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Guidonia: minaccia i familiari per estorcergli denaro con l’aiuto di due romeni

Una serie di minacce alla famiglia per avere continuamente denaro. Per convincerli pianificava tutto con l’aiuto di due complici, due fratelli di origine romena. L’uomo, 42enne di Guidonia, ha cominciato a chiedere l’aiuto economico dei familiari poco dopo essersi trasferito in Romania, ufficialmente per ragioni di lavoro. Diceva di voler tornare in Italia, perché all’estero non si era trovato bene. 

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Boldrinate: dietro l’omicidio di Cisterna un giro di permessi di soggiorno

Giornata dedicata all’interrogatorio di Raj Kumra e all’esame delle salme. Il duplice omicidio di Cisterna, madre e figlie uccise dal marito di Stefania Di Grazia che ha poi infierito anche su Martina Incocciati, entra nella fase degli ultimi accertamenti. Questa mattina il medico legale Saverio Potenza riceverà l’incarico dal magistrato per eseguire l’autopsia sulle salme di madre e figlia. I cadaveri sono stati portati dall’agenzia Ianiri di Cisterna al cimitero di Latina, dove si svolgeranno gli esami previsti. Subito dopo le salme saranno a disposizione dei familiari, funerali forse domani. Nelle stesse ore forse l’indiano di 36 anni, assistito dall’avvocato Benedetto Faralli, sarà ascoltato dal giudice per le indagini preliminari Costantino De Robbio, anche se in serata il difensore non aveva ancora ricevuto la notifica. Sull’operaio – in stato di fermo – pende l’accusa di duplice omicidio, è reo confesso e ha spiegato al magistrato che segue la vicenda, il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, di aver agito perché esasperato dalle continue richieste di denaro di Stefania. Poi ha ricostruito il delitto, ha detto che una volta uccisa lei ha dovuto eliminare anche la figlia, testimone scomoda dell’omicidio. «Era spaventato dalle minacce della donna che gli diceva continuamente che l’avrebbe fatto cacciare dall’Italia – spiega l’avvocato Faralli – sapeva che voleva soldi, sabato mattina aveva portato 100 euro, lei ne pretendeva almeno 500 e l’uomo ha reagito. Erano mesi che pagava». Gli investigatori avevano parlato di un debito di 8.000 euro riferito dallo stesso Raj Kumra.

LA RICOSTRUZIONE – I carabinieri del reparto crimine violento del Ros hanno lavorato a lungo anche ieri, insieme ai colleghi del comando provinciale, per non lasciare nulla di intentato. In particolare andranno consegnati dettagliatamente tutti gli spostamenti dell’indiano la mattina di sabato, quella del delitto. Grazie ai tabulati telefonici gli uomini del colonnello Giovanni De Chiara hanno scoperto che Raj aveva chiamato la donna il giorno prima, poi le «celle» dei telefonini lo hanno dato nella zona del delitto proprio nelle ore in cui si consumava il duplice omicidio. Altri accertamenti del reparto territoriale di Aprilia, con il maggiore Andrea Mommo, il capitano Ivano Bigica e il comandante della stazione di Cisterna, maresciallo Giovanni Santoro, hanno portato all’individuazione dell’indiano a Nettuno e alla ricostruzione dell’attività per la quale era stato ricattato. Arrivando fino a uccidere.
«Stiamo verificando – spiega il colonnello De Chiara – le pratiche aperte dalla donna presso l’Inps e con l’ufficio stranieri della Questura». Non si esclude, a questo punto, un giro più vasto legato ai permessi di soggiorno.

http://www.ilmessaggero.it/LATINA/madre_figlia_omicidio_cisterna_latina/notizie/263895.shtml

Tutto il nostro dispiacere è per la morte della povera ragazza. Solo per lei.

Preso a bottigliate dal rapper: ragazzo in coma

 
ERBA –  «Noi non vogliamo la violenza. Balli, canti e ti intrattieni con quelle cose». Altro che sberle o bottigliate in testa. Lo diceva con lo sguardo convinto, davanti alla telecamera, nelle vesti di rapper, Emmanuel Jeremias Donè, 23 anni, residente a Rebbio di Como. Un anno e mezzo dopo, un’altra telecamera ha raccontato una verità diversa, fatta – questa sì – di violenza. E il giovane è stato arrestato per tentato omicidio, per aver mandato in coma un coetaneo a colpi di bottiglia in testa.I carabinieri di Albate, nel fine settimana, hanno portato in cella il ragazzo protagonista della violenta rissa scoppiata lo scorso fine settimana a Tavernerio, tra due gruppi di giovani, al termine di una serata in discoteca al “K-Klass”. “Jere” Doné stesso si era presentato ai carabinieri il giorno dopo la lite costata il coma a Mirko Leonti, 23 anni anche lui, residente ad Erba. La versione offerta dal giovane rapper raccontava di un’aggressione ai suoi danni e di bottigliate inferte solo per legittima difesa.

Una settimana più tardi quella versione, nella lettura degli atti della Procura, è crollata di fronte alle dichiarazioni di alcuni testimoni “neutrali” presenti alla rissa e delle immagini delle telecamere di sicurezza del negozio Ceres, nel parcheggio dell’Eurospin di Tavernerio, dov’è avvenuta la lite.
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Padova: pensionato umiliato, derubato e ridotto in schiavitù da due immigrati

CATTIVI MAESTRI

PADOVA – Arrestati dalla squadra mobile di Padova due romeni responsabili di vessazioni nei confronti di un pensionato padovano, di cui sfruttavano le condizioni di inferiorità fisico-psichica e solitudine con continue violenze ed angherie. Della vittima ora si stanno occupando i servizi sociali. I due arrestati, secondo quanto è emerso nelle indagini della polizia, costringevano il pensionato a prelevare in loro favore la sua modesta pensione, prosciugandogli il conto in banca, e occupando persino la sua abitazione.D’intesa con il pubblico ministero euganeo, Benedetto Roberti, a tutela della persona offesa, la squadra mobile ha compiuto un blitz arrestando i due romeni per estorsione pluriaggravata e circonvenzione di incapace. «Ho per le mani una gallina dalle uova d’oro» diceva George Constantin Buruiana, 31 enne al telefono con i familiari, vantandosi della sua condizione di supremazia psicologica sul pensionato padovano, di fatto ridotto al ruolo di cameriere dell’arrestato, finito in carcere assieme al connazionale 36enne Mari Mugurel. Dal conto corrente dell’anziano sarebbero spariti nel giro degli ultimi sei mesi almeno 10mila euro, e il pensionato era costretto a tollerare la presenza in casa sua di banchetti a cui partecipavano fino a una ventina di romeni. Il blitz degli uomini della polizia è scattato quando il pensionato è andato a ritirare la pensione in posta. Il denaro, fotocopiato preventivamente dagli investigatori, è stato trovato, 800 euro in tutto, addosso ai due arrestati poche ore dopo il prelievo. Dell’assistenza dell’anziano si stanno occupando i servizi sociali del comune di Padova. Il pensionato vive da solo senza nessun familiare prossimo, a quanto risulta, che si prenda cura di lui.

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2013/4-febbraio-2013/pensionato-prigioniero-due-romeni-arrestati-2113835914700.shtml