Il Messaggero |
Via Salviati, in corso lo sgombero dei rom
Corriere della Sera 184 del 5 agosto 2013 che aveva disposto «il trasferimento immediato di persone e cose dall'insediamento abusivo di nomadi sito in via Salviati» e il loro ricollocamento «presso il villaggio della solidarietà di Castel Romano». Ma «lo sgombero forzato … Nomadi, primo sgombero del sindaco Marino. Via 120 rom dall … Nomadi: Amnesty, sgombero forzato a Roma NOMADI, SGOMBERO VIA SALVIATI: DEMOLITE BARACCHE |
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Via Salviati, in corso lo sgombero dei rom – Corriere della Sera
Zingare aggrediscono suora: faceva la spesa per loro!
NUORO, 28 MAGGIO 2013 – Siamo a Nuoro. In via Manzoni. Quando un’anziana suora è stata aggredita e spintonata da tre ragazze rom. La religiosa, tra le altre cose, una volta alla settimana si occupava di fare la spesa proprio per i rom. Un episodio che lascia veramente l’amaro in bocca.
I tre la conoscevano veramente molto bene ma non avrebbero esitato ad aggredirla: solo grazie alla testimonianza di un passante la suora facente parte della casa d’accoglienza San Giuseppe di Nuoro, è riuscita a trovare protezione e poi le tre ragazze sono scappate via.
Secondo una prima ricostruzione, la povera anziana religiosa stava rientrando nella struttura affaticata dal peso delle buste della spesa, quando a pochi passi dall’ex mercato civico, un gruppetto di ragazze rom, tre per l’esattezza, le sono andate incontro. Una di loro, sigaretta in mano, e teneva anche un neonato all’interno del marsupio, si sarebbe avvicinata con fare minaccioso. Inizialmente l’avrebbe spintonata e poi con la complicità dell’amica la suora sarebbe stata insultata; mentre una terza componente del gruppetto cercava di toglierle il velo.
Però solo grazie all’intervento di un passante che ha assistito alla tragica scena ha permesso alla religiosa di arrivare in piena sicurezza alla struttura dove alloggia.
Roma: aggredita e rapinata in casa popolare occupata abusivamente da delinquenti nigeriani
Roma 02 mag 2013 – Si è recata nella serata di ieri, insieme i suoi due figli, un maggiorenne ed un minorenne, presso l’abitazione di due connazionali, di nazionalità nigeriana, per ritirare alcuni effetti personali.
L’appartamento dove si è svolta la vicenda è una casa popolare del Comune di Anzio, ottenuta dalla sorella della donna, tornata momentaneamente nel paese d’origine e nella quale abitano senza titolo, da più di un anno, i due connazionali. Nel reclamare le sue cose, però, la donna e i suoi figli sono stati violentemente percossi dai due occupanti, che si sono anche impossessati della sua borsa e del denaro in essa contenuto.
Il trambusto e le grida hanno richiamato l’attenzione dei vicini di casa, che hanno subito chiamato il “113”. Sul posto si è recata una pattuglia del Commissariato di Anzio, che è riuscita a calmare gli animi ed impedire che la lite degenerasse ulteriormente, ricostruendo poi l’accaduto. Gli agenti hanno soccorso la donna ed uno dei suoi figli, rimasti lievemente contusi nell’aggressione e medicati presso il vicino ospedale.
I due aggressori sono stati identificati in un 31enne ed un 26enne entrambi nigeriani, che al termine degli accertamenti sono stati arrestati per rispondere di rapina e lesioni. Le indagini, comunque, non sono terminate. Tra le ipotesi investigative, che saranno attentamente vagliate, quella che tra gli aggressori e gli aggrediti già da tempo non corresse buon sangue a causa di somme di danaro non corrisposte a fronte del subaffitto, ovviamente abusivo, dell’abitazione.
http://www.romatoday.it/cronaca/rapina-aggressione-anzio-nigeriana.html
Treviso: reagisce ai ladri, infilzato con cacciavite e preso a martellate
TREVISO apr 2013 – Prima gli hanno infilzato l’avambraccio destro con un cacciavite, poi gliel’hanno fratturato con una martellata. Stefano Pavan, 49 anni, titolare dello storico bar “Gianni dei Cavai” di Casacorba, viste come sono andate le cose, ha passato forse i 5 minuti più brutti della sua vita. Il raid, con tutta probabilità, è stato deciso dai banditi dopo una lunga preparazione: hanno studiato per bene le abitudini del titolare, l’orario di chiusura del bar e l’ubicazione degli obiettivi di interesse all’interno del locale. Poi sono passati all’azione utilizzando diversi arnesi: un piccone, un martello e una serie di cacciaviti, successivamente abbandonati in una vicina aiuola.
Il fattaccio si è verificato nel cuore della notte. Erano circa le due quando Stefano Pavan ha chiuso il locale ed è salito nell’appartamento al piano superiore con la moglie e le due figlie. Come tutti coloro che sono abituati a fare tardi, anche Stefano ci ha impiegato un po’ prima di prendere sonno. Poi, verso le 5, ha sentito quegli strani rumori. Provenivano dall’esterno. I malviventi ieri notte stavano passando in rassegna gli esercizi della zona. Poco prima erano passati dalla ferramenta Seccafien, ma il colpo era fallito: i titolari si erano svegliati e loro, per evitare guai, avevano fatto marcia indietro. Così si sono spostati verso il bar di Pavan.
Con il piccone hanno cercato di aprire il portone d’ingresso facendo volare qualche pezzo di legno: il portone, pur rovinato, ha retto grazie alle spesse sbarre di ferro che lo proteggevano dall’interno. Allora l’attenzione dei ladri si è spostata sulla finestra accanto al portone. Le protezioni più deboli hanno ceduto di schianto: aperta la finestra, uno è entrato nel locale, l’altro è rimasto fuori a fare il palo. Il bandito in ispezione, ha oscurato le telecamere, è andato dietro il bancone e ha messo in uno zainetto intere serie di “Gratta & vinci“.
Poi ha raccattato dalla cassa quello che ha trovato e, per non avere rimorsi, alla fine ha divelto e portato via tutto il registratore. Ultima tappa, la saletta del biliardo dove ci sono videogiochi e la colonnina cambia soldi. Ma quando ha iniziato a prenderla a martellate per scardinarla, Stefano Pavan, al buio, è sceso nel locale. Si è trovato di fronte il malvivente, incappucciato, con il cacciavite e la pila in una mano e il martello nell’altra. Il bandito, spaventatissimo, gli ha puntato la pila sugli occhi gridando più volte in un italiano stentato: «Ti ammazzo, ti ammazzo, ti ammazzo». Pavan, in un impeto di rabbia, è riuscito a sferrare un pugno alla cieca. La reazione del malvivente è stata però ancora più feroce: ha subito tentato di infilargli il cacciavite nel basso ventre, colpo che il barista ha “parato” col braccio destro, salvo restare infilzato. La sanguinosa colluttazione è proseguita fra grida e urla finchè il bandito ha sferrato una martellata sullo stesso avambraccio ferito col cacciavite, fratturandolo di netto. Poi la fuga a piedi verso Cavasagra, seguito dal complice.
Un centinaio di metri più avanti, nel cortile dell’abitazione di Franco Biliato, i rapinatori hanno avuto un colpo di fortuna: dentro c’era infatti la Fiat Punto di qualcuno che forse si apprestava a partire perchè le chiavi erano inserite nel quadro. I due sono saliti a bordo e se ne sono andati indisturbati con un ulteriore bottino, mentre già albeggiava. Stefano Pavan è stato invece portato al Pronto soccorso dove è rimasto dalle 7 alle 12. Lunedì nell’avambraccio gli verrà applicata una placca metallica per ridurre la frattura. Ma per sanare lo choc ci vorrà molto più tempo.
Brescia, catturati 11 Zingari di etnia sinti: rapine, truffe e furti
Si è conclusa all’alba una vasta operazione della polizia di Brescia che ha portato all’arresto dei componenti di un gruppo criminale dedito a rapine, furti e truffe. Undici i nomadi di etnia sinti (questi zingari di etnia sinti avevano la cittadinanza italiana, a dimostrazione del fatto, se ancora ce ne fosse bisogno, che la cittadinanza e l’identità sono due cose distinte e non sempre corrispondenti tra loro) raggiunti da ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale di Brescia, su richiesta della Procura; una ventina, invece, le vittime della banda, residenti nelle province di Mantova, Bolzano, Sondrio, Milano, Bologna, Ravenna, Modena, Verona e Venezia. Effettuate perquisizioni in abitazioni e in campi nomadi a Brescia e in provincia, a Rezzato, Corte Franca e Desenzano del Garda.
I malviventi sceglievano le proprie vittime tra chi pubblicava su siti web inserzioni per la vendita di auto, camper e roulottes. La banda faceva contattare le vittime da un minorenne, sotto falso nome, che doveva indurle ad accettare gli incontri. Durante le finte trattative, i nomadi riuscivano ad impossessarsi dei mezzi o con l’inganno o con minacce e violenza. Effettuati i passaggi di proprietà dei veicoli in comuni della zona del Garda, i malviventi provvedevano poi alla loro immediata radiazione e trasporto all’estero. Ai proprietari dei mezzi non rimaneva che denunciare l’accaduto alla polizia o ai carabinieri. Le indagini ora continuano per verificare eventuali responsabilità di complici all’estero, in particolare in Francia e in Bulgaria, e per accertare se altre vittime siano
incappate nella rete dei nomadi.
Preso a bottigliate dal rapper: ragazzo in coma
ERBA – «Noi non vogliamo la violenza. Balli, canti e ti intrattieni con quelle cose». Altro che sberle o bottigliate in testa. Lo diceva con lo sguardo convinto, davanti alla telecamera, nelle vesti di rapper, Emmanuel Jeremias Donè, 23 anni, residente a Rebbio di Como. Un anno e mezzo dopo, un’altra telecamera ha raccontato una verità diversa, fatta – questa sì – di violenza. E il giovane è stato arrestato per tentato omicidio, per aver mandato in coma un coetaneo a colpi di bottiglia in testa.I carabinieri di Albate, nel fine settimana, hanno portato in cella il ragazzo protagonista della violenta rissa scoppiata lo scorso fine settimana a Tavernerio, tra due gruppi di giovani, al termine di una serata in discoteca al “K-Klass”. “Jere” Doné stesso si era presentato ai carabinieri il giorno dopo la lite costata il coma a Mirko Leonti, 23 anni anche lui, residente ad Erba. La versione offerta dal giovane rapper raccontava di un’aggressione ai suoi danni e di bottigliate inferte solo per legittima difesa.
Una settimana più tardi quella versione, nella lettura degli atti della Procura, è crollata di fronte alle dichiarazioni di alcuni testimoni “neutrali” presenti alla rissa e delle immagini delle telecamere di sicurezza del negozio Ceres, nel parcheggio dell’Eurospin di Tavernerio, dov’è avvenuta la lite. |
Cose loro: Marocchini aggredivano e rapinavano Cinesi
Aggressioni e rapine in danno di cinesi, tre arresti
Toscana TV Aggressioni e rapine in danno di cinesi, tre arresti. PRATO – 14/11/2012 – Dietro le sbarre due marocchini minorenni e un italiano. Presi la scorsa notte nei pressi dell’ospedale. Autori di una rapina compiuta in via Roma e di un’aggressione in via … |