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Rumeno con furgone trasportava oltre una tonnellata di rame rubato

Ancora business del rame, fenomeno esploso con l’immigrazione dalla Romania, e che può avere conseguenze drammatiche

ROMAViaggiava sulla via Collatina trasportando un carico di 1145 chili di lastre di rame rubato, su un furgone della Kia. Ma il carico non è passato inosservato ai carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma, impegnati in alcuni controlli stradali.
Intimatogli l’alt il conducente del mezzo da lavoro ha però accelerato la sua corsa ingaggiando un inseguimento con i militari dell’Arma. E’ accaduto alle 5:30 di questa mattina, 17 marzo..

FUGA A PIEDI – Un inseguimento terminato all’altezza del civico 383 della via Collatina, quando l’autista del mezzo, braccato dai carabinieri, ha abbandonato il furgone in strada cercando rifugio in un palazzo occupato da cittadini stranieri ( degrado chiama degrado, ndr). Ma si è rivelato un tentativo vano.

Individuato e fermato dai militari dell’Arma, l’autista del mezzo, un 19enne romeno senza fissa dimora, non è riuscito a fornire spiegazioni rispetto alla provenienza dell’oro rosso. Condotto in caserma i carabinieri hanno poi appurato il furto non solo delle lastre di rame, 1145 chili di metallo solitamente usato per le coibentazioni dei tetti, ma anche quello del furgone della Kia, ‘sparito’ lo scorso 13 marzo da via Galeazzo Alessi, a Tor Pignattara.
http://www.romatoday.it/cronaca/furgone-rame-rubato-via-collatina.html

Un’altra piaga dell’Italia al tempo di Schengen e clandestini. Piaga molto pericolosa, perché spesso il rame viene rubato dai binari ferroviari, con conseguenze potenzialmente drammatiche.

Organizzava ‘viaggi’ per sedicenti profughi

PADOVA. Il 27enne somalo Alì Hassan Hassan, da qualche anno residente a Padova, non è riuscito a fuggire come invece hanno fatto due suoi compari e gli agenti della Polizia ferroviaria di Mestre lo hanno arrestato due giorni fa e ieri il pubblico ministero Stefano Ancilotto ha chiesto la convalida per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Ad attirare i poliziotti nella piazzetta antistante la stazione ferroviaria di Mestre, l’altra sera, è stata una lite in cui erano coinvolte almeno sette-otto persone: quando sono arrivati i poliziotti, in tre hanno subito cercato di fuggire, ma uno di loro, Hassan, è stato bloccato.

Altri quattro si sono fatti tranquillamente accompagnare negli uffici della Polizia: il primo problema, per gli agenti, è stata la lingua. Hassan l’italiano lo parlava bene, mentre gli altri quattro non ne conoscevano una parola, così hanno dovuto cercare e attendere l’arrivo di un interprete per riuscire a ricostruire quello che era accaduto.

Con il suo aiuto, finalmente, gli inquirenti hanno raccolto le testimonianze dei quattro somali che altro non erano che altrettanti clandestini ai quali Hassan aveva o, meglio, doveva organizzare il viaggio per arrivare in Norvegia.

Quella, infatti, era la loro meta e il somalo arrestato, dopo avergli fatto avere documenti d’identità fasulli, aveva acquistato i biglietti del treno, ma quando i quattro hanno scoperto che avrebbero potuto arrivare soltanto a Vienna, i ticket erano fino alla stazione della capitale austriaca, hanno protestato e ne è nata la lite interrotta dall’arrivo degli agenti della Polfer.

I quattro clandestini hanno raccontato il loro calvario: hanno spiegato di aver pagato ben seimila dollari per raggiungere l’Italia, qui ne avrebbero dovuto versare altri cinquemila per arrivare in Norvegia, ma avevano finito il denaro e, allora, avevano chiesto ai parenti di spedire in Italia la cifra che era necessaria con l’impegno di versarla all’organizzazione alla quale si erano affidati per raggiungere la loro meta. Poi, però, hanno scoperto che avevano deciso di aiutarli ad arrivare soltanto fino a Vienna e poi dei lasciarli al loro destino. Per questo si erano arrabbiati e avevano cominciato a litigare con Hassan e gli altri due.

Hanno raccontato di essere partiti dalla Somalia e, attraversando il deserto, di essere arrivati in Libia, da dove sono partiti per le coste italiani, attraversando il mediterraneo. Sbarcati in Sicilia erano stati accolti in un Centro per immigrati dove sono rimasti per alcuni giorni, ma da dove non era stato difficile allontanarsi. Raggiunto Napoli avevano contattato coloro che avevano organizzato il viaggio fino a Padova, dove ad attenderli c’erano Hassan e gli altri due, che li avevano accompagnati fino a Mestre.

Prima, però, avevano scattato le foto a tutti e dopo qualche giorno avevano fornito ai quattro altrettanti documenti falsi in modo che potessero viaggiare superando i controlli. L’ultima tappa doveva essere quella del viaggio in treno per attraversare tutta l’Europa per raggiungere la Norvegia, dove volevano fermarsi. Ma quella sera avevano scoperto che i biglietti erano soltanto fino a Vienna.

Lunedì, il giudice veneziano Giuliana Galasso interrogherà Hassan e deciderà se le testimonianze dei quattro clandestini sono sufficienti per convalidare il suo arresto. Nel frattempo, gli investigatori della Polizia cercheranno di risalire ai due complici del somalo dando loro un volto e un nome.
http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/02/22/news/falsi-viaggi-ai-profughi-arrestato-somalo-1.10914054

‘Profugo’ minorenne prende a pugni operatrice: ‘denunciato’

Brutta aggressione, per una operatrice di una comunità per minori di Agrigento. La donna sembra sia stata aggredita con un pugno da un giovane extracomunitario ospite della struttura in cui lavora l’operatrice, giovane che poi si è dileguato, non prima di aver portato via con sè alcuni documenti dall’ufficio del centro. L’extracomunitario è stato rintracciato nel pomeriggio e denunciato a piede libero dai poliziotti della sezione Volanti della Questura di Agrigento.

http://www.canicattiweb.com/2015/02/22/agrigento-operatrice-di-una-comunita-aggredita-da-giovane-migrante-che-le-ruba-i-documenti/

Continueremo a mantenerlo a circa 90€ al giorno, tanto ci costano i minorenni clandestini.

Calciatore africano su Porsche senza patente: per la seconda volta, solo denunciato

 

NON L’HA MAI CONSEGUITA

Che l’Italia sia il parco giochi di criminali, clandestini e dementi da ogni parte del mondo è noto. Ce lo ricordano ogni giorno i crimini commessi dagli immigrati, ce lo ha detto anche la giornata di follia dei ‘tifosi’ olandesi a Roma. Gli immigrati ricchi non sono diversi da quelli vomitati dai barconi. I calciatori africani, poi, sommano in uno, le due categorie notoriamente più intellettivamente dotate,

L’attaccante della Fiorentina Khouma Babacar, senegalese, è stato fermato dalla polizia la scorsa notte mentre guidava una Porsche Cayenne senza patente alle 3 del mattino in compagnia di un connazionale. L’africano non ha mai conseguito la patente, ed è recidivo, nell’agosto 2011 i Carabinieri lo fermarono per lo stesso motivo. Ma invece di venire arrestato, se l’è cavata con una denuncia e il fermo amministrativo del veicolo.
 
Anzi, in mattinata, il senza patente africano ha presenziato – dall’alto del suo esempio – all’iniziativa ‘Razzisti? Una brutta razza’ a Palazzo Vecchio.
 

Ci sono ‘razze’ peggiori. Ad esempio chi guida senza patente, e chi, invece di vergognarsi, affida ad elementi del genere una propria demenziale campagna pubblicitaria.

Il personaggio in questione, a differenza di un italiano può tranquillamente fare quello che vuole. Riassume in sé due tipologie di ‘vacca sacra’: l’immigrato e il calciatore. Queste due categorie possono fare in Italia quello che vogliono.

http://voxnews.info/2015/02/21/tesimonial-antirazzismo-scorrazza-in-auto-senza-patente/

Bari: coltellate nella ‘tendopoli dei profughi’ davanti a scuola materna

baritendopoli

La notte scorsa nella tendopoli della Protezione Civile in via Brigata Regina a Bari nel quartiere Libertà, dove sono stati trasferiti i profughi clandestini dall’ex convento di Santa Chiara, si sono registrati momenti di tensione. Sembra che tra due migranti sia scoppiato un diverbio e dalle parole siano venuti alle mani, tanto che uno sarebbe stato ferito lievemente con un coltello. Sui motivi alla base della lite sta indagando la Polizia Municipale, intervenuta per sedare gli animi.

http://bari.ilquotidianoitaliano.it/cronaca/2014/11/news/migranti-lite-tendopoli-ferito-62520.html/


Ragazzo aggredito da 3 clandestini senegalesi

Nuovo episodio di violenza ha sconvolto la ‘movida’ di Pescara Vecchia: intorno alle ore 1.30 di venerdì notte, un 23enne pescarese è stato aggredito in corso Manthonè da due senegalesi, uno di 33 anni e l’altro di 38.
I due, fingendo di parlare con un loro connazionale, hanno sfilato al giovane 25 euro mentre questi riponeva il denaro nella tasca della giacca dopo aver comprato una pizzetta. Di fronte alle sue proteste, i rapinatori lo hanno afferrato per la gola e strattonato, per poi fuggire verso corso Garibaldi.

Ma la fuga non è durata a lungo: grazie alle descrizioni fornite dalla vittima, una pattuglia della Squadra Volante ha acciuffato i due responsabili dopo pochi minuti. Oltre alla denuncia in stato di libertà, per loro, essendo irregolarmente presenti in Italia, il magistrato ha disposto l’espulsione dal territorio nazionale.

Stessa sorte per un terzo senegalese, 21enne, che pur non avendo partecipato alla rapina si era prestato come “palo” per dar modo agli altri di avvicinare la vittima. Quando la polizia lo ha fermato per identificarlo, il giovane ha tentato la fuga e una volta raggiunto ha colpito uno degli agenti intervenuti, provocandogli una lieve lesione. Anche in questo caso sono state avviate le procedure di espulsione.

http://www.viverepescara.it/index.php?page=articolo&articolo_id=505589

Coltellate al volto: “Così ora nessuno ti guarderà”

“Così ora non ti guarderà nessuno”: lo ha detto alla moglie un uomo, dopo averla sfregiata con un coltello.
Prima l’uomo, un 34enne romeno residente a Vigevano (Pavia) aveva tenuto la donna chiusa in casa per diversi giorni. Alla fine la decisione di sfigurarla, con una coltellata al viso.

E’ stato denunciato per maltrattamenti in famiglia, lesioni e sequestro di persona. Le violenze sarebbero cominciate a maggio,testimone a volte la figlia di 4 anni.La donna è in un domicilio segreto.

http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/notiziasolotesto.jsp?id=1000028&pagina=801&sottopagina=01

A spese nostre. Non sarebbe stato più semplice arrestare il romeno? No, con Renzi, per essere arrestati devi, come minimo, protestare contro i clandestini in hotel.

Risorse cinesi: 82 dormitori in un capannone…a Plato

Undici mesi sembrano essere passati inutilmente. Il 1° dicembre dell’anno scorso il rogo nella fabbrica al Macrolotto di Prato dove morirono sette operai cinesi. Oggi un capannone, sequestrato da carabinieri e vigili urbani nella zona dell’ippodromo. E’ un edificio trasformato abusivamente al suo interno in un labirinto con 82 dormitori (per un totale di 151 posti letto) destinati agli alloggi degli operai di 10 ditte tessili di cinesi, tutte, anche queste, dentro lo stesso stabile.

Una struttura che ricorda drammaticamente “Teresa moda”, la fabbrica dove il 1° dicembre 2013 morirono in un incendio sette operai cinesi che non riuscirono a fuggire in tempo. E come allora (ma ci sono stati altri casi meno eclatanti) anche questa volta il proprietario dell’immobile è una società italiana di cui è titolare una donna.

All’esterno, lo stabile – esteso per 3.500 metri quadri su due piani – si presenta in buone condizioni. Ma dentro carabinieri, polizia municipale, Asl e vigili del fuoco hanno trovato una situazione illegale sia per l’igiene, sia per la sicurezza con una evidente situazione di pericolo.

La struttura era stata frazionata abusivamente (con tramezzi e soppalchi) per ricavarne varie metrature: le parti sono state poi affittate alle ditte orientali, come laboratori e come dormitori per gli operai in una commistione di spazi definita anche ‘complicata’ proprio per l’andamento ‘a labirinto’ degli ambienti così ricavati. Sono state accertate, tra l’altro, varie carenze: assenza di estintori nei laboratori al primo piano, una quindicina di bombole di gas diffuse un po’ dappertutto per alimentare le cucine e riscaldarsi, macchinari difettosi (161 quelli sequestrati), l’interferenza continua tra ambiente di lavoro e alloggio di fortuna, vie di fuga inesistenti.

Inoltre, in tre ditte gli ispettori del lavoro hanno trovato anche lavoratori ‘a nero’ e clandestini, tutti cinesi: a queste aziende è stata sospesa l’attività imprenditoriale e sono stati denunciati i datori di lavoro per favoreggiamento e sfruttamento dei lavoratori irregolari. Accertamenti sono stati avviati sulla proprietà italiana dell’immobile.

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2014/11/01/news/nella_fabbrica-labirinto_a_prato_trovati_82_dormitori-99542947/?ref=HREC1-24

Dietro gli invasori c’è sempre un traditore, sia esso un ministro o uno speculatore.

Roma: strage nel palazzo dei clandestini

Una marocchina e i suoi due figli sono stati trovati morti in casa a Roma, nel quartiere di San Giovanni.

La donna è stata trovata impiccata in una stanza, i cadaveri dei bambini in un’altra. Una terza bambina è in fin di vita.

Tutte le ipotesi investigative sono al vaglio della Polizia, ma visto che i bambini hanno ferite di arma da taglio sul corpo, la madre è impiccata e il padre non c’è…

I cadaveri sono stati trovati in un appartamento al quarto piano di via Carlo Felice, 69 nel quartiere San Giovanni a Roma, in un palazzo occupato da anni da centinaia di clandestini.

Il degrado dilaga.

http://voxnews.info/2014/10/27/strage-marocchina-a-roma-madre-impiccata-figli-uccisi-manca-il-padre/

Difende bimbo di 10 anni da immigrati: prelevato da scuola e pestato a sangue

Dispiace dover passare sempre per bastian contrario, per rompicoglioni, per uno che ha sempre qualcosa da dire e da ridire, ma quanto avvenuto all’Isis pardon Itis Fermi richiede una riflessione provocatoria, ma ricca di significato. Se avrete voglia di litigare, allora andate avanti nella lettura se, al contrario, preferite mettere la testa sotto il cuscino, fate bene, fermatevi e, vista l’ora, dormite sonni tranquilli se ne siete capaci. Uno studente di 15 anni, di Capannori, che aveva difeso un bimbo di dieci anni, quest’estate, dalle vessazioni di un quindicenne marocchino, è stato oggetto di una vera e propria spedizione punitiva ad opera del coetaneo maghrebino che si è fatto aiutare da altri tre connazionali, un maggiorenne e due minorenni. Il quartetto di delinquenti è entrato nel piazzale della scuola di San Filippo, ha varcato la soglia che dà accesso all’istituto e, individuata la preda, l’ha catturata, portata fuori e riempita di calci e pugni fino a romperle un gomito con gesso per 30 giorni e i genitori che non sanno che pesci prendere impotenti davanti a tanta violenza gratuita. Il maghrebino più bastardo dei quattro, ossia l’ideatore del raid, ha già un precedente specifico ed è attualmente sospeso dalla scuola perché ha minacciato una insegnante. C’è da domandarsi come mai, quest’ultimo episodio, non sia stato portato alla luce dei media visto che, in genere, basta un crocofisso appeso alla parete o un menu alla toscana per far gridare la Sinistra antinazionale, idiota e disfattista, al razzismo o, peggio ancora, al fascismo.

http://www.lagazzettadilucca.it/ce-n-e-anche-per-cecco-a-cena/2014/10/siamo-clandestini-in-casa-nostra-per-il-ragazzo-pestato-all-isis-fermi-nessuna-marcia-ne-sciopero-di-solidarieta-o-protesta/