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Migrante si “finge” tecnico gas, arrestato per truffa

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Truffatore a Madonna di Campagna, finto addetto del gas arrestato dalla polizia

Raggiri e furti sotto la Mole. Un uomo si è finto addetto del gas e con una scusa banale è riuscito ad entrare in casa di due anziani portando loro via un cospicuo bottino, oltre 320mila euro in contanti oltre ai gioielli. Ma al truffatore in questione, un sinto piemontese di 22enne di Caluso, è andata male. L’uomo è stato intercettato ieri mattina dalla polizia mentre usciva dall’appartamento del quartiere Madonna di Campagna. Gli agenti lo hanno visto fuggire in strada e per il 22enne sono scattate le manette ai polsi.

 

Il ragazzo, secondo la versione fornita dalle vittime, avrebbe suonato alla coppia di ultraottantenni travestito da addetto del gas dicendo di dover effettuare un controllo su alcune sospette fughe di gas, alludendo a fatti inerenti al terremoto registrato qualche giorno prima. Con la scusa dei danni alle tubature il truffatore e’ andato sul balcone e ha estratto un apparecchio elettronico avvisando gli anziani che la sua strumentazione avrebbe prodotto onde elettromagnetiche pericolose che avrebbero potuto danneggiare il denaro e gli oggetti in oro.

 

I due coniugi, spaventati, hanno raccolto i loro preziosi e il denaro che il ladro aveva consigliato di mettere dentro un sacchetto in frigo. La prima distrazione è stata poi fatale ai due 80enni. Il ladro è fuggito via con il bottino mentre un passante ha persino tentato di bloccarlo. Ma una volante che passava in zona ha notato l’uomo correre con il sacco in mano. L’inseguimento è durato pochi minuti e la refurtiva è stata riconsegnata poco dopo ai legittimi proprietari.

http://www.torinotoday.it/cronaca/finto-addetto-gas-truffatore-deruba-ottantenni-arrestato.html

Marocchini fanno irruzione in chiesa: defecano e urinano sull’altare

SERRAVALLE luglio 2013 –  Prima si sono intrufolati nella canonica di Libiola e hanno rubato i soldi delle quote versate dai bambini del Grest; poi, non contenti, hanno raggiunto la vicina chiesa che, dal terremoto dell’anno scorso, è una semplice tensostruttura di plastica e, accanto all’altare hanno defecato e urinato. Un atto sprezzante, vandalico e sacrilego. I responsabili sarebbero anche stati individuati, perché una donna li ha visti uscire dalla tenda. Si tratterebbe di quattro ragazzi di origini marocchine, uno residente a Serravalle, gli altri tra Ostiglia e i paesi vicini.

Il fatto è successo giovedì pomeriggio, ma il parroco, don Eugenio Ferrari, ha formalizzato solo ieri la denuncia ai carabinieri. Quel giorno la casa parrocchiale di Libiola, abitate dalle due suore, era vuota e chiusa a chiave perché le religiose, insieme con lo stesso parroco, erano andate in gita con i bambini del Grest, gita di solo un giorno in una località di montagna. Indisturbati, quindi, i malviventi hanno rotto la serratura di una porta sul retro e sono entrati. Sono saliti al piano di sopra e hanno forzato anche la serratura della stanza da letto della suora superiora. In un borsello chiuso in un cassetto c’erano circa ottanta euro, le quote della terza settimana di Grest, più una parte del ricavato di una risottata organizzata dal gruppo estivo con bambini e genitori. Compiuto il furto, il gruppetto non si è accontentato di allontanarsi. Ha voluto lasciare un segno. Un vandalismo, che nel luogo dove è stato compiuto, assume anche il significato di una provocazione, di uno sfregio voluto e inqualificabile.

Senza alcuna difficoltà, i malviventi hanno tagliato il bordo di plastica della tenda utilizzata come chiesa e, una volta dentro, hanno lasciato gli escrementi accanto all’altare. Nel tendone non c’è assolutamente nulla da rubare, quindi terminati i bisogni organici, i ladri-vandali se ne sono andati. A quanto pare, una signora del posto li ha visti scappare e ne ha riconosciuto uno, quello che abita a Libiola. Agli altri tre complici, sarebbero arrivati i carabinieri che hanno ricevuto la denuncia del parroco. Al momento sarebbero state individuate quattro persone, quattro ragazzi di origini marocchine residenti a Libiola e nei dintorni di Ostiglia, ma nei loro confronti ancora non sono stati presi provvedimenti perché le indagini non sono concluse. Intanto si sfoga, amareggiato, don Eugenio: «Se fossero venuti a rubare dei soldi perché hanno fame, non avrei neanche fatto denuncia; li avrei perdonati. Ma quello che hanno fatto in chiesa è un gesto su cui non si può sorvolare, è inqualificabile». «Mi dispiace, anche perché, come sembra, il fatto è stato compiuto da quattro ragazzi marocchini – va avanti don EugenioHanno dimostrato sprezzo nei confronti della nostra religione. Ma se io facessi la stessa cosa in una loro moschea, mi taglierebbero il collo, o no?».

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/07/23/news/rubano-in-canonica-e-insozzano-la-chiesa-1.7465862

Esatto, le taglierebbero la gola.

Terremoto: ancora immigrati sciacalli

Sisma: furto in casa demolita nel modenese, presi quattro  immigrati sciacalli.

(ANSA) – MODENA, 12 LUG 2012 – Quattro romeni – due uomini e due donne – sono stati arrestati dalla polizia stradale di Modena dopo essere stati sorpresi a rubare rame e altro materiale in una casa demolita dopo il terremoto a San Possidonio, nel Modenese. Avevano caricato su un furgone telai di finestre, materiale ferroso, un termosifone, grondaie in rame e catene di acciaio, per un peso di 660 chili. Sono accusati di furto pluriaggravato in concorso. Con loro c’era un minorenne, che e’ stato affidato a una struttura.

http://www.ilmessaggero.it/flashnews.php?file=2012-07-12_112831851.txt

Terremoto: zingari sciacalli

CORREGGIO (Reggio Emilia) 25/06/2012 – Non si arresta l’arrivismo umano, l’assoluta mancanza di civiltà che non porta nemmeno a rispettare chi, dopo una vita passata a fare sacrifici, ha perso tutto a causa del terremoto. Si chiamano “sciacalli”, sono quelli che noncuranti di compiere una delle bassezze più bieche per un essere umano, svaligiano abitazioni già disastrate. Per fortuna, c’è anche chi assicura alla giustizia questi personaggi. E’ capitato a Mirandola, uno dei comuni più duramente colpiti dal sisma, dove agenti del III reparto mobile di Milano, giunti in soccorso dei colleghi modenesi, hanno sorpreso due nomadi in possesso di cavi di rame e taglierini industriali. Sono entrambi due nomadi, pluripregiudicati: uno è il 41enne C. R., nato a Correggio, mentre l’altro, il 57enne  L. M., è originario di Crevalcore (Bologna). Fermati a bordo dell’auto su cui viaggiavano, sono stati trovati in possesso di un martello di ferro, 4 taglierini industriali e diversi cavi di rame dei quali non sono riusciti a dare una spiegazione. Denunciati per ricettazione e porto di oggetti atti a offendere si sono visti il materiale e l’auto sequestrati dagli agenti.

http://www.reggionline.com/it/2012/06/25/denunciati-due-sciacalli-a-mirandola-uno-e-di-correggio-14083

Terremoto: sciacalli albanesi tra le rovine

Ieri sera il personale della Polizia di Stato in servizio antisciacallaggio nelle zone colpite dal terremoto, durante un giro di perlustrazione in località Cento (FE), veniva insospettito dal comportamento del conducente di una Audi, con a bordo altri tre Albanesi, che alla vista della pattuglia di polizia accelerava la marcia.

Dopo un breve inseguimento gli operatori procedevano al controllo degli occupanti, tra gli altri alla guida un venticinquenne albanese, con a carico svariati precedenti di Polizia, che si mostrava insofferente e veniva colto da tremore, lasciando presupporre di nascondere qualcosa.

All’interno del bagagliaio, occultato sotto il tappetino, un coltello della lunghezza di cm 32, un martello, una pinza con becco a pappagallo, una pinza in metallo con annessa tronchese taglia fili di ferro, un cacciavite cercafase con estremità modificata e uno con estremità esagonale, tutti oggetti posti sotto sequestro in quanto l’indagato non sapeva giustificarne il possesso.

http://questure.poliziadistato.it/Ferrara/articolo-6-172-43819-1.htm

 

Sciacallaggio: immigrati si dirigono in Emilia per occupare le tende, italiani discriminati

E dopo il terremoto, è emergenza immigrati: gli operai extracomunitari delle fabbriche emiliane tornano nei Paesi d’origine. Al loro posto arrivano altri immigrati, che occupano le tendopoli e lasciano senza brande né pasti gli abitanti del luogo. È anche questo lo sciame sismico che da settimane semina panico e morte e scuote il cuore produttivo dell’Italia. La terra che trema porta via il lavoro. Agli italiani e alle migliaia di lavoratori dalla pelle scura che coi cancelli delle fabbriche chiusi meditano di far ritorno in Patria, con le famiglie e col bagaglio di competenze professionali acquisito negli anni.

A San Felice sul Panaro, ad esempio, sono già 300 le mogli e i figli di braccianti, carpentieri e operai di nazionalità marocchina che hanno optato per il rimpatrio. E il governo tunisino, attraverso il primo ministro Hamadi Djebali, ha annunciato l’attivazione di un ponte aereo per riportare oltre il canale di Sicilia, «se lo vorranno, i connazionali residenti nelle zone d’Italia interessate dal terremoto». «Algeri e Casablanca sono le mete più richieste », conferma la titolare dell’ agenzia di viaggi attiva a Cavezzo: «Le prime a partire sono le donne e i bambini. I mariti dicono di voler attendere qualche giorno per vedere come andranno le cose, ma in molti già hanno prenotato». Insomma, un’emorragia di braccia(ridicolo) e, in molti casi, anche di cervelli (ridicolo), che non sfugge ai palazzi romani: «Il permesso di soggiorno per gli stranieri che hanno perso il lavoro a causa del terremoto in Emilia non scadrà dopo 6 mesi, ma dopo 12», ha fatto sapere il prefetto Mario Morcone, capo di gabinetto del ministro per la cooperazione, nel tentativo di arginare la fuga.(perché arginare la fuga di disoccupati?)

Neppure una parola, invece, l’Esecutivo Monti spende sull’altra faccia della medaglia. Sul solco che il terremoto scava e nel quale come formiche si spostano altri migranti. Quelli senza fissa dimora, né un’occupazione, che da ogni angolo del Nord si stanno dirigendo in massa verso le aree colpite dal sisma. «Qui a Medolla», testimonia una veterinaria in cambio dell’anonimato, «l’80% delle tendopoli è occupato da extracomunitari. Per carità: alcuni sono d’aiuto, ma specie tra i musulmani ve ne sono tanti che protestano persino per il cibo, perché nel ragù c’è carne di maiale ». Ma c’è dell’ altro: «C’è gente che ha chiamato i parenti da altre parti d’Italia, come fosse una festa alla quale invitare ospiti. Il risultato? Molti cavezzesi si vedono dare 3 euro al dì e non hanno neppure dove dormire. E pensare che lo Stato ne spende 35 al giorno per quelli che sbarcano a Lampedusa. Non chiediamo di essere trattati meglio di loro, ma che ci trattino allo stesso modo». E mentre nel comprensorio si diffondono voci di casi di scabbia e di tubercolosi, l’indignazione trova riscontro qualche chilometro più in là. A Mirandola e a Finale Emilia i Carabinieri sono dovuti intervenire in più di un’occasione per riportare la calma. «La tensione è palpabile», racconta a un posto di blocco il capitano dell’Arma Giorgio Feola, coi suoi uomini impegnato nelle attività antisciacallaggio. «Posti letto e servizio mensa sono i momenti critici della giornata: le lunghe fila che si formano spesso sono animate da liti e scontri innescati dalla massiccia presenza di extracomunitari provenienti da altri paesi ».Il fenomeno,già segnalato dalle cronache locali, è stato ieri ufficialmente denunciato dalla Lega.

Che col parlamentare parmense Fabio Rainieri, in una lettera inviata a prefetti e questori delle zone interessate dal sisma, ha invitato a «monitorare la presenza di extracomunitari nei campi di accoglienza: in un momento come quello che le nostre terre stanno vivendo, è doveroso evitare che extracomunitari irregolari provenienti da altre parti del Paese possano cercare di trarre un beneficio personale dal dramma che ha colpito l’Emilia, godendo di eventuali stanziamenti previsti dal Governo, dalla Regione e dalle istituzioni preposte». Cronache italiane, ai tempi del terremoto che sconvolse l’Emilia.

http://www.ilgiornale.it/cronache/terremoto_emilia_fuggonogli_stranieri_che_lavoranotendopoli_invase_disperati/02-06-2012/articolo-id=590788-page=0-comments=1

Un appunto su quanto scritto: quelli che sbarcano a Lampedusa, prendono 46€ al giorno e non 35€ come erroneamente detto dall’intervistata.

Terremoto. Le priorità di Riccardi: ricostruire la Moschea

Il ministro ha anche incontrato un rappresentante della Comunita’ marocchina che gli ha chiesto di ricostruire la Moschea: ‘’Bisogna farlo – gli ha risposto Riccardi – i luoghi religiosi sono decisivi’’.

http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/spettacoli/2012/06/02/722710-terremoto-ministro-riccardi-marzaglia.shtml

Nel mezzo del disastro, tra case distrutte, migliaia di Italiani sfollati e, non dimentichiamo, Chiese rase al suolo con il nostro patrimonio artistico ferito, questo individuo ha, come prima preoccupazione: la ricostruzione di una Moschea.

Siamo alla pura follia. Questo ministro inutile, neanche in visita ai terremotati, non perde occasione per mostrare la sua “pelosa bontà”. E’ divenuto il riferimento dei suoi “clientes”, gli immigrati. Che sono la fonte del suo reddito da decenni.

Sciacalli digitali: il sito stranieriinitalia.it

“Un permesso di soggiorno a chi ha un lavoro, una montagna di soldi da impiegare nelle zone colpite dal terremoto”. Ecco la proposta del portale dell’immigrazione, “Stranieri In Italia”.

Sciacalli digitali.
Esistono poche altre definizioni che si possano adattare ad esternazioni del genere,  che fingendo un interesse solidale, nascondono invece, l’interesse personale di chi gestisce quei siti e che raccoglie denaro dall’immigrazione.
La disoccupazione dilaga, e certamente il terremoto le darà un’ulteriore spinta, gli immigrati senza lavoro aumentano quotidianamente andando a rendere ancora più difficoltosa la ricerca di un impiego momentaneo per i “nostri disoccupati”, e l’idea bizzarra di questi onnivori dell’immigrazione è “nuovi immigrati”. Perché, secondo loro, pagando il permesso finanzierebbero la “ricostruzione”. Lasciamo perdere, l’ignoranza economica di tali mentecatti è un pozzo senza fondo nel quale non batte mai il sole.
Qualcuno ancora crede, nella sua follia xenofila, che gli immigrati siano economicamente un “vantaggio”? Lo sono per queste associazioni che non vedono l’ora di poter fagocitare denaro fornendo “tutela” legale nella richiesta di permessi di soggiorno.

Pensare che esistano menti talmente degradate da poter concepire idiozie simili, è deprimente. Ma ci fa anche comprendere cosa spinga realmente queste associazionei a delinquere di stampo xenofilo.