Da grande voglio fare il nomade
L’Indipendenza Insomma, va bene tutto, ma che non vada bene neanche l'indennizzo per sgomberare l'area dei campi nomadi per costruirci l'Expo è a dir poco dissacrante. Soldi a tutti, indiscriminatamente. E non lo diciamo noi. No, è la diretta ammissione-denuncia del … |
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Da grande voglio fare il nomade – L’Indipendenza
«Pronto? Siamo quasi arrivati, ci venite a prendere?»
Salvataggio che ha dell’incredibile a largo di Lampedusa di due giovani invasori tunisini. Ora prenotano direttamente il trasporto telefonando alle Capitanerie.
Nella tarda giornata di oggi era stato un cittadino tunisino a contattare telefonicamente la sala operativa della Capitaneria di porto di Palermo per avvisare della scomparsa di 2 suoi nipoti partiti da Kerkina – in Tunisia – per raggiungere Lampedusa, a bordo di un piccolo natante di 4 metri e mezzo spinto da un motore di 15 cv.
Palermo predisponeva subito le ricerche – ovviamente a spese nostre – facendo salpare da Lampedusa due motovedette, la nave Lavinia della Marina Militare e l’elicottero di bordo per monitorare il tratto di mare interessato. Alle 16,40 una motovedetta della Guardia costiera intercettava gli invasori. I due giovani, ovviamente in ottima salute, venivano trasbordati sulla motovedetta per Lampedusa dove sono arrivati alle ore 18.15. E dove verranno sfamati e mantenuti con le nostre tasse. Poi, inizieranno la loro carriera criminale in qualche città italiana, dove “bene che vada” spacceranno e ruberanno, oppure stupreranno una povera ragazza.
Due partono, un terzo finge di chiamare i soccorsi, e le nostre crocerossine corrono come fanatici dell’accoglienza, ma non se li portano in casa propria.
http://www.liberoquotidiano.it/news/cronaca/1213150/Immigrati–due-minori-tunisini-soccorsi-da-Guardia-Costiera-a-largo-Lampedusa.html
Il Kosovaro ha confessato: ora vada in galera, non ci sono scuse! Il Pm: “la violenza non è poi tanto grave”
DELIRANTI PAROLE DEL MAGISTRATO DETTORI
Ha confessato l’immigrato accusato della violenza sessuale nei confronti della giovane bergamasca che stava rientrando a casa dopo una serata con le amiche, lo scorso venerdì 4 gennaio. Durante una pausa dal lavoro notturno che svolgeva in aeroporto, al momento di prendere l’automobile sotto casa per tornare alla sua occupazione, il kosovaro 32enne afferma di essere stato colto da un raptus e di aver cominciato a toccare la vittima.
L’uomo, che ha risposto a tutte le domande poste dal giudice e dal pubblico ministero, ha spiegato che l’aggressione sarebbe durata solo un paio di minuti e ha escluso qualsiasi tipo di “congiunzione carnale”. Circostanza, quest’ultima, confermata dal procuratore di Bergamo Francesco Dettori: “Anche grazie all’intervento rapido delle forze dell’ordine – spiega il magistrato – dopo la violenza la vittima è stata immediatamente sottoposta a tutti gli accertamenti medici necessari: non solo non sono state trovate tracce di liquido seminale, che avrebbero potuto comportare grave rischio per la salute della ragazza, ma non sono state nemmeno riscontrate lesioni agli organi genitali che potessero essere riconducibili a uno stupro in senso stretto. Ci sono comunque stati dei palpeggiamenti violenti, che il nostro ordinamento configura come violenza sessuale”. Vomito per il modo con il quale il responsabile dei domiciliari Dettori, tratta la vicenda. Come se per una donna non fosse grave l’essere stata sbattuta su un auto ed avere evitato quello che lui chiama “stupro in senso stretto” solo grazie alla sua reazione, non certo perché l’immigrato colto da raptus l’abbia “risparmiata” Il procuratore Dettori – senza vergogna – tiene a precisare che questi sono stati i motivi che hanno portato alla scelta degli arresti domiciliari per il sospetto, scelta duramente contestata soprattutto dagli ultras dell’Atalanta che nei giorni scorsi hanno tirato bottiglie contro la casa dell’uomo e esposto striscioni con scritte come “vergogna” o “datecelo a noi”. “Senza voler sminuire il dolore della ragazza e il crimine di cui il 32enne è accusato – chiude Dettori – anche per la violenza sessuale esistono vari gradi di gravità. Nella scelta delle misure cautelari sono state applicate le norme di legge”. Un pazzo furioso.L’indagato, con un comunicato diffuso dai sui avvocati Francesca Signorelli e Rita Duzioni, si è ridicolmente dichiarato “profondamente pentito per la sofferenza psicologica ed emotiva arrecata alla vittima” e si è dichiarato disponibile “a riparare la stessa, qualora la parte offesa vi acconsenta, mediante un percorso di giustizia riparativa studiato ad hoc per le vittime di questo reato”. L’unica riparazione è il carcere prima, e il ritorno in quella sorta di stato criminale chiamato “kosovo”.
Gli avvocati hanno anche espresso preoccupazione per le condizioni di sicurezza dell’uomo e della sua famiglia, dopo le intimidazioni e i lanci di oggetti dei giorni scorsi: “io non dormo più nella mia stanzetta perché ho paura delle luci, avrebbe riferito alla difesa la bimba più grande”. “Tutta la famiglia teme per la propria incolumità – scrivono i due legali – si ritiene opportuno collocare la famiglia in altro luogo. Rendiamo pertanto noto che siamo alla ricerca di una comunità che possa accoglierli”. Magari a spese nostre. Ricollocateli in Kosovo.
http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/01/14/news/bergamo_il_kosovaro_confessa_e_stato_un_raptus_l_ho_toccata-50548653/