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E’ allarma mafia zingara a Vasto: “Applicare legge antimafia”

«Chiediamo che vanga adottata la legge antimafia a Vasto, visto il gran numero di Rom che delinquono, che prevede la confisca dei beni nel momento che il proprietario del bene non riesce a chiarire la provenienza di soldi per la realizzazione o acquisto di tali immobili» conclude Pettinari.

Le due associazioni gireranno, al sindaco di Vasto Luciano Lapenna, le richieste a mezzo diffida. Lapenna, nel caso rimanesse sordo, potrebbe essere accusato di abuso di atti d’ufficio.

Riuscirà Lapenna ad affidare la villa confiscata ai rom alle due associazioni e denominarla “Villa Falcone Borsellino – struttura confiscata alle famiglie Rom per spaccio di droga’? Ci piacerebbe saperlo sempre se il sindaco ci degna di una risposta.

 

Stefano Moretti, dell”Osservatorio Antimafia’, e Riccardo Alinovi, dell’associazione ‘Codici’, annunciano, in una conferenza stampa, di aver fatto richiesta al sindaco dell’assegnazione di due stanze all’interno della villa confiscata in Via Dei Bontempi al fine di poterle utilizzare come sedi delle due associazioni. Alinovi e Moretti sono le uniche voci che si levano contro quella che può essere definita una vera e propria mafia che si sta strutturando nel territorio vastese grazie, soprattutto, a complicità politiche e istituzionali. «Viviamo e lavoriamo sul territorio – spiega Riccardo Alinovi – e sappiamo cosa succede nella nostra città. Qui si respira una brutta aria ma pare che il sindaco non se ne sia accorto». Gli fa eco Stefano Moretti:«Le istituzioni tutte devono capire che il territorio vastese è in mano ad una quinta mafia. Il sindaco Luciano Lapenna deve svegliarsi dal torpore che lo circonda e scendere in strada a vedere cosa succede».

Le due associazioni, che operano da anni sul campo, rappresentano il vero termometro sociale della città. I continui incendi e intimidazioni, in effetti, non sono frutto di bravate di ragazzini ma, invece, una vera e propria spregiudicatezza nel voler affermare supremazia e controllo del territorio. La politica è ferma, immobile e noi ne siamo la testimonianza diretta. Ieri abbiamo provato a contattare più volte il sindaco Luciano Lapenna ma non ci ha mai risposto al telefono. Perché tutto questo silenzio? Qualche giorno fa abbiamo contattato anche il vice Questore di Vasto Cesare Ciammaichella con cui, anche in questo caso, non siamo riusciti a metterci in contatto.

L’aria è pesantissima a Vasto e Stefano Moretti e Riccardo Alinovi sono completamente isolati, soprattutto dalle istituzioni. «Qualora venisse confermata la confisca da parte della Cassazione della villa confiscata a Carmine Bevilacqua e Lucia Sauchella, chiediamo che venga messa a disposizione delle due associazioni» ha tuonato Domenico Pettinari in videoconferenza da Pescara. La villa, sequestrata nel 2010 ai due coniugi, fu sequestrata a seguito delle indagini della Guardia di Finanza che scoprirono che i due, pur essendo sconosciuti al fisco e assegnatari di una casa popolare, vivevano in una villa del valore di 1.250.000 euro.

Il Responsabile dello Sportello Interterritoriale ha poi aggiunto:«L’ordinamento giuridico italiano prevede la figura dell’autorità di pubblica sicurezza che deve garantire: la sicurezza dei cittadini, l’ordine pubblico e la pace sociale di una collettività. Questi tre elementi, a seguito di tutto ciò che è accaduto, a Vasto sono gravemente compromessi» spiega Pettinari. Poi continua:«l’autorità di Pubblica Sicurezza provinciale è il Prefetto e, a cascata, un’autorità locale rappresentata dal dirigente del commissariato di polizia di Vasto e il sindaco della città in qualità di ufficiale di governo. La richiesta di ‘Codici’ e ‘Osservatorio Antimafia’ è chiara:«basta con gli uomini della polizia municipale e della polizia che stazionano all’interno degli uffici. C’è bisogno che, in questo momento di grave emergenza sicurezza, almeno l’85% dell’organico scenda in piazza». Un altro aspetto che le due associazioni riportano all’attenzione è quella della videosorveglianza. «Il sindaco di Vasto è nella condizione di trovare i soldi visto che, in questo momento, i Comuni stanno facendo il bilancio preventivo» chiarisce Pettinari. Nel caso in cui le autorità non sono in grado di prevedere e mettere in atto questa tipologia d’interventi, deve intervenire il Prefetto e coordinare le operazioni. «Chiediamo che vanga adottata la legge antimafia a Vasto, visto il gran numero di Rom che delinquono, che prevede la confisca dei beni nel momento che il proprietario del bene non riesce a chiarire la provenienza di soldi per la realizzazione o acquisto di tali immobili» conclude Pettinari.

Le due associazioni gireranno, al sindaco di Vasto Luciano Lapenna, le richieste a mezzo diffida. Lapenna, nel caso rimanesse sordo, potrebbe essere accusato di abuso di atti d’ufficio.

Riuscirà Lapenna ad affidare la villa confiscata ai rom alle due associazioni e denominarla “Villa Falcone Borsellino – struttura confiscata alle famiglie Rom per spaccio di droga’? Ci piacerebbe saperlo sempre se il sindaco ci degna di una risposta.

http://www.zonedombratv.it/news/1098-vasto-le-associazioni-codici-e-osservatorio-antimafia-chiedono-affidamento-confisca-beni

Immigrati armati di coltello circondano e rapinano ragazzo sordo

Nerviano 05 luglio 2013 – Un terribile episodio di violenza. Questo è quanto accaduto a Nerviano la sera di mercoledì. Erano appena scoccate le sei di pomeriggio e Marco, con questo nome di fantasia chiameremo il 24enne nervianese audioleso protagonista di questa brutta vicenda, stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro. Camminava lungo viale Villoresi, pieno centro cittadino, quando tre persone gli si sono avvicinate.

Marco ha subito capito che qualcosa non andava: i tre lo guardavano con sguardo sospetto, così ha accelerato il passo e si è diretto verso casa prendendo una traversa del viale. I tre hanno continuato a seguirlo e, dopo alcuni metri, lo hanno fermato. “Uno faceva il palo, il secondo lo teneva fermo e un terzo lo minacciava con un coltello”, ci racconta la sorella del ragazzo. 

“Sei vestito da lavoro, dacci i soldi”, avrebbe detto uno dei tre a Marco. Il ragazzo ha capito le richieste dei tre malviventi leggendo il labiale dei tre. Sulle prime ha cercato di giustificarsi dicendo che non aveva nulla con sé, ma sentendo la lama del coltello contro la sua pancia e intuendo che i tre gli stavano proponendo di andare a prelevare ad uno sportello bancomat ha immediatamente consegnato loro quanto aveva con sé: circa duecento euro.

Marco, appena tornato a casa, ha raccontato tutto ai famigliari che immediatamente lo hanno portato alla vicina caserma dei carabinieri di Nerviano dove è stata fatta la denuncia contro ignoti. “Da quanto ha raccontato Marco non erano italiani — ci racconta la sorella — probabilmente erano stranieri”. 

http://www.milanotoday.it/cronaca/nerviano-rapina-ragazzo-audoleso.html