Gennaro ha ritenuto gli indizi sufficienti perrichiedere l’arresto di quell’uomo». È un rosario di accuse pesantissime. Nei confronti della compagna: maltrattamenti in famiglia, tentata violenza sessuale, minacce gravi e aggravate, violenza privata.

E in più sottrazione di incapace e abbandono di minore aggravato dalle lesioni commesse ai danni della figlia. Adesso la donna è al sicuro in una comunità protetta, avrà un permesso di soggiorno e potrà sperare di avere una vita nuova. Con la sua bambina. Ma con la paura, fin d’ora, che una volta libero l’ex compagno torni ad essere un’ombra sulla sua vita. Per il codice uno stolker (che giornalisti abbiamo in Italia) , per lei (come per troppe altre donne) un incubo senza fine.

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Stupro: la abbranca e la scaraventa a terra

Tentativo di stupro in un locale del centro di Cecina, attorno alle 23 di giovedì sera. Un uomo, secondo le prime ricostruzioni di origine marocchina, ha aggredito una donna di 28 anni mentre era intenta a pulire le vetrine del locale dove lavora. L’ha strattonata e gettata a terra. Quindi ha tentato di violentarla. Lei, con il corpo pieno di ferite, è riuscita a divincolarsi e, in preda al panico, è corsa in mezzo alla piazza e ha cominciato a urlare. Per fortuna le sue grida hanno attirato l’attenzione di alcuni passanti e dei titolari di altri locali della zona, che hanno bloccato l’uomo e chiamato la polizia. La giovane era in evidente stato di choc. Poi la rabbia ha preso il sopravvento.

Dai capannelli che si sono formati qualcuno ha cominciato a urlare contro l’uomo, che ha rischiato di essere picchiato a sangue. «Siamo arrivati sulla piazza in un attimo – racconta Sara Costagli, che con il marito è titolare delle pizzeria Drugstore – richiamati dalle urla di quella giovane. È stata una scena incredibile, la gente era attonita. Qualcuno ha fermato quell’uomo e abbiamo aspettato la polizia. Questa zona è diventata pericolosa, servono più controlli». Le forze dell’ordine sono arrivate in pochi minuti, riuscendo ad evitare che i passanti sfogassero la loro rabbia contro l’uomo. Sono arrivati anche i carabinieri. Un’ambulanza della pubblica assistenza ha preso in consegna la giovane, in evidente stato confusionale. La ragazza, che aveva escoriazioni, contusioni e graffi su tutto il corpo, è stata assistita dal personale medico e portata al pronto soccorso dove l’hanno raggiunta alcuni parenti.

http://iltirreno.gelocal.it/cecina/cronaca/2013/06/28/news/tenta-di-stuprare-una-ragazza-rischia-il-linciaggio-1.7334621

Linciaggio unica soluzione. Le Forze dell’Ordine smettano di rispondere agli ordini dello Stato e si schierino coi cittadini.

Reggio: georgiano accoltella e sfregia il volto alla sua ex cognata, le … – Stretto web

Reggio: georgiano accoltella e sfregia il volto alla sua ex cognata, le
Stretto web
L'attenzione veniva rivolta principalmente negli ambienti ove si riuniva la comunità georgiana a Reggio Calabria e nell'abitazione dei parenti ove l'aggressore era stato costretto agli arresti domiciliari sino a pochi giorni prima dell'evento per altri

Donna aggredita con acido: la pista del processo d’appello al suo stupratore

Vicenza una donna è stata aggredita da due uomini che, dopo essere entrati a casa sua, l’hanno costretta versarsi addosso una sostanza urticante

La 31enne, che è stata subito portata in ospedale, non è grave essendosi ferita all’avanbraccio e al gluteo.

La donna, sposata, abita in una villetta alla periferia di Vicenza. Secondo il racconto che lei stessa ha fatto agli investigatori, verso le 14.30 ha sentito suonare alla porta e convinta che fossero alcuni parenti, che abitano a fianco, ha aperto senza timore. Due persone incappucciate l’avrebbero bloccata, fatta stendere a terra e, mentre uno la teneva ferma, l’altro l’avrebbe costretta a gettarsi sul braccio una sostanza caustica contenuta in una bottiglia che è stata, poi, recuperata sul posto dagli investigatori. Divincolandosi, la donna si sarebbe ustionata anche a un gluteo. “Ho sentito Vania urlare, diceva di stare male, male – ha raccontato il suocero – sulle prime non avevo nemmeno capito che fosse stata colpita con l’acido, l’ho vista stesa a terra e ho cercato di aiutarla”.

Proprio ieri sera si era presentata alla polizia per segnalare di aver trovato nella propria cassetta della posta alcuni foglietti di minacce“Stai attenta, sappiamo quello che fai”. Aveva così deciso di sporgere denuncia contro ignoti per minacce. Non solo. Il questore di Vicenza Angelo Sanna ha fatto sapere che nel 2002 subì una violenza sessuale per la quale è stato condannato nel 2009 in primo grado un cittadino serbo, mentre si è ancora in attesa che venga definita la data dell’appello. “Per il momento – ha riferito il questore – stiamo lavorando sul racconto della donna, visto che non vi sono immagini o testimoni dell’accaduto”.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/vicenza-aggredita-acido-due-uomini-incappucciati-915998.html

Ecco che il movente potrebbe essere il tentativo di condizionare la testimonianza della vittima. Ed ecco la vergogna di una magistratura che dopo undici anni ancora non ha chiuso una vicenda simile.

Rubano oro e denaro ad una anziana: 4 nomadi arrestati – PrimaDaNoi.it


PrimaDaNoi.it

Rubano oro e denaro ad una anziana: 4 nomadi arrestati
PrimaDaNoi.it
TERAMO. Franco, Alfredo, Osvaldo e Guerino Di Rocco: questi i nomi dei quattro nomadi di Pescara, parenti fra loro, tratti in arresto ieri pomeriggio dalla Volante di Teramo. Sono accusati di furto e rapina impropria in concorso. Due di essi avrebbero
Rubano oro e denaro: 4 nomadi arrestatiabruzzo independent
Rubano in appartamento anziana ma nipote li scopre. Arrestati 4 Il Corriere d’Abruzzo

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Zingara pregiudicata raggira e deruba anziane

Troppo spesso sentiamo casi di persone, non solo anziane, raggirate all’interno delle proprie abitazioni nella sicurezza domestica, convinte da sedicenti sconosciuti ad aprire loro la porta col pretesto di falsi controlli finanziari o fingendosi incaricati di poste, banche, società erogatrici di servizi come gas, luce, acqua, inviati a domicilio degli utenti per effettuare servizi di assistenza, ma in realtà interessati solo ed esclusivamente a mettere le mani sui risparmi o sui gioielli delle vittime.

L’ultimo caso ha visto protagoniste due anziane signore vicine di casa, vedove, di 81 e 85 anni, truffate nella periferia di Torino dalla stessa persona poi, fortunatamente, identificata e arrestata.

Il sedicente sconosciuto in questo caso è una donna di 35 anni, nomade, già pregiudicata per reati contro il patrimonio, che vive in un campo alla periferia di Torino.

La donna si è presentata vestita in maniera molto elegante, qualificandosi davanti ad entrambe le signore come la direttrice dell’ufficio postaleincaricata di effettuare controlli sulle banconote precedentemente consegnate al momento del ritiro della loro pensione alle Poste.

Dopo essersi rivolta alle vittime con parole gentili e modi affabili, le ha convinte della possibilità di un errore di trasferimento, e che i soldi acquisiti allo sportello potessero in realtà essere contraffatti, dopodiché si è fatta consegnare le banconote incriminate e si è accomodata con la scusa di controllarle.

Le povere malcapitate nell’attesa, si sono offerte di preparare un caffè e, sfruttando quel momento di loro disattenzione, la ladra si è data alla fuga con i soldi, veri, facendo perdere le proprie tracce.

Successivamente, però, i parenti delle vittime hanno allertato i carabinieri, i quali sono riusciti ad identificare e denunciare all’autorità giudiziarial’autrice della truffa grazie alla dettagliatissima testimonianza della più anziana delle due signore truffate.

Purtroppo in molti casi è necessaria – soprattutto al tempo dell’immigrazione – la diffidenza nei confronti di chi non si conosce; è raro che venga mandato personale a domicilio per effettuare assistenza alle utenze e quando questo accade è sempre, in ogni caso, necessario un preavviso da parte dell’azienda incaricata della gestione.

Senza preavviso, dunque, “non aprite quella porta”.

http://www.articolotre.com/2013/03/torino-truffa-a-domicilio-donna-si-finge-direttrice-delle-poste-e-ruba-la-pensione-a-due-anziane-signore/149226