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Immigrati armati di coltello circondano e rapinano ragazzo sordo

Nerviano 05 luglio 2013 – Un terribile episodio di violenza. Questo è quanto accaduto a Nerviano la sera di mercoledì. Erano appena scoccate le sei di pomeriggio e Marco, con questo nome di fantasia chiameremo il 24enne nervianese audioleso protagonista di questa brutta vicenda, stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro. Camminava lungo viale Villoresi, pieno centro cittadino, quando tre persone gli si sono avvicinate.

Marco ha subito capito che qualcosa non andava: i tre lo guardavano con sguardo sospetto, così ha accelerato il passo e si è diretto verso casa prendendo una traversa del viale. I tre hanno continuato a seguirlo e, dopo alcuni metri, lo hanno fermato. “Uno faceva il palo, il secondo lo teneva fermo e un terzo lo minacciava con un coltello”, ci racconta la sorella del ragazzo. 

“Sei vestito da lavoro, dacci i soldi”, avrebbe detto uno dei tre a Marco. Il ragazzo ha capito le richieste dei tre malviventi leggendo il labiale dei tre. Sulle prime ha cercato di giustificarsi dicendo che non aveva nulla con sé, ma sentendo la lama del coltello contro la sua pancia e intuendo che i tre gli stavano proponendo di andare a prelevare ad uno sportello bancomat ha immediatamente consegnato loro quanto aveva con sé: circa duecento euro.

Marco, appena tornato a casa, ha raccontato tutto ai famigliari che immediatamente lo hanno portato alla vicina caserma dei carabinieri di Nerviano dove è stata fatta la denuncia contro ignoti. “Da quanto ha raccontato Marco non erano italiani — ci racconta la sorella — probabilmente erano stranieri”. 

http://www.milanotoday.it/cronaca/nerviano-rapina-ragazzo-audoleso.html

 

Rubano tombini sulle strade, arrestati 4 romeni – CorrierediRagusa.it

Rubano tombini sulle strade, arrestati 4 romeni
CorrierediRagusa.it
La necessità di racimolare qualche soldo supera la stessa fantasia. Quattro cittadini romeni sono stati arrestati dagli uomini della Suqadra Volanti della Questura per furto di tombini e danneggiamento degli impianti elettrici. Dobrica Florinel, 38

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Brescia: ragazza stuprata al parco da Etiope, xenofilo fa da palo

Riccardi si complimenta con il 'migrante'

L’ennesima vittima della propaganda e della sua stupidità. Si è fidata di un immigrato e del suo complice xenofilo che poco prima aveva conosciuto in un bar di Ospitaletto e l’avevano invitata a seguirli. Inutile il consiglio di un giovane amico – sicuramente un cattivo razzista – che l’aveva inviatata a non seguirli. Invece la ragazza, studentessa ventenne  di Ospitaletto, non in grado di discernere la realtà dalla fantasia propinata dalle tv, la notte del 4 marzo – anche se la notizia è stata resa nota solo ieri – attorno a mezzanotte ha raggiunto un parco pubblico del paese, poco distante dal bar. E lì l’Etiope di 45 anni l’ha stuprata. A poca distanza il bresciano xenofilo di 19 anni che abita nella Bassa, amico dell’etiope, faceva da «palo» in pieno stile “riccardi”, senza partecipare ai fatti poi contestati all’immigrato.  La ragazza è stata percossa e violentata. Seminuda e sola, in piena notte nel buio del parco, è riuscita a telefonare a casa e ha chiesto aiuto alla mamma. Erano le due di notte. Dopo pochi minuti al parco sono giunti la mamma e i carabinieri di Ospitaletto e di Chiari. La ragazzina in lacrime ha raccontato che uno straniero aveva abusato di lei. I carabinieri sono riusciti a rintracciare i due uomini che si stavano allontanando a piedi dal parco. Entrambi sono stati portati in caserma e trattenuti fino al ritorno della ragazzina visitata in ospedale . Un ginecologo ha accertato la violenza sessuale fissando una prognosi di 10 giorni per le lesioni subite. In caserma la giovane ha riconosciuto il bresciano e l’etiope. E anche chi li aveva visti insieme al bar ha testimoniato. Tornati al parco, i carabinieri hanno recuperato gli slip della ragazza e repertato materiale organico durante la visita in ospedale. Il gip ha convalidato gli arresti: l’etiope resta in carcere mentre il bresciano, accusato di concorso in violenza sessuale, attenderà il processo da uomo libero. Il magistrato ha disposto perizie sui reperti e ulteriori interrogatori.

La nostra soluzione: impiccagione per l’Etiope stupratore. Ma il fatto più sconvolgente di questa vicenda è il comportamento dello xenofilo, probabilmente il solito frequentatore di centri sociali dalla mente obnubilata dal consumo di varie droghe, che quasi come metafora della complicità tra xenofili e immigrati, ha lasciato stuprare una sua connazionale da un immigrato depravato, anzi, lo ha aiutato nello scempio. Non so voi, ma io vedo in questo la metafora dei Riccardie delle Boldrini che fanno da palo agli immigrati, mentre questi stuprano la nostra Patria.
E la ragazza. Probabilmente non in possesso di tutte le facoltà mentali, o forse talmente rincoglionita dalla propaganda mediatica, da non riconoscere il pericolo quando si presenta: perché l’immigrato è buono. Lo dice la tv.

Chiedevano soldi con la foto di un bambino (finto) malato

TREVISO – Anziché le tipiche rose tenevano in mano la foto di un bambino. Si avvicinavano alle auto, al semaforo all’incrocio tra viale Della Repubblica e strada Comunale delle Corti, e mostravano una foto di un bambino.

«È malato – raccontavano – Deve sottoporsi ad una costosa operazione chirurgica, dateci dei soldi».In realtà, però, come appurato dalla polizia, intervenuta sul posto per identificare i due mendicanti, si trattava di pura fantasia. I due in poche ore avevano racimolato 130 euro l’uno e circa 200 euro l’altro, un’attività evidentemente redditizia.Quando hanno chiesto ai due romeni di 19 e 29 anni chi fosse quel bambino, hanno dato versioni discordanti e non riuscivano a spiegare di chi era figlio.I poliziotti hanno capito che si trattava di una bufala, per questo hanno richiesto ai due, residenti in un campo nomadi di Milano, di seguirli in Questura.Qui è emerso che avevano precedenti per fatti analoghi. Sono stati denunciati per abuso della credulità popolare.

http://www.oggitreviso.it/chiedevano-soldi-con-foto-di-un-bambino-finto-malato-58403

Il tentato stupro di Brescia: la testimonianza della vittima

Stanno creando una società caotica

Non smette di piangere. Tra i singhiozzi non riesce a raccontare, nemmeno ad un’amica, i momenti tremendi che ha vissuto.
I familiari che l’hanno vista dopo le botte e la tentata violenza sessuale dicono che è «irriconoscibile». Che ha il viso talmente gonfio per le percosse che pare «sfigurata».
Vorrebbe dimenticare Maria (nome di fantasia) quella sensazione di soffocamento che le provoca ancora ripensare alle mani dell’aggressore sulla pelle e alla voce di quell’immigrato che voleva abusare di lei. Vorrebbe cancellare quell’angoscia provata mentre cercava di sfuggirgli e veniva più volte ripresa e picchiata. «Sono riuscita a salvarmi solo perché ho reagito. Perché ho picchiato pure io», riesce a dire all’amica, per telefono. E aggiunge: «Ho tirato fuori una forza che non sapevo di avere. Sono arrivata a mordergli un dito. Ma sono certa, lo riconoscerei ovunque».
Le colleghe della 46enne – che si alternano su turni d’ingresso e d’uscita in orari considerati «a rischio» come le 6 del mattino, appunto, e le 22 -, evidenziano come nel giro di sei mesi, con quella di ieri, si sia arrivati alla terza aggressione da parte di immigrati subita da una di loro. Quest’estate ad una cinquantenne è stata strappata la catenina d’oro. Pochi giorni dopo un’altra giovane è stata palpeggiata proprio mentre suonava il citofono della struttura, in via Milano. Quello di ieri mattina, all’ingresso carraio della struttura sanitaria (per accedere alla quale è necessario aprire ben tre cancelli diversi) però, è stato decisamente l’episodio più grave.
«Ce lo aspettavamo che prima o poi sarebbe successo qualcosa del genere» aggiungono le colleghe molto preoccupate per l’accaduto e in pena per l’amica. L’ingresso su via Milano ricade invece sotto l’occhio vigile di una telecamera, e soprattutto è molto ben illuminato, a differenza del vicolino che si affaccia su via Villa Glori. E una prima soluzione potrebbe esser quella di far entrare tutti dall’ingresso principale.

http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/tentato-stupro-sono-salva-perche-ho-reagito-1.14979

Lo stupro del quale si parla, e’ questo: http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/violenza-sessuale-a-brescia-donna-sfugge-a-due-maghrebini/