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Roma: aggredita e rapinata in casa popolare occupata abusivamente da delinquenti nigeriani

Roma 02 mag 2013 – Si è recata nella serata di ieri, insieme i suoi due figli, un maggiorenne ed un minorenne, presso l’abitazione di due connazionali, di nazionalità nigeriana, per ritirare alcuni effetti personali.

Nella foto: il ministro della "integrazione"

L’appartamento dove si è svolta la vicenda è una casa popolare del Comune di Anzio, ottenuta dalla sorella della donna, tornata momentaneamente nel paese d’origine e nella quale abitano senza titolo, da più di un anno, i due connazionali. Nel reclamare le sue cose, però, la donna e i suoi figli sono stati violentemente percossi dai due occupanti, che si sono anche impossessati della sua borsa e del denaro in essa contenuto.

Il trambusto e le grida hanno richiamato l’attenzione dei vicini di casa, che hanno subito chiamato il “113”. Sul posto si è recata una pattuglia del Commissariato di Anzio, che è riuscita a calmare gli animi ed impedire che la lite degenerasse ulteriormente, ricostruendo poi l’accaduto. Gli agenti hanno soccorso la donna ed uno dei suoi figli, rimasti lievemente contusi nell’aggressione e medicati presso il vicino ospedale.

I due aggressori sono stati identificati in un 31enne ed un 26enne entrambi nigeriani, che al termine degli accertamenti sono stati arrestati per rispondere di rapina e lesioni. Le indagini, comunque, non sono terminate. Tra le ipotesi investigative, che saranno attentamente vagliate, quella che tra gli aggressori e gli aggrediti già da tempo non corresse buon sangue a causa di somme di danaro non corrisposte a fronte del subaffitto, ovviamente abusivo,  dell’abitazione.

http://www.romatoday.it/cronaca/rapina-aggressione-anzio-nigeriana.html

 

Incredibile a Empoli, casa popolare assegnata a famiglia di immigrati spacciatori

CATTIVI MAESTRI

Empoli – Una famiglia “migrante” nascondeva 70 chilogrammi di hashish nella propria abitazione, una casa popolare costruita con i soldi dei contribuenti italiani e finita nelle mani degli immigrati, in località Fontanelle nel comune di Empoli. Per questo sono scattate le manette per 5 persone: madre di 51 anni, i due figli di 21 e 15 anni, la figlia di 19 e il fidanzato di 21. Tutti sono di origine marocchina tranne il compagno 21enne della figlia, italiano e traditore del proprio popolo. La droga, del valore di 400mila euro, era nascosta anche tra i libri di testo dei ragazzi, tutti studenti nelle scuole della zona e cattivi maestri per i compagni di banco italiani evidentemente. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, tutti erano al corrente della presenza della droga,  celata in tutte le stanze della casa. Inoltre ad insospettire gli uomini dell’Arma il fatto che la famiglia, in cui solo la madre lavorava part -time, pur vivendo in una casa popolare poteva permettersi di mantenere 3 auto e due scooter. Gli arrestati sono stati trasportati nel carcere fiorentino di Sollicciano, mentre il minorenne è stato trasferito al centro di prima accoglienza per minori di Firenze. La perquisizione nell’abitazione è scattata dopo che uno dei componenti della famiglia, il ragazzo di 21 anni, è stato fermato a bordo di un’auto con alcuni amici, in località Sant’Ansano nel comune di vinci, e trovato in possesso di 15 dosi di marijuana e di un bilancino di precisione. Quando i militari si sono presentati nell’abitazione, la sorella del giovane ha cercato di gettare dalla finestra una valigia con 20 chilogrammi di hashish.

Fonte: firenzetoday.it

Donna massacrata da banda dell’Est: zigomo e quattro costole fratturate, volto tumefatto, sei punti alla nuca

I ministri Riccardi e Cancellieri soddisfatti dagli effetti della loro Sanatoria

Lecco, 23 febbraio 2013 – «Non c’è stata una logica, mia mamma è stata picchiata al limite dell’umanità». Emanuele Cruciani ancora non capisce perché la notte tra mercoledì e giovedì i malviventi abbiano fatto irruzione nella casa popolare di sua madre a Calolziocorte, malmenandola e rapinandola. Per ora Anna Maria Pia, 62 anni a settembre, si trova ancora all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, nel reparto di chirurgia, probabilmente fino ai primi giorni di settimana prossima. «È ancora molto provata – spiega il figlio – ci vorrà del tempo prima che riesca a superare questo brutto momento. È sotto choc, ma siamo fiduciosi perché sta migliorando. Però quando è arrivata in Pronto soccorso aveva parecchie ferite, tra cui una seria ferita all’occhio, infatti si pensava potesse rischiare la vista. Fortunatamente invece è meno grave del previsto».

La donna ha riportato la frattura di quattro costole, uno zigomo, il volto tumefatto e sei punti di sutura alla nuca, oltre a varie escoriazioni su tutto il corpo, il tutto dovuto alla brutalità con la quale i delinquenti l’hanno immobilizzata, picchiata e minacciata per farsi consegnare oggetti di valore. «Mia mamma è stata sorpresa di notte – prosegue Emanuele –: loro avevano il volto coperto, infatti non li ha visti in faccia, e le hanno chiesto del denaro, urlavano e chiedevano soldi». Secondo quanto raccontato dal figlio i tre malviventi erano stranieri, due con accento dell’Est, mentre uno parlava uno stentato italiano. La signora Pia non aveva soldi e lì sono iniziati i minuti più brutti della sua vita, un vero incubo fatto di calci e pugni su ogni parte del corpo per farla desistere e cercare di incrementare un misero bottino.

«L’hanno picchiata e immobilizzata in qualche modo, con le lenzuola che hanno trovato – continua il figlio –. Lei ha provato a chiedere aiuto, ma essendo anche imbavagliata nessuno l’ha potuta sentire negli appartamenti vicini. Ha cercato quindi di dare ai ladri quello che poteva: il portafogli, una catenina che aveva indosso e le chiavi della sua auto in garage per poterli allontanare. Loro sono scesi, ma non riuscendo ad aprire il cancello sono risaliti chiedendo istruzioni e mia mamma gli ha spiegato come uscire. Poi fortunatamente se ne sono andati definitivamente». In pochi minuti Anna Maria è riuscita a liberarsi e ha citofonato a un vicino, Luigi Fumagalli, che subito ha contattato Croce rossa e carabinieri. «Io sono andato subito a casa sua insieme ai carabinieri, mentre mia sorella è stata con lei in Pronto soccorso – conclude Emanuele Cruciani –. Siamo arrabbiati e confidiamo nelle indagini degli inquirenti, che stanno svolgendo un ottimo lavoro. Abbiamo totale fiducia in loro e speriamo che i malviventi vengano presi e puniti, non lasciati andare subito, vanificando così il lavoro degli investigatori».

http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2013/02/23/849590-lecco-caloziocorte-emanuele-cruciani-madre-pestata-legata-rapina-appello.shtml