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Marocchini fanno irruzione in chiesa: defecano e urinano sull’altare

SERRAVALLE luglio 2013 –  Prima si sono intrufolati nella canonica di Libiola e hanno rubato i soldi delle quote versate dai bambini del Grest; poi, non contenti, hanno raggiunto la vicina chiesa che, dal terremoto dell’anno scorso, è una semplice tensostruttura di plastica e, accanto all’altare hanno defecato e urinato. Un atto sprezzante, vandalico e sacrilego. I responsabili sarebbero anche stati individuati, perché una donna li ha visti uscire dalla tenda. Si tratterebbe di quattro ragazzi di origini marocchine, uno residente a Serravalle, gli altri tra Ostiglia e i paesi vicini.

Il fatto è successo giovedì pomeriggio, ma il parroco, don Eugenio Ferrari, ha formalizzato solo ieri la denuncia ai carabinieri. Quel giorno la casa parrocchiale di Libiola, abitate dalle due suore, era vuota e chiusa a chiave perché le religiose, insieme con lo stesso parroco, erano andate in gita con i bambini del Grest, gita di solo un giorno in una località di montagna. Indisturbati, quindi, i malviventi hanno rotto la serratura di una porta sul retro e sono entrati. Sono saliti al piano di sopra e hanno forzato anche la serratura della stanza da letto della suora superiora. In un borsello chiuso in un cassetto c’erano circa ottanta euro, le quote della terza settimana di Grest, più una parte del ricavato di una risottata organizzata dal gruppo estivo con bambini e genitori. Compiuto il furto, il gruppetto non si è accontentato di allontanarsi. Ha voluto lasciare un segno. Un vandalismo, che nel luogo dove è stato compiuto, assume anche il significato di una provocazione, di uno sfregio voluto e inqualificabile.

Senza alcuna difficoltà, i malviventi hanno tagliato il bordo di plastica della tenda utilizzata come chiesa e, una volta dentro, hanno lasciato gli escrementi accanto all’altare. Nel tendone non c’è assolutamente nulla da rubare, quindi terminati i bisogni organici, i ladri-vandali se ne sono andati. A quanto pare, una signora del posto li ha visti scappare e ne ha riconosciuto uno, quello che abita a Libiola. Agli altri tre complici, sarebbero arrivati i carabinieri che hanno ricevuto la denuncia del parroco. Al momento sarebbero state individuate quattro persone, quattro ragazzi di origini marocchine residenti a Libiola e nei dintorni di Ostiglia, ma nei loro confronti ancora non sono stati presi provvedimenti perché le indagini non sono concluse. Intanto si sfoga, amareggiato, don Eugenio: «Se fossero venuti a rubare dei soldi perché hanno fame, non avrei neanche fatto denuncia; li avrei perdonati. Ma quello che hanno fatto in chiesa è un gesto su cui non si può sorvolare, è inqualificabile». «Mi dispiace, anche perché, come sembra, il fatto è stato compiuto da quattro ragazzi marocchini – va avanti don EugenioHanno dimostrato sprezzo nei confronti della nostra religione. Ma se io facessi la stessa cosa in una loro moschea, mi taglierebbero il collo, o no?».

http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2013/07/23/news/rubano-in-canonica-e-insozzano-la-chiesa-1.7465862

Esatto, le taglierebbero la gola.

Orrore a Bologna: portata in un campo nomadi, stuprata brutalmente e rapinata.

Violenza sulle donne: è stata portata con l’inganno in un campo nomadi da un immigrato romeno che le aveva offerto una sistemazione per la notte facendole credere che si trattava di una normale abitazione. Una volta giunti nel campo nomadi, ormai divenuti il regno dell’illegalità, la donna è stata picchiata, stuprata ripetutamente e infine rapinata. E’ inquietante che le autorità non provvedano immediatamente alla chiusura di tutti i campi nomadi presenti in Italia, non sono più tollerabili zone franche dove non sono applicate le leggi dello Stato.

Una bruttissima storia conclusasi con l’arresto di un 51enne di origini rumene: ieri sera, i Carabinieri di Borgo Panigale hanno messo le manette al pregiudicato per violenza sessuale e rapina. Tutto è cominciato nel pomeriggio di ieri in un bar, dove una donna residente nel genovese, chiedeva informazioni per cercare una sistemazione per la notte. L’aggressione è avvenuta nei pressi di via Landi, nella zona di Casteldebole.

LE OFFRE UNA STANZA IN AFFITTO, MA POI SI RIVELA UN ACCAMPAMENTO ABUSIVO. E’ stata avvicinata da un uomo che si è offerto di ospitarla, dietro compenso, a casa sua e lei ha accettato l’offerta. Poi però è stata portata in un campo privato dove sorge un insediamento abusivo occupato da cittadini di origini rumene. Il “gentiluomo” le ha offerto di trascorrere la notte all’interno di una tenda. Considerato l’orario e le avverse condizioni metereologiche dovute all’abbondante nevicata e non avendo altro luogo dove alloggiare, la donna ha acconsentito alla proposta manifestando la volontà a rimanere da sola.

LEI URLA, MA NESSUNO PUO’ SENTIRLA. L’uomo è uscito dalla tenda, ma pochi minuti dopo è rientrato dentro con l’intenzione di consumare un rapporto sessuale, nonostante il totale diniego mostrato dalla donna. La paura di essere violentata in un luogo fatiscente e isolato si stava concretizzando. La vittima si è messa a urlare, ma ormai era troppo tardiPrima è stata stordita con una serie di pugni in faccia poi, impossibilitata a difendersi, ha subito una duplice violenza sessuale.

DOPO LA VIOLENZA SESSUALE ANCHE LA RAPINA. Infine è stata privata della somma contante di euro 200, un telefono cellulare e tre monili di bigiotteria. La vittima, infreddolita e sotto shock per l’accaduto, è riuscita a fuggire e a dirigersi verso la tangenziale, dove è stata soccorsa e accompagnata in caserma da una signora di passaggio. Appresa la terribile notizia, la donna è stata trasportata presso l’ospedale Maggiore di Bologna, dove è stata medicata e sottoposta al protocollo previsto in casi di violenza sessuale, e diverse pattuglie dell’Arma hanno fatto irruzione all’interno del campo nomadi.

L’ARRESTO SUL LUOGO DEL DELITTO. Il 51enne si trovava ancora nel luogo del delitto, serenamente addormentato tra il sangue e gli indumenti intimi strappati alla donna. I Carabinieri l’hanno svegliato, ammanettato e accompagnato in caserma dove, sottoposto a una perquisizione personale, è stato trovato in possesso della refurtiva che le aveva sottratto. Al termine degli atti, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, il rumeno è stato associato alla casa circondariale della Dozza. La donna è stata dimessa con una prognosi di dieci giorni per traumi vari in diverse parti del corpo. Il pm della procura di Bologna Maria Gabriella Tavano chiederà la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere.

http://www.bolognatoday.it/cronaca/stupro-rapina-violenza-sessuale-borgo-panigale.html