Ferrara, 18 luglio 2013 – PRIMA è toccato al controllore. Poi ad alcuni passeggeri. Infine ai poliziotti accorsi per fermarla. A scatenare la furia incontenibile di una nigeriana di 31 anni è stata una semplice richiesta: quella di vedere il biglietto. Sono stati attimi di violenza allo stato puro quelli vissuti ieri mattina dai passeggeri dell’autobus 11A. Erano da poco passate le 9.30 quando, circa all’altezza dipiazza Travaglio, un controllore si è avvicinato alla giovane nigeriana e gli ha chiesto di poter vedere il biglietto. Al suo rifiuto, l’uomo le ha chiesto le generalità per poterle fare la multa. E’ stata quella la scintilla che ha fatto scattare la follia. La donna — già nota alle forze dell’ordine per i suoi problemi psichici — ha improvvisamente dato in escandescenza aggredendo il controllore con calci e pugni. Alcuni passeggeri che avevano assistito alla scena hanno cercato di separarli, ma con scarsi risultati. La donna infatti ne ha avute anche per loro. ARTICOLI CORRELATI
E’ STATO a quel punto che si è capito che la situazione era fuori controllo; così è stato dato l’allarme alla polizia. Sul posto sono accorse due volanti insieme a un’ambulanza. Ma non è bastata nemmeno la vista delle divise a calmare la 31enne che continuava a menare calci e pugni. Anzi. Vedendo avvicinarsi gli agenti la straniera è stramazzata a terra, fingendo uno svenimento. A quel punto, due agenti — un uomo e una donna — si sono avvicinati per capire cosa le stesse succedendo. I due si sono chinati su di lei che, all’imporvviso, si è alzata di scatto e come una furia ha prima colpito il poliziotto e poi morso a un braccio la collega. Solo allora, e grazie anche all’ausilio di altri agenti, è stato possibile bloccarla e arrestarla. Per i due poliziotti è stato necessario un passaggio all’ospedale per le medicazioni del caso. Dopo una tappa in Questura anche la nigeriana è stata accompagnata all’ospedale. UN EPISODIO inquietante, sul quale ha voluto dire la sua Fabio Zaccarini, segretario provinciale dell’Ugl. «Innanzi esprimiamo vicinanza e solidarietà ai colleghi feriti — dice il sindacato in una nota —. In merito all’episodio esprimiamo forte preoccupazione per la violenza e per la gratuità del gesto che potrebbe avere gravi conseguenze sanitarie sulla collega. Gli attacchi agli uomini in divisa sono sempre più frequenti. In un paese civile è inammissibile che una persona morda e strappi un pezzo di carne ad una poliziotta e non vada in galera. Che messaggio da uno Stato che non protegge i suoi servitori — conclude —? Che messaggio da una magistratura che tutela i delinquenti e non i poliziotti?». |
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Nigeriana sul bus: picchia controllore e morde un agente – Polizia attacca magistrati
Donna massacrata da banda dell’Est: zigomo e quattro costole fratturate, volto tumefatto, sei punti alla nuca
Lecco, 23 febbraio 2013 – «Non c’è stata una logica, mia mamma è stata picchiata al limite dell’umanità». Emanuele Cruciani ancora non capisce perché la notte tra mercoledì e giovedì i malviventi abbiano fatto irruzione nella casa popolare di sua madre a Calolziocorte, malmenandola e rapinandola. Per ora Anna Maria Pia, 62 anni a settembre, si trova ancora all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, nel reparto di chirurgia, probabilmente fino ai primi giorni di settimana prossima. «È ancora molto provata – spiega il figlio – ci vorrà del tempo prima che riesca a superare questo brutto momento. È sotto choc, ma siamo fiduciosi perché sta migliorando. Però quando è arrivata in Pronto soccorso aveva parecchie ferite, tra cui una seria ferita all’occhio, infatti si pensava potesse rischiare la vista. Fortunatamente invece è meno grave del previsto».
La donna ha riportato la frattura di quattro costole, uno zigomo, il volto tumefatto e sei punti di sutura alla nuca, oltre a varie escoriazioni su tutto il corpo, il tutto dovuto alla brutalità con la quale i delinquenti l’hanno immobilizzata, picchiata e minacciata per farsi consegnare oggetti di valore. «Mia mamma è stata sorpresa di notte – prosegue Emanuele –: loro avevano il volto coperto, infatti non li ha visti in faccia, e le hanno chiesto del denaro, urlavano e chiedevano soldi». Secondo quanto raccontato dal figlio i tre malviventi erano stranieri, due con accento dell’Est, mentre uno parlava uno stentato italiano. La signora Pia non aveva soldi e lì sono iniziati i minuti più brutti della sua vita, un vero incubo fatto di calci e pugni su ogni parte del corpo per farla desistere e cercare di incrementare un misero bottino.
«L’hanno picchiata e immobilizzata in qualche modo, con le lenzuola che hanno trovato – continua il figlio –. Lei ha provato a chiedere aiuto, ma essendo anche imbavagliata nessuno l’ha potuta sentire negli appartamenti vicini. Ha cercato quindi di dare ai ladri quello che poteva: il portafogli, una catenina che aveva indosso e le chiavi della sua auto in garage per poterli allontanare. Loro sono scesi, ma non riuscendo ad aprire il cancello sono risaliti chiedendo istruzioni e mia mamma gli ha spiegato come uscire. Poi fortunatamente se ne sono andati definitivamente». In pochi minuti Anna Maria è riuscita a liberarsi e ha citofonato a un vicino, Luigi Fumagalli, che subito ha contattato Croce rossa e carabinieri. «Io sono andato subito a casa sua insieme ai carabinieri, mentre mia sorella è stata con lei in Pronto soccorso – conclude Emanuele Cruciani –. Siamo arrabbiati e confidiamo nelle indagini degli inquirenti, che stanno svolgendo un ottimo lavoro. Abbiamo totale fiducia in loro e speriamo che i malviventi vengano presi e puniti, non lasciati andare subito, vanificando così il lavoro degli investigatori».
http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2013/02/23/849590-lecco-caloziocorte-emanuele-cruciani-madre-pestata-legata-rapina-appello.shtml