Tag: Emanuele

La refurtiva? Nel campo nomadi

Verona, gioielli e pietre preziose: colpo da 60mila euro. ‘Nomadi’ arrestati

Sono entrati in azione mercoledì pomeriggio, verso le 14. Andavano a colpo sicuro, i carabinieri: sapevano dei suoi spostamenti e dei legami che aveva con i nomadi ‘veronesi’. In manette è finito Emanuele Hudorovic, pregiudicato 34enne. Lui sarebbe il responsabile del furto da 60mila euro compiuto ai danni di un rappresentante orafo di Ragusa. L’episodio risale al 4 maggio scorso, a Levico Terme. Il 34enne, assieme ad un complice, tuttora ricercato avrebbero razziato gioielli, soprattutto monili in oro, e pietre preziose come rubino, zaffiri, acquamarina, tormalina.

In particolare, i due furfanti, dopo aver studiato nei minimi dettagli i movimenti della vittima seguendola per un lungo tratto di strada, avevano approfittato di un attimo di disattenzione del rappresentante che si era allontanato per pochi metri dall’auto parcheggiata nella quale erano contenuti i preziosi. Così, dopo aver infranto un finestrino, si erano appropriati della borsa e di altri effetti personali. Sul caso hanno investigato i carabinieri di Levico e di Trento. I colleghi di Verona sono poi intervenuti a supporto, quando il cerchio si è stretto attorno ai due colpevoli. Le indagini hanno consentito di focalizzare l’attenzione su alcuni pregiudicati, “nomadi stanziali” residenti nelle zone di Verona, al campo nomadi di Forte Azzano su strada La Rizza, e Brescia. Il passo successivo è stata la richiesta per ottenere il mandato di cattura del 34enne, finito in carcere con l’accusa di furto aggravato, e del complice latitante. Le indagini proseguono.

Potrebbe interessarti: http://www.veronasera.it/cronaca/verona-ladri-nomadi-gioielli-arrestati-colpo-sessantamila-eruo-levico-terme-26-settembre-2013.html

Ora abbiamo anche i ‘nomadi stanziali’: Orwell è qui, ora.

Ville e conti correnti sequestrati, al Rom mantenuto dal Comune

TERAMO. Un soggetto «di elevata pericolosità sociale», attualmente ai domiciliari.
Così la questura di Teramo descrive Carlo Levakovic, 56 anni, pluripregiudicato, residente ad Alba Adriatica.
Ieri sono scattati i sequestri ad una villa coloniale di 10,5 vani ad Alba Adriatica in via Bafile, intestata secondo gli inquirenti a dei prestanome e acquistata con soldi provenienti da attività illecite. Sigilli anche a due appartamenti di 5 vani a Martinsicuro, 18 rapporti finanziari (conto deposito/corrente) intrattenuti con vari Istituti di Credito. Il valore del patrimonio complessivamente posto sotto sequestro ammonta a circa 800 mila euro. Il decreto è stato emesso dal Tribunale di Teramo su proposta del Questore.
Il Tribunale ha anche convalidato la richiesta di applicazione della misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale per la durata di anni due.
L’uomo lo scorso 3 aprile è stato arrestato per l’ennesima volta perché responsabile, in concorso con altri, di tentato furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.
Gli inquirenti parlano di «acclarata, spiccata e perdurante vocazione criminale», e hanno messo in fila, uno dietro l’altro, numerosissimi reati contro il patrimonio, in particolare furti in abitazione, e contro la persona non solo nella provincia Teramana ma «ripetutamente anche in varie località italiane».
Nel contesto familiare emerge anche la figura del figlio Danilo, 23 anni, uno dei tre rom arrestati e condannato a 10 anni di reclusione in appello per concorso nell’omicidio preterintenzionale di Emanuele Fadani, il commerciante 38enne albense ucciso con un pugno nel novembre del 2009.
Un anno fa Danilo finì nuovamente in carcere perché durante un controllo i carabinieri si accorsero che non si trovava in casa a scontare i domiciliari ma usciva dalla sua abitazione.

http://www.primadanoi.it/news/cronaca/542421/Maxi-sequestro-di-beni-illeciti-.html

Perugia: guerriglia tra immigrati davanti a locale etnico, residenti terrorizzati

Perugia 03 giugno 2013 – Ancora violenza e alcol in via Sicilia. I residenti hanno segnalato agli agenti della Volante, ieri sera, una nuova guerriglia a colpi di bottigliate e cinghiate tra alcuni avventori stranieri di uno dei pub più nel mirino delle autorità e con tanto di chiusure per ordine pubblico sulle spalle. L’alcol ma anche rivalità tra clan della zona sono alla base dell’ennesima rissa che ha esasperato oltre che come al solito fatto barricare in casa i molti residenti di via Sicilia.

L’attività è stata già chiusa lo scorso settembre, a seguito dell’ennesimo episodio di inciviltà. In Consiglio comunale è approdata la richiesta di un intervento del sindaco per porre all’attenzione della Questura e della Prefettura il caso del Pub etnico di via Sicilia. Come è stato fatto con il bar Parigi di via della Pallotta che ora ha l’obbligo di chiusura dalle 20.

L’appello porta la firma del capogruppo di Fratelli d’Italia Emanuele Prisco: “Non capisco come la Giunta non possa ritenere urgente adottare interventi in quest’ambito. L’intera area del Bellocchio è da tempo interessata da fenomeni di degrado che hanno spinto prima i residenti a farsi carico di garantire la vivibilità dell’area mediante servizi di vigilanza privata e poi l’Amministrazione comunale ad attivare anche un servizio di videosorveglianza. Oggi servono soprattutto fatti, ma si continua a sonnecchiare”.  Si chiede un intervento anche per il rispetto della ordinanze sulla somministrazione di alcolici e su l’uso di contenitori metallici che vieta la vendita dopo le 20 di bottiglie in vetro o in alluminio. Troppo spesso sono utilizzate come armi all’esterno dei locali. Ordinanza che in via Sicilia non è molto rispettata anche per via degli scarsi controlli.

http://www.perugiatoday.it/cronaca/via-sicilia-risse-appello-chiusura-pub-etnico.html

Rapina ed estorsione, in carcere uno dei rom dell’omicidio Fadani – abruzzo24ore.tv


abruzzo24ore.tv

Rapina ed estorsione, in carcere uno dei rom dell'omicidio Fadani
abruzzo24ore.tv
Era ai domiciliari in attesa del pronunciamento della Cassazione (prevista per ottobre) per l'omicidio di Emanuele Fadani (avvenuto a novembre 2009), in cui risulta coinvolto e per il quale e' stato condannato in secondo grado insieme ad altri due rom
Alba Adriatica, di nuovo in carcere Danilo Levakovic, il rom CityRumors.it

tutte le notizie (2) »

Piacenza: marocchini assaltono italiani con la mannaia, ai domiciliari!

Un machete sequestrato dai carabinieri

Un machete sequestrato dai carabinieri

Piacenza – Il 23 dicembre 2012 ci fu un’aggressione di marocchini contro giovani italiani, in tutto una quindicina di persone, in pieno centro a Fiorenzuola. Un italiano fu ferito gravemente ad una mano: i medici riscontrarono serie lesioni ai tendini dovuti ai colpi di una mannaia, una di quelle utilizzate dai macellai per spezzare le ossa degli animali da trattare. Altri due riportarono ferite meno gravi. Da quel fatto i carabinieri avviarono le indagini: i militari scoprirono che non si trattò di una rissa nata per futili motivi come si pensava, bensì di una vera e propria spedizione punitiva messa in atto dai marocchini verso gli italiani.

Queste le premesse. Una sera in un locale del capoluogo valdardese una barista, moglie di uno dei marocchini, raccontò di essere stata importunata da tre italiani, due fratelli e il figlio di uno due. La donna, presunta italiana, chiamò il marito marocchino che a sua volta radunò cinque suoi amici, anche loro marocchini. Questi cercarono e trovarono il gruppo di italiani e regolarono i conti. Il marito della barista sfoggiò anche una mannaia e con essa colpì la mano di uno dei rivali. L’esito delle indagini è stato comunicato oggi dal comandante dei carabinieri di Fiorenzuola Emanuele Leuzzi. Due marocchini sono stati individuati e si trovano ora agli arresti domiciliari. Si tratta di un 27enne e di un 34enne, marito della barista, accusati di concorso in lesioni gravi, porto e detenzione di oggetti atti all’offesa. Gli altri partecipanti sono stati tutti denunciati. I due fratelli italiani hanno invece 47 e 48 anni, il figlio 25 anni. E’ proprio il giovane ad essere rimasto vittima del colpo di mannaia: pur non prendendo parte alla colluttazione ha tentato di difendere il padre e così facendo è rimasto gravemente ferito.

altro »

Ai domiciliari. Per arrestarli o mandarli in Marocco si aspetta il morto?

Donna massacrata da banda dell’Est: zigomo e quattro costole fratturate, volto tumefatto, sei punti alla nuca

I ministri Riccardi e Cancellieri soddisfatti dagli effetti della loro Sanatoria

Lecco, 23 febbraio 2013 – «Non c’è stata una logica, mia mamma è stata picchiata al limite dell’umanità». Emanuele Cruciani ancora non capisce perché la notte tra mercoledì e giovedì i malviventi abbiano fatto irruzione nella casa popolare di sua madre a Calolziocorte, malmenandola e rapinandola. Per ora Anna Maria Pia, 62 anni a settembre, si trova ancora all’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, nel reparto di chirurgia, probabilmente fino ai primi giorni di settimana prossima. «È ancora molto provata – spiega il figlio – ci vorrà del tempo prima che riesca a superare questo brutto momento. È sotto choc, ma siamo fiduciosi perché sta migliorando. Però quando è arrivata in Pronto soccorso aveva parecchie ferite, tra cui una seria ferita all’occhio, infatti si pensava potesse rischiare la vista. Fortunatamente invece è meno grave del previsto».

La donna ha riportato la frattura di quattro costole, uno zigomo, il volto tumefatto e sei punti di sutura alla nuca, oltre a varie escoriazioni su tutto il corpo, il tutto dovuto alla brutalità con la quale i delinquenti l’hanno immobilizzata, picchiata e minacciata per farsi consegnare oggetti di valore. «Mia mamma è stata sorpresa di notte – prosegue Emanuele –: loro avevano il volto coperto, infatti non li ha visti in faccia, e le hanno chiesto del denaro, urlavano e chiedevano soldi». Secondo quanto raccontato dal figlio i tre malviventi erano stranieri, due con accento dell’Est, mentre uno parlava uno stentato italiano. La signora Pia non aveva soldi e lì sono iniziati i minuti più brutti della sua vita, un vero incubo fatto di calci e pugni su ogni parte del corpo per farla desistere e cercare di incrementare un misero bottino.

«L’hanno picchiata e immobilizzata in qualche modo, con le lenzuola che hanno trovato – continua il figlio –. Lei ha provato a chiedere aiuto, ma essendo anche imbavagliata nessuno l’ha potuta sentire negli appartamenti vicini. Ha cercato quindi di dare ai ladri quello che poteva: il portafogli, una catenina che aveva indosso e le chiavi della sua auto in garage per poterli allontanare. Loro sono scesi, ma non riuscendo ad aprire il cancello sono risaliti chiedendo istruzioni e mia mamma gli ha spiegato come uscire. Poi fortunatamente se ne sono andati definitivamente». In pochi minuti Anna Maria è riuscita a liberarsi e ha citofonato a un vicino, Luigi Fumagalli, che subito ha contattato Croce rossa e carabinieri. «Io sono andato subito a casa sua insieme ai carabinieri, mentre mia sorella è stata con lei in Pronto soccorso – conclude Emanuele Cruciani –. Siamo arrabbiati e confidiamo nelle indagini degli inquirenti, che stanno svolgendo un ottimo lavoro. Abbiamo totale fiducia in loro e speriamo che i malviventi vengano presi e puniti, non lasciati andare subito, vanificando così il lavoro degli investigatori».

http://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/2013/02/23/849590-lecco-caloziocorte-emanuele-cruciani-madre-pestata-legata-rapina-appello.shtml

Risorse: getta bimbo nel water e torna in Romania

Libera circolazione

E’ una prostituta romena ed è riuscita a rifugiarsi nel suo Paese la giovane donna che nove giorni fa a Roma ha partorito un bimbo nel bagno di un McDonald’s e l’ha abbandonato nel water. E’ quanto si apprende da una fonte investigativa. La madre del piccolo – chiamato Emanuele dal personale dell’ospedale Sant’Eugenio, dove è stato portato dopo essere stato salvato – sarebbe stata individuata e ora la procura di Roma, che procede per tentato infanticidio, starebbe preparando una richiesta di rogatoria internazionale.

Il caso è passato dal commissariato Esposizione, competente per territorio (il McDonald’s si trova in piazza Sturzo, all’Eur), alla squadra mobile, secondo quanto riferito. La ragazza, che avrebbe tra i 25 e i 30 anni, era stata ripresa il 28 dicembre scorso dalle telecamere di sorveglianza del fast food mentre entrava nella toilette e ne usciva una ventina di minuti più tardi, dopo aver partorito e abbandonato il neonato. Nei fotogrammi diffusi dalla polizia appariva con i capelli scuri e lunghi, un giubbino di pelle beige, pantaloni scuri infilati in stivali rossi e una borsetta bianca al braccio. La donna sarebbe stata aiutata da alcuni complici, forse appartenenti al racket della prostituzione, anche per superare le conseguenze della pericolosa emorragia dovuta al parto. In seguito è riuscita a tornare in Romania, dove si trova attualmente.

http://www.giornalettismo.com/archives/691527/scoperta-la-mamma-del-neonato-abbandonato-a-roma/

Ammazzato da Romena: con auto piomba sulla moto

Morto Emanuele Donello a Campiglia

Dopo ore di agonia al San Bortolo, è morto Emanuele Donello,  operaio di 27 anni. Il giovane era stato investito ieri sera mentre percorreva  in sella alla sua moto la Riviera Berica. La destinazione era Noventa Vicentina,  dove i genitori lo aspettavano per cena.
Secondo la ricostruzione della  polizia stradale di Legnago, un’auto condotta da una giovane romena si è immessa lungo  l’arteria, senza accorgersi che la moto stava sopraggiungendo. Donello ha fatto  un volo di una ventina di metri e le sue condizioni sono sembrate subito  disperate.

All’incidente ha assistito anche la  fidanzata, che lo stava seguendo in auto.

Potrebbe interessarti: http://www.vicenzatoday.it/cronaca/incidente-stradale/emanuele-donello-morto-campiglia-moto.html

L’ennesima vittima sacrificata all’immigrazione. Se non ci fosse stato Schengen, se i Romeni non fossero liberi di scorrazzare per le nostre strade con le loro patenti, questo ragazzo oggi sarebbe ancora vivo. Quanti altri lutti “pretende”, il vostro “dio”, xenofili? Il minotauro-immigrazione?