Tag: giovani donne

Prese le ladre di via Monte Napoleone Sono tre nomadi, una di loro … – Corriere della Sera

Prese le ladre di via Monte Napoleone Sono tre nomadi, una di loro
Corriere della Sera
Le tre giovani donne nomadi, di cui una con un vistoso pancione e una con una bambina nel marsupio, hanno però commesso l'errore di ritentare la sorte venerdì, ripresentandosi in via Monte Napoleone: un vigilante le ha riconosciute e ha chiamato i 

Prese le ladre di via Monte Napoleone – Corriere della Sera

Prese le ladre di via Monte Napoleone
Corriere della Sera
Le tre giovani donne nomadi, di cui una con un vistoso pancione e una con una bambina nel marsupio, hanno però commesso l'errore di ritentare la sorte venerdì, ripresentandosi in via Monte Napoleone: un vigilante le ha riconosciute e ha chiamato i 

Rubano borsa Hermes da novemila euro – L’Unione Sarda


Il Cittadino di Monza e Brianza

Rubano borsa Hermes da novemila euro
L’Unione Sarda
Le tre giovani donne nomadi del campo di Monte Bisbino, però, hanno commesso l'errore di tornare sulla scena del delitto ieri e una guardia giurata, che si era ben impresso nella mente le immagini delle telecamere di videosorveglianza di quel giorno
Furto di borsa a turista cinese, arrestate tre donne (una incinta)MilanoToday
Rubano borsa Hermes, incastrate da videoCorriere della Sera

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Romeno si spoglia davanti ai bambini

E’ stato incastrato da due vigilesse in borghese un 44enne di nazionalità rumena che aveva l’abitudine di denudarsi davanti a studentesse e bambini.

Si denudava davanti a tutti al parco di viale Repubblica a Oristano. Davanti a studentesse e bambini si mostrava come “mamma l’ha fatto”. Un vero esibizionista che oggi è stato incastrato da due insospettabili ragazze. Due giovani donne che in realtà erano vigilesse in borghese. È finita con una denuncia per atti osceni in luogo pubblico la performance di un 44enne di nazionalità rumena, senza fissa dimora.

L’ALLARME – Da alcuni giorni al comando della Polizia locale di via Carmime stavano arrivando numerose segnalazioni per le esibizioni di un uomo che, senza alcun pudore, si abbassava i pantaloni davanti agli occhi increduli dei passanti. Come location dei suoi atti aveva scelto il parco di viale Repubblica, una delle aree verdi più frequentate in città sia di mattina che di pomeriggio. I vigili, coordinati dal comandante Rinaldo Dettori, hanno avviato una serie di indagini e controlli per cercare di bloccare il maniaco.

LA DENUNCIA – Oggi è scattato il blitz. Un’operazione studiata nei dettagli: due vigilesse in borghese sono andate al parco di viale Repubblica, passeggiavano tranquillamente in incognito. Il cittadino rumeno è caduto subito nella trappola: come ha visto le due vigilisse non ha perso tempo e si è spogliato. Ma come si è abbassato pantaloni e slip, le agenti di polizia locale hanno tirato fuori il tesserino. Immediatamente è arrivata la pattuglia dei vigili che era appostata per supportare le due ragazze. Il quarantaquattrenne è stato subito accompagnato in caserma ed è stato identificato. Ed è stato denunciato per atti osceni in luogo pubblico.

http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_italiana/2013/06/06/oristano_si_spogliava_davanti_ai_bambini_denunciato_esibizionista_44enne_romeno-5-317721.html

Denunciato e liberato. Ora di sicuro non lo farà più.

Catturata la bestia di Velletri: è un immigrato tunisino lo stupratore seriale

A quanto sembra l’incubo è finito, finalmente l’immigrato è stato arrestato. Le donne di Velletri potranno tornare a girare tranquille dopo settimane di paura. Sabato sera gli agenti della Questura hanno eseguito un fermo nei confronti del tunisino Djebali Maher, di 26 anni. L’uomo, da tempo residente ai Castelli Romani, è considerato il responsabile dei brutali stupri avvenuti a Velletri il  2 e il 10 febbraio ai danni di due giovani donne. Episodi che hanno scatenato il panico nella cittadina.

La sera del 10 febbraio una studentessa si trovava a bordo della propria autovettura parcheggiata nella centrale piazza Garibaldi,  per fare rientro a casa dopo una serata trascorsa con le amiche, quando è stata aggredita da un uomo piuttosto alto, sicuramente straniero, con il volto parzialmente travisato dal collo del maglione, il quale, minacciando la ragazza con un coltello, è salito a bordo dell’autovettura  della donna ponendosi alla guida, colpendola  violentemente con un pugno al volto e costringendola  a rannicchiarsi sul pianale lato passeggero. Lo straniero ha guidato per un breve tratto raggiungendo un parcheggio ubicato su via dei Volsci  dove si è fermato, ha violentato la ragazza e le ha rubato un telefono cellulare. Al termine della brutale violenza, l’aggressore si è rimesso alla guida e dopo aver fatto un largo giro, allo scopo di confondere la vittima è sceso dal veicolo ed è fuggito a piedi.

La violenza presentava delle analogie con un altro episodio avvenuto qualche giorno prima, il 2 febbraio, a una donna aggredita, di pomeriggio, sempre all’interno di un parcheggio, da uno straniero. L’immigrato, dopo essere salito a bordo della vettura, minacciando la donna con un coltello, l’ha costretta a guidare per chilometri, fino ad un luogo in aperta campagna dove l’ha stuprata brutalmente e rapinata della  fede nuziale e di alcune decine di euro. Concluso lo stupro, il tunisino si è fatto ricondurre in auto a Velletri, facendosi lasciare dalla vittima in una via poco distante dal  cimitero comunale. L’indagine condotta dagli investigatori della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura di Velletri, ha interessato entrambe le brutali aggressioni facendo emergere i vari punti di contatto. Importante il lavoro investigativo svolto utilizzando le tecniche più avanzate per poter rintracciare il cellulare rapinato alla seconda vittima. L’apparecchio è stato rintracciato e trovato in possesso dell’immigrato marocchino Fadir Aziz, di 35 anni, anch’egli da tempo abitante ai Castelli Romani, amico del violentatore tunisino. Anche lui è stato arrestato sabato per il reato di ricettazione. Oggi il GIP presso il Tribunale di Velletri ha convalidato i fermi eseguiti dalla Polizia Giudiziaria accogliendo le contestazioni formulate dalla Procura.

Per giorni gli investigatori hanno studiato il comportamento dei due immigrati, i quali erano soliti uscire di sera da soli, specie il sabato, girovagando fino all’alba ed intrattenendosi in alcuni bar e locali di Velletri, ritrovi abituali di “migranti” magrebini. Luoghi nei quali, evidentemente, si elaborano i piani per violentare le italiane: donne bianche, cristiane e occidentali che molti Nordafricani considerano meritevoli di stupro. E’ la loro “cultura”, ricordatevelo quando vedete i barconi in arrivo.

http://www.romatoday.it/cronaca/stupratore-velletri-arrestato.html

Due arresti per furto a Mendrisio – Corriere del Ticino


Corriere del Ticino

Due arresti per furto a Mendrisio
Corriere del Ticino
Nei pressi della stazione ferroviaria di Mendrisio, mercoledì 6 marzo sono state controllate da agenti della Polizia comunale due giovani donne di 19 e 13 anni, entrambe di origine straniera e provenienti da un campo nomadi di Milano. Gli accertamenti
Mendrisio, due arresti per furtoRSI.ch Informazione

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Furti Esselunga di via Emilia: tre Zingare a caccia di cosmetici


BolognaToday

Furti Esselunga di via Emilia: tre ragazze a caccia di cosmetici
BolognaToday
Nel pomeriggio di ieri, i Carabinieri della Stazione di Bologna Bertalia hanno arrestato due giovani donne nomadi bolognesi e hanno denunciato in stato di libertà una terza complice per furto aggravato in concorso ai danni del centro commerciale

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Molassana, condannate per furto si erano rifugiate nel campo … – Genova24.it


Genova24.it

Molassana, condannate per furto si erano rifugiate nel campo
Genova24.it
Genova. Si erano rifugiate nel campo nomadi di via Adamoli, due giovani donne latitanti condannate per furto aggravato. I carabinieri della stazione di Molassana, ieri pomeriggio, dopo averle rintracciate, le hanno rintracciate e arrestate in

Roma: Polizia cattura 11 magnaccia romeni

Nel corso della mattinata gli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Roma hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti di altrettanti cittadini rumeni responsabili di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Il sodalizio criminale, operante da diversi anni e radicato nel territorio romano, era composto da cittadini rumeni che gravitavano intorno al campo nomadi di via dei Campi Sportivi, vicino alla riva del fiume Aniene. Le vittime, tutte giovani donne di nazionalità rumena, venivano costrette dai loro stessi connazionali, ad alcuni legati anche da vincoli affettivi, a prostituirsi durante il giorno lungo le strade consolari della Cassia bis e della Salaria. Le donne in uno stato di vera e propria sottomissione erano sottoposte a continui maltrattamenti e minacce. E’ stata la denuncia di una di esse, che è riuscita a trovare il coraggio di raccontare quanto le stava accadendo, a far scattare le indagini. La giovane, costretta a prostituirsi, era stata picchiata e minacciata di morte in diverse occasioni anche nel caso in cui avesse guadagnato poco nel corso della sua giornata lavorativa. Ogni settimana le vittime, condizionate dall’autorizzazione da parte degli sfruttatori per poter svolgere l’attività di meretricio nelle aree considerate di loro “proprietà”, dovevano versargli una cifra variabile compresa tra i 200 e 300 euro. I soldi, raccolti dai loro protettori, venivano poi versati direttamente nelle mani del “capo famiglia” M.I., un rumeno di 44 anni o del figlio M.L.I., di 26 anni. A loro volta, i protettori che vigilavano sull’attività delle giovani donne, avevano la possibilità di gestire anch’essi una o più ragazze, solo dopo aver ricevuto “l’autorizzazione” dalla “famiglia” e dopo aver corrisposto il pagamento di un “canone” precedentemente pattuito. Le indagini degli investigatori, hanno permesso di accertare il vincolo associativo che legava i componenti della famiglia, con i singoli protettori, evidenziando per ognuno il proprio peculiare ruolo. Al vertice dell’organizzazione, il capo famiglia che, con il figlio stabiliva le “tariffe”, concedeva i “permessi” e “assegnava i posti”. Alla moglie di M.I., era invece riservata l’attività di “reclutamento” delle ragazze direttamente dal paese di origine. I singoli protettori invece avevano sia il ruolo di organizzatori del sodalizio criminale con il compito di sorvegliare le zone e il rispetto degli orari da parte delle ragazze che quello di sfruttatori delle singole vittime. 

http://questure.poliziadistato.it/Roma/articolo-6-468-51355-1.htm