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Padova: rumeno si mangia l’orecchio di un uomo

ABANO TERME. Una notte di pura follia ha scosso gli abitanti di Piazza Mercato. Sono circa le 3 del mattino di ieri quando Marian Rosu, romeno di 28 anni residente ad Abano, dà in escandescenze, picchiando un’amica e ferendo, strappandogli a morsi il padiglione destro dell’orecchio, un altro ragazzo romeno di 23 anni che aveva cercato di difendere la vittima. Rosu è stato arrestato dai carabinieri di Abano, quest’ultimi allertati dai residenti spaventati da urla e schiamazzi. Sul giovane pendono ora le accuse di sequestro di persona, violenza privata, lesione aggravata e ubriachezza.

Tutto ha inizio a notte fonda. Rosu è in piazza e comincia a litigare in maniera accesa con la ragazza. Dalle urla si passa ben presto alle mani e la giovane viene violentemente strattonata. Non contento, qualche minuto dopo, l’aggressore costringe la ragazza, con la forza, a salire nel proprio appartamento, in piazza Mercato 24. Rosu è ubriaco e non accenna a placarsi. Dentro l’appartamento, però, la giovane riesce a divincolarsi dalla furia dell’uomo e in preda al panico, non riuscendo ad uscire dalla porta di casa, si getta dalla finestra del primo piano per provare a scappare e chiedere aiuto. La fuga, però, non dura molto.

Rosu insegue la ragazza brandendo anche un coltello, ma sulla sua strada trova un’altra persona, molto probabilmente un conoscente di entrambi, un ragazzo rumeno di 23 anni. Quest’ultimo cerca di difendere la vittima, provando a placare le ire di Rosu. Ma la sua intromissione scatena soltanto una reazione ancora più violenta.

A questo punto l’aggressore si scaglia contro il ragazzo che cerca di difendere la giovane moldava. Prima Rosu prova a ferirlo con il coltello, quindi lo bracca e con un morso gli strappa parte del padiglione destro dell’orecchio. Fortunatamente, a quel punto, sono già stati allarmati i carabinieri in servizio alla stazione di Abano, che si precipitano in piazza Mercato. Alla vista dei militari Rosu non placa la sua rabbia, anzi, resiste al fermo e prova anche a ferire un carabiniere con il coltello, prima di venire immobilizzato e arrestato.

La scena ha allarmato i residenti, svegliati nel sonno dalle urla della giovane vittima. Piazza Mercato, ormai da una ventina d’anni è una delle zone più degradate di Abano, al punto che molti residenti l’hanno ribattezzata la “via Anelli delle Terme”. Più di metà dei condomini della zona sono abitati da extracomunitari e già in passato i carabinieri sono intervenuti, oltre che per episodi di violenza, per alcune operazioni anti droga.

Marian Rosu adesso si trova in manette e non è la prima volta visto che già in passato il giovane rumeno era stato arrestato sempre per violenze, e adesso, come detto, dovrà rispondere a quattro capi d’imputazione: sequestro di persona, violenza privata, lesione aggravata e ubriachezza. L’altro romeno aggredito, di 23 anni, è invece già stato dimesso dalla casa di cura di Abano dopo che gli è stato strappato parte del padiglione auricolare destro con un morso.

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2013/02/12/news/litigio-fra-due-romeni-strappa-l-orecchio-a-morsi-1.6522422

Minaccia una mamma e i suoi bimbi con coltello: folla inferocita vuole linciarlo

Napoli – Sono stati i poliziotti a salvarlo. Un paradosso perché lui è un rapinatore che aveva preso di mira una donna con bambini al centro di Napoli, sul corso Garibaldi.
Tutto è accaduto poco dopo le 18. Gli agenti hanno così ricostruito la vicenda: una donna, in compagnia dei suoi due bambini di 11 mesi e tre anni, era in auto in attesa del marito che si era da poco allontanato per una commissione, quando l’extracomunitario impugnando un coltello entrava in auto e, sedutosi alla guida, tentava di mettere in moto minacciando la donna con un coltello alla gola.
La vittima riusciva ad aprire la portiera ed ad urlare per attirare l’attenzione del marito e dei presenti. A quel punto, il rapinatore impaurito dalla reazione della donna, scendeva dall’autovettura e scappava inseguito da diverse persone accorse in aiuto della donna.
L’extracomunitario riusciva a liberarsi del coltello ma non della folla inferocita che lo inseguiva, fino all’intervento liberatorio della polizia che lo ha messo in salvo bloccandolo e conducendolo nel carcere di Poggioreale.

http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/napoli_rapina_donna_extracomunitario/notizie/250976.shtml

Allarme aggressioni a Milano: banda di immigrati scatenata

IMMIGRATI SCATENATI TRA VIA VESPRI SICILIANI E VIA DEGLI APULI

Donne picchiate e rapinate-Allarme in zona Giambellino
Gli aggressori sono scappati. La polizia è sulle tracce di una banda di immigrati dall’Est Europa

Pisapia saluta le "tradizioni" dei fratelli "migranti"

Due brutti episodi di violenza hanno turbato il pomeriggio di giovedì in zona Giambellino. In entrambi i casi le vittime sono state donne non più giovanissime picchiate da due immigrati che non hanno fatto sconti pur di prendere il contenuto delle borsette. La polizia sospetta che ad agire siano stati gli stessi malviventi,  i soliti immigrati dell’Est Europa. La prima chiamata al 113 è arrivata alle 13,40. Una donna chiedeva aiuto per essere stata malmenata e rapinata. In realtà i balordi che l’avevano aggredita in via Vespri Siciliani all’altezza del numero 16 non sono riusciti a strapparle la borsa.

La donna stava andando al lavoro. Proprio sul portone di casa è stata sorpresa alle spalle da due uomini. Uno l’ha presa a schiaffi, il secondo si è avventato sulla borsetta per strappargliela. La donna, per reazione, ha agguantato con tutte le forze la borsa e non l’ha mollata. I due rapinatori hanno capito che il tempo era scaduto e si sono allontanati. Assieme ad una «pantera» della volante è giunta in via Vespri Siciliani anche un’ambulanza. La donna, seppur malconcia (aveva evidenti ematomi sul viso), ha rifiutato le cure mediche ed è andata al lavoro.

Quaranta minuti dopo la seconda rapina che ha messo ancor più in allarme la polizia. Più violenta della prima, ha avuto come vittima una pensionata di 79 anni. La donna è in stato di choc. Erano le 14.20 quando la pensionata stava tornando a casa, in via degli Apuli (non distante da via Vespri Siciliani). Sul pianerottolo la donna si è sentita afferrare alle spalle. Due energumeni (probabilmente dell’Est Europa) l’hanno immobilizzata. Uno le ha messo una mano sulla bocca per non farla urlare, il complice, con una violenza inaudita, l’ha colpita ripetutamente alla schiena con dei pugni. La donna, sopraffatta dal dolore, ha mollato la borsa che conteneva il cellulare e 50 euro. Seppure molto scossa, la pensionata ha rifiutato le cure. I rapinatori sono fuggiti.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_febbraio_8/giambellino-donne-picchiate-rapinate-2113903510869.shtml

Marocchino la sequestra e picchia per 20 giorni

Riccardi si complimenta con il 'migrante'

L’incontro casuale in discoteca venti giorni fa e una notte d’amore: è iniziato così l’incubo di una ragazza marocchina di vent’anni. Z. K., un connazionale di 32, pluripregiudicato, l’ha costretta a restare chiusa nel suo appartamento in via Salomone, a Milano, picchiandola a ogni tentativo di reazione.
Poi, alle 19 di venerdì, la ragazza lo ha convinto a farsi accompagnare alla stazione per andare a trovare la madre a Belluno, ma durante il tragitto è scoppiata una nuova violenta lite all’interno dell’auto.
Alla scena hanno assistito alcuni passanti che hanno chiamato i carabinieri, a cui la giovane, nullafacente e residente a Milano, ha raccontato la sua storia. Spiega di aver molta paura dell’uomo perché è uno spacciatore di cocaina e di hashish.


La cosa è stata poi confermata dalla perquisizione nell’appartamento in via Salomone, dove i militari hanno trovato 84 grammi di hashish, 170 euro in contanti e il coltello utilizzato durante l’aggressione dall’uomo che è arrestato per violenza privata e detenzione di sostanza stupefacente.

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Orrore a Cesena: italiana stuprata brutalmente e massacrata da nordafricani

Cesena, 19/01/2013 – Alle ore 4.30 circa di ieri, venerdì una pattuglia di polizia stradale della Sezione Speciale del Caps di Cesena, transitando in via Mulini/via Pisacane ha notato tre persone (due uomini ed una donna) che, barcollando, si dirigevano verso via Zuccherificio urlando frasi incomprensibili tra loro e spintonandosi. La donna, una 38enne italiana, accortasi della pattuglia, ha iniziato ad urlare per attirare l’attenzione dei poliziotti, chiedendo loro aiuto e dicendo più volte di essere stata violentata.

Subito l’equipaggio ha arrestato la marcia e fermato il gruppetto per accertare cosa fosse successo. La donna, piangente, con il capo sanguinante e con gli indumenti bagnati e sporchi di fango, ha accusato uno dei due uomini di averla violentata, poco prima, nei centralissimi “Giardini di Serravalle “. Poiché lamentava forti dolori all’apparato genitale è stato quindi chiesto l’intervento di un’ambulanza nonché l’ausilio di una “Volante” del Commissariato. In questo frangente, uno dei fermati, un 34enne di origini tunisine, che si scoprirà essere il bruto, ha tentato di darsi alla fuga cercando un nascondiglio all’interno di un vicino garage condominiale. Ma non ci è riuscito grazie all’immediata reazione degli agenti che sono riusciti a bloccarlo dopo un breve inseguimento.

La vittima è stata quindi portata al pronto soccorso dell’ospedale “Bufalini”, mentre i due uomini, entrambi di origini nordafricane, sono stati condotti presso gli Uffici del Commissariato per accertamenti. La donna, dopo essere stata visitata e curata, ha formalizzato la denuncia contro il suo violentatore, precisando le circostanze in cui si era consumata la violenza. Nella nottata essa si era recata presso un bar in zona centrale, dove ha incontrato i due uomini, di cui uno di sua conoscenza. Hanno iniziato a bere alcolici in abbondanza fino a che il suo conoscente, sapendo essere lei tossicodipendente, si è offerto di procurarle della droga invitandola a seguirlo al parco dei giardini di Serravalle, facendole credere di averla nascosta in quel luogo. La donna, incapace di rendersi conto degli eventuali rischi, annebbiata dall’alcol e dal desiderio di consumare la droga, ha accettato l’invito. Quando sono giunti al parco, mentre il secondo uomo è rimasto distanziato lungo il percorso, la donna è stata subito percossa violentemente e stuprata. Ha gridato chiedendo aiuto, ma invano.

Quando è riuscita a rivestirsi, ha cercato di fuggire dal suo aguzzino il quale, tuttavia, probabilmente ancora non soddisfatto, ha tentato di trattenerla tirandola per i capelli. Dopo aver finalmente raggiunto la strada, inseguita dal suo aggressore, ha fortunatamente avvistato la polizia, che ha prestato il primo intervento.

Quest’ultimo, arrestato per violenza sessuale aggravata, è stato condotto in carcere a Forlì. Era in libertà da appena un mese, dopo avere scontato una condanna per reati contro il patrimonio.
http://www.cesenatoday.it/cronaca/cesena-donna-brutalmente-violentata-giardini-serravalle.html

 

Il Kosovaro ha confessato: ora vada in galera, non ci sono scuse! Il Pm: “la violenza non è poi tanto grave”

DELIRANTI PAROLE DEL MAGISTRATO DETTORI

Ha confessato l’immigrato accusato della violenza sessuale nei confronti della giovane bergamasca che stava rientrando a casa dopo una serata con le amiche, lo scorso venerdì 4 gennaio. Durante una pausa dal lavoro notturno che svolgeva in aeroporto, al momento di prendere l’automobile sotto casa per tornare alla sua occupazione, il kosovaro 32enne afferma di essere stato colto da un raptus e di aver cominciato a toccare la vittima.

Fischiare è reato, stuprare no

L’uomo, che ha risposto a tutte le domande poste dal giudice e dal pubblico ministero, ha spiegato che l’aggressione sarebbe durata solo un paio di minuti e ha escluso qualsiasi tipo di “congiunzione carnale”. Circostanza, quest’ultima, confermata dal procuratore di Bergamo Francesco Dettori: “Anche grazie all’intervento rapido delle forze dell’ordine – spiega il magistrato – dopo la violenza la vittima è stata immediatamente sottoposta a tutti gli accertamenti medici necessari: non solo non sono state trovate tracce di liquido seminale, che avrebbero potuto comportare grave rischio per la salute della ragazza, ma non sono state nemmeno riscontrate lesioni agli organi genitali che potessero essere riconducibili a uno stupro in senso stretto. Ci sono comunque stati dei palpeggiamenti violenti, che il nostro ordinamento configura come violenza sessuale”. Vomito per il modo con il quale il responsabile dei domiciliari Dettori, tratta la vicenda. Come se per una donna non fosse grave l’essere stata sbattuta su un auto ed avere evitato quello che lui chiama “stupro in senso stretto” solo grazie alla sua reazione, non certo perché l’immigrato colto da raptus l’abbia “risparmiata”

Il Pubblico Ministero F.Dettori

Il procuratore Dettori – senza vergogna – tiene a precisare che questi sono stati i motivi che hanno portato alla scelta degli arresti domiciliari per il sospetto, scelta duramente contestata soprattutto dagli ultras dell’Atalanta che nei giorni scorsi hanno tirato bottiglie contro la casa dell’uomo e esposto striscioni con scritte come “vergogna” o “datecelo a noi”. “Senza voler sminuire il dolore della ragazza e il crimine di cui il 32enne è accusato – chiude Dettori – anche per la violenza sessuale esistono vari gradi di gravità. Nella scelta delle misure cautelari sono state applicate le norme di legge”. Un pazzo furioso.

L’indagato, con un comunicato diffuso dai sui avvocati Francesca Signorelli e Rita Duzioni, si è ridicolmente dichiarato “profondamente pentito per la sofferenza psicologica ed emotiva arrecata alla vittima” e si è dichiarato disponibile “a riparare la stessa, qualora la parte offesa vi acconsenta, mediante un percorso di giustizia riparativa studiato ad hoc per le vittime di questo reato”. L’unica riparazione è il carcere prima, e il ritorno in quella sorta di stato criminale chiamato “kosovo”.

Gli avvocati hanno anche espresso preoccupazione per le condizioni di sicurezza dell’uomo e della sua famiglia, dopo le intimidazioni e i lanci di oggetti dei giorni scorsi: “io non dormo più nella mia stanzetta perché ho paura delle luci, avrebbe riferito alla difesa la bimba più grande”. “Tutta la famiglia teme per la propria incolumità – scrivono i due legali – si ritiene opportuno collocare la famiglia in altro luogo. Rendiamo pertanto noto che siamo alla ricerca di una comunità che possa accoglierli”. Magari a spese nostre. Ricollocateli in Kosovo.

http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/01/14/news/bergamo_il_kosovaro_confessa_e_stato_un_raptus_l_ho_toccata-50548653/