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Fucili e pistole in campo nomadi del Comune


PalermoToday

Palermo, fucili e pistole in campo nomadi: un arresto
Giornale di Sicilia
PALERMO. La polizia ha arrestato Ali Salji, 48 anni, residente al campo nomadi di Palermo, per detenzione di armi clandestine e modificate. Nel suo alloggio sono stati trovati e sequestrati 18 cartucce a pallettoni, un fucile marca Breda con canna
Palermo: sequestrate armi e munizioni in alloggio campo nomadi LiberoQuotidiano.it
Arrestato rom al campo nomadi Deteneva un fucile e due pistoleLive Sicilia

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Immigrati dell’Est terrorizzano il Sannio: famiglia sequestrata

Non si ferma la sequenza di rapine in villa nei piccoli centri del Sannio. Da qualche mese a questa parte, i malviventi hanno scelto come raggio d’azione della loro attività criminale la Valle Telesina, senza tralasciare, solo qualche giorno fa, un’incursione a S. Agata de’ Goti.
Ultimo episodio in ordine di tempo a Solopaca, dove, nella tarda serata di ieri, tre malviventi con il volto coperto da passamontagna, armati di pistole ed un fucile, si sono introdotti nella villetta di un impiegato 52enne, lo hanno minacciato minaccia e sono riusciti a portare via tre cellulari, alcuni oggetti in oro, 100 euro circa in contanti, oltre ad un fucile calibro 12, una Beretta calibro 9 short e alcune cartucce dello stesso calibro. Le armi erano regolarmente detenute dal padrone di casa. Secondo quanto riferito, i tre parlavano con accento dell’est Europa. Con la solita tecnica, i ladri, dopo aver rinchiuso nella camera da letto l’intera famiglia si sono dileguati a bordo di una Panda di colore chiaro. I militari, intervenuti sul posto per i rilievi tecnici e le indagini del caso, hanno eseguito una battuta in tutta la Valle Telesina per riuscire a rintracciare i ladri.

http://www.ilquaderno.it/rapine-villa-vittima-una-famiglia-solopaca-derubati-rinchiusi-camera-tre-malviventi-87899.html

Fermo, scontri tra “migranti”: agguato con pistole, molotov e spranghe

Porto Sant’Elpidio (Fermo) 21 agosto 2013  – Agguato in pieno centro a Porto San’Elpidio martedì attorno alle 24. Un gruppo di giovani ha infatti aggredito un romeno e la sua compagna con spranghe, colpi di arma da fuoco e bottiglie molotov.

I due erano appena saliti in auto quando si sono visti bloccare la strada da una decina di persone, che li ha aggrediti, rompendo i finestrini e colpendoli violentemente con delle spranghe. La coppia ha cercato di fuggire in retromarcia lungo via Mameli, coinvolgendo altre auto e passanti. Alcuni testimoni hanno sentito esplodere anche colpi di pistola. Il gruppo si è poi dileguato. Cinque i feriti. le conseguenze più serie sono per il ragazzo romeno colpito violentemente al petto.

Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di un regolamento di conti tra bande romene per al gestione del mercato della prostituzione sul territorio.

http://www.ilrestodelcarlino.it/fermo/cronaca/2013/08/21/937399-botte-coppia-romeni-regolamento-conti-prostituzione-porto-sant-elpidio.shtml

L’integrazione prosegue.

Rapine in villa: terrorizzano famiglia e pubblicano foto del colpo su Facebook

Latina 15 agosto 2013 – È stato arrestato a Bologna uno dei responsabili della cruenta rapina avvenuta lo scorso 16 settembre nella villa dei coniugi Rosato a Borgo Bainsizza.

Si tratta di un cittadino romeno di 48 anni  – per il quale nel marzo scorso era stata chiesta la custodia cautelare il carcere – fermato due giorni fa dai carabinieri durante un normale controllo in via Boldrini, zona stazione. L’uomo stava bivaccando sotto un albero con due connazionali quando i militari hanno controllato i loro documenti e l’hanno portato alla Dozza; “non ha fatto resistenza, quasi come non sapesse – ha spiegato Roberto Domini, il brigadiere che l’ha arrestato – che le polizie europee (gli inquirenti ipotizzavano che l’uomo fosse fuggito in Spagna) erano sulle sue tracce”.

Nella rapina di Borgo Bainsizza ai danni dei coniugi Rosato erano stati sottratti oltre 30mila euro in contanti, oltre ai gioielli e all’auto dell’imprenditore; durante il colpo marito e moglie erano stati legati e malmenati per ottenere informazioni su dove trovare denaro e preziosi. Ad agire una banda di 5 persone: due erano stati arrestati a marzo mentre degli altri tre si erano perse le tracce. Una rapina meticolosa nella realizzazione, ma con alcune “pecche”: proprio il 48enne romeno, nei giorni successivi al colpo, aveva postato sul suo profilo Facebook (e su quello della compagna) immagini che ritraevano pistole, coltelli e parte della refurtiva.

http://www.latinatoday.it/cronaca/rapina-villa-rosato-borgo-bainsizza-arresto-bologna.html

 

Giustizia privata: irrompono in casa, 81enne ne fa fuori uno a fucilate

Attimi di paura sabato sera, 29 giugno, intorno alle 23,30 in una villa a Casal Boccone, alla periferia di Roma. Durante un tentativo di rapina un imprenditore di 81 anni, dopo aver sentito dei rumori, ha sparato quattro colpi d’arma da fuoco ed ha ucciso uno dei ladri, un romeno di 36 anni con precedenti penali. I complici invece sono riusciti a fuggire senza portare via il bottino.

Come riporta il sito Ansa.it, quando l’anziano ha esploso i quattro colpi di pistola, sua moglie era già stata legata e imbavagliata. La posizione dell’uomo al momento è al vaglio degli inquirenti. “Se ti sequestrano tua moglie davanti a te, la legano e le puntano la pistola in testa, in bocca… Erano incappucciati e avevano le pistole”, ha spiegato l’uomo al Tgr Lazio, parlando al citofono con il giornalista: “Ho sorpreso il bandito e altri due complici nella villa dopo aver sentito dei rumori. Ho sparato soltanto a scopo intimidatorio, i tre erano armati”.

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1271307/Colpo-in-villa–imprenditore-di-81-anni-spara-e-uccide-il-rapinatore.html

Purtroppo in due sono riusciti a fuggire. Gli inquirenti pensino al romeno con precedenti che era fuori invece che dentro. Patetici.

 

Tunisia vuole processare Carabinieri

Sparatoria di Ravenna. Si prospetta un processo a Tunisi per i Carabinieri che a Ravenna avevano inseguito una banda di immigrati.
Tutto è iniziato con una rocambolesca fuga di tre immigrati tunisini a Marina di Ravenna. La loro vettura stava procedendo a a zig zag a tutta velocità su viale delle Nazioni e una pattuglia della polizia municipale ha intimato l’alt.
Dopo aver cercato di investire un agente, i tre giovani immigrati (due dei quali in Italia con permesso di soggiorno per motivi umanitari) hanno compiuto 4 speronamenti e hanno gettato fuori strada una prima auto dei carabinieri per poi dirigersi contromano nel pieno centro di Ravenna.
Poi avrebbero puntato delle pistole (rivelatasi in seguito delle repliche senza tappo rosso) contro i carabinieri che sono stati costretti a far fuoco uccidendo Ben Hassen già arrestato per resistenza, spaccio di droga e privato della patente di guida perché già in quell’occasione cercò di fuggire in auto dalla polizia.
Ora la beffa: la magistratura tunisina avrebbe chiesto formalmente gli atti dell’inchiesta sulla vicenda e avrebbe inviato una richiesta formale al Ministero degli Esteri, che, anziché rispedirla al mittente, l’ha girata alla Corte d’Appello di Bologna.
Infatti, il codice penale di Tunisi contempla la norma per cui si procede nei confronti del cittadino straniero (il carabiniere) che fuori dallo stato interessato abbia commesso a danno di un cittadino (Ben Hassen) un delitto.
Intanto l’inchiesta italiana (spiega ravenna24ore.it)sta volgendo al termine, e si dovrebbe chiudere – salvo colpi di scena – con l’archiviazione per entrambi i carabinieri indagati per omicidio colposo: uno perché estraneo ai fatti, l’altro perché si tratta di legittima difesa.

http://www.imolaoggi.it/?p=49756&fb_source=message

Già vediamo la congolese portare di persona i Carabinieri a Tunisi, e tornare in Italia con un bel carico di tunisini.